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BASEBALL PAOLO 2 V B
 

Fino al 1914, gli Athletics di Philadelphia erano arrivati alle Wold Series in più occasioni detronizzando due leggendarie formazioni come i Chicago Cubs e i New York Giants. La maggior parte del loro successo era dovuta al solidissimo parco lanciatori. E per la quinta volta gli Athletics si presentavano alle World Series da favoriti, neo vincitori del 1913, dopo aver vinto il pennant dell'AL con un vantaggio di 8 partite e ½ sui Boston Red Sox. Ad affrontare gli A's per la NL c'erano i Boston Braves che si erano aggiudicati il pennant davanti ai Giants con 10 partite e ½ di vantaggio. Chief Bender fu il lanciatore partente degli A's in Gara 1, leader nella Major League con una percentuale di vittorie di .850 ed un record nella stagione di 17-3. Il suo avversario, Dick Rudolph aveva vinto ventisette partite per i Braves. Rudolph concesse cinque valide e il compagno di squadra Hank Gowdy tentò di completare un cycle con un singlo, un doppio e un triplo. Boston vinse 7 a 1 e sorprese i favoriti A's scesi in campo troppo sicuri. Il giorno seguente i "Miracle Braves" misero sul monte il loro asso Bill James che aveva vinto ventisei partite durante la regular season. Connie Mack, manager di Philadelphia, schierò Eddie Plank, vincitore delle World Series del 1913. Entrambi i lanciatori non concessero punti fino all'ottavo inning. Nella parte superiore del nono, Charlie Deal di Boston colpì un doppio con un out, rubò la terza base e segnò con due out su singolo di Les Mann. Nella parte inferiore del nono, James concesse due basi su ball con un out ma fece battere Eddie Murphy in un doppio gioco che chiuse l'incontro. James concesse due sole valide, vincendo per 1 a 0 e permettendo a Boston di staccare gli A's di due partite. Dopo aver giocato le prime due partite a Philadelphia le World Series si trasferirono a Boston. I Braves potevano contare ora anche sul vantaggio campo. Gli incontri furono giocati al Fenway Park (stadio dei Red Sox) perchè il South End Grounds (stadio dei Braves con soli 5000 posti) era insufficiente ad accogliere il numeroso pubblico. In Gara 3 gli A's e i Braves si diedero battaglia arrivando al nono inning sul due a due. Ancora una volta, "Home Run Baker" si mise in mostra, al decimo inning, battendo il valido contro il partente dei Braves Lefty Tyler che portò in vantaggio gli A's per 4 a 2. I Braves risposero subito con un homer di Gowdy e con Joe Connolly che portò a punto Moran grazie ad una volata di sacrificio, pareggiando. Bill James rilevò Tyler e fermò gli A's per altri due inning. Nella parte inferiore del dodicesimo inning, Gowdy colpì un doppio contro "Bullet" Joe Bush. Mann entrò per Gowdy. A Larry Gilbert fu data la base intenzionale. Herbie Moran fece un bunt di sacrificio e Bush raccolse la palla per assistere in terza ma il suo errore di tiro consentì a Mann di segnare il punto della vittoria per 5 a 4. Boston aveva tre gare di vantaggio e Philadelphia era in notevole affanno. Dopo non essere riusciti a vincere con i "3 grandi" Bender, Plank e Bush, gli A's si affidarono al secondo uomo dell'anno, Bob Shawkey, nella speranza di frenare gli avversari. Il "miracolo" Braves era sul punto di spazzar via una delle più grandi dinastie del baseball. Shawkey non concesse punti per tre inning ma cedette al quarto. Nell'inning successivo, fu autore del doppio che portò in pareggio gli A's. Ma al quinto concesse altri due punti ai Braves che si portarono sul 3 a 1. Il vincitore di Gara1, Dick Rudolph, concesse agli A's solo un punto portando i Braves alla conquista delle loro prime World Series. Gli Athletics furono la prima squadra nella storia delle World Series ad essere eliminati in quattro partite (nel 1907 i Tigers persero tutte le partite ma allungarono a cinque le Series per una gara che terminò in pareggio). In battuta Hank Gowdy, dei Braves, fu terrificante con tre doppi, un triplo e un homer e una media battuta nelle Series di .545. I due lanciatori Rudolph e James, dopo aver vinto assieme 52 delle 94 partite nella regular season, vinsero tutte le loro partite nelle World Series fermando l'attacco degli A's che ottenne una media di .172. Dopo la sconfitta gli A's di Connie Mack cominciarono a ricostruire la squadra per il futuro. Purtroppo, la nuova formazione, secondo il programma di Mack, non prevedeva molti giocatori del 1914. Eddie Collins fu ceduto durante l'inverno, Home Run Baker rimase fermo per tutto il 1915, in contrasto con la società, prima di essere ceduto ai New York Yankees e sia Plank che Bender andarono a giocare nella Federal League. Inoltre, durante la stagione del 1915, furono ceduti Jack Barry, Eddie Murphy e Bob Shawkey. I misconosciuti Braves non avevano solo spazzato via la prima vera "dynasty" dell'American League, l'avevano distrutta.

La squadra dei Boston Braves vincitori delle World Series del 1914

I Boston Braves nel dugout prima dell'inizio delle World Series del 1914. Da sinistra a destra: Dick Rudolph (P) , il manager George Stallings, Lefty Tyler (P) e Bill James (P)

Il ricevitore dei Braves Hank Gowdy stringe la mano al sindaco di Boston (e nonno di JFK) John F. "Honey Fitz" Fitzgerald prima di una delle due partite giocate a Philadelphia nelle World Series del 1914

Il seconda base Johnny Evers dei Braves e il pitcher partente degli A's, Eddie Plank, prima di Gara 2

I capitani Ira Thomas e Johnny Evers con gli arbitri Bill Dinneen (HP), Bill Klem (1B), Lord Byron (2B) e George Hildebrand (3B) a casa base prima di Gara 1 a Philadelphia. Entrambi i manager, George Stallings dei Braves e Connie Mack degli A's, probabilmente mandarono i capitani come loro rappresentanti dal momento che entrambi indossavano abiti civili e non le divise

Connie Mack con il coach degli A's, Ira Thomas, alle World Series del 1914

L'originale "Mr. October" Hank Gowdy premiato per aver realizzato una media battuta di .545 nelle World Series del 1914

