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Richiesta di un eccentrico contratto

Prima della stagione 1903, il catcher Ossee Schreckengost chiese un’insolita clausola da inserire non nel suo contratto con i Philadelphia Athletics, ma nel contratto del pitcher Rube Waddell.

Ossee Schreckengost

• Schreck era stato uno dei  migliori acquisti di Connie Mack nel corso della stagione 1902 in cui gli A’s vinsero il pennant nella seconda stagione dell’American League.

L’eccezionale catcher, era diventato amico di Wild Child Waddell, quando i due erano compagni di batteria a Louisville. Ossee non solo contribuiva a tenere concentrato Rube durante le partite, ma lo teneva anche in riga fuori dal campo.

• Mack assegnò Schreck nella stanza con Rube in trasferta. In quei giorni, era una pratica standard nel baseball per compagni di stanza di condividere non solo la camera d’albergo, ma anche il letto. Questa esperienza aveva portato il catcher a chiedere a Connie di inserire una clausola nel contratto di Rube che gli vietava di mangiare animal crackers (sono cracker a forma di animali) a letto.

• Ossee aveva spiegato:.. "Questo 'grande culo' ha avuto modo di mangiare questi piccoli animal cracker ogni notte. Non mi dispiace così tanto il cracker piatto. Ma per un'intera settimana l'anno scorso, mi sono svegliato con zanne di elefanti e corna di mucca incollate ''tra le costole".

• Mack, che sapeva di non poter mettere nessun altro nella stanza con Rube, accolse la richiesta di Schreck. Sorprendentemente, Rube non protestò e firmò il suo contratto.

Tuttavia, Waddell si prese qualche rivincita su Mack pochi giorni dopo.

Rube Waddell

• Mentre era con la squadra in Florida per lo spring training, Rube bussò alla porta di Mack a tarda notte. Mack urlò che era a letto, ma lo fece entrare lo stesso.

• Rube parlò con Connie di alcune questioni irrilevanti. Così facendo, continuava a mangiare un panino contenente cipolla cruda e formaggio limburger. Il malizioso mancino fece in modo che cadessero le briciole e altri bocconi sul letto di Mack mentre parlava.

Rube Waddell, di Alan H. Levy

La partita più veloce di sempre

Gli Atlanta Crackers ospitarono i Sea Gulls di Mobile, sabato 17 settembre 1910 al Ponce de Leon Park, nell'ultimo giorno della stagione della Southern League.

• Poiché i New Orleans Pelicans, guidati da Shoeless Joe Jackson, avevano conquistato il pennant, le due squadre escogitarono il modo di svolgere i loro nove inning di gioco in soli 32 minuti.

• Nessuna spiegazione sopravvive alla fretta con cui le squadre giocarono la partita. Le possibili ragioni erano: Il desiderio di prendere la strada del ritorno al più presto, una scommessa di qualche tipo, o un deliberato tentativo di battere il record di 44 minuti, stabilito da un altro team di Atlanta contro Shreveport nel 1904.

• Il gioco catturò l'attenzione del New York Times, che pubblicò questo articolo il giorno successivo.

ATLANTA, GA, 17 set. - Mobile e Atlanta hanno rotto, qui questo pomeriggio, il record del mondo della durata di una partita di baseball giocando un totale di nove inning in 32 minuti, Mobile ha vinto 2 a 1.

Questo notevole record è stato possibile perché le due squadre correvano velocemente sul campo in difesa e alla battuta. Invariabilmente la prima palla lanciata ad ogni battitore era strike e di solito è stata colpita senza sforzo per metterla in campo.

Trentacinque assist nel campo raccontano la storia. Tuttavia, ci sono state delle sensazionali prese, buoni tiri e alcune belle prese degli outfielders. E’ stata concessa solo una base su ball ed è stato registrato un solo strikeout. Ci sono state quattro basi rubate, una battuta di sacrificio, un lancio pazzo, tre doppi e un triplo, un doppio e un triplo gioco difensivo. E' stata una partita briosa.

• La cronaca è stata anche ripresa da molti altri giornali tra cui Portsmouth (NH) Herald, Mansfield (OH) News, Washington Post, Oakland (CA) Tribune, e il Nevada State Journal (prima pagina).

Mobile ha realizzato un triplo gioco nel secondo inning che ha contribuito a velocizzare la partita. Con corridori in prima e terza, il battitore ha colpito una volata che l’esterno destro ha preso e ha tirato eliminando il corridore che era fuori della prima. L'uomo in terza ha cercato di segnare, ma il prima base ha tirato la palla al piatto per inchiodarlo.

• Secondo l'Atlanta Journal, i due lanciatori hanno lavorato "come delle pazze macchine a vapore", ogni uno lanciando a cinque battitori.

• I Gulls hanno segnato il punto vincente nella parte alta del nono. Naturalmente, la partita sarebbe potuta finire qualche minuto prima se la squadra di casa avesse vinto in 8 inning e 1/2.

La partita Atlanta-Mobile fu di 10 minuti più veloce di qualsiasi altro gioco professionistico conosciuto.

• Lo stesso giorno, un’altra partita della  Southern League tra Nashville e New Orleans era stata completata in 42 minuti con i Vols che avevano vinto 6-3. Furono registrate in quella partita 29 valide.

• Il record della Major League di 51 minuti fu realizzato dai New York Giants e i Philadelphia Phillies il 28 settembre del 1919, nella prima partita di un doubleheader al Polo Grounds, con i Giants che vinsero 6-1.

• La partita tra Cincinnati-Brooklyn di una settimana prima era durata 55 minuti e il record durò appena sette giorni.

Da "That Was Quick!", The National Pastime,  di Wynn Montgomery, SABR 2010

Non tirare il guanto contro la palla

Fred Sanford

Il 27 luglio 1947, nella prima partita di un doubleheader tra i Red Sox e i St. Louis Browns al Fenway Park di Boston il prima base Jake Jones colpì un triplo a circa 18 metri che non raggiunse mai il territorio buono. Ecco cosa successe.

Con due out e nessuno in base nel sesto inning, Jones colpì una rimbalzante fuori della linea della terza base. Mentre la palla viaggiava a circa 18 metri, il pitcher Fred Sanford lanciò il guanto contro la palla per impedire che potesse rientrare in territorio buono. L’arbitro Cal Hubbard assegnò a Jones un triplo in base alla regola 7,05 (c) che, nella versione a quel tempo, dava a un corridore "tre basi, se un difensore tirava deliberatamente il suo guanto e toccava la palla".

Cal Hubbard

Gli arbitri della NL in seguito ad un accordo non scritto ignoravano la violazione nel caso di palle in foul. Tuttavia, gli arbitri dell’AL non adottarono tale giudizio. Nel 1954, il comitato del regolamento finalmente modificò la regola che veniva applicata solo per le palle buone.

The Rules and Lore of Baseball, di Rich Marazzi

Invasioni di insetti

Joba Chamberlain mentre viene soccorso

L'invasione di insetti più famoso di una partita di baseball si è verificato durante Gara 2 della AL Division Series del 2007, tra gli Yankees e gli Indians. Gli insetti distrassero il pitcher di New York, Joba Chamberlain, nella parte inferiore dell'ottavo al punto che permise agli Indians di pareggiare con due basi su ball e due lanci pazzi. Cleveland vinse 2-1 all’undicesimo. Molti commentatori, non solo i fans degli yankees, criticarono gli arbitri per non aver sospeso il gioco per affrontare il problema, come per una sospensione per pioggia.

Qui ci sono alcuni incidenti simili nella storia del baseball:

• 15 settembre 1946: Con il crepuscolo che si avvicina al sesto inning della seconda partita di un doubleheader tra i Chicago Cubs e i Brooklyn Dodgers all’Ebbets Field, il pitcher dei Dodgers Kirby Higbe venne attaccato da uno sciame di moscerini. Higbe alzò le mani e gridò agli arbitri che non poteva lanciare. Di conseguenza, il campo venne sgomberato. Dal momento che così tanti fans agitavano gli scorecard per respingere gli insetti, gli uomini in nero dichiararono finito il gioco, dando ai Dodgers la vittoria 2 a 0 per “bug-shortened”, nel corso della loro corsa al pennant con i St. Louis Cardinals (che si concluse con uno spareggio).

