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Il 13 luglio 1999 andò in scena il 70° All-Star Game al Fenway Park di Boston, Massachusetts, la casa del Boston Red Sox dell'American League. Il Fenway Park fu scelto perché i proprietari del tempo stavano pianificando la costruzione a breve di un nuovo stadio (Gli attuali proprietari poi scelsero di rimanere nell'attuale vecchio Fenway Park). Inizialmente questo All-Star Game doveva essere assegnato ai Milwaukee Brewers, e giocato al Miller Park. Tuttavia, lo spostamento dei Brewers nella National League spinse nel 1997 l'allora CEO della Major League Baseball, Paul Beeston, a chiedere ai Boston Red Sox di ospitare questo Midsummer Classic. I Red Sox accettarono. Il Miller Park non avrebbe aperto fino al 2001 e il loro ex proprietario, il nuovo commissioner Bud Selig, assegnò ai Brewers l'All-Star Game del 2002. Il momento clou della serata fu la presentazione dei candidati per l'All-Century Team, con i più grandi giocatori del XX secolo votati sia dai fans che dai giornalisti sportivi, prima dell'inizio della partita. Dopo che i The Moffats cantarono O' Canada e la bostoniana Donna Summer interpretò The Star-Spangled Banner, l'Hall of Famer Ted Williams effettuò il primo lanciò, presentato come il più grande battitore di tutti i tempi. Entrambi i lanciatori partenti dell'American e National League avrebbero fatto parte della squadra dei Red Sox del 2004 che vinse le World Series.

Partita numero 70
Data 13/07/1999
Stadio

Fenway Park - Boston

Spettatori 34187
M.V.P.

Pedro Martinez

O' Canada

The Moffats

The Star Spangled Banner

Donna Summer

1st Pitch

From To

Ted Williams

Carlton Fisk

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Pedro Martinez

Curt Schilling

Managers

Joe Torre

Bruce Bochy

Coaches

Jerry Manuel

Jim Riggleman

Jimy Williams

Jack McKeon

Capitani onorari

Carlton Fisk

Orlando Cepeda

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Pedro Martinez alza il trofeo di MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
National
0
0
1
0
0
0
0
0
0
1
7
1
American
2
0
0
2
0
0
0
0
X
4
6
2

WP: Pedro Martinez (1-0) LP: Curt Schilling (0-1) S: John Wetteland (1)

La partita

Fu il baseball - passato e presente - al suo meglio. A lungo atteso come l'ultimo hurrah per il più antico stadio della MLB, l'All-Star Game mise in campo anche il meglio dei Red Sox, mentre fece da cornice ad una serata carica di emozioni e di dramma. Attimi dopo le lacrime di Ted Williams, la leggenda dei Red Sox presentato come "il più grande battitore che sia mai esistito", che aveva lanciato la prima palla, l'asso dei Red Sox Pedro Martinez lanciò sé stesso nel libro dei record dell'All-Star mettendo strikeout i primi tre battitori. Ne aggiunse un quarto consecutivo, Mark McGwire, come extra. Mescolando una fiammeggiante fastball, una repentina curva e uno stuzzicante changeup, Martinez mise al piatto cinque battitori in due inning, guidando l'American League alla terza vittoria consecutiva sui Nationals per 4-1. Con i lanciatori Hall of Famer Bob Feller, Warren Spahn e l'amico Juan Marichal che guardavano in tribuna, Martinez fece qualcosa che nessuno - nemmeno il grande Carl Hubbell - aveva mai fatto. "Penso che lo rende un po' più speciale, essere qui a Boston", disse Martinez dopo aver vinto il premio MVP, "Rappresentare il decennio, l'ultimo del secolo. Essere lì con tutti quei giocatori intorno, non l'avrei mai, mai previsto". Martinez mise strikeout Barry Larkin, Larry Walker e Sammy Sosa nel primo inning. L'asso di Boston, già a metà strada verso la magia del record di 30 vittorie nella pausa, mantenne la striscia eliminando McGwire per iniziare il secondo inning. Dopo che Matt Williams aveva raggiunto la prima su un errore del seconda base, Roberto Alomar, Martinez mise strikeout Jeff Bagwell con una curva sul conteggio di 3-2. E quando Williams venne colto a rubare la seconda, Martinez uscì sommerso da una standing ovation, l'eroe della città natale finiva dopo 28 memorabili lanci. "Dopo aver visto i ragazzi nel BP e nell'home run derby, ho capito che dovevo mettere i lanci dove volevo o altrimenti mi sarei fatto male", disse Martinez. Martinez eguagliò il record dell'AL con i suoi cinque strikeouts e divenne il primo partente dell'AL a vincere un All-Star Game nel suo stadio. E lo aveva fatto nella notte in cui i più grandi giocatori viventi del baseball erano venuti per l'All-Star Game finale del 1900. Stan Musial, Willie Mays e Hank Aaron furono tra i più celebrati del'All Century Team nel commovente omaggio pre partita, ma la più grande ovazione fu lasciata allo Splinter Splendid di Boston. Williams agitò il cappellino alla folla in piedi quando un golf cart lo portò attorno allo stadio e sul monte. Ken Griffey Jr., Tony Gwynn e ogni altro giocatore - in attività o ritirato - si strinse intorno a lui per un abbraccio del baseball. Anche se il mostro verde non fu mai un fattore - nessuno arrivò vicino a colpire il famoso muro di sinistra - l'AL ebbe abbastanza sostegno dal quartetto offensivo dei titolari dei Cleveland nel ridurre il loro deficit di 40-29-1. "Ultima partita del secolo. Boston. Fenway Park. Un sacco di nostalgia", disse il manager dell'AL Joe Torre, "Il tempo ha collaborato. E' stato fantastico". Curt Schilling, che gli Indians volevano prendere, perse la partita. "Come faccio a imitarlo?" disse Curt delle prestazioni di Martinez. Le squadre combinarono un record di 22 strikeout, di cui 12 dai lanciatori dell'AL, per rompere il precedente record di 21 del 1984. La NL ottenne sette valide contro i pitcher dell'AL Martinez, David Cone, Mike Mussina, José Rosado, Roberto Hernandez, il rookie dei Texas Rangers Jeff Zimmerman e il suo compagno di squadra John Wetteland, che lanciò il nono per la salvezza. Nel primo inning, Kenny Lofton, leadoff dell'AL, mise a segno una valida interna, il compagno di squadra degli Indians Manny Ramirez ricevette la base su ball con due out e l'Indians Jim Thome colpì un singolo RBI. "Sarebbe quasi da pensare che sia una partita della regular season, perché questo è successo spesso quest'anno", disse Thome. Cal Ripken Jr., 17 volte All-Star, seguì Thome con un RBI singolo per il vantaggio di 2-0. Dopo che la NL segnò contro Cone nel terzo su un doppio di Jeromy Burnitz e un singolo di Larkin, l'AL aggiunse altri due punti nel quarto contro il pitcher dei St. Louis, vincitore di 14 partite, Kent Bottenfield. Thome prese la base, Ripken venne colpito da un lancio e Rafael Palmeiro, che aveva sostituito l'infortunato DH Jose Canseco, piazzò un singolo RBI. Con un out, Alomar portò a casa il secondo punto sulla battuta sfuggita al terza base Matt Williams. Da allora, il risultato rimase 4-1 e le danze delle mazze erano finite per quella notte. Proprio come nell'All-Star Game del 1961 al Fenway, quando i lanciatori dominarono nel pareggio 1-1, e la partita terminò dopo nove inning a causa della pioggia.