Hank Gowdy
Dick Rudolph
Bill James

Le World Series del 1915 erano attese soprattutto per il debutto del giovane ventenne lanciatore mancino George Herman Ruth. "The Babe" con altri cinque lanciatori di Boston avevano vinto oltre 86 partite per il manager Bill Carrigan (101 vinte e 50 perse) e avevano strappato ai Tigers di Detroit il pennant dell'American League. I Phillies facevano la loro prima apparizione nelle World Series con un grandissimo pitcher, Grover Cleveland Alexander, che aveva vinto 31 partite ed il pennant della National League. Philadelphia poteva schierare uno dei più forti battitori della lega Gavvy Cravath, leader negli HR con 24 e negli RBI con 115. Alexander fu il partente in Gara 1, opposto a Ernie Shore. Il lanciatore dei Phillies vinse per 3 a 1 e fu il primo pitcher delle World Series a sconfiggere la più grande leggenda del baseball. Ruth, che malgrado le sue diciotto vittorie esordì solo al nono inning (come pinch hitter per Shore) colpendo una rimbalzante sul prima base per il secondo out. Non entusiasmò la sua apparizione e fu giudicata poca cosa ma nessuno poteva ancora presagire cosa il futuro avrebbe riservato a questa promessa di Baltimora. Boston in Gara 2 schierò il pitcher Rube Foster che concesse solo tre valide ai Phillies e colpì il valido, al nono inning, per la vittoria di 2 a 1. Tra il pubblico che assistette a questa straordinaria prestazione di Foster c'era il presidente Woodrow Wilson, il primo presidente che presenziava alle World Series. Un vero fan del gioco, la sua presenza confermò, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il baseball era diventato il "pastime" nazionale dell'America e nel futuro molti altri presidenti e personalità di spicco ne avrebbero seguito da vicino le vicende. Con il conteggio di una gara a testa, le due squadre si trasferirono a Boston per Gara 3. L'altra formazione di Boston, i Braves, restituirono il favore delle World Series dell'anno precedente permettendo l'uso del nuovo stadio al posto del Fenway Park. Anche se lo stadio dei Red Sox era considerato più attraente, il Braves Field era molto più grande e poteva contenere 42000 spettatori. L'asso dei Philly, Grover Alexander ritornò per la seconda volta come partente contro il mancino dei Red, Hubert "Dutch" Leonard. Grandissima fu la prestazione del pitcher dei Sox che non permise agli ultimi venti battitori dei Phillies di arrivare in prima base portando alla vittoria i Boston per 2-1. Duffy Lewis siglò la valida che permise a Harry Hooper, nel nono inning, di segnare il punto della vittoria. I Red conducevano le Series per 2 partite a 1. Il giorno seguente Philadelphia dovette nuovamente inchinarsi all'eccezionale prestazioni sul monte di Ernie Shore, sconfitto in Gara 1, che concesse solamente sette valide e il trionfo in Gara 4 per 2 a 1. Boston stava passando come uno schiacciasassi sopra la formazione della "City of Brotherly Love" e non mostrava alcun segno di voler rallentare. Malgrado gli sforzi del prima base Fred Luderus e del rilievo Eppa Rixey, Philadelphia non riuscì a vincere Gara 5. In attacco, Luderus aveva portato a punto due giocatori con un doppio nel primo inning e aggiunto un homer nel quarto dando ai suoi compagni un vantaggio di 4 a 2. In difesa, Rixey, che aveva rilevato Erskine Mayer nel terzo inning, non concesse punti ai Boston fino al settimo inning. Inaspettamente la fortuna girò le spalle ai Phillies e all'ottavo inning Duffy Lewis mise a segno un homer da due punti. Nel nono, Hooper colpì il suo secondo homerun per la vincere la partita, con il risultato di 5 a 4, e il terzo titolo delle World Series per i Red Sox. In uno strano gioco del destino, le altre due squadre di Boston e Philadelphia, che erano state avversarie nelle precedenti World Series, vissero una storia molto differente nel 1915. I "Miracle Braves" di Boston avevano lottato per il primo posto terminarono secondi a sette partite dai Phillies nella NL, mentre gli A's di Filadelfia, una presenza costante nelle World Series, erano terminati ultimi nell'AL a 58 partite e ½ dietro i Red Sox. Il modesto contributo di Babe Ruth passò inosservato anche se presto si sarebbe trasformato nel punto focale delle polemiche sulle future World Series che coinvolsero la franchigia di Boston per molti anni a venire.

Il score book delle World Series del 1915

Il presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson, mentre lancia la prima palla in Gara 2 delle World Series del 1915

Le tribune del Baker Bowl a Philadelphia, durante le World Series del 1915

I lanciatori partenti Ernie Shore (a sinistra) dei Boston e Grover Cleveland Alexander dei Phillies, prima di Gara 1 delle World Series del 1915

Foto del pitching Staff dei Red Sox fatta il 7 ottobre prima dell'inizio delle World Series del 1915, da sinistra a destra: Rube Foster, Carl Mays, Ernie Shore, Babe Ruth e Dutch Leonard

Gli arbitri delle World Series del 1915 al Baker Bowl (da sinistra a destra): Smith (announcer), Charles "Cy" Rigler, Bill Klem, Francis "Silk" O'Laughlin, e Billy Evans

I Boston Red Sox vincitori delle World Series del 1915. In piedi, da sinistra a destra: Ray Collins (P), Joe Wood (P), Del Gainer (1B), Ernie Shore(P), Sylveanus 'Vean' Gregg (P), Babe Ruth (P), Carl Mays (P), Dick Hoblitzel (1B), John Barry (2B). Seduti, da sinistra a destra: Hubert 'Dutch' Leonard (P), Olaf Henriksen (OF), Larry Gardner (3B), Bill Carrigan (Mgr.), Forrest 'Hick' Cady (C), Hal Janvrin (SS/3B), Chester 'Pinch' Thomas (C), Green (trainer). Seduti a terra, da sinistra a destra: George 'Duffy' Lewis (LF), Charles 'Heinie' Wagner (2B), Tris Speaker (CF), Harry Hooper (RF), George 'Rube' Foster (P), Everett Scott (SS).

Duffy Lewis

Un'altra World Series era alle porte e i Brooklyn Robins (conosciuti poi come Dodgers) si erano aperti la strada al "Fall Classic" del 1916 con il solido attacco di Zack Wheat e un monte straordinario grazie al braccio di Jeff Pfeffer, vincitore di venticinque partite. Vantavano, inoltre, due aquisti di prestigio, il veterano delle World Series, Rube Marquard e Jack Coombs che avevano fatto parecchie apparizioni nella postseason con i Giants e gli A's. I favori dei pronostici pendevano per i Brooklyn, ma i campioni delle World Series del 1915, i Red Sox, dissero la loro a tal proposito. Il manager Wilbert Robinson, dei Brooklyn, ritenne di far partire i due mancini, avvantaggiando la sua squadra, con il veterano Marquard e un altro straordinario lanciatore, Sherry Smith per le Gare 1 e 2 a Boston. Ancora una volta, i Red Sox giocarono nello stadio Braves Field, dell'altra formazione cittadina, invece che al Fenway Park, perchè poteva accogliere moltissimi spettatori (7000 in più) permettendo ai fans sempre più numerosi di seguire le World Series. Marquard, dei Robins, fu il partente in Gara 1 e affrontò il perdente della partita di apertura del 1915, Ernie Shore. I Red Sox erano sul 2 a 1 dopo sei innings e nessuno dei due pitcher voleva mollare. Questa situazione durò fino a quando entrambe le squadre non iniziarono una frenetica produzione di punti. Prima, i Red Sox colpirono Marquard segnando tre punti al settimo (il grande veterano fu rilevato da Pfeffer) e uno all'ottavo. Brooklyn rispose con quattro punti al nono ma Shore, che aveva lanciato un complete game, riuscì a frenare l'attacco dei Robins e vincere per 6 a 5. Sherry Smith e un altro giovane mancino soprannominato "The Babe" si affrontarono in Gara 2, in quella che diventò un doppio capolavoro dei pitcher e in un incubo per i battitori. Dopo tredici innings, entrambi i pitcher avevano concesso soltanto sei valide ed un punto ciascuno. Nella parte inferiore del 14° inning, Dick Hoblitzell andò in prima su base ball, la quarta nella partita. Duffy Lewis con un bunt di sacrifico spinse Hoblitzell in seconda base. Il manager Bill Carrigan dei Sox preparò lo scaccomatto per il suo avversario mettendo Mike McNally come pinch runner e Del Gainer come pinch hitter. Gainer colpì un singolo su Smith, portando alla vittoria Boston per 2 a 1. Robinson si appoggiò ad un altro veterano delle Series per Gara 3, ma questo volta preferì il lanciatore destro Jack Coombs. Nella prima gara delle World Series giocate nel nuovo stadio Ebbets Field, utlizzando come rilievo Jeff Pfeffer, i Brooklyn si imposero per 4 a 3 rimettendosi così in gioco. Boston si rifece il giorno dopo con il loro partente Dutch Leonard che concesse cinque valide e due punti per la vittoria, in Gara 4, per 6 a 2. Larry Gardner contribuì con il suo HR, il secondo in due giorni, e con tre RBI. Il veterano Ernie Shore dei Boston fu il partente di Gara 5 e vinse per 4 a 1, concedendo solo tre valide e un punto, chiudendo definitivamente il conto con Brooklyn. I Boston Red Sox per il secondo anno consecutivo si aggiudicavano le World Series. I "Beantown Bombers" avevano raggiunto l'elite del baseball, passo dopo passo, senza mai giocare una sola partita della postseason nel loro stadio. Nelle file dei Brooklyn, si mise in luce, uno dei pochi giocatori, un outfielder di nome Casey Stengel (aveva battuto .364 e fu leader delle Series) che divenne negli anni a venire uno dei manager con più vittorie nella postseason nella storia del baseball. Purtroppo per i fans dei Brooklyn, le vittorie nelle World Series sarebbero arrivate, molti anni dopo, contro i New York Yankees ma con il nome dei Dodgers.