• 2 giugno 1959: Il gioco tra i Baltimore Orioles e i Chicago White Sox al Comiskey Park fu fermato quando i moscerini attaccarono il pitcher degli Orioles, Hoyt Wilhelm. L'allenatore degli White Sox corse fuori con un asciugamano per allontanare gli insetti, senza alcun risultato. Poi il personale usò degli spray. Infine, delle bombe fumogene allontanarono i parassiti, e il gioco riprese. Baltimora vinse 3 a 2.

• 1960: Durante una partita contro i Detroit Tigers, le zanzare assediarono l’esterno centro dei Cleveland, Jim Piersall. Chiamò tempo, corse nella club house e tornò al centro con una pistola che usò per disperdere gli insetti, per la gioia della folla.

• 17 aprile 1976: Un’invasione di api sulla rete del backstop causò la sospensione della partita per 35 minuti al Riverfront Stadium tra i Cincinnati Reds e i San Francisco Giants. Un’invasioni simile ebbe luogo in quello stadio il 26 maggio 1980 e il 10 maggio 1987. In una occasione, il pitcher dei Reds Ted Power venne punto.

"Baseball Rules Corner" di Rick Marazzi, Baseball Digest, January/February 2008



Ritorno veloce di Robert

Bob Feller

Dopo quasi quattro anni in Marina, il ventiseienne, Bob Feller venne congedato il 22 agosto 1945. Il giorno dopo, firmò un contratto per il resto della stagione con la sua squadra pre-bellica, i Cleveland Indians, che teneva ancora i diritti esclusivi per i suoi servizi in base alla clausola di riserva.

Impantanati in quinta posizione, dopo aver perso un doubleheader in casa con gli Washington Senators, e necessitando di un’attrazione per il pubblico, gli Indians non persero tempo nel mettere rapidamente Robert sul monte. Iniziò venerdì sera, 24 agosto, contro i leader del campionato, i Detroit Tigers, davanti a una folla di 46477 spettatori al Municipal Stadium. Prima della partita, il grande Tris Speaker degli Indians regalò a Bob una jeep da utilizzare nella sua fattoria. Feller poi dimostrò di non aver perso nulla durante i suoi quattro anni lontani dalle Major League (Aveva giocato qualche partita all'inizio del suo servizio di leva). Lanciò un complete game concedendo quattro valide, 12 strikeout e con solo quattro basi su ball in una vittoria per 4 a 2 contro la squadra che avrebbe vinto le World Series quell'anno.

Feller fece altre otto partenze in quella stagione, finendone sette con un record di 5-3 e 59 K in 72 inning. La partita più grande la giocò allo Yankee Stadium, domenica 9 settembre, nella prima di un doubleheader che attirò 72152 spettatori. Feller surclassò l’asso degli Yankees, Spud Chandler, nella vittoria per 10-3, consentendo solo cinque valide.

Dom vs. Joe

Dom e Joe DiMaggio

Il libro dell'ex commissioner Faye Vincent "The Only Game in Town" riporta trascrizioni delle sue interviste con diversi ex major leaguers. Diverse storie interessanti riguardano Dom DiMaggio, esterno centro dei Boston Red Sox dal 1940 al ‘53, legate al fratello Joe e alla sua striscia di 56 partite con almeno una valida nel 1941.

◦ Dom, ovviamente, seguiva la striscia molto da vicino.

Eravamo consapevoli della striscia di Joe ... giocando al Fenway Park, avevamo il tabellone dietro l’esterno sinistro, e Teddy [Williams] parlava sempre con l’addetto al tabellone e veniva aggiornato sulle notizie ... "Dommie, Dommie," mi chiamò, "Joe ha colpito una valida nel secondo inning ..." e così lui mi teneva aggiornato.

◦ Dom giocò contro suo fratello maggiore durante la striscia. Una partita in particolare ritornava nella sua mente.

Joe andò out alla prima apparizione al piatto e poi ancora una seconda volta. Battè una palla nel settore di centro-sinistra ... tante cose attraversarono la mia mente, e le basi erano cariche, credo, al momento, e lui era in lotta per il titolo degli RBI. Ho corso e preso questa palla sulla punta del mio guanto e appena l'ho presa ho avuto una sensazione di malessere allo stomaco. Mi sono detto, "Oh, mio ​​Dio". Sai, questa è la sua terza volta alla battuta.

Mentre rientravo, dopo che avevo preso la palla - e questo era il terzo inning – lui stava uscendo per andare al suo posto all’esterno centro e ho avuto modo di passargli accanto e, accidenti, mi sentivo così dispiaciuto e allora gli rivolsi uno sguardo di scusa e ... nello stesso momento lui mi guardò - mi creda, se gli sguardi potessero uccidere, mi avrebbe lasciato cadere lì, e mi sono detto: "Oh mio Dio, me lo sono fatto nemico.."

Nella successiva apparizione al piatto Joe colpì la palla nelle tribune in modo che nessuno potesse prenderla.

Connie Mack - Ladro?

Connie Mack

Fin dall'inizio, le squadre di baseball hanno usato il ballparks di casa a loro vantaggio. L’Hall of Famer manager Connie Mack certamente usò ogni trucco a sua disposizione.

◦ All'inizio della sua carriera di manager, Mack teneva alcune palle da baseball in un frigorifero nel suo ufficio da mettere in gioco nei momenti cruciali, quando la squadra ospite era alla battuta. Nel 1896, le regole furono modificate e la squadra di casa doveva fornire all'arbitro 12 palline prima della partita.

◦ Mentre dirigeva i Philadelphia Athletics, Mack venne accusato di posizionare un coach nel tabellone segnapunti all’esterno centro per rubare i segnali dell'avversario.

◦ Mack aveva ordinato al suo groundskeepers di costruire un monte alto 20" per i suoi fortissimi pitcher Lefty Grove, George Earnshaw, Chief Bender, e Eddie Plank. Ciò avvenne nonostante il fatto che le regole ordinassero che il monte poteva essere al massimo di 15" sopra le linee delle basi.

Rissa su un campo da baseball

"Row on a Ball Field. A Lively Time in the Game Between Philadelphia and Boston"

Questo era il titolo del New York Times per l'articolo del 18 luglio 1894, riguardante la partita della National League avvenuta il giorno precedente tra i Philadelphia Phillies e i Beaneaters Boston. Ecco cosa aveva causato la rissa.

• Boston era avanti 2-1 andando nella parte bassa dell'ottavo con la pioggia in vista.

• I Phillies segnarono sette punti, e ciò causò il ritardo in tutti i modi immaginabili del gioco da parte degli ospiti che pensarono anche di non fare nessun sforzo per eliminarli.

• Finalmente Delahanty fu eliminato per toccata del seconda base e terminò l'inning.

• I Bostons poi si rifiutarono di battere.

• L'arbitro Dan Campbell, un locale che sostituiva il malato Billy Stage (in quel periodo veniva designato un solo arbitro per partita), assegnò la partita a Philadelphia.

• La folla, apparentemente stanca delle buffonate di Boston, "entrò i campo" e cominciò ad assestare pugni ai giocatori ospiti. Il prima base Tommy Tucker che probabilmente non fece alcun tentativo difensivo per eliminare i corridori in prima sui tiri fu colpito e ripotò la rottura dell’osso della guancia.

Tommy Tucker

• Una squadra di 25 poliziotti e alcuni dei Phillies dovettero scortare i giocatori di Boston dal campo fino a diversi isolati più lontano.

Le regole del tempo aiutarono a far precipitare la rivolta. Ai sensi delle attuali norme, se l'arbitro avesse dichiarata finita la partita a causa della pioggia nella parte inferiore dell’ottavo dopo che i Philly avevano preso il comando, l'intero ottavo inning avrebbe contato. Tuttavia, nel 1894, avrebbe contato il precedente inning se la squadra di casa non avesse completato l'inning successivo. Ci sono stati molti altri casi simili a quello appena descritto in cui la squadra ospite si avvalse della regola per ritardare la fine del inning, nella speranza che il tempo potesse cancellare il resto del gioco.