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Pedro Martinez in azione durante l'All-Stars Game del 1999

Note: Il lineup di partenza della NL era andato 30 su 145 (.207) con 49 strikeout contro Martinez nella regular season. Nella prima riunione di ex compagni di squadra di Seattle, Griffey battè un groundout contro Randy Johnson. L'anno successivo l'All-Star Game si sarebbe giocato al Turner Field di Atlanta. Martinez aveva eguagliato il record nell'AL di 5 strikeout realizzati da Dick Radatz e Billy Pierce. Il record assoluto è di sei, fatto più volte. L'interbase di Boston, Nomar Garciaparra, che non aveva giocato in nove partite a causa di un infortunio all'inguine, giocò tre inning. Uscì dalla sua posizione nel quarto, e venne sostituito da Derek Jeter. I due si abbracciarono e Garciaparra uscì acclamato da una standing ovation. Torre intendeva usare il pitcher di Anaheim, Troy Percival, per l'out finale, ma Jeff Kent colpì in doppio gioco.

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Tre foto che immortalano "Splinter Splendid" Ted Williams durante la cerimonia iniziale e il lancio della prima palla nell'All-Stars Game del 1999

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Da sinistra: Omar Vizquel degli Indians, Derek Jeter degli Yankees e Nomar Garciaparra dei Red Sox prima dell'All-Star Game del 1999 al Fenway Park

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Nel 2000, un nuovo secolo di All-Stars scese in campo ad Atlanta, anche se questa volta si giocò al Turner Field al posto dell'Atlanta-Fulton County Stadium come era avvenuto 28 anni prima. L'All-Star Game del 2000 era stato originariamente previsto al Pro Player Park in Florida, ma la Major League Baseball spostò la partita in data 30 novembre 1998, sconvolta dallo smantellamento della franchigia del 1997 dopo la vittoria delle World Series e dalla squadra che nel corso della stagione 1998 era finita all'ultimo posto. Sorprendentemente, questa partita vide solo un homerun di Chipper Jones, terza base dei Braves, che diventò il tredicesimo giocatore a battere un fuoricampo nell'All-Star nel suo stadio di casa. Nonostante le prestazioni di questo eroe locale, la stella della partita fu lo Yankees Derek Jeter, che aveva solo rimpiazzato l'infortunato Alex Rodriguez. Altri sette All-Stars votati nelle formazioni dei partenti dai tifosi erano infortunati e non poterono giocare tra cui Mark McGwire, Ken Griffey Jr., Barry Bonds, Mike Piazza, Pedro Martinez e Greg Maddux. Nonostante l'eredità delle All-Star Yankees, Jeter diventò il primo dei pinstripes a vincere un All-Star Award Most Valuable Player. Raccolse tre valide, due RBI e segnò un punto sulla via dell'onorificenza. L'All-Star Game del 2000 è stato uno dei pochi casi in cui il manager della squadra ospitante allenava anche la squadra di casa, in questo caso, la National League (Bobby Cox aveva condotto i Braves alle World Series l'anno precedente guadagnandosi il diritto di dirigere la National League).

Partita numero 71
Data 11/07/2000
Stadio

Turner Field - Atlanta

Spettatori 51323
M.V.P.

Derek Jeter

O' Canada

The Moffats

1st Pitch

From To

Hank Aaron

Jason Kendall

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

David Wells

Randy Johnson

Managers

Joe Torre

Bobby Cox

Coaches

Lou Piniella

Larry Dierker

Larry Rothschild

Buck Showalter

Capitani onorari

Dave Winfield

Dale Murphy

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Derek Jeter con il trofeo di MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
0
0
1
2
0
0
0
0
3
6
10
2
National
0
0
1
0
1
0
0
0
1
3
9
2

WP: James Baldwin (1-0) LP: Al Leiter (0-1)

HR: NL - Chipper Jones (1)

La partita

Il Midsummer Classic del 2000 sembrò assomigliare un po' al Fall Classic. In un duello di solito riservato ad ottobre, Derek Jeter e Chipper Jones fornirono nella notte di martedì uno scoppiettante All-Star Game pur mancando la maggior parte dei nomi di prim'ordine del baseball. E ancora una volta, la squadra di Jeter vinse: American League 6, National League 3. Sia l'interbase degli Yankees che il terza base di Atlanta finirono con un perfetto 3 su 3. Ma, proprio come i loro incontri nelle World Series del 1996 e del 1999, fu Jeter a vincere. "Questo è davvero uno shock. Derek Jeter ruba tutti i titoli", disse Jones impassibile, "E' bello vedere che nessun'altro nella National League può batterlo". Stesso risultato anche per i manager, con Joe Torre che vinse di nuovo il suo match contro Bobby Cox. Torre era ora 10-1 complessivo nelle partite contro Cox ad Atlanta. In una notte afosa che aveva bisogno di un po' di succo di frutta - e forse di una juiced ball (La teoria della "juiced ball" suggeriva che le palle da baseball utilizzate in Major League Baseball durante gli anni 1990 e primi anni 2000 fossero state modificate al fine di aumentare il punteggio. Si sosteneva che una palla "juiced" rimbalzasse fuori dalla mazza a una velocità superiore) vista l'assenza di artisti del calibro di Mark McGwire, Ken Griffey Jr. e Mike Piazza - l'AL vinse la sua quarta di fila e la 10a su 13 giocate. Jeter diventò il primo giocatore Yankees di sempre a vincere il premio All-Star MVP. Dopo la partita, la sua mazza era già diretta verso la Hall of Fame: "Abbiamo giocato molte partite importanti qui contro i Braves, nella postseason, nella stagione regolare, e adesso anche questa partita qui", disse Derek, "Il nostro team ha avuto successo qui. Forse ci sembra di concentrarci un po' di più". Jeter aveva colpito .353 contro i Braves nella passata edizione delle World Series. Il mese prima, aveva eguagliato il suo record in carriera con quattro valide in una partita al Turner Field. Il pitcher James Baldwin ottenne la vittoria e Al Leiter fu il perdente e così l'AL ridusse il deficit complessivo di 40-30-1. L'AL ruppe il risicato vantaggio nella parte alta del nono con tre punti, iniziando dal singolo di Matt Lawton. Jeter, che iniziò come titolare nel lineup perché il buon amico Alex Rodriguez era infortunato, colpì un doppio contro Randy Johnson nel primo inning, poi mise a segno un singolo e segnò contro Kevin Brown nel terzo. Il suo singolo contro Leiter da due punti nel quarto mise l'AL avanti 3-1, come era successo la settimana precedente durante le Subway Series. Lo abbiamo guardato da quando è arrivato nella big league", disse Cox. Chipper Jones fece del suo meglio perchè i 51323 tifosi dimenticassero che Barry Bonds, Cal Ripken, Manny Ramirez e Greg Maddux non erano della partita. Jones diventò il 13° giocatore a battere un home run nel proprio stadio durante un All-Star Game, contro Baldwin nel terzo inning. Colpì valido altre due volte, una contro il rilievo David Wells. Jeter e Jones avrebbero potuto avere un'altra possibilità di incontrasi nel mese di ottobre, in quanto entrambe le loro squadre erano al primo posto al momento della pausa. Naturalmente, il 26enne Jeter portò a casa il primo All-Star MVP Award per gli Yankees. Torre disse di lui: "E' una fonte di orgoglio per i New York Yankees, perché il loro futuro ha fatto una cosa eccezionale questa sera". L'ultima volta che le All-Stars giocarono ad Atlanta fu nel 1972, e anche Hank Aaron colpì un fuoricampo per la città natale dei Braves. Questa volta Aaron lanciò la prima palla cerimoniale, ricevendo un caloroso benvenuto. Di gran lunga la più grande ovazione, andò a Andres Galarraga. Il prima base dei Braves, che aveva saltato la stagione passata, in seguito ad un intervento chirurgico per un cancro, quando venne presentato ottenne una standing ovation e poi premiò i suoi tifosi con un singolo. "Questo giorno è uno dei migliori", disse Galarraga, "Avendo avuto il cancro l'anno scorso, poter tornare a giocare a baseball in questo gruppo di giocatori e ottenere la mia prima valida oggi nell'All-Star Game lo rende ancor più speciale". Anche Andruw Jones dei Braves giocò bene, offrendo un singolo RBI. Johnson, The Big Unit, effettuò solo otto lanci per chiudere un perfetto primo inning con lo strikeout di Jason Giambi, che aveva affrontato due giorni prima in una partita di Interleague. Poi di nuovo, ne lanciò 121 la domenica successiva mettendo strikeout 13 battitori di Oakland. David Wells lanciò due inning scoreless. E, a differenza dei giochi che contano davvero, non ci furono beanballs o brushbacks. L'AL prese il vantaggio 1-0 nel terzo, quando Kevin Brown diede la base a tre battitori, tra cui Carl Everett con le basi piene. Jones pareggiò con il suo homer in campo opposto nella parte bassa dello stesso inning. Un errore di Barry Larkin diede il via libera alla valida di Jeter nel quarto. Giocando nella sua terza partita All-Star e alla sua prima da titolare, Jeter non aveva mai ottenuto una valida in queste apparizioni - andando strikeout nei suoi precedenti at-bat. L'AL allungò con tre punti nel nono contro Trevor Hoffman grazie a l'RBI singolo di Lawton, alla volata di sacrificio di Magglio Ordonez e al grounder RBI di Darin Erstad sull'errore del seconda base Jose Vidro. Un errore di Nomar Garciaparra impostò il singolo RBI di Steve Finley contro Mariano Rivera in fondo al nono. Garciaparra, aveva sostituito Jeter, diventando il primo interbase a fare due errori in un All-Star Game.