Lo score box delle World Series del 1916

Wilbert Robinson, manager dei Brooklyn, e Bill Carrigan, manager dei Boston, prima dell'inizio delle World Series del 1916

Le tribune di detra del Braves Field durante le World Series del 1916

I boy masocts Glennon, dei Boston Red Sox, e Monahan, dei Brooklyn Robins, si stringono la mano prima della partita delle World Series 1916 al Braves Field di Boston - molto probabilmente Gara 1

Due foto dei Boston Red Sox vincitori delle World Series del 1916

Gli arbitri delle World Series del 1916, da sinistra a destra: Ernie Quigley, Tom Connelly, Hank O'Day e Bill Dinneen

Ernie Shore
Duffy Lewis

Babe Ruth

I Giants ritornarono a disputare le World Series dopo 4 anni, pronti a fare ammenda per le tre sconfitte consecutive subite a cavallo del primo decennio del '900. Quella del 1917 era la loro quinta apparizione e la seconda contro i rivali "Chicago's South Side White Sox". Il 1917 fu un anno dai molti record compreso le prime no-hit consecutive nella storia dell'American League. Il 5 Maggio, Ernie Koob lanciò una shutout per St. Louis contro Chicago e il giorno seguente il suo compagno di squadra, Bob Groom, fece lo stesso. Nella seconda partita, in realtà, gli umpires decretarono un errore difensivo, nel primo inning, anzichè una valida. Alcuni umpires della Lega stavano cominciando a diventare impopolari presso i giocatori e la polemica della no-hit non aiutò, di certo, la loro situazione. Il mese successivo ed esattamente il 23 giugno, Babe Ruth iniziò la sua partita con quattro ball. Il mancino dei Boston reputò di essere stato danneggiato dalle chiamate dell'arbitro Brick Owens e ad ogni lancio chiamato "ball" contestò l'arbitro. Dopo che l'arbitro capo mandò in base ball Eddie Foster, leadoff degli Washington, Ruth corse verso casa base e stese con un pugno l'arbitro Owens, con conseguente espulsione. Tornando alle World Series del 1917, i Giants furono travolti proprio negli incontri che li vedevano favoriti, grazie anche al fattore campo, nelle fasi centrali del "Fall Classic". Dopo cinque gare relativamente tranquille, New York era già sotto per tre partite a due. In gara 6, il partente dei Giants Rube Benton fu opposto a Red Farber dei Chicago (vincitore di Gara 2 e Gara 5). La partita rimase sullo 0-0 per tre inning ma nel quarto successe l'inevitabile. Eddie Collins dei Sox colpì un grounder sul terza base Heinie Zimmerman, che commise un errore, e arrivò salvo in prima base. Il battitore successivo, Joe Jackson, arrivò in prima su una presa mancata dell'esterno destro Dave Robertson. Chicago aveva messo i corridori agli angoli a causa dei due errori dei difensori. Happy Felsch colpì a terra verso il lanciatore. Benton vide Collins staccato dalla terza base e tirò a Zimmerman nel tentativo di coglierlo in trappola. Il terza base fece correre Collins verso casa base, ma la stella degli White Sox, eluse in qualche modo il ricevitore Bill Rariden e arrivò salvo, segnando il primo punto. Gli altri due corridori avanzarono in terza e seconda base. Alla fine dell'inning i Sox conducevano per tre a zero. I fondamentali del baseball avevano ucciso i Giants. I New York tentarono un recupero nel quinto inning segnando due punti ma non fu sufficiente perchè i Sox misero a segno ancora un punto al nono conquistando la vittoria per 4-2 ed il loro secondo titolo delle World Series. L'eroe delle World Series fu il lanciatore dei Sox, Red Faber, con tre partite vinte. L'esterno dei Giants, Robertsons, malgrado il pesante errore in gara 6, salvò la faccia con una media battuta di .500 (undici battute valide su ventidue turni). Anche Collins, dei Sox, ottenne una media, niente male, di .409. Altro evento di notevole rilevanza, durante le Series del 1917, fu l'apparizione dell'atleta olimpico Jim Thorpe, stella del football e del baseball. In Gara 5, Thorpe era nel lineup dei Giants e questa fu la sua unica apparizione in postseason nelle Major League e purtroppo non potè far vedere sul campo le sue qualità. Nel lineup figurava in sesta posizione e quando toccò a lui battere - Thorpe era destro - fu sostituito strategicamente, con il pinch-hitter mancino Robertson, poichè Chicago aveva cambiato il lanciatore mancino, Reb Russell, con il destro Eddie Cicotte. Per l'ennesima volta nelle World Series si era ripetuto il dramma dei Giants e la loro capacità di buttare al vento tutta un'annata nella postseason.

Il programma delle World Series del 1917

Gli White Sox vincitori delle World Series del 1917

Gli esterni dei Chicago White Sox (da sinistra a destra): Joe Jackson, Shano Collins, Happy Felsch, Eddie Murphy, Nemo Leibold

Il pitcher Eddie Cicotte, a sinistra, conferisce con il manager, Pants Rowland, prima di Gara 3 nelle World Series del 1917