Lo stravagante Astrodome

Il 10 giugno del 1974, Mike Schmidt dei Philadelphia Phillies colpi il più lungo singolo nella storia della MLB.

Mike Schmidt

Il contesto era l’Astrodome di Houston. Il mancino Claude Osteen era il pitcher degli Astros quando Schmidt battè violentemente un lancio che andò così alto e colpì un altoparlante a 329 piedi (100 metri) da casa base e a 117 feet (36 metri) al di sopra del campo da gioco. La palla sarebbe stata senza dubbio un fuoricampo da più di  500 piedi (oltre 154 metri) se non avesse colpito l'altoparlante e fosse caduta all’esterno centro. Invece, per le regole del campo in effetti, fu assegnato un singolo.

Un'altra regola di campo dell’Astrodome diceva che, se una palla colpiva un altoparlante in territorio foul e un difensore la prendeva, il battitore era eliminato.

Si potrebbe pensare che, essendo uno stadio coperto, l'Astrodome non avesse mai subito un rinvio per la pioggia. Niente di più sbagliato. Il 15 giugno del 1976, la partita in programma tra gli Astros e i Pittsburgh Pirates venne cancellata quando massicce inondazioni nella zona di Houston impedirono agli arbitri di raggiungere lo stadio. Entrambe le squadre erano arrivate ​​presto per il riscaldamento ma, senza umps, la partita non si giocò. I tavoli furono portati sul campo ed entrambe le squadre condivisero il loro pasto con i pochi fans che avevano sfidato il diluvio.

Ducky viene abbattuto

Joe Medwick

Joe Medwick fu un All-Star per i St. Louis Cardinals dal 1933 fino al 1939, giocando almeno 146 partite ogni stagione. Vinse la Triple Crown e l’MVP della NL nel 1937 (l'ultimo giocatore della NL a vincere la Triple Crown). Ducky (nomignolo di Medwick perché qualcuno aveva pensato che più che camminare egli dondolasse) aveva la reputazione del combattivo giocatore egoista. Una volta mise ko il compagno di squadra Tex Carleton perché cammina davanti alla macchina durante una sessione fotografica. E molti altri Cardinals vennero presi a pugni da lui per varie infrazioni. Così il 12 giugno del 1940, il GM Branch Rickey dei Cardinals scambiò Medwick e il pitcher Curt Davis con i Brooklyn Dodgers per Ernie Koy, Carl Doyle, Sam Nahem, Bert Haas e 125000 dollari.

MacPhail e Branch Rickey

Di fronte ai suoi ex compagni di squadra appena sei giorni più tardi, Medwick venne colpito alla testa dal lanciatore dei Cardinals Bob Bowman. Gli arbitri fermarono diversi Dodgers che stavano caricando il monte per picchiare il lanciatore. Nella panchina della squadra di casa, il GM dei Dodgers, Larry MacPhail, impedì al coach Chuck Dressen e al giocatore Babe Phelps di andare in campo. Dopo che Medwick riprese conoscenza e fu portato via dal campo in barella, il manager dei Cardinals Billy Southworth, solo alla sua sesta partita dopo aver preso il posto di Mike Gonzalez, rimosse dal gioco Bowman per evitare ripercussioni da parte dei tifosi. Due detective andarono nella panchina dei Cardinals. MacPhail attraversò il campo e parlò animatamente con gli avversari. Si racconta poi che Bowman dovette essere scortato dalla polizia dall’Ebbets Field in albergo. Altre rivelazioni dicono che, come Bowman fu condotto attraverso il dugout dei Dodgers negli spogliatoi, MacPhail dal suo posto, tirò un pugno sul cappello di Bowman. Tuttavia, il New York Times il giorno dopo la partita non menzionò questi ultimi incidenti.

Joe Medwick a terra dopo esser stato colpito

Il racconto del Times afferma anche che "prima della partita di ieri Bowman e Leo Durocher, il manager dei Brooklyn, si erano scambiati parole non certamente gentili". Il giornalista (Louis Effrat) si riferiva a "una certa sensazione di malessere tra i Dodgers e i Cardinals che durava da un anno". E aggiunse: "Bowman e Hugh Casey la scorsa stagione, opposti l'un l'altro in una partita a St. Louis, sono stati accusati di lanciare addosso ai battitori". E' anche affermato su alcuni siti Internet che, la mattina del beaning, Medwick, Durocher e Bowman si erano presumibilmente scambiati parole in ascensore del New Yorker Hotel. Secondo Durocher, Bowman gridò: "Mi prenderò cura di voi due ragazzi! Aspetta e vedrai!".

Joe Medwick viene portato fuori in barella

Medwick trascorse diversi giorni in ospedale con una commozione cerebrale. In un primo momento avrebbe dovuto stare fuori tre settimane, ma il 21 giugno, solo due giorni dopo il “beaning”, giocò come pinch-hitter. MacPhail chiamò - senza successo – il commissioner Ford Frick della NL perchè Bowman venisse punito e chiese anche al procuratore distrettuale di Brooklyn di indagare sull'incidente. Tuttavia, lo stesso giorno Joe lasciò l'ospedale, il procuratore distrettuale annunciò che il suo ufficio non aveva scoperto nessuna "prova di dolo da parte di Bowman". Medwick stesso disse che non sapeva di minacce di lesioni personali. Frick non sospese nè multò Bowman.

Medwick colpì .300 il resto della stagione, poi nel 1941 ottenne una media battuta di .318 aiutando Brooklyn a conquistare il loro primo pennant in 21 anni. Rickey, che sostituì MacPhail come GM dei Dodgers nel 1943, negoziò Medwick ancora una volta quell'anno, e questa volta per i New York Giants. Joe tornò ai Cardinals nel 1947 e si ritirò nel 1948 dopo una stagione tormentata dagli infortuni.

Ducky dopo l’incidente non produsse mai più i numeri che aveva ottenuto sino a quel momento. Ma questo è facilmente spiegabile con il fatto che (a) aveva passato il suo picco d’età e (b) il successo che aveva ottenuto nella prima parte della sua carriera era stato da livello Hall of Fame - difficile per chiunque ripeterlo a qualsiasi età.

State incolpando l'uomo sbagliato

"The Wrong Man" è il titolo di un estratto del libro pubblicato da Sports Illustrated nel 2009. Il sottotitolo dice:
Dal momento in cui i loro amati Dodgers si trasferirono a Los Angeles, i fans dei Brooklyn, piantati in asso, non  gliela perdonarono mai al proprietario della squadra, Walter O'Malley. Il problema è: O'Malley non voleva andare. Il colpevole è stato qualcun altro.

Walter O'Malley

O'Malley voleva un nuovo stadio quando divenne proprietario di una parte dei Dodgers nel 1944. I posti a sedere dell’Ebbets Field erano solo 32000 e non era al massimo della forma. Per eguagliare la perenne eccellenza degli Yankees, O'Malley avrebbe avuto bisogno di maggiori entrate. Questa esigenza richiedeva, a sua volta, uno stadio più grande. Quando Walter assunse il pieno controllo della squadra nel 1950, aveva fatto del nuovo campo da baseball a Brooklyn il suo obiettivo principale. Voleva un stadio da 50000 posti che avrebbe potuto competere con lo Yankee Stadium. Tuttavia, avrebbe avuto bisogno della collaborazione della città e dello stato per realizzare il suo obiettivo.

Ebbets Field

O'Malley apparentemente sapeva come navigare nello slalom politico per portare a compimento il suo sogno. Suo padre era stato un membro della macchina democratica "Tammany Hall" e aveva ricoperto incarichi nella città. Walter era un imprenditore di lavori pubblici e avvocato della squadra dei Dodgers. Tuttavia, incontrò molte difficolta soprattutto da parte di Robert Moses, "il più potente funzionario mai eletto che avesse servito in una città degli Stati Uniti".