Note: Joe Torre affiancò Tony La Russa e Tommy Lasorda come gli unici manager a vincere i loro primi tre All-Star Game. Questo fu anche il primo All-Star Game senza i presidenti delle League, essendo stati eliminati. E non c'erano più neppure gli arbitri dell'AL o della NL poiché tutti gli umpires erano diventati MLB.

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Andres Galarraga riceve l'applauso dei tifosi presenti al Turner Field durante la presentazione delle All-Star

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Andres Galarraga, al centro, e Sammy Sosa scherzano durante il batting practice al Turner Field prima dell'inizio dell'All-Star 2000. A sinistra Joe Girardi

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David Wells, a sinistra, parla con Derek Jeter, al centro, nel dugout dell'AL durante l'All-Star Game 2000. A fianco di Jeter, il bench coach degli Yankees Don Zimmer

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Chipper Jones viene salulato da Sammy Sosa dopo aver battuto il fuoricampo

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La 72ª edizione del Midsummer Classic tra le all-stars dell'American League e National League venne giocata il 10 luglio 2001 per la prima volta al Safeco Field di Seattle, Washington, casa dei Seattle Mariners dell'American League. Dopo quattro anni consecutivi di vittorie dell'American League, la National, relegata al ruolo di perdente, era alla ricerca di una vittoria. La sceneggiatura del 2001 era stata scritta, ma la star di questo spettacolo fu Cal Ripken Jr. L'Iron Man aveva annunciato il suo imminente ritiro ad inizio stagione e i fans riconoscenti lo ringraziarono più e più volte onorandolo in ogni stadio in cui andò a giocare. Il Midsummer Classic del 2001 assunse un'identità completamente nuova quando Cal scese in campo in terza base per la sua apparizione finale come All-Star. Tutti i presenti guardavano a casa base e sapevano che si stava scrivendo la storia. Alex Rodriguez con un grande gesto insistette perchè Ripken andasse nella sua abituale posizione all'interbase e Cal accettò con riluttanza. I ricordi erano appena iniziati per Ripken quando si presentò al piatto durante il terzo inning sull'onda del tema di The Natural che echeggiava nel Safeco Fields. I fans tributarono a Cal una delle più lunghe standing ovation mai elargite ad un giocatore All-Star mentre si toglieva il caschetto di battuta in segno di ringraziamento. Entrando nel box sventolò in mezzo a un mare di flash colpendo il primo lancio che vide arrivare da Chan Ho Park per mandarlo oltre il muro di sinistra.

Partita numero 72
Data 10/07/2001
Stadio

Safeco Field - Seattle

Spettatori 47364
M.V.P.

Cal Ripken, Jr.

1st Pitch

From To

Luis Aparicio

Bret Boone

Orlando Cepeda Edgar Martinez
Fergie Jenkins Freddy Garcia
Juan Marichal Mike Cameron
Tony Perez Kazuhiro Sasaki
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Roger Clemens

Randy Johnson

Managers

Joe Torre

Bobby Valentine

Coaches

Bruce Bochy

Tony Muser

Dusty Baker

Lou Piniella

Capitani onorari

Kirby Puckett

Ralph Branca

Bobby Thomson

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Cal Ripken alza il trofeo di MVP

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
National
0
0
0
0
0
1
0
0
0
1
3
1
American
0
0
1
0
1
2
0
0
X
4
8
0

WP: Freddy Garcia (1-0) LP: Chan Ho Park (0-1) S: Kazuhiro Sasaki (1)

HR: AL - Magglio Ordonez (1), Cal Ripken (1), Derek Jeter (1)