Red Faber
Eddie Collins

Come conseguenza dell'entrata in guerra (Ia guerra mondiale) dell'America, il governo degli USA chiese una regular season corta (la fine sarebbe coincisa con il Labor Day, cioè il primo lunedì di settembre) e, immediatamente dopo, l'inizio delle World Series. Il "Fall Classic" si trasformò temporaneamente nella versione "Late Summer" con decorrenza dal 5 all'11settembre. Nella stagione 1918, per la prima volta, si videro gli effetti della guerra sul baseball. Molti dei grandi giocatori delle League accorsero a servire il loro paese e conseguentemente la qualità generale delle squadre ne soffrì. Il Pastime Nazionale continuò la propria stagione contribuendo a reperire soldi e a sollevare gli spiriti dei cittadini. Negli anni che seguirono e che videro, purtroppo, ancora guerre il ruolo del baseball fu fondamentale nel sollevare gli spiriti degli americani. Malgrado il loro lineup, i "Boston's Beantown Bombers" Red Sox avevano dominato l'American League conquistando la loro quinta apparizione alle World Series. Con un record di 4 apparizioni e 4 vittorie nella post season (avevano vinto col nome di Americans e Red Sox) erano lanciati alla conquista della vittoria n° 5, con un bullpen di lanciatori straordinari compreso Carl Mays, "Sad" Sam Jones e "Bullet" Joe Bush, senza dimenticare il talentuoso Babe Ruth. La squadra di Ed Barrow aveva vinto, nella prima stagione corta, il pennant dell'American League con un record di 75 - 51. Babe Ruth, utilizzato sia come outfield che come lanciatore, per la prima volta nella sua giovane carriera, riuscì a vincere tredici partite, a battere .300 e a colpire, record della lega, 11 HR. I loro rivali della National league, i Chicago Cubs, ritornavano nel "big show" con un record impressionante di 84 - 45 e un gruppo ugualmente promettente di lanciatori. "Hippo" Vaughn aveva condotto la National League con ventidue vittorie, supportato da Claude Hendrix con venti e Lefty Tyler con diciannove. I Cubs giocarono Gara 1 al Comiskey Park, sede dei rivali concittadini White Sox, piuttosto che al Weeghman Park (che poi diventò il Wrigley Field) per il maggior numero di posti a sedere. L'utilizzo di altri stadi non era cosa insolita per il grande avvenimento che stava per iniziare e anche i Red Sox avevano scelto il capiente Braves Field al posto del loro Fenway Park per le due apparizioni nelle precedenti World Series. Babe Ruth continuò a costruire la sua fama, dopo la stagione regolare, allungando i suoi innings lanciati senza concedere punti da tredici a ventidue, contro "Hippo" Vaughn, portando alla vittoria i Red Sox per 1 a 0 nella gara d'apertura. Lefty Tyler riuscì a pareggiare il conto, il giorno successivo, concedendo sei valide e vincendo per 3 a 1. Vaughn ritornò per vendicarsi in Gara 3, in una partita al cardiopalma, ma il lanciatore Carl Mays, dei Boston, ebbe la meglio vincendo per 2 a 1. Un Ruth ben riposato ritornò sul monte per Gara 4 e incrementò il suo record di innings consecutivi senza punti portandosi a 29 e vincendo per 3 a 2. Babe lasciò il segno anche in battuta mandando a punto due corridori con un triplo nel quarto inning. Boston era avanti tre gare a una. Vaughn, alla fine, assaporò la sua vendetta, in Gara 5, concedendo cinque valide e fermando i Red Sox con una vittoria per 3 a 0, ma questo fu tutto quello che i Cubs riuscirono a raccogliere. In Gara 6, Carl Mays chiuse definitivamente ogni speranza dei Cubs disputando un partita perfetta, concedendo solo tre valide e un punto e vincendo l'incontro per 2 a 1. I Red Sox vincevano così per la quinta volta le World Series. Le World Series furono minate dallo sciopero dei giocatori di entrambe le squadre che minacciarono di fermarsi a meno che non venissero garantiti 2500 $ ai vincitori e $ 1000 ai perdenti. Dovettero recedere, tuttavia, nel momento in cui furono tacciati di essere avidi mentre i loro fratelli stavano combattendo una guerra. Non ci furono nè indennità, nè fu assegnato nessun anello o ricordo delle World Series. Senza dubbio, il pitching fu l'aspetto tecnico più notevole delle Series del 1918. La media Era realizzata dai pitchers di Boston fu di 1.70 mentre Chicago fu decisamente migliore con 1.04. Né l'una, né l'altra squadra segnò più di tre punti in una partita e non fu mai battuto nessun homerun in tutte e sei le partite. I Sox, vincitori, ottennero una media battuta di .186 e i Cubs una media di poco superiore a .210.

L'official score card delle World Series del 1918

La pitcher rotation dei Boston Red Sox delle World Series del 1918, da sinistra a destra: Sam Jones, Carl Mays, Babe Ruth e Joe Bush
(fotografati al Fenway Park)

I Boston Red Sox vincitori delle World Series del 1918

L'edizione del Boston Evening Globe dell'11 settembre 1918 con il titolo di testa dedicato ai Red Sox vincitori delle World Series

Carl Mays
Babe Ruth

Anche il fans di baseball occasionale può dirvi sicuramente qualcosa sullo scandalo dei Black Sox del 1919. L'etica sportiva che aveva tenuto insieme il gioco fu snaturata quando le notizie scoppiarono l'anno successivo per una "combine" che era cominciata nel primo inning delle World Series del 1919. Otto membri della squadra degli White Sox, i pitchers Eddie Cicotte e Claude (Lefty) Williams, gli outfielders Joe Jackson e Happy Felsch, il primo base Chick Gandil, lo shortstop Swede Risberg, il terza base Buck Weaver e la riserva Fred McMullin furono indicati come gli autori della truffa che vide la loro squadra perdere miseramente contro i Cincinnati Reds nel Fall Classic. Qualcuno, più cinicamente, affermò che la truffa sarebbe iniziata ancor prima dell'inizio delle World Series. Gli White Sox erano indicati come i super favoriti, ma successivamente con le modeste performance sul campo i pronostici arrisero i "perdenti" Cincinnati Reds. Malgrado le voci, la maggior parte dei fans e dei membri della stampa accettarono il verdetto del campo, ma tutti cambiarono opinione nel 1920 quando i sospetti divennero realtà per le confessioni dei giocatori. Gara 1 delle World Series del 1919 fu caratterizzata dalle eccezionali e "autentiche" prestazioni del pitcher Dutch Ruether dei Cincinnati Reds. Come lanciatore concesse solo sei valide e in battuta colpì tre hit, su tre turni alla battuta, con due tripli e tre RBI. Ottima fu pure la prestazione di Greasy Neale, che continuò a condurre la sua squadra in battuta con .351, in tandem con Jake Daubert. I Sox giocarono al disotto delle loro potenzialità e persero per 9 a 1, in maniera molto discutibile. E il giorno successivo non cambiò nulla. In Gara 2, il lanciatore Slim Sallee dei Cincinnati dominò l'incontro, vincendo per 4 a 2 e l'incontro fu firmato da Larry Kopf che con il triplo nel quarto inning portò a casa due punti. Dickey Kerr, un rookie alto e promettente, fu il partente in Gara 3 per i Sox. Apparentemente non toccato dallo scandalo, il mancino lanciò benissimo rifiutando di farsi schiacciare dagli avversari e vincendo per 3 a 0, rimettendo in corsa Chicago (.... e chi sa se lo desideravano?). I Reds ispirati, ignari della truffa in atto, macinarono due shutouts consecutive in Gara 4 e 5 con i suoi lanciatori Jimmy Ring (2 a 0) e Hod Eller (5 a 0) che mise strike out consecutivamente sei battitori. Ma aspettate! Non era ancora tutto finito ... Negli anni che seguirono le Series sarebbero terminate qui (al meglio delle sette partite), ma il 1919 fu differente. Un rinnovato e intenso interesse per il baseball nel dopoguerra, indusse il Commissioner a far giocare questo Fall Classic al meglio delle nove gare. Per porre un freno ai sospetti che già serpeggiavano tra gli addetti ai lavori, gli White Sox decisero di impegnarsi con un ragionevole sforzo vincendo le due partite successive per 5 a 4 e 4 a 1. Cincinnati "dominò" gara 8 e "con un pò d'aiuto" da parte dei loro rivali ottennero una schiacciate vittoria per 10 a 5, subendo quattro punti al primo inning. I Reds avevano vinto il loro primo campionato del mondo alla prima apparizione nel Fall Classic. Purtroppo, la vittoria divenne agrodolce quando esplose lo scandalo l'anno successivo. I Black Sox avevano potuto camuffare il loro inganno perchè fu orchestrato in maniera molto selettiva. Joe Jackson aveva battuto .375, leader delle Series, ma nei momenti topici non fu determinante. Buck Weaver, pure, aveva battuto bene con una media di .324. In alcune situazioni sia Chick Gandil che Eddie Cicotte commisero degli errori che, con il senno di poi, si può ragionevolmente pensare non fossero stati casuali. Dopo un'indagine che durò per tutto il 1920, i membri della squadra coinvolti nella truffa furono sorprendentemente assolti l'anno successivo, malgrado le loro confessioni (che furono ritrattate successivamente). A tutti i giocatori coinvolti fu vietato di giocare a baseball a causa del loro innegabile collegamento con gli scommettitori. Gli uffici delle League negarono costantemente le accuse della stampa che riteneva il baseball professionistico dentro nell'affare e fece ogni sforzo per rassicurare i fans che lo scandalo del 1919 era solo un avvenimento isolato. Senza riguardo al verdetto della giuria, il commissioner Landis dichiarò: "Nessun giocatore che ha venduto una partita, nessun giocatore che intrattiene offerte o promette di vendere una partita, nessun giocatore che si accorda per soldi con giocatori disonesti e giocatori d'azzardo per vendere una partita e non avvisa subito al suo team di quanto sta accadendo, potrà mai più giocare nel baseball professionistico". Da quel giorno ai giocatori coinvolti nello scandalo dei Black Sox fu negata l'ammissione nella Hall of Fame.