Moses era  da molti anni una potenza nel governo di New York, una volta tenne contemporaneamente dodici incarichi statali e municipali. Dopo la seconda guerra mondiale, esercitò più potere dello stesso sindaco. Di fatto, come urbanista, Mosè aveva creato il suo grande piano per il miglioramento di New York. La sua concezione prevedeva un nuovo campo da baseball nel Queens, vicino al luogo che avrebbe ospitato l'esposizione mondiale a metà degli anni '60.

Già nel 1954, Moses ordinò tranquillamente ai suoi aiutanti di mettere i bastoni tra le ruote a O'Malley, mentre faceva vedere pubblicamente che mostrava simpatia per la realizzazione del progetto di O'Malley. Walter pressò il suo caso con i politici, imprenditori, e la stampa, senza sapere quello che Moses voleva o non voleva costruire. La città creò il Brooklyn Sports Center Authority per studiare la fattibilità di un nuovo stadio per i Dodgers. Moses finse che l'idea gli piacesse, spingendo O'Malley a vendere l’Ebbets Field.

Robert Moses

Tuttavia, O'Malley venne più volte stoppato e deluso dalla burocrazia che, a lui sconosciuta, era nella tasca posteriore di Moses. Per esempio, alcuni mesi dopo che la commissione di Brooklyn era stato creata, il sindaco Robert Wagner non aveva ancora nominato nessuno per farla funzionare. I potenziali candidati sapevano cosa stava succedendo e si rifiutarono di prendere parte alla farsa.

Nel frattempo, Los Angeles cercava attivamente una squadra di ML. Dei funzionari incontrarono O'Malley quando i Dodgers si fermarono a Los Angeles nel loro cammino verso il Giappone per la post-season nel 1956. I californiani lasciarono la riunione con l'impressione che O'Malley, che aveva vissuto tutta la sua vita sulla East Coast, non fosse entusiasta di trasferirsi nella west.

Di ritorno dal Giappone, O'Malley cercò di mettere la sua proposta di nuovo in movimento. Si offrì di raccogliere tra i 4 milioni e 5 milioni dollari per investire in autority bonds nel centro sportivo e di trovare altri investitori che comprassero i rimanenti 25 milioni. Aveva anche accettato di pagare 500 mila dollari a stagione per noleggiare la nuova struttura. Tuttavia, il consulente di ingegneria della Commissione Sport era alleato di Moses. Così continuò a chiedere a O'Malley di pagare ancora di più per finanziare le obbligazioni aggiuntive per coprire i costi previsti. Infine, rendendosi conto che il suo piano dello stadio era "una morte lenta" (per usare l'espressione propria di Walter), O'Malley riaprì i canali con Los Angeles. Gli agenti della Città degli Angeli addolcirono il piatto, dicendo a O'Malley "Los Angeles, vi sarà dannatamente vicino per qualsiasi cosa".

Il comitato di LA utilizzò un doppio approccio, convincendo i funzionari di San Francisco a fare la corte a Horace Stoneham, il proprietario dei New York Giants, che era anche lui insoddisfatto per i posti a sedere del suo antico campo da baseball, il Polo Grounds. I negoziati tra i due club e i funzionari californiani si mossero molto più velocemente dei resoconti dei giornali che seguivano la vicenda. A conclusione dello spring training del 1957, O'Malley incontrò Stoneham, che pensava di spostare la sua squadra a Minneapolis, per convincerlo a spostarsi più a ovest a San Francisco.

Horace Stoneham e Walter O'Malley

Infine prendendo coscienza della gravità della minaccia della West Coast, Wagner chiamò tutti ad un altro incontro. Da allora, tuttavia, O'Malley, che aveva capito il gioco di Moses, si rifiutò. Questo diede a Moses lo spunto di cui aveva bisogno per gettare tutte le colpe su Walter per lo spostamento dei Dodgers. Sports Illustrated, consapevolmente o inconsapevolmente, collaborò alla sua trama, consentendo a Moses di scrivere un lungo saggio sulla rivista in cui falsamente accusò O'Malley di chiedere alla città molto di più di quello che effettivamente aveva bisogno.

Stoneham fu il primo ad annunciare pubblicamente lo spostamento a San Francisco dei Giants. Era un segreto di Pulcinella che anche i Dodgers avessero previsto di spostarsi. Un giovane imprenditore di nome Nelson Rockefeller, governatore di NY e poi vice presidente degli Stati Uniti, si offrì di contribuire con diversi milioni di dollari per un nuovo stadio a Brooklyn, ma Moses mise sotto silenzio l'iniziativa. Ai primi di ottobre, il consiglio comunale di Los Angeles approvò l'uso del Chavez Ravine per un nuovo stadio per i Dodgers. Poco dopo, i Dodgers diramarono un comunicato stampa che annunciava il loro trasferimento a Los Angeles.

Il New York Times fece gli auguri ai Dodgers per la loro avventura sulla West Coast. Tuttavia, i veterani scrittori sportivi come Roger Kahn, Dick Young, e il proprietario del Times, Arthur Daley, criticarono aspramente O'Malley, immaginandolo come la personificazione del male, un uomo la cui avidità aveva spezzato il cuore a Brooklyn. Anche Red Barber, l’amato annunciatore dei Dodgers, chiamò O'Malley "l'uomo più subdolo che abbia mai incontrato". Il destino nella storia di O'Malley si chiuse quando Kahn pubblicò il suo best-seller “The Boys of Summer” nel 1972. Oltre esprimersi in maniera smodatamente entusiasta sulle grandi squadre di Brooklyn degli anni ‘50, Kahn disegnò O'Malley come un "triste vecchio, ossessionato dal denaro". Credendo che un vero uomo non difende se stesso, O'Malley non raccontò mai la sua versione della storia.

Quando il Comitato dei Veterani elesse, postumo nel 2007, nella Hall of Fame O'Malley, il Daily News di New York disse: "Dite che non è così". Riproponendo la caratterizzazione di O'Malley come un uomo "moralmente cattivo" che "aveva scelto i soldi più dei ricordi quando trasferì i The Bums a Los Angeles. Dopo non essere riuscito a spremere l'affare volle uscire dalla città per sostituire lo scricchiolante Ebbets Field con un nuovo stadio".

Naturalmente, i Dodgers fiorirono già dalla prima stagione in California. Quando le carte di O'Malley furono messe a disposizione di uno scrittore diversi anni fa, fu trovata una nota di Walter a un vecchio amico. "Bob [Moses] è diventato un nemico quando ha sabotato il nostro progetto di costruire uno stadio a Brooklyn. E' diventato un benefattore, quando la sua opposizione divenne così violenta che abbiamo lasciato Brooklyn e felicemente divenne la sede in California".

Post scriptum: Se i fans dei Dodgers volessero essere arrabbiati con O'Malley per qualcosa, dovrebbero esserlo per il licenziamento del loro amato presentatore, Red Barber. Ma questa è una storia per un altro giorno.

Forever Blue, Michael D'Antonio, 2009

Segnale di spitter

Elwin Charles "Preacher" Roe lanciò nella NL dal 1944 al 1954. Dopo quattro stagioni con i Pittsburgh Pirates, vinse 80 partite per i Brooklyn Dodgers (1948-1953). Nel 1951, realizzò un sensazionale record di 22-3.

Elwin Charles "Preacher" Roe

Nel 1955, l'anno dopo il ritiro di Preacher, Dick Young scrisse un articolo sulla nuova rivista Sports Illustrated intitolato "The Outlawed Spitball Was My Money Pitch". Young disse che Roe "aveva lanciato spitballs per tutto il tempo che rimase con i Dodgers". Egli affermò anche che "non era l'unico che l’aveva fatto".

Una notte, nel giugno del 1960, durante il batting practiche a Milwaukee, il prima base dei Braves  George Crowe chiese alla leggenda dei Cardinals Stan Musial: "Lo sapevate che Preacher Roe  stava usando la palla sputata quando lanciava contro di voi". "Certo", dichiarò Stan entusiasta, "Avevamo un segnale normale per questo. Terry Moore, che era il coach di terza, passò un giorno ad osservare il movimento di Preacher riconoscendo quando lanciava la spitter, e mi dava il segnale. Preacher sapeva che lo sapevo, così lui non mi lanciava la spitter. Ma a metà strada attraverso il suo wind-up cambiò tutto ciò e riuscì a leccarsi le dita [non la palla]. L’ho colpita nelle tribune oltre il campo a sinistra, e ho riso per tutto il giro delle basi".
 