La partita

Nel primo inning, Alex Rodriguez titolare all'interbase costrinse il terza base Cal Ripken Jr. a cambiare la posizione in difesa permettendogli di giocare nel suo ruolo originale, tra gli applausi della folla. Il manager dell'AL Joe Torre accettò il cambiamento. La mossa permise a Ripken di stabilire il record per il maggior numero di presenze all'interbase negli All-Star Game. Ichiro Suzuki, stella di Seattle, iniziò dando ai suoi fans della città natale qualcosa per cui rallegrarsi, quando nel primo inning colpì un singolo contro il partente (ed ex Mariners) Randy Johnson, rubando poi la seconda. Randy Johnson lo bloccò sulla base e non concesse nessun punto nel primo inning. Ripken al terzo inning colpì il solitario home run contro Chan Ho Park mentre gli veniva tributata una standing ovation, mettendo l'AL avanti 1-0. L'AL segnò un altro punto nel quinto quando Iván Rodríguez con un singolo portò a punto Jason Giambi per il 2-0. Ryan Klesko con una volata di sacrificio ridusse lo svantaggio della NL nel sesto, facendo segnare Jeff Kent dalla terza. Nella parte bassa del sesto, con il punteggio di 2-1, Derek Jeter e Magglio Ordóñez colpirono, back to back, due fuoricampo contro Jon Lieber per il 4-1 dell'AL. Il punteggio rimase invariato fino alla fine. Il closer dei Mariners Kazuhiro Sasaki eliminò tre battitori consecutivamente nel nono per assicurare la vittoria all'AL. Cal Ripken fu premiato MVP della partita, diventando il quarto giocatore di sempre a vincere due MVP nell'All-Star Game. Questo fu il primo All-Star Game del Commissioner Bud Selig dopo essere stato nominato. Il partente dell'AL Roger Clemens venne fischiato alla cerimonia pre partita per aver messo strikeout 15 Mariners in una one-hit shutout nei play off della stagione precedente. Nel suo ultimo All-Star Game, Cal Ripken prese commiato mettendo in secondo piano grandi campioni come Ichiro Suzuki, Barry Bonds e altri. Quello che era iniziato come un viaggio nella memoria lo caricò a tal punto che realizzò un fuoricampo. "Tutta la mia carriera è stata solo una grande quantità di divertimento. Gli All-Star Game sono stati una buona parte di quella gioia, ma questo è di gran lunga il più speciale", disse Ripken. Il suo homer fu sicuramente il momento più emozionante di una partita che vide Roger Clemens affrontare Mike Piazza, per la prima volta dal loro incidente dell'anno precedente nelle World Series. Non ci fu nessun dramma lì, anche se qualcuno poi venne colpito da un pezzo di mazza rotta - il manager onorario della NL Tommy Lasorda, che era coach in terza base. Il prima base dei Reds, Sean Casey, nel suo unico at-bat, andò strikeout nel nono inning contro il closer di Seattle Kazuhiro Sasaki. L'AL vinceva il suo quinto All-Star Game di fila riducendo il proprio deficit a 40-31-1 complessivo. Ma fu la notte di Ripken. A 40 anni, Ripken soppiantò Stan Musial come il giocatore più anziano a battere un fuoricampo in un All-Star Game. "Sventolai di scatto, feci un buon contatto, la palla volò fuori dal campo e io mi sentivo come se stessi volando intorno alle basi", disse Ripken. Tony Gwynn, che si sarebbe ritirato con Ripken dopo quella stagione, applaudì dalla panchina avversaria. Il gioco fu interrotto, e tutti i giocatori dell'All-Star si unirono al Commissioner Bud Selig in una cerimonia di sei minuti prima del sesto inning per dare l'addio a Ripken e Gwynn. "E 'stata una grande corsa", disse poi Ripken ai fans. Molti gli diedero credito di aver salvato il baseball quando, dopo lo sciopero che spazzò via le World Series del 1994, continuò a battere il record della partite consecutive di Lou Gehrig nel 1995. I suoi capelli ora erano diventati grigi, e Ripken che aveva appena giocato nel suo 18° All-Star Game trascorse gli inning finali a guardarlo con suo figlio. Il suo primo All-Star Game arrivò nel 1983, quando gli Hall of Famer Johnny Bench e Carl Yastrzemski giocavano per l'ultima volta. Gwynn, inserito come membro onorario, non entrò a battere quel martedì. Ma il giocatore dei San Diego, campione di battuta per otto volte della NL, disse che era più che contento di seguire i festeggiamenti dalla panchina. Freddy Garcia, uno degli otto giocatori di Seattle che entrò in partita, fu il lanciatore vincente, e il compagno di squadra Kazuhiro ottenne la salvezza. Park fu il lanciatore perdente.

"Cal Ripken Jr. si avvicina, vede un lancio e colpisce un home run contro un lanciatore che probabilmente non ha mai visto prima. Questo è il tipo di magia che Cal porta sul campo, che ha portato per 20 anni o comunque per buona parte del tempo che ha giocato. Sarebbe stato molto opportuno se fosse finita per essere una partita da 1-0 e che lui avesse realizzato il punto vincente a casa" - Randy Johnson

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Cal Ripken Jr. (a sinistra) viene spinto da Alex Rodriguez a prendere la sua posizione all'interbase nel 1° inning

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Nel primo inning, Ichiro Suzuki raggiunge salvo la prima base sulla valida interna con il pitcher della NL Randy Johnson, a sinistra, che tenta di eliminarlo

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Cal Ripken Jr. subito dopo aver colpito il fuoricampo nel 3° inning

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Cal Ripken Jr. viene accolto dai compagni di squadra dopo l'HR nel 3° inning

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Derek Jeter guarda il suo fuoricampo battuto nel sesto inning che prende il volo contro il lanciatore della NL Jon Lieber

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L'arrivo a casa base di Derek Jeter dopo aver colpito il fuoricampo nel 6° inning salutato da Magglio Ordóñez che lo seguirà con un altro fuoricampo

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Tony Gwynn, a sinistra, e Cal Ripken Jr. si stringono la mano dopo aver ricevuto l'Historic Achievement Awards dal Commissioner Bud Selig

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Cal Ripken Jr. con il figlio Ryan mentre guardano la fine dell'All-Star Game

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L'All-Star Game del 2002 sarà ricordato sempre per le cose sbagliate. Era iniziato per essere uno dei più famosi, ma terminò in modo inatteso, come uno dei più deludenti. Il baseball era caduto in disgrazia per il presunto abuso di steroidi e un imminente sciopero per il revenue sharing (le misure adottate per ridistribuire alcuni ricavi tra le squadre delle League, al fine di ridurre le disparità economiche tra i team) che minacciava di allontanare ancora di più i fans dal gioco. Ancora peggio, il baseball aveva perso The Splendid Splinter, Ted Williams, uno dei suoi più grandi giocatori, morto la settimana prima all'età di 83 anni. Le cerimonie di apertura furono spettacolari, esaltate dalla presentazione dei trenta più grandi momenti del baseball e caratterizzato dalla presenza di molti dei suoi più grandi giocatori viventi. Mai prima d'ora c'era stato un tale raduno d'elite di nuovi e vecchi talenti tutti riuniti sullo stesso campo e nello stesso momento. Le leggende del gioco tra cui Warren Spahn, Hank Aaron e Willie Mays condivisero i riflettori con il futuro Hall of Famer Cal Ripken Jr. e Barry Bonds. La scena era pronta per una splendida dimostrazione del migliore baseball in campo. Il gioco in sé aveva tutto, grandi lanciatori, ottime difese, potenza in battuta e fenomenale risposta da parte dei tifosi. Tuttavia finì in mezzo a un mare di fischi in un pareggio 7-7 dopo undici inning, quando entrambe le squadre rimasero a corto di lanciatori. La 73a edizione del Midsummer Classic fu giocata per la prima volta al Miller Park di Milwaukee, e il secondo a finire in un pareggio, il decimo ad andare agli inning supplementari (di cui nove furono vinti dalla National League con il record di 9-0-1 fino ad oggi), e il primo ad utilizzare i sessanta giocatori. Prima della partita, le All-Star dei Red Sox Nomar Garciaparra, Johnny Damon e Ugueth Urbina scoprirono il numero 9 dipinto sull'erba all'esterno sinistro - la posizione che "Splendid Splinter" pattugliò in 18 All-Star Games mentre giocava per Boston. Gli highlights della carriera dell'Hall of Famee Ted Williams vennero proiettati sullo schermo prima dell'inaugurazione, e Garciaparra, Tony Gwynn, Sammy Sosa e Shawn Green parlarono dell'impatto che ebbe Williams su di loro durante l'All-Star al Fenway Park nel 1999. Alla fine del video, sul tabellone apparve semplicemente: "Ted Williams, 1918-2002, The Greatest Hitter That Ever Lived".

Partita numero 73
Data 09/07/2002
Stadio

Miller Park - Milwaukee

Spettatori 41871
M.V.P.