L'official score delle World Series del 1919

I Cincinnati Reds vincitori delle World Series del 1919

La prima pagina del Los Angeles Sunday Times del 28 settembre del 1919 con la presentazione delle World Series del 1919

Il manager dei Reds, Pat Moran (il secondo da sinistra), mentre parla con il manager degli White Sox, Kid Gleason (al centro), con gli arbitri Cy Rigler, Billy Evans, Dick Nallin, Ernie Quigley, prima dell'inizio delle World Series del 1919

La stella dei Reds, l'outfielder Edd Roush durante il batting practice prima di Gara 2 delle World Series del 1919 a Cincinnati. Il prima base dei Reds, Jake Doubert, è appoggiato alla gabbia, a sinistra

Gli otto giocatori degli White Sox espulsi a vita dopo lo scandalo

Black Sox Scandal: il titolo del "New York Times" del 29 settembre del 1920

Dutch Ruether
Neale Greasy

Mentre l'America dava il benvenuto a una nuova decade piena di promesse, il baseball era in tumulto per quanto successo l'anno precedente. Le World Series del 1919 avevano scatenato una grossisima polemica per le notizie trapelate sulla truffa delle partite vendute. Otto giocatori dei Chicago White Sox furono coinvolti nella triste storia. Dopo una lunga inchiesta (che durò fino al 1921), i Black Sox furono ritenuti non colpevoli malgrado le loro confessioni (successivamente ritrattate). Pur tuttavia, gli otto giocatori coinvolti furono espulsi dal baseball professionistico a causa dell'innegabile collegamento con i truffatori. Durante la stagione 1920, gli uffici delle League ricusarono costantemente le accuse della stampa che sosteneva il coinvolgimento di tutto il baseball professionistico nella truffa e fecero ogni sforzo per rassicurare i fans che lo scandalo del 1919 era stato un avvenimento isolato. Nello sforzo di assicurarsi l'approvazione dei fans, il Commissioner decise di disputare ancora le World Series al meglio delle nove partite per promuovere l'integrità del baseball .... almeno sulla carta. Eppure, molti si domandarono se la fiducia dei fans per il baseball e, più specificamente, per le World Series poteva essere completamente recuperata. Soltanto il tempo avrebbe dato la risposta. I Brooklyn Robins della National League (successivamente presero il nome di Dodgers) ritornavano per la loro seconda apparizione nelle Series contro i Cleveland Indians dell'American League. In Gara 1, cominciò per Cleveland il lanciatore destro, Stan Coveleski, che vinse per 3 a 1 concedendo al lineup dei Brooklyn solo cinque hit. Ma i Robins risposero immediatamente, in Gara 2, con le fantastiche prestazioni di Burleigh Grimes, che concesse sette battute valide, e ottenne una shutout vincendo per 3 a 0. Brooklyn mantenne il buon momento sugli Indians in Gara 3 con il braccio del veterano delle Series, Sherri Smith, che lanciò concedendo al lineup dei Cleveland tre sole valide e chiudendo l'incontro con un successo per 2 a 1. Coveleski ritornò in gara 4 contro Leon Cadore (cinque mesi prima aveva lanciato per 26 inning contro Joe Oesgher dei Braves nella più lunga partita della storia della MLB terminata sul punteggio di 1 a 1). Sorprendentemente, lo stacanovista dei Brooklyn durò solamente un inning (nella sua prima apparizione nelle Series) e l'incontro si concluse con il risultato di 5 a 1 per Cleveland. Con le Series sul conteggio di due gare a testa, Burleigh Grimes dei Brooklyn, ritornò in gara 5 contro Jim Bagby dei Cleveland per il secondo match tra i due pitchers. Questa volta, il lineup degli Indians mise a segno tre valide consecutive nel primo inning caricando le basi. Elmer Smith, ventottottenne outfielder, si presentò al piatto segnando il primo grandslam nella storia delle World Series. Lo storico exploit messo a segno da Charlie Jamieson, Bill Wambsganss, Tris Speaker e da Elmer Smith diede un colpo mortale al prosieguo dell'incontro. Il punteggio rimase sul 4 a 0 fino al quarto quando Jim Bagby, lanciatore degli Indians, siglò un homer con due uomini sulle basi. Sul 7 a 0, gli Indians controllarono l'incontro anche se il loro pitcher aveva già concesso otto hit in 4 innings. Per i Brooklyn, nel quinto inning, si presentò l'occasione di ridurre lo svantaggio quando mise in base Pete Kilduff e Otto Miller con zero out. Il pitcher Clarence Mitchell, entrato come rilievo al quarto inning, si presentò al piatto. Mitchell sparò una linea che il seconda base Wambsganss riuscì con una straordinaria presa ad agguantare al volo per effettuare il primo triplo gioco non assistito della storia delle World Series. I Brooklyn segnarono al nono inning un punto e furono sconfitti 8 a 1. Con due shutout gli Indians superarono i Robins in Gara 6 e 7. Il recente acquisto dei Brooklyn Waiter Mails lanciò superbamente concedendo solo tre valide e vincendo per 1 a 0. Coveleski, ritornò sul monte dopo la vittoria in gara 4, concese solo cinque valide e vinse per 3 a 0. I lanciatori degli Indians furono stupefacenti, concedendo solo due punti nei 43 innings finali delle Series, e furono determinanti per la prima vittoria del tilolo della World Championship. La vittoria purtroppo fu dolce-amara perchè la squadra stava cercando di riprendersi dalla perdita dell'interbase ventinovenne Ray Chapman, eccellente difensore e leaderschip, morto dopo essere stato colpito alla testa da un lancio del pitcher Carl Mays degli Yankees, il 16 agosto a New York. I suoi compagni di squadra avevano perseverato, andando avanti e continuando a dedicare le loro vittorie alla sua memoria. Per la seconda stagione consecutiva una formazione "first-timer" aveva vinto il campionato, ma questa volta... tutto era legittimo. Il 1920 sarà inoltre ricordato come l'anno che segnò la nascita di una delle dynasties più grandi dello sport e la morte di un'altra. I New York Yankees, conosciuti come gli Highlanders, comprarono il lanciatore/esterno George Herman Ruth dai Boston Red Sox. Ruth , autore di 29 HR (record della Major League per Boston nel 1919), introdusse il baseball in una nuova era battendo nel 1920 54 HR. Il suo arrivo attirò così tanto pubblico che furono battuti i record di presenze al Polo Grounds con 350000 spettatori.

Il programma delle World Series del 1920

I Cleveland Indians vincitori delle World Series del 1920

Gli interni dei Cleveland Indians del 1920, da sinistra a destra: Bill Wambsganss (2B), Doc Johnston (1B), Larry Gardner (3B), Joe Sewell (SS) e George Burns (1B)

Il pubblico dell'Ebbets Field per Gara 1 nelle World Series del 1920

Il corridore dei Cleveland Indians Joe Sewell (a destra) preso in trappola tra la terza e casa base durante il secondo inning di Gara 1 delle World Series del 1920

New York, 6 ottobre 1920 - "Hot dog" per gli appassionati ai cancelli in attesa di entarre all'Ebbets Field, prima dell'inizio di Gara 2 delle World Series del 1920

Il pubblico fuori del League Park, Cleveland, durante le World Series del 1920

I protagonisti del primo e unico triplo gioco non assistito. Da sinistra a destra, l'autore della giocata Bill Wambsganss (Cleveland) e i tre eliminati dei Brooklyn, Pete Kilduff, Clarence Mitchell e Otto Miller

Gli indians conducevano 7 a 0 nella parte superiore del quinto davanti a 26884 tifosi al League Park di Cleveland. Il leadoff dei Brooklyn, Pete Kilduff colpì un singolo contro Jim Bagby. Otto Miller, che lo seguiva, mise a segno anche lui un singolo. Con corridori in prima e seconda, Clarence Mitchell, entrato nel quarto inning a sostituire il pitcher partente Burleigh Grimes, colpì un line drive incredibile verso l'esterno centro che fu preso dal seconda base Bill Wambsganss, il quale toccò il sacchetto di seconda eliminando Kilduff, che si era staccato, e toccò Miller che arrivava dalla prima. Wambsganss così registrò quello che rappresenta ancora l'unico triplo gioco senza assistenza nella storia delle World Series