"Benching of a Legend" Roger Kahn, Sports Illustrated, September 12, 1960

La folle corsa di Enos

Una delle più frequenti storie raccontate sulla mitologia del baseball coinvolge Enos Slaughter, dei Cardinals, "che segnò il punto vincente dalla prima con un singolo" per battere i Red Sox nelle World Series del 1946.

Enos Slaughter

Red Sox e Cardinals giocarono Gara 7 allo Sportsman Park di St. Louis. Nella parte alta dell’ottavo, l’esterno centro dei Red Sox, Dom DiMaggio, colpì un doppio tra il centro e il destro facendo segnare due punti e pareggiando il gioco, 3 a 3. Purtroppo, contrasse una distorsione alla caviglia durante la corsa verso la seconda e dovette essere sostituito da Leon Culbertson. Ciò si dimostrò una fatale sostituzione per i Red Sox, che erano nel bel mezzo di quello che sarebbe diventato uno degli 86 anni di siccità senza una World Series.

Ecco cosa successe nell'ottavo inning per i Cards:

• Il mancino Bob Klinger salì sul monte per i Red Sox e affrontò il battitore mancino Slaughter che colpì un singolo al centro.

• Whitey Kurowski fu eliminato al volo dal pitcher cercando di effettuare il bunt di sacrificio.

• Del Rice colpì una volata al sinistro.

Harry Walker

• Harry Walker, un altro battitore mancino, battè una valida sopra la testa dell’interbase Johnny Pesky. Slaughter, corse sul lancio, e arrivò facilmente in terza. Culbertson raccolse la palla nella zona al centro-sinistra e tirò a Pesky, che aveva le spalle al diamante. "Country" Slaughter non rallentò girando la terza e non si fermò al segnale di stop del coach. Pesky esitò un attimo prima di girare e tirare al piatto. Slaughter scivolò facilmente segnando il punto.

La scivolata a casa di Enos Slaughter

Ciò che si perde nella rivisitazione è il fatto è che a Walker fu accreditato un doppio, non un singolo. Segnare dalla prima con un doppio, soprattutto quando si corre sul lancio non è così raro.

Ciò che è dimenticato anche fu quello che emerse nella parte alta del nono.

• Il mancino Harry "The Cat" Brecheen, che aveva già due vittorie nella serie, era entrato come rilievo nell’ottavo e ritornò sul monte nel nono.

• Base hit di York Rudy a sinistra. Paul Campbell corse per lui.

• Bobby Doerr colpì un singolo sull’interbase.

• Pinky Higgins battè sul terza Kurowski che eliminò Doerr in seconda, con un tiro all’interbase Marty Marion. Questo mise il punto del pareggio in terza con un solo out.

• Roy Partee venne eliminato su un foul flyball dal prima base Stan Musial.

• Il pinch-hitter Tom McBride battè una rimbalzante sul seconda base Red Schoendienst, che tirò a Marion per l’out forzato che chiuse il Fall Classic.

Harry Brecheen

Se Brecheen non avesse chiuso il nono senza punti, la folle corsa di Slaughter sarebbe stata dimenticata. Invece, Brecheen aggiunse il suo nome nel libro dei record con la sua terza vittoria nella serie. 

Uccidete l’arbitro! - Parte I

L’arbitraggio era una professione rischiosa nel 19° e all’inizio del 20° secolo. Questo era particolarmente vero nella National League di Ban Johnson, fondatore dell’American League, che aveva insistito che gli arbitri fossero rispettati da giocatori e dirigenti.

Charley Moran

Il punto può essere illustrato in due episodi della stagione del 1918 della NL che coinvolsero l’arbitro rookie Charley Moran. Ecco il primo incidente. Le citazioni sono tratte dal The New York Times nel linguaggio fiorito di quel giorno.

5 maggio 1918: Philadelphia Phillies vs New York Giants al Polo Grounds.

"Ieri, Charley Moran, che sta muovendo solo i primi passi come arbitro nella National League, è stato l'ospite d'onore ad una tumultuosa festa" .

L'incidente iniziò quando Moran chiamò out al piatto Irish Meusel, esterno centro dei Phils, e terminò la partita con i Giants che vinsero per 3 a 2.

Irish Meusel

◦ Meusel era in seconda quando Eddie Burns colpì la palla molto corta e riuscì a battere l’interbase Artie Fletcher che aveva raccolto e tirato in prima. Meusel toccò la terza e si diresse verso il piatto. Il prima base Walter Holke tirò la palla al catcher Bill Rariden "e Mr. Meusel e Mr. Ball sembrarono arrivare contemporaneamente. Bill Rariden era a gambe divaricate sul piatto quando Meusel scivolò, e circa 10000 spettatori gridavano nella concitazione 'Old Ned'".

Bill Rariden

"L’umpire Moran sembrò un po' indeciso se Meusel fosse salvo o meno. Infatti, aspettò così a lungo che i Phils davano per scontato che il corridore fosse salvo. ... Mentre i Phils saltavano dalla gioia, credendo di aver pareggiato il punteggio", Moran chiamò out il corridore.

◦ Un certo numero di Phillies si precipitarono spintonando violentemente l'arbitro "tanto che l'arbitro si mise in guardia, alzò i pugni e iniziò a colpire direttamente alle spalle".

"Nello spazio sorprendentemente breve di un secondo e mezzo una folla di circa 1000 tra giocatori e tifosi si erano ammassati attorno all'arbitro e Moran aveva tutta l'aria del martire. ... Fu difficile determinare a occhio nudo ciò che stava accadendo. ... Alcuni dicono che Stock [Milt Stock, terza base dei Phil] abbia cercato di piantare un colpo ben scelto su Moran, mentre altri dicono che non fu Stock, ma Burns ... Poiché c'erano alcune migliaia di persone curiose che cercavano di prendersi i posti in prima fila per vedere il linciaggio, ci sono naturalmente molte versioni della rissa".

◦ I due manager, Pat Moran, dei Philadelphia, e John McGraw, dei New York, li spinsero via e si misero di fronte a Moran per difenderlo, spingendo via i giocatori. Infine, la loro azione fece rientrare i giocatori in panchina.

"Poiché la causa del problema [Moran] stava ritornando sotto la tribuna per andare nello spogliatoio degli arbitri, un uomo era così arrabbiato che gli tirò un bastone colpendolo perfettamente".

A quanto pare un gran numero di appassionati dei Phillie era presente alla partita di mercoledì.

Perché i tifosi dei Giants accorsero verso l'arbitro dopo la sua chiamata che dava la vittoria alla loro squadra (a meno che non avessero scommesso sui Phils)?  

La stima del reporter di "circa 1000 giocatori e tifosi" è senza dubbio esagerata.

Uccidete l’arbitro! - Parte II

Il secondo brutto incidente che nel 1918 coinvolse l’arbitro rookie della NL Charley Moran accadde all’Ebbets Field di Brooklyn. I Phillies erano ancora una volta la squadra ospite, ma questa volta la chiamata di Moran fece arrabbiare la squadra di casa e i suoi tifosi. Le citazioni sono di nuovo tratte dal The New York Times.

10 agosto 1918: Philadelphia Phillies vs. Brooklyn Robins, seconda partita del doubleheader.

Nel quarto inning, con Milt Stock in prima, Cy Williams dei Phils colpì un drive lungo la linea dell’esterno destro che Moran giudicò buona. Tale decisione diede origine a "una delle scene più vergognose mai perpetrate su un campo da baseball".

Ebbets Field di Brooklyn lato foul destro

"C’erano circa 8000 testimoni della battuta [di Williams]. Per 7000 dei presenti, la palla aveva colpito una parte della recinzione in territorio foul di circa quattro piedi. Questa parte della recinzione era divisa dal territorio buono da una linea in calce meravigliosamente visibile. L’umpire Moran, tuttavia, stabilì che la battuta era buona".