Nessun premio a nessun giocatore

National Anthem

Anastacia

1st Pitch

From To

Warren Spahn

Bob Uecker

Hank Aaron Jose Hernandez
Paul Molitor Jorge Posada
Robin Yount Richie Sexson
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Derek Lowe

Curt Schilling

Managers

Joe Torre

Bob Brenly

Coaches

Charlie Manuel

Frank Robinson

Mike Scioscia

Jim Tracy

Capitani onorari

Robin Yount

Ozzie Smith

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Le All-Star dei Boston Red Sox, Nomar Garciaparra, Johnny Damon e Ugueth Urbina scoprono il numero 9, in memoria di Ted Williams, dipinto sull'erba all'esterno sinistro al Miller Park di Milwaukee prima dell'inizio del 73° All-Star Game

League
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R
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American
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La partita

Il partente della National League Curt Schilling andò forte nella fase iniziale, mettendo strikeout tre battitori dell'AL nei due innings lanciati. Nella parte bassa del primo inning, Barry Bonds colpì una volata profonda contro lo starter dell'AL Derek Lowe, che sembrava abbastanza profonda per essere un home run. Invece, l'esterno centro Torii Hunter raggiunse la recinzione e prese la palla oltre il muro (il gomito era ben al di sopra del muro di due metri), negando alla NL il vantaggio. Bonds e i fans non potevano credere che egli fosse stato derubato di un altro fuoricampo, dopo averne realizzati 594 in carriera. Come Hunter corse fuori dal campo, Bonds giocosamente intercettò il vincitore del Gold Glove e lo sollevò mettendoselo in spalla. La NL mise il primo punto sul tabellone nella parte inferiore del secondo inning, quando Mike Piazza con un groundout fece segnare Vladimir Guerrero dalla terza. Segnarono ancora tre punti nel successivo inning, quando Todd Helton con un singolo portò a casa Jimmy Rollins. Barry Bonds ottenne vendetta per aversi visto rubare il fuoricampo nel primo inning colpendo un homer da due punti per dare alla NL il vantaggio di 4-0. L'AL avrebbe finalmente segnato nel quarto inning, grazie ad un singolo RBI di Manny Ramírez. L'AL dimezzò lo svantaggio dalla NL a metà del quinto inning, quando Alfonso Soriano colpì un solitario homer contro Eric Gagné. La NL allungò di un altro punto con il doppio RBI di Damian Miller nella parte bassa del quinto. L'AL realizzò un big inning nel settimo per prendere il vantaggio, per la prima volta nell'incontro. Un groundout RBI di Garret Anderson, un singolo RBI di Tony Batista e un doppio da due punti di Paul Konerko fecero segnare quattro punti all'AL. La NL riguadagnò il vantaggio in fondo al settimo inning, su un singolo da due punti di Lance Berkman, che fece segnare Mike Lowell e Damian Miller. L'AL rapidamente pareggiò la partita all'ottavo inning grazie al triplo di Omar Vizquel. Nessuna delle due squadre segnò più e la partita andò agli inning supplementari. Vicente Padilla e Freddy García tennero ciascuno gli inning zero a zero nel decimo e undicesimo, mantenendo il gioco in parità. Ma sorse un problema, a questo punto, poichè Padilla e Garcia erano gli ultimi lanciatori disponibili per ciascuna League. Nel mezzo dell'undicesimo inning, i manager dell'AL e NL Joe Torre e Bob Brenly si incontrarono con il Commissioner Bud Selig per discutere la situazione, e venne polemicamente stabilito che se la NL non avesse segnato in fondo all'undicesimo inning, la partita sarebbe stata dichiarata in parità. Dopo che la decisione fu annunciata nello stadio, i tifosi rumorosamente fischiarono e schernirono, lanciando bottiglie di birra in campo, e cantando "Fateli giocare!", "Rimborso", "Bud vattene!" e "Fregatura!". Garcia chiuse l'11° senza punti e la partita si concluse con un pareggio 7-7, con ulteriori fischi e bottiglie in campo. La Regola 4.17 del regolamento di gioco della MLB prevede che una squadra che non è in grado o rifiuta di mettere nove giocatori in campo perde la partita. Se questa regola fosse stata applicata correttamente, il team dell'American League sarebbe stato dichiarato vincitore. Questa fu anche la seconda volta in nove anni che un All-Star Game finì tra i fischi dei fans. Nel 1993, la folla al Camden Yards schernì il manager Cito Gaston dei Toronto Blue Jays per aver messo Duane Ward a chiudere la vittoria per 9-3, mentre Mike Mussina di Baltimora si riscaldava nel bullpen. "La decisione è stata presa perché non c'erano più lanciatori rimasti", disse Selig, "Questo non è il finale che avevo sperato. Ero in una situazione senza via d'uscita". Mentre i giocatori dissero che capivano la decisione - molte partite durante lo spring training vengono fermate per la stessa ragione - la folla non lo capì. "Con tutto quello che succede nel baseball, sono sicuro che i tifosi saranno molto arrabbiati", disse Hunter. Il risultato finale lasciò intatte le cinque vittorie consecutive dell'American League. La National League era leader delle serie complessive con 40-31 e ora due pareggi. Il gioco era durato tre ore e 29 minuti. Cinque altri All-Star Games erano durati più di undici inning, il più recente era il 2-0 della National League in tredici inning nel 1987. Il Commissioner Bud Selig dichiarò: "Questo non accadrà mai più".

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Due foto di Torii Hunter dei Minnesota Twins che deruba il fuoricampo di Barry Bonds nel primo inning

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Barry Bonds colpisce il fuoricampo da due punti contro il pitcger dei Toronto Roy Halladay nel terzo inning del 73° All-Star Game

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Barry Bonds dei San Francisco Giants giocosamente prende sulle spalle Torii Hunter che lo ha appena derubato di un home run nel primo inning

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Paul Konerko colpisce un doppio RBI contro Byung-Hyun Kim nel settimo inning per dare all'AL il vantaggio di 6-5

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Il Commissioner Bud Selig, il secondo da destra, a colloquio con il manager dell'AL Joe Torre, a destra, e il manager della NL Bob Brenly, nascosto, e gli arbitri durante l'11° inning per stabilire la fine della partita

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La reazione dei tifosi alla comunicazione della fine della partita all'11° inning e il lancio di bottiglie in campo per protesta

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Note:

La Continental Airlines sponsorizzò un nuovo concorso nel 2002, chiamato 30th Man (30° uomo), in cui i fans furono gli unici responsabili per la selezione di un giocatore finale che reputavano fosse meritevole dello stato di All-Star. Nell'American League i primi cinque furono Johnny Damon (692989), Jim Thome (666825), Eric Chavez (266110), Magglio Ordonez (179951) e Darin Erstad (122458). Nella National League i primi cinque furono Andruw Jones (559752), Brian Giles (488725), Larry Walker (297174), Albert Pujols (267196) e Ryan Klesko (138824).

I Red Sox aggiunsero, a partire dall'All-Star Game e per tutto il resto della stagione, il # "9" in nero e la fascia nera sulla manica destra della casacca, in ricordo di Ted Williams.

Quando Freddy García andò a battere nell'11° inning, indossò un casco dei Chicago White Sox. Guarda caso sarebbe stato ceduto agli White Sox due anni dopo.

L'American League pur avendo a disposizione cinque shortstops e una seconda base, fece giocare Omar Vizquel in seconda base.

I commentatori della FOX, Joe Buck e Tim McCarver, dichiararono che se la NL avesse vinto Damian Miller sarebbe stato nominato MVP, e se invece fosse stata l'American League a vincere il premio sarebbe stato assegnato a Paul Konerko.

Durante la partita i due manager indossarono dei microfoni per conversare con Buck, McCarver e altri.