Il 12 ottobre 1920, migliaia di newyorkesi affollano Times Square per seguire il play-by-play di Gara 7 tra i Cleveland Indians e i Brooklyn Robins. Il costo del biglietto per vedere i Dodgers all'Ebbets Field andava da 1 a 6 $

Il manager dei Cleveland Indians Tris Speaker e sua madre posano prima di Gara 7 delle World Series del 1920

Stan Coveleski
Elmer Smith

Se qualcuno nel 1920 pensava che Boston avesse fatto un errore nel cedere Babe Ruth agli Yankees, nella stagione 1921 ebbe la certezza che questo fu uno dei più grossi errori della storia del baseball. Babe Ruth giocava a New York occupandosi solamente di superare i suoi recordi per la seconda stagione consecutiva. Mentre i Red Sox lottavano per rimanere competitivi, gli Yankees si avviavano alla vittoria dopo il terzo posto conquistato l'anno precedente, nella prima apparizione del rookie Babe con la classica uniforme a righe. Ruth nel 1921 incrementò il suo record di homerun portandoli a 59, gli RBI a 171 e la sua media battuta a .378, trascinando gli Yankees alla prima vittoria del pennant dell'American League e alla loro prima apparizione nelle World Series. Babe non era solo perchè il teammate Bob Meusel contribuì con 24 homers e 135 RBI ed il resto degli Yankees avevano battuto con una media superiore a. 288. Due altri ex "Red Sox ", Carl Mays (con 27 partite vinte) e Waite Hoyt (con diciannove) rincararono la dose, mentre Bob Shawkey fece la sua parte con diciotto nuove vittorie. I Giants, vincitori della National League, erano i veterani del "Fall Classic" ed avevano motivo di sorridere visto il parco giocatori di cui disponevano. Con un lineup di "lumberjacks" che comprendeva Frankie Frisch, Ross Youngs, George Kelly e Irish Meusel e un solido bullpen di lanciatori soprannominati "foursome fearsome" - il quartetto terrificante - composto da Art Nehf, Fred Toney, Jesse Barnes e Phil Douglas, promettevano scintille contro gli Yankees di Babe. Per la prima volta nelle World Series tutte le partite furono giocate in un unico ballpark (Polo Grounds), e le due formazioni della Big Apple diedero vita alla prima "Subway Series" della storia. Malgrado le voci che vedevano Ruth sul monte in Gara 1, Miller Huggins (manager degli Yankees) scelse di partire con Carl Mays mentre John McGraw (manager dei Giants) schierò Phil Douglas. Il pitchers degli Yankees mise il suo imprimatur sull'incontro vincendo per 3 a 0 ed il giorno successivo Waite Hoyt si impose nuovamente sui Giants per 3 a 0. I Giants colpiti e storditi, ma non definitivamente sconfitti, si imposero in Gara 3 dopo avere riportato in pareggio, al terzo inning, l'incontro segnando quattro punti. La squadra di McGraw allungò con otto punti nel settimo inning grazie al triplo con basi piene di Ross Youngs. Alla fine gli Yankees subirono 20 valide e persero per 13 a 5. Per i Giants questa vittoria li rimetteva in corsa e finalmente la potenza di fuoco del lineup stava dando i suoi frutti. Il giorno successivo i Giants rimettevano sul monte Douglas e bissarono il successo imponendosi per 4 a 2. Le World Series erano in equilibrio con due gare a testa. Gara 5 fu ancor più drammatica poichè l'infortunato Babe Ruth sorprese tutti con un bunt chiave nel quarto inning, innescando la vittoria con il successivo doppio di Bob Meusel. Gli Yankees avevano trovato il loro sangue freddo ed avevano strappato una vittoria per 3 a 1 ai Giants. Vittoria fondamentale delle Series, ma ad un costo terribile con il loro giocatore più importante che non avrebbe più potuto aiutare la squadra per i dolori al ginocchio e al braccio. Gli Yankees, malgrado l'assenza di Babe, confidavano nel resto del lineup. Purtroppo persero in successione Gara 6, per 8 a 5, e Gara 7, per 2 a 1. Le grandi prestazioni al piatto di Irish Meusel e di Frank Snyder, così come il solido pitching del lanciatore Phil Douglas, avevano permesso ai Giants di mettere una grossa ipoteca al titolo. Gara 8 si snodò nel classico duello tra i pitcher Waite Hoyt e Art Nehf, con i Giants che conducevano 1 a 0 e pronti a giocarsi l'ultima parte del nono inning. Con un ultimo disperato tentativo di cambiare il corso dell'incontro, il manager degli Yankees sostituì Wally Pipp (che aveva battuto un misero .154) con Babe ancora dolorante. Ruth fu eliminato in prima su una rimbalzante. Un doppio gioco successivo mise fine all'incontro con i Giants che vinsero per cinque partite a tre. La squadra degli Yankees, anche se caduta bruscamente alla prima apparizione nelle World Series, aveva fatto intravvedere che molto presto si sarebbe trasformata in una dynasty. Waite Hoyt non concesse un solo punto in 27 innings lanciati e Carl Mays totalizzò una straordinaria Era di 1.73 in ventisei riprese. Ruth aveva battuto un impressionante .313 con un homer e quattro RBI. Dopo quattro sconfitte, i Giants finalmente avevano vinto per la prima volta le World Series dal 1905.

Il programma delle World Series del 1921

I New York Giants campioni delle World Series del 1921

Il pubblico al Plo Grounds durante le World Series del 1921

Il giocatore degli Yankees Roger Peckinpaugh (a sinistra) e il giocatore dei Giants Dave Bancroft (a destra), con gli umpires Cy Rigler (NL), George Moriarty (AL), Ernie Quigley (NL), Ollie Chill (AL) al Polo Grounds

Mike McNally, degli Yankees, ruba casa base durante il 5° inning di Gara 1 delle World Series del 1921 al Polo Grounds