Cy Williams

"Tutti i giocatori di Brooklyn si precipitarono addosso a Moran e cercarono di convincerlo che la palla aveva colpito il recinto in foul. L'arbitro rimase irremovibile ... L'ira dei giocatori fu mite rispetto a quella degli spettatori, che urlavano a squarciagola chiedendo lo scalpo dell'arbitro. Essi trattennero i loro sentimenti fino a dopo la partita, quando tutto sembrò pronto per una selvaggia dimostrazione".

Il Phils segnarono tre punti nel quarto dopo la chiamata di Moran e riuscirono a vincere 3 a 2.

"Dopo l’ultimo out ... i poliziotti provenienti da varie direzioni si raccolsero attorno all’arbitro Moran. L'arbitro fu circondato in un batter d'occhio da centinaia di fan arrabbiati, ma con un veloce movimento la polizia riuscì ad arrivare più vicino a Moran".

"In un batter d'occhio ci fu una serie di attacchi, ma in tutti questi tentativi la polizia riuscì a proteggere l'arbitro. Infine, quando fu evidente che non vi era alcuna possibilità di raggiungere Moran, la folla coprì i poliziotti e Moran con manciate di immondizie".

"Moran si fece strada, con l'aiuto della polizia, nel dugout dei Robins, dove scomparve".

Oltre alla sua carriera arbitrale, che comprendeva quattro designazioni alle World Series (1927, 1929, 1933, 1938), Moran ebbe coinvolgimenti con altri sport.

• Football

◦ Dopo aver giocato a Tennessee nel 1897, divenne giocatore-allenatore al Bethel College 1899-1901.

◦ Fu assistente di Pop Warner al Carlisle Indian College.

◦ Moran servì come head coach al Texas A & M dal 1909-1914, ottenendo un record di 38-8-4. Postumo venne eletto nella Aggie Hall of Fame nel 1968.

◦ 1917-23: Allenò il Centre College. Guidati dal QB Bo McMillien, i Praying Colonels rimasero imbattuti nel 1919 e 1921. In quest'ultima stagione, Centre sconfisse il potente Harvard 6-0. Il suo record al Centre fu 42-6-1.

◦ Ottenne un record di 20-9-2 nelle tre stagioni a Bucknell.

◦ Allenò i Frankford Yellow Jackets della NFL nel 1927.

◦ La percentuale vincente del college di Charley fu di .766, che è tra i migliori 20 nella storia della NCAA.

• Baseball

◦ Moran lanciò, ricevette, e giocò interno per 11 stagioni da professionista.

◦ Nel 1903, apparve in quattro partite per i St. Louis Cardinals come pitcher e interbase.

◦ Charley giocò 16 partite dietro il piatto per St. Louis nel 1908.

Uccidete l’arbitro! - Parte III

Questo è il terzo capitolo sui pericoli dell’arbitraggio nel 20esimo secolo. I primi due articoli vedevano coinvolto l’arbitro Charley Moran. I due incidenti qui descritti coinvolsero uno dei suoi colleghi, Cy Rigler. Il New York Times è ancora una volta la nostra fonte.

Cy Rigler

17 settembre 1917: New York Giants vs. Pittsburgh Pirates, seconda partita del doubleheader.

Tutto era andato bene nelle due partite fino al settimo inning della seconda gara.

• Il manager McGraw dei Giants "fu mandato fuori dal campo dall’arbitro Rigler per aver fatto un baccano eccessivo in panchina mentre i Pirates erano alla battuta. Poco dopo gli spettatori rimasero sorpresi nel vedere l'intera squadra dei Giants lasciare il campo, guidati da Christy Mathewson. Con un gesto vigoroso del suo braccio, Rigler aveva costretto ognuno dei giocatori della panchina ad uscire dal campo, ad eccezione dei Giants che erano già in partita".

"Per fortuna Jacobson e Schauer erano fuori a riscaldarsi quando Rigler emise il suo ordine di espulsione, ed entrambi furono utilizzati in seguito ... Contando McGraw, complessivamente furono diciannove i giocatori espulsi".

I Pirates all’ultimo posto spazzarono nel doubleader i Giants (primi in classifica) per 9-6 e 5-0.

Il secondo incidente che coinvolse l’arbitro Cy Rigler fu molto più grave e riuscì ad aizzare l'ira del pubblico di casa.

22 maggio 1921: Chicago Cubs vs. Brooklyn Dodgers all’Ebbets Field

"Pop Bottles Rain as Dodgers Lose" (Pioggia di bottiglie scoppiettanti con i Dodgers sconfitti)

Questo era il titolo del Times per l'articolo sulla vittoria dei Cubs per 6-4 davanti a 10000 fan. "La più vergognosa dimostrazione di teppismo vista sul diamante di Flatbush in questa stagione" arrivò alla fine del settimo inning e continuò nell’ottavo.

• L’esterno destro Turner Barber fece "una meravigliosa presa" sul line del pitcher Dutch Ruether chiudendo il settimo e lasciando due corridori dei Dodgers sulle basi con i Cubs ancora in testa 2-1. Tuttavia, nel fare la presa, Barber, "corse come il vento ... piantando il naso nel terreno, nell’effettuare una capriola dopo aver afferrato la palla".

Turner Barber
Dutch Ruether

• La folla pensava che a Barber fosse caduta la palla, ma l’arbitro di base Rigler, giudicò che l’avesse presa.

"Immediatamente si scatenò una bolgia. Come un solo uomo, il team di Brooklyn si precipitò sul campo per protestare e illustrare a Rigler che la presa era impossibile. I fans scontenti nelle tribune dalla parte posteriore della prima base tirarono un paio di bottiglie all'arbitro. Anche se andarono parecchio vicino ma senza colpirlo, i 'confetti di Flatbush' caddero senza danni sul manto erboso".

• Come i Dodgers finalmente tornarono in campo, i tifosi in tribuna sull’esterno sinistro iniziarono a lanciare bottiglie, mentre il difensore di sinistra Zach Wheat cercò rifugio nella zona non occupata sotto le tribune. La manifestazione continuò per dieci minuti fino a quando la fornitura di munizioni venne esaurita. "Uno staff di speciali poliziotti e inservienti in poco tempo rimossero i detriti e i vetri rotti". Ma anche dopo quando la partita riprese, diverse bottiglie furono lanciate contro Rigler mentre si trovava dietro la prima base.

Zach Wheat

• Alla fine del gioco, due poliziotti scortarono l'umpire fuori dal campo per garantirne la sicurezza.

Rigler arbitrò nella NL dal 1906 al 1935 e diresse dieci World Series.

Colpi costosi

Nel maggio del 2009, Albert Pujols battè un fuoricampo che andò a colpire l’insegna della McDonald oltre l’esterno sinistro al Busch Stadium, rompendo la I di BIG MAC. Il giorno successivo, con la lettera non ancora riparata, il club mise un cartello: OUCH! MY "I" (Ahi! Il mio I)

Albert Pujols

Ecco alcuni altri HR che causarono danni:

• 1930: Jimmie Foxx dei Philadelphia A’s, spesso chiamato "The Right-Handed Babe Ruth", colpì un alto fuoricampo nell'anello superiore dietro l’esterno sinistro dello Yankee Stadium, rompendo una sedia. Anni dopo, l’asso Yankee Lefty Gomez disse: "Quando Neil Armstrong mise piede sulla Luna, trovò una palla da baseball che Jimmie Foxx mi aveva battuto nel 1937".

Jimmie Foxx

• 1946: Carvel "Bama" Rowell dei Boston Braves ruppe l'orologio Bulova in cima al tabellone sull’esterno destro all’Ebbets Field. Il colpo ruppe il vetro che cadde giù sull’esterno Dixie Walker, e che diede comunque a Bama solo un doppio. Questo incidente fornì l'ispirazione a Bernard Malamud nel suo romanzo del 1952 The Natural per Roy Hobbs che colpisce con il suo fuoricampo le luci dei fari dello stadio. La Società Bulova aveva promesso un orologio a chiunque avesse colpito l'orologio dello stadio, ma ci vollero 41 anni - nel Bama Rowell Day nella sua città natale di Citronelle Alabama - prima che Rowell ricevesse la sua ricompensa.