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Dopo un'altra prima parte di stagione di baseball all'insegna di "un-fan-friendly", tra polemiche sulle mazze con il tappo (Sammy Sosa), la persistente minaccia di contrazioni delle squadre e accuse di pratiche commerciali sleali, la divisione marketing della Major League aveva tentato di ripristinare la fiducia dei fans nel gioco, facendo ammenda per la debacle del 2002 che si era conclusa con un pareggio, 7-7, dopo che entrambe le league erano rimaste a corto di lanciatori disponibili. Per aggiungere più significato alla nuova esibizione, lo slogan del Midsummer Classic del 2003 fu "This Time It Counts" (Questa volta conta) e per la prima volta nella storia del baseball professionista, il vantaggio del campo di casa nelle World Series sarebbe stato concesso alle squadre della League vincitrice. L'allettante proposta dimostrò di essere più di un semplice stratagemma di marketing, considerato che l'ultima squadra a superare la "home-field curse" (maledizione del campo di casa) erano stati i Pittsburgh Pirates, che avevano battuto lo svantaggio (e i Baltimore Orioles), nel lontano 1979. Quando entrambe le squadre scesero sul diamante del U.S. Cellular Field di Chicago, molti tifosi erano ansiosi di vedere il nuovo concetto in azione. I managers Dusty Baker e Mike Scioscia, convennero entrambi che la strategia maggiormente necessaria rispetto ai precedenti concorsi sarebbe stato in assoluto l'approccio conservativo della panchina. L'integrità del gioco non sarebbe stata compromessa dall'obbligo non scritto di uno skipper di "get everyone in" (mettere dentro tutti) e il 18 ottobre (gara 1 delle World Series 2003) tutto il mondo avrebbe visto esattamente cosa voleva dire. Il 74° All-Star Game era la settima apparizione alla manifestazione della Naval Station Great Lakes color guard di Waukegan, Illinois, che assieme agli agenti di polizia del Kane County Sheriff's Department portarono la bandiera canadese e quella americana sul campo esterno. Sia cinque uomini della color guard che gli agenti dello sceriffo accompagnarono i cantanti Michael Bublé, che cantò O Canada, e Vanessa Carlton che interpretò The Star-Spangled Banner.

Partita numero 74
Data 15/07/2003
Stadio

U.S. Cellular Field - Chicago

Spettatori 47609
M.V.P.

Garret Anderson

O' Canada

Michael Bublé

The Star Spangled Banner

Vanessa Carlton

God Bless America Amy Grant

1st Pitch

From To

Indefinito

Indefinito

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Esteban Loaiza

Jason Schmidt

Managers

Mike Scioscia

Dusty Baker

Coaches

Ron Gardenhire

Tony LaRussa

Jerry Manuel

Lloyd McClendon

Capitani onorari

Luis Aparicio

Gary Carter

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Garret Anderson con il trofeo di MVP e dell'Homerun Derby

League
1
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1
American
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3
X
7
9
0

WP: Brendan Donnelly (1-0) LP: Eric Gagne (0-1) S: Keith Foulke (1)

La partita

La prima metà del gioco assomigliò più ad un clinic di lanciatori poiché gli uomini sul monte dominarono nettamente il migliori battitori del gioco. Il partente della National League, Jason Schmidt, caratterizzato da un lancio efficiente eliminò in successione nel primo inning Ichiro Suzuki, Alfonso Soriano e Carlos Delgado con cinque rapidi lanci in rotta verso uno sforzo di due inning shutout. Gli aces dell'American League risposero anche loro così e il gioco rimase 0-0 grazie a qualche bel gioco difensivo dei loro compagni di squadra. Il primo highlight difensivo della notte arrivò nella parte alta del secondo, quando il prima base dell'AL, Delgado, si estese oltre la recinzione nella sezione dei fotografi (territorio foul) per prendere un popup di Gary Sheffield. Più tardi nella parte alta del quarto, l'esterno destro dell'AL, Suzuki, corse e saltò sullo warning track (alla Willie Mays) per strappare un sibilante line drive di Albert Pujols. Nel secondo inning il 74 ª Midsummer Classic visse il momento più spaventoso quando, con due out, Edgar Martinez venne colpito sul casco dalla palla veloce di Jason Schmidt. Fortunatamente, Martinez non si fece male e rimase in partita. Infine, l'American League riuscì a sfondare la situazione di stallo senza punti con un singolo di Delgado (per il vantaggio 1-0) nel terzo, ma la NL rispose con un big inning da 5 punti nel quinto. Il manager dell'AL, Scioscia diede la palla al rilievo di Seattle Shigetoshi Hasegawa per iniziare la quinta ripresa. Hasegawa fece vedere immediatamente una mancanza di controllo, concedendo la base al leadoff Gary Sheffield prima di arrendersi al primo home run della partita. Todd Helton colpì il primo lancio, una palla veloce, per posarla oltre il muro al centro campo portando la NL sul 2-1. Era il primo fuoricampo battuto da un membro dei Colorado Rockies nella storia dell'All-Star. Scott Rolen lo seguì con un singolo prima che Hasegawa realizzasse il secondo out, ma il pinch-hitter Rafael Furcal, a sua volta, colpì un singolo al centro, spingendo Scioscia a sostituirlo con il rilievo Eddie Guardado per fronteggiare il mancino Jim Edmonds. Questa sostituzione fallì quando la NL mise il destro Andruw Jones a battere per Edmonds, che colpì un doppio sulla linea sinistra del campo. La valida di Albert Pujols portò a casa il quinto punto della NL. Il parziale di 5-1 rimase fino alla parte bassa del sesto, quando gli Americans tornarono in attacco contro il destro Woody Williams. Alex Rodriguez colpì un singolo infield e arrivò in seconda base grazie al tiro dell'interbase Furcal che volò alto sopra la testa del prima base Richie Sexson per un errore. Garret Anderson poi colpì un homer sul primo lancio oltre la recinzione al centro-destro per ridurre lo svantaggio dell'AL a 5-3. Andruw Jones colpì ancora nella parte alta del settimo, battendo un lancio di Mark Mulder in tribuna per un solitario homer che dava alla NL un vantaggio di 6-3. Ma Jason Giambi nel suo primo at-bat colpì il primo lancio di Billy Wagner per depositarlo oltre la recinzione e portare l'AL sotto 6-4. Le cose divennero ben presto difficili per la NL quando il closer dei Dodgers, Eric Gagne, concesse, con un out, un doppio a Garret Anderson. L'esterno degli Angels fu sostituito dal pinch-runner Melvin Mora, che segnò sul doppio di Vernon Wells per portare lo svantaggio a 6-5. Poi, l'improbabile eroe Hank Blalock (pinch-hitter per Troy Glaus) andò a battere e colpì il primo pinch-hit homer in un'All-Star Game a partire dal 1995 e suggellare il destino della National (7-6) e il vantaggio-campo di casa per i suoi fratelli dell'American League. Blalock, 22 anni e terza base dei Texas Rangers, era diventato il 12° giocatore nella storia a battere un fuoricampo nel suo primo at-bat in un All-Star Game e alla fine della partita confessò:"E' una sensazione incredibile nel mio primo All-Star Game realizzare questo per davvero e fare la differenza per l'American League". "Sono sicuro che qualunque squadra dell'AL che arriverà alle World Series invierà a Blalock una confezione da 12 di qualcosa - soprattutto se si va a gara 7", aveva aggiunto Jason Giambi degli Yankees. Il rilievo degli Angels, Brendan Donnelly, lanciò l'ottavo inning scoreless e il closer Keith Foulke eliminò gli ultimi tre battitori della NL nel nono per la salvezza. A fine partita il pitcher perdente della NL, Eric Gagne, a proposito della sua non felice performance disse: "E' un All-Star Game. Tu non vuoi andare là fuori e dare la base alla gente. Vuoi sfidare la gente, e questo è quello che ho cercato di fare. Voglio dire, ho provato a lanciare il mio gioco e sono stato battuto". Una notte, dopo aver vinto l'Home Run Derby, l'uomo che aveva messo in moto la rimonta dell'America League, Garret Anderson, venne nominato Most Valuable Player (Ted Williams Award). A Anderson mancò solo un triplo per colpire per il cycle dopo essere andato tre su quattro con un fuoricampo e due RBI. Era la prima volta che un vincitore del Derby metteva a segno un fuoricampo da Frank Thomas nell'All-Star Game del 1995 ad Arlington. Alla fine, l'American League aveva esteso la sua striscia di imbattibilità nel Midsummer Classic a sette partite e aspettava il Fall Classic, che sarebbe iniziato (e forse terminato) in casa propria.