Babe Ruth fuori dalle World Series del 1921 per il braccio infortunato

Phil Douglas
Jesse Narnes

PARTITA PARI

Gli Yankees ritornavano nel 1922 a disputare le World Series, dopo aver conquistato il pennant dell'American League per il secondo anno consecutivo. Non avevano ancora digerito la bruciante sconfitta del 1921 che si ritrovavano nuovamente ad affrontare nella post season i Giants per il titolo mondiale. La stagione degli Yankees era stata molto difficile a causa dell'assenza, per una buona parte dell'inizio stagione, della stella Ruth. Sia Babe Ruth che Bob Meusel erano stati sospesi per un giro di esibizioni non autorizzate dopo le Series del 1921. Il Commissioner Landis rincarò la sospensione a Ruth in base alle indiscrezioni avute dagli scorer e umpires. Infatti, Babe non giocò fino al 20 maggio e partecipò solo a 110 partite delle 154 per la corsa al pennant. Le sue statistiche diminuirono di conseguenza, conquistò la terza posizione nella lega per gli homers (con 35) e fu fuori dalle prime cinque posizioni per gli RBI (con 99). Eppure, gli Yankees riuscirono a vincere l'America League e si prepararono per un rematch contro i cugini Giants. Gli Yankees avevano continuato ad attingere dai Boston Sox, acquistando Everett Scott e Joe Dugan e Whitey Witt dai Philadelphia Athletics. I Giants avevano fatto degli ottimi acquisti portando a New York il terza base Heinie Groh e il pitcher Jack Scott. New York tornava ad ospitare per la seconda volta consecutiva le Subway Series e le World Series tornarono alla vecchia formula delle sette partite. Ancora una volta tutte le gare vennero disputate al Polo Grounds, casa di tutte e due le formazioni newyorkesi. In Gara 1 i Giants, col favore di giocare in casa, ribaltarono un deficit di 2 a 0 nell'ottavo inning per vincere al nono per 3 a 2. Il recente acquisto Heinie Groh realizzò un eccezionale tre su tre malgrado la prestazione di Joe Bush che aveva fermato gli avversari con una shutout per sette innings. In Gara 2 le cose iniziarono nel verso giusto per i Giants che segnarono tre punti grazie ad un homer di Meusel sul veterano Bob Shawkey degli Yankees. Gli Yankees, mai domi, riuscirono a recuperare lo svantaggio segnando un punto nel primo, quarto e ottavo inning portando il risultato in pareggio. Entrambe le formazioni cercarono di chiudere l'incontro ma dopo la decima ripresa l' umpire capo George Hildebrand (arbitro dell'AL), d'accordo con Bill Klem (arbitro della NL), dichiarò terminata la partità per oscurità con il punteggio di 3-3. I 36514 fans protestarono per la decisione di interrompere la partita essendoci, a loro parere, abbastanza luce per continuare anche se da poco meno di mezz'ora era tramontato il sole. Ci fu un'insurrezione. Il giudice Landis fu scortato fuori dal campo dalla polizia tra le ira degli spettatori. Per calmare gli animi la League decise di devolvere 120554 $, ricavo dell'incasso del giorno prima, alle associazioni volontarie e ai reduci della guerra della città di New York. I problemi di Babe Ruth continuarono anche nella post season e non migliorarono in Gara 3. A questo punto delle Series, il "Sultan of Swat" aveva colpito due valide su otto presenze alla battuta e un solo misero RBI ma i suoi compagni di squadra non se la passavano meglio. Il pitcher Jack Scott dei Giants, che aveva vinto 8 e perse 2 in diciassette partite, schiacciò gli Yankees, concedendo solo quattro valide, e vincendo per 3 a 0, mettendo un sigillo indelebile che durò per tutto il resto delle Series. Hugh McQuillan fu il partente per i Giants in Gara 4 e vinse per 4 a 3, supportato dal suo attacco che nel quinto inning con quattro punti superò gli Yankees avanti 2 a 0. Art Nehf tornò sul monte in Gara 5 e portò alla vittoria, come l'anno precedente, i suoi Giants e alla conquista delle seconde World Series consecutive. Gran parte del merito di questa vittoria fu dovuta al pitching staff per la straordinaria prova nelle ultime tre partite e per aver tenuto a 0, su 9 presenze alla battuta, il più grande battitore del baseball. Babe colpì 2 valide in 17 presenze con una media di .118 ed il resto del lineup degli Yankees ottenne una modestissima media di .203.

Il programma delle World Series del 1922

John McGraw e Babe Ruth si stringono la mano prima dell'inizio delle World Series del 1922

I New York Giants vincitori delle World Series del 1922 - La prima fila in piedi in alto, da sinistra a destra: Mahlon Higbee (OF), Ralph Shinners (OF), Claude Jonnard (RP), George Kelley (1B) Jack Scott (P). Seconda fila in piedi, da sinistra a destra: Emil 'Irish' Meusel (LF), Fred Johnson (P), Freddie McGuire (2B), Wilfred 'Rosy' Ryan (P), Carmen Hill (P), Jesse Barnes (P), Virgil Barnes (RP), Dave Robertson (OF), Frank Snyder (C). Seduti, da sinistra a destra: Royce 'Ross' Youngs (RF), Art Nehf (P), Charles 'Casey' Stengel (CF), Hughie Jennings (coach), John McGraw (Mgr.), Albert 'Cozy' Dolan (reserves), Alex Gaston (C), Earl Smith (C), Frankie Frisch (2B). Seduti a terra, da sinistra a destra: Hugh McQuilllan (P), Walter 'Waddy' MacPhee (3B), Dave Bancroft (SS), Clint Blume (P), Bill Cunningham (OF), Henry 'Heinie' Groh (3B), Lee King (1B), Johnny Rawlings (2B)

Heine Groh
Art Nehf

L'articolo di testa del Daily News del 9 ottobre del 1922 con la vittoria dei Giants nelle World Series

Il termine "vantaggio dovuto al fattore campo" assunse un nuovo significato nel 1923 quando la meravigliosa cattedrale del baseball, lo Yankees Stadium, fu inaugurato con grande frustrazione dei Giants. I campioni di due World Series, finalmente riprendevano pieno possesso del Polo Grounds. La "casa" costruita appositamente per Ruth superava di gran lunga per stile architettonico e per capienza sia il vecchio diamante che tutti i ballpark esistenti. Con la costruzione di un terzo ballpark, New York si impose come la città leader per l'intrattenimento del gioco professionistico. Un columnist sportivo di Philadelphia scrisse che "fra mille anni gli archeologi che scaveranno tra le rovine del Bronx riporteranno alla luce qualcosa che assomiglierà al colosseo dell'antica Roma". I Giants avevano diviso generosamente il loro campo con gli Yankees (e gli Highlanders, prima) sin dal 1913 e ora si vedevano oscurati dai loro concittadini. Anche se gli Yankees avevano perso due World Series consecutive ad opera dei Giants, stavano comunque acquistando sempre più popolarità a scapito dei loro cugini rivali. E ritornavano a giocare la terza World Series consecutiva dopo aver vinto meritatamente il loro terzo pennant dell'American League con 16 partite di vantaggio sui Tigers di Ty Cobb. Ancora una volta affrontavano gli acerrimi nemici Giants in quella che sarebbe diventata la terza Subway Series. L'outfielder dei Giants, Casey Stengel, che più tardi divenne uno dei manager degli Yankees più importanti e più amati, battè la sua futura squadra in Gara 1 con un homer interno, contro Joe Bush, rompendo il pareggio di 4 a 4 nel nono inning. Il record negativo degli Yankees era arrivato con questa partita a 0 - 9 (otto perse ed un pareggio) nelle Series contro i Giants, ma New York aveva Babe Ruth dalla sua. Dopo una stagione deludente contraddistinta dalla sospensione e dai risultati mediocri del 1922, Babe non era ancora al top nella prima gara delle World Series del 1923, nonostante avesse battuto .394 e vinto assieme a Cy Williams, dei Phillies, il titolo degli homer con 41. Ma in Gara 2 il grande Babe si mise in mostra, colpendo due homer, nel quarto e quinto inning, portando alla vittoria gli Yankees per 4 a 2 al Polo Grounds. L'eroe di Gara 1, Casey Stengel, rubò ancora i riflettori in Gara 3. Dopo sei innings, Sam Jones degli Yankees e Art Nehf dei Giants erano alla pari in una partita senza punti. Con un out al settimo, Stengel piazzò un homer nello Yankee Stadium che portò alla vittoria i Giants per 1 a 0. Il punteggio delle Series a questo punto vedeva i Giants in vantaggio per 2 gare a 1. Ma gli Yankees dominarono le due sucessive gare totalizzando 16 punti con 27 valide e vinsero, rispettivamente, per 8 a 4 e 8 a 1. Gli Yankees furono traghettati in Gara 4 e 5 dal braccio di Joe Bush e dalle battute di Joe Dugan. In Gara 6 i Giants dovettero arrendersi alla prestanza degli Yankees nonostante un vantaggio consistente al settimo per 4 a 1. In un drammatico ottavo inning si fecero prima recuperare e poi superare perdendo l'incontro per 6 a 4 e le World Series. Per concludere, i Bronx Bombers avevano battuto i Giants per la prima volta nel loro nuovo stadio (che fu caratterizzato da un'affluenza incredibile superiore ai 62000 spettatori e incassarono 1 milione di dollari). Babe Ruth finalmente aveva battuto i suoi demoni della post season, colpendo tre HR, un triplo, un doppio e due singoli per una MB di .368.