Carvel "Bama" Rowell

• 1998: Il fuoricampo di 545-ft (166.12 m) battuto da Mark McGwire finì oltre l’esterno centro e fece un buco nel cartellone del vecchio Busch Stadium. Il club coprì il buco con 4-ft di nastro (circa 1.20 m). Fu in questo periodo che la MacDonald per sfruttare il soprannome di McGwire sponsorizzò il "Big Mac Land" nel settore che vide il fuoricampo al Busch Stadium. La promozione è continuata nel nuovo Busch Stadium, quando fu inaugurato nel 2006 (Ogni volta che un giocatore dei Cardinals colpisce un home run nella sezione Big Mac Land, tutti i fans presenti possono riscattare con il loro biglietto un panino gratis Big Mac nei ristoranti McDonald aderenti all’iniziativa fino a una settimana dopo la partita. McDonald dispone anche del "Big Mac Land Bonus Nights", e i possessori dei biglietti possono ricevere gratuitamente il Big Mac quando un giocatore dei Cardinals colpisce un home run in qualsiasi punto dello stadio).

Mark McGwire

"Dinger Damage", Sports Illustrated del 1/6/2009

Insolite giocate

Due diversi tipi di giochi di pickoff.

• 13 settembre 1949, Fenway Park di Boston: Il seconda base dei Red Sox Johnny Pesky venne colto fuori in seconda quando il catcher di Detroit, Aaron Robinson, tirò all’esterno centro Evers Hoot che si era avvicinato di soppiatto dietro a Pesky. Johnny corse in terza ma Evers tirò eliminandolo con un pickoff per la via 2-8-5.

Johnny Pesky
Aaron Robinson
Evers Hoot

• 28 luglio 1975, Three Rivers Stadium diPittsburgh: Il leadoff dei Pirates, Frank Taveras, colpì un singolo nella parte bassa del quinto contro i Philadelphia Phillies. Poi, Bruce Kison tentò il bunt, il prima base dei Phillies, Dick Allen, caricò il piatto mentre il seconda base Dave Cash fu tardivo nel movimento per la copertura in prima. Tuttavia, l’esterno destro Jay Johnstone corse verso la prima. Quando Kison non riuscì a smorzare la palla, il catcher Johnny Oates tirò a Johnstone, che toccò Taveras. Così la giocata di pickoff fu segnata nello score come eliminazione 2-9.

Frank Taveras
Bruce Kison
Dick Allen

 

Dave Cash
Jay Johnstone
Johnny Oates

Rookie reietto

Al Kaline

Nel 1953, i Detroit Tigers firmarono il diciottenne Al Kaline per 35000 $. Le regole in quel momento stabilivano che un giocatore che avesse firmato per più di 6000 $ dovesse trascorrere due stagioni nelle minors. Ciò era stato fatto per scoraggiare la firma di bonus di grosse somme.

Il “Bonus Baby” non ottenne una calorosa accoglienza dai suoi compagni di squadra dei Tigers.

Lasciamo che sia Al a raccontare la storia di se stesso:

“Non fui subito accettato, giustamente perché quando mi sono unito al ballclub, significò che qualcun altro doveva andarsene.

Ero un emarginato. Non potevo andare a bere qualcosa con i ragazzi, e loro non mi invitano a cena. I due ragazzi che mi hanno aiutato lo fecero perché era il loro lavoro. Ted Gray era il nostro rappresentante dei giocatore, e lui mi ha aiutò spiegandomi i principi fondamentali, come le somme da dare in mancia ai ragazzi della clubhouse.

Fui soprattutto utilizzato come difensore e corridore nel mio primo anno e non giocai molto. Il nostro manager, Freddy Hutchinson, mi disse di sedermi accanto a Johnny Pesky in ogni partita per imparare i trucchi del gioco. Johnny mi aiutò molto.

Iniziai ad essere un giocatore abbastanza buono e piuttosto veloce, ed entrai in simpatia agli altri giocatori perché ero sempre il primo ad arrivare allo stadio. Vivevo nel centro di Detroit e arrivavo presto per tirare il batting practice e prendere le palle battute dai veterani. Sapevo che era il mio posto”.

Con il suo secondo anno, all'età di 20 anni, Kaline divenne il più giovane giocatore a vincere un titolo di battuta.

• Al colpì .340 con 27 HR e 102 RBI. Fu inoltre leader dell’AL in valide (200) e basi totali (321).

• Concluse al secondo posto nel voto del MVP del 1955 dietro a Yogi Berra.

• Come giocatore titolare all’esterno destro al Tiger Stadium, non vinse mai più il titolo di battuta nelle 22 stagioni della sua carriera da Hall of Famer - tutte con Detroit. Concluse con 399 HR e una media vita di .297.

• All'età di 33 anni, Kaline finalmente vinse il pennant e le World Series del 1968. Dopo aver battuto .287 in 102 partite durante la stagione, andò 11 su 29 (.379) nelle Series con 8 RBI e 2 HR.

"I Remember ... Al Kaline", Sporting News, 11/5/2009

Red fu troppo onesto

Dopo aver perso con i Cardinals in sette partite nelle World Series del 1964, appena due anni dopo gli Yankees caddero in disgrazia.

• New York era al decimo (ultimo) posto in classifica nell’AL, 28 partite alle spalle di Baltimora che era prima in classifica.

• Nel pomeriggio di giovedì 22 settembre del 1966, si presentarono solamente 413 fans rispetto ai 65000 posti a sedere nello Yankee Stadium per la partita contro i Chicago White Sox.

• Ci furono alcune circostanze attenuanti che contribuirono a limitare la partecipazione. Tre partite di fila erano state rinviate a causa della pioggia incessante. La partita di giovedì non era il programma originale, ma era un make up di una delle gare sospese per pioggia. La pioggia continuò a scendere anche durante la partita. Alcuni sostenevano che la gara avrebbe dovuto essere cancellata a causa del tempo.

• Gli White Sox vinsero 4-1, e il record degli Yankees scese a 66-87.

Red Barber

La partita portò al licenziamento del presentatore Red Barber, che si era trasferito agli Yankees dai Brooklyn Dodgers dopo la stagione del 1953.

• Durante la partita, Barber aveva chiesto alle telecamere di fare una panoramica sugli spalti vuoti.

• Il responsabile dei rapporti con i media degli Yankees pose il veto alla richiesta di Red.

• Imperterrito, Barber disse: "Io non so cosa abbiamo incassato dall’affluenza di oggi, ma qualunque cosa sia, è la più piccola folla nella storia dello Yankee Stadium, e questa folla è la storia, non il gioco".

• Il 21 settembre, il giorno prima della partita fatale, il presidente Mike Burke degli Yankees e vicepresidente della CBS, da poco nominato nuovo proprietario del team, aveva dichiarato che non aveva alcuna intenzione di modificare il team dei commentatori, composto da Barber, Phil Rizzuto, Jerry Coleman e Joe Garagiola.

• Una settimana dopo, Burke invitò Barber a colazione presso l'Hotel Plaza, e lo licenziò dalle sue funzioni di commentatore e annunciatore.

• Il 58enne Barber, presentatore Hall of Famer che aveva iniziato nelle Major League nel 1934, non ebbe mai più un altro lavoro come annunciatore di baseball.

Tornando alle presenze degli Yankees, si presentarono solo 1440 spettatori il pomeriggio successivo, 23 settembre, per vedere la prima partita delle serie con i Red Sox. La gara del sabato attirò 5897 presenze prima della partita finale casalinga di stagione della domenica che vide un’affluenza rispettabile di 16467 persone.

Addormentato ed eliminato fuori dalla seconda base

"Ol 'Pete" Browning

"Ol 'Pete" Browning realizzò una media battuta vita di .341 in 13 stagioni nell’American Association e National League dal 1882 al 1894. Il raggiungimento di Pete è particolarmente notevole perché restò ubriaco, dentro e fuori dal campo, la maggior parte del tempo.