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Jorge Posada e il figlio, Jorge Jr., durante l'introduzione del giocatore prima dell'inizio del 74° All-Star Game allo US Cellular Field di Chicago

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Da sinistra a destra: La panchina della NL con Rafael Furcal, Javy Lopez, Richie Sexson, Aaron Boone e Geoff Jenkins

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Todd Helton (# 17) festeggiato a casa base da Gary Sheffield dopo il suo fuoricampo nel 5° inning contro Shigetoshi Hasegawa

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Il manager dell'AL, Mike Scioscia, contesta una chiamata per l'interferenza di un fan con l'arbitro di casa base Tim McClelland nel 5° inning. La valida permise alla NL di segnare due punti e condurre 5-1

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Il fuoricampo di Garret Anderson contro Woody Williams dei St. Louis Cardinals nel sesto inning che ridusse lo svantaggio dell'AL a 5-3. Il catcher è Paul Lo Duca dei Los Angeles Dodgers e l'arbitro di casa base è Tim McClelland

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Hank Blalock, nell'8° inning, mentre colpisce il fuoricampo da due punti contro il closer della NL Eric Gagne

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A sinistra, Hank Blalock dei Texas Rangers viene accolto a casa base dal manager dell'American League Mike Scioscia dopo il suo fuoricampo da due punti nell'8° inning che li portò in vantaggio 7-6

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L'All-Star Game 2004 venne giocato il 13 luglio al Minute Maid Park di Houston e sarà per sempre ricordato non per quello che è successo, ma per quello che non è accaduto. Come nella maggior parte degli eventi All-Star, il battage pre-partita fu al massimo storico e i media sportivi non avrebbero potuto chiedere di meglio per coprire il corso degli eventi. Il recente rientro, dopo il ritiro annunciato l'anno prima, di Roger Clemens aveva dominato i titoli dei giornali e la folla dei fans degli Houston Astros era molto ansiosa di testimoniare che il loro "figlio prediletto" avrebbe fatto qualcosa di importante che sarebbe stato ricordato nella storia. All'età di quarantun anni, Clemens era diventato il lanciatore più vecchio ad iniziare un All-Star Game e aveva da poco completato una fenomenale prima metà della stagione. Veterano del Classic, Roger aveva dominato per l'American League in tutte e otto le sue precedenti apparizioni All-Star. Durante questo periodo, aveva affrontato quaranta battitori e aveva concesso una sola valida da extra-base (un fuoricampo a Andre Dawson nel 1991). Ironia della sorte, il ricevitore Mike Piazza, che aveva avuto una ostilità di lunga data con "The Rocket", fu il ricevitore titolare per la National League. Ambedue i giocatori avevano dichiarato di aver messo il passato alle spalle, ma molti dubitavano che questo fosse vero. Nelle cerimonie di apertura, l'icona americana Muhammad Ali fu aiutato a lanciare la cerimoniale prima palla e il grande Hall of Famer Nolan Ryan "allenò" un fortunato fan che aveva vinto il concorso per lanciare nel contesto sponsorizzato dalla Taco Bell. Poco a poco i fans al Minute Maid Park si resero conto che questi sarebbero stati gli unici lanci di qualità fino al secondo inning.

Partita numero 75
Data 13/07/2004
Stadio

Minute Maid Park - Houston

Spettatori 41886
M.V.P.

Alfonso Soriano

The Star Spangled Banner Fantasia Barrino

1st Pitch

From To

Jamie Caro (Salvation Army)

Ivan Rodriguez

Jacob Hobbs (Boys & Girls Club Mike Piazza
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Mark Mulder

Roger Clemens

Managers

Joe Torre

Jack McKeon

Coaches

Tony Pena

Jimy Williams

Carlos Tosca

Clint Hurdle

Capitani onorari

Pratica temporaneamente sospesa

Pratica temporaneamente sospesa

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Alfonso Soriano alza il trofeo MVP

League
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3
4
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American
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14
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National
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4
9
1

WP: Mark Mulder (1-0) LP: Roger Clemens (0-1)

HR: AL - Alfonso Soriano (1), David Ortiz (1), Manny Ramirez (1)

La partita

Quasi subito dopo essere salito sul monte, Clemens ebbe dei problemi. Velocità, controllo e accordo sui lanci con il suo catcher furono evidentemente carenti e prima che si rendessero conto, la National League era sotto 6-0. Ichiro Suzuki da leadoff colpì un doppio. Ivan Rodriguez accese il big inning dell'American League battendo il primo RBI con un triplo. Poi, Manny Ramirez colpì un home run da due punti dando ai suoi compagni di squadra un immediato vantaggio di 3-0. Con due out, Jason Giambi raggiunse la base su un raro errore di Jeff Kent, e dopo Derek Jeter colpì un singolo a sinistra. L'MVP dell'incontro, Alfonso Soriano, pulì le basi con un fuoricampo sul primo lancio spedendo la palla oltre la recinzione a sinistra dando all'American League un enorme vantaggio. Sia Clemens che la folla rimasero in stato di shock dopo aver concesso 6 punti nel primo inning, più di quanti ne avesse mai concesso in tutta la sua carriera All-Star fino a questo momento. Anche se lui stava lanciando solo dopo due giorni di riposo, "The Rocket" rifiutò di accettarla come una scusa e si prese la piena responsabilità, mentre tornava nella clubhouse. Purtroppo molti fans, così come i membri dei media, avrebbe poi alimentato le voci di una "teoria della cospirazione" dopo che Clemens sembrò rifiutare un paio di lanci chiamati dal "rivale" che portò al fuoricampo di Ramirez. L'apertura a sorpresa stabilì che era solo la seconda volta che una squadra All-Star segnava sei punti in un singolo inning, così come il maggior numero di punti segnati da una squadra. L'American League aveva realizzato il record di sette punti nel terzo inning nel Classic dell'83. Come risultato, lo skipper Jack McKeon fu costretto a cambiare tutto il suo piano di gioco dopo che il partente aveva effettuato trentacinque lanci nel primo disastroso inning. L'improvviso riordino servì ad evitare che la National League rimanesse al palo e da questo momento lottò per tutta la gara. Segnò un punto nella parte bassa del primo ma nonostate il sostegno dei 41886 tifosi, la National League non ebbe nessun'altra reazione offensiva fino al quarto inning quando i padroni di casa riuscirono a segnare tre punti contro C.C. Sabathia. Prima Jeff Kent, con due out, colpì un singolo e Carlos Beltran lo imitò subito dopo. Edgar Renteria mandò a casa Kent su un doppio per regola sul lato sinistro, e altre due punti furono segnati su un doppio di Albert Pujols. Per non essere da meno, David Ortiz aggiunse il terzo home run da due punti per l'American League che portò il vantaggio degli ospiti a cinque. Il partente Mark Mulder fu accreditato della vittoria dopo aver tenuto la National League a un punto in due inning di lavoro, aiutato anche dal fatto che entrare in gioco con un vantaggio di 6-0 diede all'ace degli Oakland delle ottime chance. Nel secondo inning, Mulder eliminò Barry Bonds su una volata di routine al centro campo, che gli piacque quasi quanto ottenere la vittoria. Quando il rilievo dell'American League, Esteban Loaiza, diede la base intenzionale a Barry Bonds più avanti nel gioco, il pubblico che gremiva lo stadio lo coprì di fischi. Forse le performance più emozionanti sul monte ebbero luogo solo dopo che il gioco era stato chiaramente deciso. Fu offerto ai tifosi presenti un vero e proprio "duello di lanciatori", tra due dei più grandi del gioco. Eric Gagne, che di recente aveva stabilito un record assoluto per il maggior numero di salvezze consecutive (84) completò lo sforzo dei Nationals e Mariano Rivera, il closer dal maggior numero di successi nella post-season della storia, chiuse la partita. Sempre con il concetto che "it counts" (contestato dal sindacato giocatori), l'American League vincendo 9-4 ebbe il secondo consecutivo vantaggio del campo di casa nelle World Series del 2004. Il singolo di Derek Jeter, il doppio di Ichiro Suzuki, il triplo di Ivan Rodriguez, e l'home run di Manny Ramirez nella parte alta del primo inning fecero la storia, e l'American League divenne la prima squadra All-Star a battere per il cycle nello stesso inning. L'All-Star Game 2004 fu vista da trenta milioni di persone negli Stati Uniti e da oltre un centinaio di milioni di persone in tutto il mondo. Venne trasmessa in duecentoventi paesi e tradotta in almeno dodici lingue diverse.

