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5 Innovazioni adottate dalle Negro Leagues

Per molti anni della loro esistenza, negli anni '20, '30 e '40, le Negro League rivaleggiarono in popolarità con le Major League bianche, offrendo ai tifosi un'alternativa entusiasmante che andava oltre il colore della pelle dei giocatori.

In effetti, le partite della Negro League avevano spesso un aspetto, un suono e un'atmosfera diversi, e introdussero alcune importanti novità nel baseball: dall'equipaggiamento indossato in campo al rapporto dei giocatori con la dirigenza, fino al modo in cui la partita stessa sarebbe stata giocata in seguito.

Nel dicembre 2020, la MLB ha riconosciuto ufficialmente lo status di Major League a sette Negro League professionistiche che hanno giocato tra il 1920 e il 1948, ma il contributo di queste leagues va oltre i giocatori straordinari e alcuni dei numeri sorprendenti che hanno prodotto. Ecco alcune delle innovazioni delle Negro League che avrebbero avuto il maggiore impatto sullo sport.

1) Baseball in notturna

Cinque anni prima che qualsiasi club bianco della Major League giocasse sotto i riflettori, le Negro Leagues stavano già sfruttando la praticità del baseball notturno.

Dopo che la Grande Depressione devastò i club di baseball in tutta America – e le Negro Leagues in particolare – il proprietario dei Kansas City Monarchs, J.L. Wilkinson, si giocò tutto, ipotecando tutto ciò che possedeva nel 1929 per commissionare a un'azienda di Omaha la costruzione di un set di torri faro con generatori portatili.

Realizzò un sistema di trasporto su camion con pianale, dove fece montare delle torri luminose e le trasportò in giro per il paese per illuminare i campi in modo che la sua squadra potesse giocare dopo il tramonto.

Ma il baseball notturno era così popolare che riuscì a recuperare il suo investimento in un solo anno. I Monarchs organizzarono la loro prima partita in notturna il 28 aprile 1930 e presto quelle torri alte 15 metri permisero al club di Wilkinson di giocare doppie partite diurne e notturne, sia nella loro città natale che in trasferta.

Articolo del Blackwell Journal-Tribune del 28/04/1930

"A dire il vero, Wilkinson non lo faceva per l’innovazione", ha dichiarato Bob Kendrick, presidente del Negro Leagues Baseball Museum, in un'intervista a MLB Network, "Lo faceva per sopravvivere. E cercava un modo per portare i tifosi della classe operaia allo stadio. Il baseball notturno è diventata la risposta".

Fotografia del 1930 di una partita di baseball in notturna al Muehlebach Field, all'angolo nord-ovest tra la 22nd Street e Brooklyn Avenue Kansas City, MO

Le partite serali dei Monarchs ebbero un successo ancora maggiore delle partite domenicali del club: un'impresa non da poco, considerando che le chiese nere locali erano solite modificare l'orario delle loro funzioni domenicali per soddisfare l'interesse per quelle matinée.

Anche Kansas City affittò le sue attrezzature di illuminazione ad alcuni dei suoi rivali, estendendo il baseball notturno a un numero ancora maggiore di partite della Negro League.

Anche le Minor League iniziarono a organizzare partite serali nel 1930, ma i Reds non divennero la prima squadra della AL o della NL a giocare sotto le luci fino a quando non ospitarono i Phillies al Crosley Field il 24 maggio 1935.

Foto artistica delle luci al Crosley Field, stadio di casa dei Cincinnati Reds, fine anni '30. Il Crosley Field fu il primo stadio della MLB a installare le luci, con la prima partita il 24 maggio 1935. Il Presidente Roosevelt premette un pulsante dalla Casa Bianca per accendere le luci.

2) Movimenti dei giocatori

La famigerata reserve clause della Major League Baseball ha vincolato i giocatori ai loro club di origine fino alla metà degli anni '70, ma gli accordi contrattuali più flessibili delle Negro Leagues hanno creato le condizioni per un movimento di giocatori senza precedenti per l'epoca.

Le più grandi star del baseball nero spesso cambiavano divisa e vendevano i loro talenti al club che offriva l'offerta più alta, che fosse all'interno delle Negro Leagues o anche altrove, come la Mexican League o la Repubblica Dominicana. 

Satchel Paige ne ha tratto il massimo vantaggio, spesso lanciando per il club che gli offriva lo stipendio più alto o il pubblico più numeroso ad assisterlo mentre esibiva le sue doti sul monte. Paige una volta affermò di aver lanciato per 250 squadre nel corso della sua carriera da giocatore di baseball (e anche di aver lanciato 250 shutout).