• Un grave caso di mastoidite da bambino lo aveva lasciato quasi completamente sordo. L'alcol era stato il suo analgesico. Di solito teneva una fiaschetta dentro la casacca dell’uniforme durante le partite.

• Nel 1887, mentre giocava per  i Louisville Colonels dell'American Association, Pete saltò la prima partita di una serie a Cincinnati perché era "troppo ubriaco per trovare la strada per salire sul treno".

• Ancora ubriaco, Browning arrivò per la seconda gara e colpì un doppio. Continuò la corsa oltre la seconda base e rimase fuori a circa 4.5 metri (15 foot) e si addormentò. La seconda base "si avvicinò e lo eliminò, per la profonda indignazione degli spettatori".

• La sua mancanza di sobrietà tenne Ol 'Pete fuori dalla Hall of Fame, nonostante il fatto che egli avesse la dodicesima media battuta più alta in carriera nella storia del baseball, solo un punto dietro a Babe Ruth - neppure lui un modello di sobrietà.

Browning però ha anche un'altra pretesa di fama nella storia del baseball.

• Una volta, mentre era in slump, ruppe la mazza colpendo una rimbalzante in prima in una partita a Louisville. Dopo la partita, un ragazzo si avvicinò allo slugger e gli chiese se avesse bisogno di una mazza nuova. Il ragazzo era "Bud" Hillerich, il cui padre possedeva un negozio di legname.

• Pete andò nell’azienda di famiglia degli Hillerich, dove scelse un pezzo di frassino bianco. Il ragazzo scolpì e levigò una mazza che Pete testò durante la notte fino a che non fu a posto. La chiamarono "Falls City Slugger".

• Questo incidente fu l'origine della società che è stata la maggior produttrice di mazze da allora. Nel 1894, Hillerich registrò il  nome "Louisville Slugger" con l'Ufficio Brevetti degli Stati Uniti.

Il Lousville Slugger Museum

Apparizione alla battuta a sorpresa nelle Series

Sal Yvars

Sal Yvars è stato tra i pochi giocatori a realizzare esattamente una sola apparizione alla battuta (at-bat) in una World Series (che lo mette davanti agli Hall of Famers come Rod Carew e Ryne Sandberg). Catcher per otto anni con i New York Giants e St. Louis Cardinals, Yvars ebbe la sua occasione nel Fall Classic del 1951 contro gli Yankees.

• Nel suo quinto anno con i Giants, Yvars colpì .317 in 25 partite come riserva di Wes Westrum.

"Non sono mai andato d’accordo con Leo [Durocher, manager dei Giants] perché era sguaiato e trattava i ragazzi come spazzatura e lui non mi piaceva", ricordava Yvars. "Una volta gli buttai i parastinchi contro, e lui imbarazzato fece l'inferno e mi cacciò dallo spring training". A peggiorare le cose, Sal ebbe una discussione con Durocher un mese prima della World Series.

• Nella terza partita contro gli Yankees, Leo non utilizzò Yvars, che batteva destro, come pinch-hitter, contro il mancino Ed Lopat. Intervistato da un giornalista dopo la partita, Leo disse: "Quel ragazzo è un bambino che non è pronto per entrare nelle World Series".

• Quando venne a sapere ciò che aveva detto il suo manager, Sal fronteggiò Durocher, che gli disse di uscire dal suo ufficio e di andare ad allenarsi in battuta. "Avevo un diavolo per capello e ruppi tutte le mie mazze perché sapevo che non ero pronto per entrare".

Ma il baseball, come la vita, non sempre va come ci aspettiamo. Si arrivò velocemente a Gara 6 allo Yankee Stadium con gli Yankees in vantaggio tre partite a due. Fedele alla sua promessa, Durocher non aveva utilizzato Yvars nella Series.

• Yvars: "Ero nel bullpen a scaldare Sal Maglie nel nono inning quando eravamo sotto, 4-1. Avevamo messo a segno due punti ... con il punto del pareggio in seconda e due out. Leo poi iniziò a gesticolare verso di noi perché voleva un pinch-hitter, ed eravame cinque ragazzi laggiù che non sapevano a chi lo stava chiedendo perché i telefoni non funzionavano nel bullpen ... Così poi un batboy corse verso il bullpen dicendo che Leo voleva me a battere".

"Corsi fuori dal bullpen. Andai verso la terza base dove Leo faceva da suggeritore, e lui non disse una parola, se non per segnalare all'arbitro che stavo per battere per Hank Thompson". Leo non voleva che il mancino Thompson affrontasse il rilievo mancino Bob Kuzava.

"Il batboy  mi si avvicinò e disse: 'Mr. Yvars, non avete una mazza.' Credetemi, le avevo rotte tutte, così gli dissi di sceglierne una per me".

"Avevo giocato contro Kuzava due anni in triplo-A, quindi lo conoscevo abbastanza. In ogni caso, ero al piatto pronto a battere e non avevo nè girato con il peso per sciogliermi e nemmeno effettuato il batting practice prima della partita ... E non dimenticherò mai l'arbitro [Lee Ballanfant] che disse, 'Sal, buona fortuna. Vediamo lo swing di questa mazza'. Non avevo mai sentito dire niente di simile da qualsiasi arbitro".

"Così cercai di concentrarmi sul punto del pareggio in seconda, Kuzava ... stava per lanciare quella palla veloce che si allontanava dal battitore. Ero un battitore che tirava nelle minor fino a quando mi ruppi tutte le dita, e avevo iniziato ad essere intelligente cercando solo di battere dove arrivava la palla".

"Avevo indovinato. Kuzava lanciò la palla veloce che si scostò dall'angolo esterno, e stavo cercando di battere nel modo giusto nel mezzo ma colpii un line drive sulla seconda base [Jerry Coleman] e l’esterno destro Hank Bauer, che stava giocando più vicino, riuscì a tuffarsi e a prenderla al volo concludendo le World Series".

Hank Bauer

"Nella club house, Leo si avvicinò e mi disse: 'Scarogna, ragazzo'. E io dissi poche parole, pensando di aver chiuso con questo club".

• Ma Yvars non chiuse con i Giants. Nel 1952, apparve in 66 partite, il massimo in carriera. Fu ceduto ai Cardinals durante la stagione 1953.

"Once-In-A-Lifetime" di Bob Kuenster, Baseball Digest, January/February 2010

Il grande abbaglio di McGraw

Hack Wilson

Hack Wilson è famoso per aver ottenuto il record di 191 RBI nel 1930 con i Chicago Cubs. Ma quello che di solito non si sa è che Hack arrivò ai Cubs a causa di un errore da parte del front office dei New York Giants di cui John McGraw si rammaricò per il resto della sua carriera.

• Wilson giocò in tre partite con i Giants nel 1923, poi 107 nel 1924. Mostrò di essere una promessa quando sostituì l'infortunato Billy Southworth come esterno centro, battendo .295 con 57 RBI. Hack giocò in tutte le sette partite della World Series, realizzando una media di .233 e 3 RBI.

• Nel 1925, dopo aver colpito solo .239 in 62 partite, Wilson fu scambiato con Toledo, dove battè .343 in 55 partite.

• Nell’off-season, a causa di un errore d’ufficio, Hack non venne incluso nella lista dei giocatori protetti delle minor league dei Giants.

• I Cubs presero Wilson da Toledo in quello che era conosciuto come "Rule 5 Draft".

Hack guadagnò l’elezione nella Hall of Fame nel 1979 grazie ai numeri realizzati con i Cubs.

• Battè 708 RBI per Chicago dal 1926 fino al 1930.

• Purtroppo, a quel punto cominciò la sua dipendenza dall’alcool, e la sua produttività calò bruscamente nel 1931.

• Questo fu determinante per la sua trade ai Brooklyn Dodgers. Dopo aver realizzato 123 RBI nel 1932, cadde nuovamente (con l'alcool e statisticamente) e si ritirò dopo la stagione del 1934.