Il programma delle World Series del 1923


I New York Yankees vincitori delle World Series del 1923 - In piedi, da sinistra a destra: Doc Albert A. Woods (trainer), Hinckey Haines (OF), Elmer Smith (OF), Herb Pennock (P), Fred (Bootnose) Hofmann (C), Bob Meusel (LF), Babe Ruth (RF),Wally Pipp (1B), (Jumpin') Joe Dugan (3B) , Sam Jones (P), Everett Scott (SS), Ben Shields (P). Seduti, da sinistra a destra: Joe Bush (P), Bob Shawkey (P), Whitey Witt (CF), Charlie O'Leary (Coach), Miller Huggins (Mgr.), Wally Schang (C), Carl Mays (P), Aaron Ward (2B), Oscar Roettger (P). Seduti a terra, da sinistra a destra: Ernie Johnson (IF), Benny Bengough (C), George Pipgras (P), Eddie Bennett (Mascot), Mike McNally (IF), Mike Gazella (IF), Harvey Hendrick (OF)

Da sistra a destra: Babe Ruth, il proprietario/manager degli Orioles Jack Dunn, e Jack Bentley dei Giants prima dell'inizio delle World Series del 1923

Babe Ruth, il manager dei Giants McGraw e gli ex giocatori/clown Nick Altrock, alla macchina da scrivere, con Al Schacht che funge da sedia prima di Gara 1 delle World Series del 1923 al Polo Grounds di New York

L'inaugurazione delle Yankee Stadium nel 1923

Babe Ruth
Herb Pennock
Joe Bush

I Giants di New York, dopo una lotta fino all'ultimo con i Brooklyn Dodgers per aggiudicarsi il pennant della National League e vinto solamente con 1 partita e ½ di vantaggio, tornavano alle World Series per la nona volta in quattordici anni. I loro sfidanti, gli Washington Senators, avevano vinto l'American League ed erano più che mai decisi a portare il titolo nella capitale della Stati Uniti. Gara 1 fu la premessa di una grande World Series con Walter Johnson e Art Nehf che lanciarono testa a testa, in una delle più spettacolari partite della storia delle Series, per 11 inning sul conteggio di due pari. L'incontro terminò al dodicesimo con la vittoria dei Giants per 4 a 3. Sebbene Johnson avesse messo strike out dodici Giants, "the Big Train" aveva purtroppo concesso quattordici valide e sei basi su ball. Gara 2 vide la vittoria sul filo di lana dei Senators per 4 a 3. Nella terza partita i Giants si rimisero al comando aggiudicandosi una gara condotta sempre in vantaggio per 6 a 4. Washington pareggiò le Series in Gara 4 dominando i newyorchesi per 7 a 4. In gara cinque ritornò sul monte Johnson che fu colpito ripettutamente dall'attacco dei Giants e concesse 13 valide, di cui 4 le mise a segno il terza base Freddie Lindstrom, perdendo l'incontro per 6 a 2. L'asso dei Senators aveva perso tutte e due le sue partite e il team di Washington era ad un passo dall'eliminazione. I Senators riuscirono a rimanere a galla grazie alle solide prestazioni al piatto di Bucky Harris (che battè due RBI con singolo nel quinto inning) ed il braccio di Tom Zachary, che imbrigliò i Giants conquistando una vittoria fondamentale per 2 a 1. Le Series a questo punto erano equilibratissime con tre partite a testa. Gara 7 che fu disputata al Griffith Stadium (il ballpark di Washington) fu il teatro perfetto per il "Grande Finale" dei Senators. I Giants erano sul punto di aggiudicarsi ancora un altro titolo, avendo accumulato un vantaggio di 3 a 1 mentre si entrava nella parte inferiore dell'ottavo inning. Sfortunatamente un errore del terza base dei Giants, il diciottenne Freddie Lindstrom (su un normalissimo ground), consentì ai Senators di segnare due punti. La parità così continuò fino al dodicesimo inning grazie al grande rilievo "The Big Train" Johnson. Ancora una volta, gli interni dei Giants commisero due errori fondamentali, un fly perso dal ricevitore Hank Gowdy e una rimbalzante persa dall'interbase Travis Jackson. Incredibilmente fu proprio Walter Johnson che portò alla vittoria i Senators per 4 a 3, dopo le due sconfitte subite in Gara 1 e 5, e al loro primo titolo di Campioni del Mondo. Le World Series del 1924 furono l'ultima apparizione del manager John McGraw (anche se continuò a guidare i Giants fino al 1932), concludendo con un record nelle Series di 3 vinte e 6 perse. Nella apparizioni alle World Series John McGraw si piazzò al secondo posto, assieme a Joe McCarthy, dietro a Casey Stengel che ne disputò dieci.

Il programma delle World Series del 1924

Gli Washington Senator vincitori delle World Series del 1924: In piedi, da sinistra destra: Fred 'Firpo' Marberry (P), Ralph Miller (2B), Warren 'Curly' Ogden (P), Joe Martina (P), Tom Zachary (P), Walter Johnson (P), Leon 'Goose' Goslin (LF), Ernie 'Mule' Shirley (1B), Wade Lefler (RF), Tommy Taylor (3B). Seduti, da sinistra destra: Allan Russell (P), Oswald 'Ossie' Bluege (3B), Roger Peckinpaugh (SS), Stanley 'Bucky' Harris (2B), Joe Judge (1B), Sam Rice (RF), Bennie Tate (C), George Mogridge (P). Seduti a terra, da sinistra destra: Paul Zahniser (P), Byron 'By' Speece (P), William 'Pinky' Hargrave (C), Harry 'Nemo' Liebold (CF/RF), Calvin Griffith (mascot), Al Schacht (coach), Earl McNeely (CF), Nick Altrock (coach), Herold 'Muddy' Ruel (C), Mike Martin

1 Ottobre 1924 - I giocatori degli Washington Senators, George Mogridge e Joe Martina con il sottosegretario di Stato William Phillips al Griffith Stadium tre giorni prima dell'inizio delle World Series mentre acquistano i souvenir

Il manager degli Washington Senators Stanley "Bucky" Harris, a sinistra, e il manager dei New York Giants, John McGraw, si stringono la mano nel dugout dei Giants prima delle World Series a Washington.

Il proprietario degli Washington Senators, Clark Griffith (a destra) con il suo manager, Bucky Harris, durante le World Series

Il manager dei Senators, Bucky Harris, presenta al Presidente Calvin Coolidge (a sinistra) la palla da baseball utilizzata per la partita delle World Series del 1924

Il 30° Presidente degli Stati Uniti, Calvin Coolidge, lancia la prima palla il 4 ottobre del 1924

Un'azione di gioco durante le World Series del 1924. Il giocatore (non riconoscibile) dei New York Giants scivola salvo a casa base

Gara 1 - Dopo che i Giants iniziarono con un home run di George Kelly, i Senators provarono a rimontare nella loro metà del 2°, ma non ci riuscirono. Nella foto Goslin Goose viene eliminato in prima base su una giocata eccezionale dello shortstop dei Giants, Travis Jackson, al prima base Bill Terry. Tutti e tre i giocatori in seguito furono eletti nella Hall of Fame

Prima di Gara 5 delle World Series del 1924, i lanciatori Artie Nehf dei New York Giants (a sinistra) e Walter Johnson degli Washington Senators si fanno una breve chiacchierata

Gli Washington Senators e i New York Giants chierati con gli arbitri per l'inno nazionale prima di Gara 7 della World Series a Washington

Bucky Harris, non solo guidò come manager i Senators alla vittoria nelle World Series del 1924, ma diede un grande contributo con la sua mazza. Qui, tocca il piatto nel quarto inning di Gara 7 dopo aver colpito un HR per dare alla sua squadra il vantaggio di 1-0

Lo shortstop Roger Peckinpaugh al Griffith Stadium di Washington, DC, fuori per infortunio mentre guarda Gara 7 delle World Series dal dugout

Joe Judge arriva salvo in terza base nel 9° inning di Gara 7 delle World Series a Washington

Il titolo di testa del The Washington Post dell'11 ottobre 1924 per la vittoria dei Nationals delle World Series

Walter Johnson
Tom Zackary
Roger Peckinpaugh