3) Corsa aggressiva sulle basi

Le Negro Leagues non hanno necessariamente inventato la corsa aggressiva sulle basi; gli Orioles di Wilbert Robinson del 1890, ad esempio, spesso impiegavano batti e corri, squeeze, bunt e "baltimore chops".

Ma quando Babe Ruth rese popolare il fuoricampo negli anni '20, le Negro Leagues divennero il forum dominante per tattiche creative di small ball nel produrre punti. 

Cool Papa Bell era noto come il giocatore più veloce del mondo, ma non fu l'unico a creare scalpore sulle basi. L'amato giocatore, manager e ambasciatore delle Negro Leagues Buck O'Neil diceva spesso che i tifosi non potevano andare al bar durante le loro partite, "perché si rischiava di perdersi qualcosa che non si era mai visto prima".

"Avevano ragazzi che sapevano fare fuoricampo", ha detto Kendrick nel 2014, "ma avevano anche più ragazzi che potevano rubarti 40 o 50 basi in una stagione".

I corridori erano in costante movimento nelle partite della Negro League, conquistando extra basi ogni volta che era possibile, sia con il bunt, sia andando dalla prima alla terza base su un singolo o rubando ogni base disponibile (inclusa casa base).

Alcuni club della AL e della NL, come le famose squadre della "Gashouse Gang" di St. Louis degli anni '30, adottarono questo stile per differenziarsi dalla concorrenza.

Ma non c'è bisogno di andare oltre il 1947, quando la matricola dei Dodgers Jackie Robinson fece impazzire i lanciatori con le sue audaci corse sulle basi, per vedere quanto più aggressive fossero le stelle della Negro League sulle basi partita dopo partita.

4) Caschi da battuta

Molti storici citano la stella della Negro League Willie Wells come il primo giocatore professionista, nero o bianco, a indossare un casco protettivo in battuta.

I lanciatori avversari spesso lanciavano per colpire la stella dei Newark Eagles, e quando il lanciatore di spitball di Baltimora Bill Byrd fece perdere i sensi a Wells con un lancio alla tempia nel 1936, Wells (ignorando il consiglio di un medico di non giocare) giocò nella partita successiva dei Newark indossando in battutaun casco edile modificato.

Né il casco né la commozione cerebrale limitarono la mazza di Wells; fu un battitore costante con una media di .300 per il resto del decennio.

I caschi da battuta non furono visti nell'AL o NL in alcuna forma fino a quando il direttore generale dei Brooklyn Dodgers Larry MacPhail non fece usare a tutto il suo club cappelli con inserti protettivi nel '41.

5) Parastinchi per ricevitori

Il ricevitore della Hall of Fame Roger Bresnahan è spesso considerato il promotore dei parastinchi a partire dal 1907, ma non fu il primo a indossarli in una partita organizzata. In effetti, John "Bud" Fowler fu il pioniere dei parastinchi per un motivo molto diverso da quello per cui i ricevitori li indossano oggi.

Fowler, il primo giocatore di baseball professionista di colore di cui si abbia notizia, realizzò delle stecche di legno per coprirsi gli stinchi e proteggerli dalle scivolate imprevedibili degli avversari prevenuti.

Il ricevitore di colore Chappie Johnson iniziò a indossare parastinchi nel 1902, tre anni prima che il ricevitore bianco J.J. Clarke li indossasse brevemente nelle Major League.

Circa un decennio dopo, la stella delle Negro League Pop Lloyd indossò parastinchi di ferro sotto i calzini in una partita amichevole contro i Tigers di Ty Cobb, aiutandolo a resistere alle scivolate di Cobb mentre gli impediva di rubare la seconda base.

Il 19 febbraio la Negro Leagues Baseball Museum, con sede a  Kansas City, Missouri, ha annunciato la campagna "Leaders & Innovators" per il 2025, che celebrerà i grandi managers delle Negro Leagues e le numerose innovazioni rivoluzionarie della league.

E' stato presentato un nuovo logo, alla presenza del presidente della NLBM Bob Kendrick, del sindaco Quinton Lucas, del City Manager Brian Platt e del dirigente della contea di Jackson Frank White, durante la cerimonia che mette in risalto alcune di queste innovazioni. Una nuova mostra del Negro Leagues Baseball Museum ha aperto a maggio, gratuitamente, al pubblico.