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Due toccanti immagini del grande Muhammad Ali mentre si avvicina al monte per il lancio cerimoniale, attorniato da tutti i giocatori All-Star, e sotto con Joe Torre, manager dell'AL

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Il 76° Midsummer Classic fu giocato al Comerica Park di Detroit, la casa dei Detroit Tigers dell'American League, il 12 luglio del 2005. Alla vigilia di questo All-Star Game, la Major League Baseball aveva annunciato il debutto del World Baseball Classic, in cui giocatori delle Major League avrebbero partecipato ad un torneo formato da 16 paesi nel marzo del 2006. L'annuncio non poteva arrivare in un momento migliore, poichè il baseball, ancora una volta si trovava in disaccordo con molti dei suoi fans. Un'indagine del Congresso sull'uso illegale degli steroidi aveva contribuito alle controversie tra i giocatori e i media. Lo sport stesso, che era stato tolto dagli eventi olimpici, aveva lasciato molti con l'amaro in bocca in un clima simile alle stagioni che avevano seguito le controversie di lavoro dei giocatori. Prima della partita, un super coro composto da tre cori di Windsor, Ontario, cantò l'inno nazionale canadese "O Canada". Poi, ci fu un minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Londra del 7 luglio, avvenuti pochi giorni prima della partita e che fecero 52 vittime e 700 feriti, e la Detroit Symphony Orchestra suonò "God Save the Queen", l'inno nazionale della UK. Il cantante Brian McKnight cantò "The Star-Spangled Banner", l'inno nazionale degli Stati Uniti. I fans di tutto il mondo erano ansiosi di vedere le formazioni che sarebbero scese in campo di entrambe le League soprattutto dopo il lunedi notte del CENTURY 21 Home Run Derby, in cui Bobby Abreu dei Philadelphia Phillies aveva battuto il record del maggior numero di HR (41) della manifestazione, dopo averne centrati ventiquattro nel primo turno. Molti analisti convennero che entrambe le squadre erano alla pari sul monte di lancio, ma che l'AL aveva un netto vantaggio al piatto con un roster che non si vedeva dai tempi di Hank Aaron, Roberto Clemente e Reggie Jackson. Questo si sarebbe poi rivelato vero quando l'American League vinse il suo nono Midsummer Classic di fila con il conseguente terzo vantaggio del campo di casa per le World Series (I Nationals non avevano più assaporato la vittoria nel Classic dal 1996).

Partita numero 76
Data 12/07/2005
Stadio

Comerika Park - Detroit

Spettatori 41617
M.V.P.

Miguel Tejada

British National Anthem Detroit Symphony Brass
O' Canada Canadian All-Star Choir
The Star Spangled Banner e God Bless America Brian McKnight

1st Pitch

From To

Al Kaline

Ivan Rodriguez

Willie Horton
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Mark Buehrle

Chris Carpenter

Managers

Terry Francona

Tony LaRussa

Coaches

Alan Trammell

Felipe Alou

Ken Macha

Ned Yost

Capitani onorari

Pratica temporaneamente sospesa

Pratica temporaneamente sospesa

Miguel Tejada alza il trofeo di MVP del 76° Midsummer Classic

League
1
2
3
4
5
6
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8
9
R
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National
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0
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American
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1
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2
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0
X
7
11
1

WP: Mark Buehrle (1-0) LP: John Smoltz (0-1) S: Mariano Rivera (1)

HR: NL - Andruw Jones (1); AL - Mark Teixeira (1), Miguel Tejada (1)

La partita

La superstar Dominicana Miguel Tejada, dei Baltimore Orioles, cominciò subito con un home run - effettuando poi in difesa una presa su una rimbalzante da Gold Glove - meritandosi il prestigioso Ted Williams Most Valuable Player Award presentato dalla Chevrolet. Era il quinto giocatore nato in America Latina tra gli ultimi otto vincitori MVP e solo un esempio del gioco stellare dell'American League. Con Abreu, in prima base per i Nationals, dopo un leadoff singolo nel primo inning, Carlos Beltran colpì una cannonata contro il partente dell'AL (e pitcher vincente) Mark Buehrle nel mezzo del diamante per quella che sembrava essere una valida imprendibile. Subito Tejada balzò pochi metri alla sua sinistra, prese la palla e la passò al suo compagno di squadra negli Orioles, Brian Roberts, mentre era a terra per un doppio gioco da highlight. Non sarebbe stato il suo ultimo sforzo per finire nello speciale dei "Plays of the Week" della ESPN. Dimostrando che cosa significa veramente essere un "giocatore completo", Tejada andò a segnare nel secondo inning il primo punto della partita per l'AL con un epico singolo shot contro l'asso degli Atlanta Braves, John Smoltz, colpendo, sul conteggio di 0-1, la sua palla veloce oltre 133 metri nelle tribune a sinistra per il suo primo fuoricampo in carriera nell'All-Star Game. Nel terzo inning, lo slugger dei Campioni del Mondo dei Red Sox, David Ortiz, con un singolo RBI contro il rilievo Roy Oswalt, che andò a colpire il muro di destra, portò a due il vantaggio dell'AL. Tejada tornò a battere e fece segnare un altro punto in quell'inning su scelta difesa, e l'esterno giapponese Ichiro Suzuki dei Seattle Mariners mantenne alta la pressione con un doppio RBI sul suo singolo contro Livan Hernandez nel quarto inning. Dopo due inning shutout di qualità di Buehrle, il manager Terry Francona consegnò la palla all'asso degli Anaheim Angels Bartolo Colon che lanciò un forte terzo inning prima di cedere il posto a Johan Santana, Matt Clement e Jon Garland. Tutti e tre tennero sotto controllo i Nationals fino al sesto, mentre il loro lineup continuò a devastare i lanciatori avversari. Battendo da destra, il switch-hitter e prima base Mark Teixeira dei Texas Rangers colpì un fuoricampo da due punti in campo opposto contro Dontrelle Willis, che era nel bel mezzo di una stagione epica. Sorprendentemente, Teixeira era in testa alla League alla pausa dell'All-Star con 25 homerun, ma ognuno di questi era stato battuto da mancino. Fu solo un esempio della "Murderers' Row" moderna che mise in mostra l'American League e che comprendeva inoltre il Most Valuable Player della league, Vladimir Guerrero e Alex Rodriguez, che era una minaccia annuale con i suoi 50 homer. Anche se gli Americans avevano costruito un vantaggio in anticipo, il gioco riuscì comunque a fornire alcuni momenti di pathos, quando i Tigers proiettarono un commovente video in omaggio al loro commentatore sportivo e Hall of Famer Ernie Harwell, accolto da una standing ovation. In netto contrasto agli applausi rivolti a Harwell ci furono i "boo boo"subito dopo che la porta del bullpen dell'AL si aprì e fecero uscire il più recente "Public Enemy # 1" Kenny Rogers, lanciatore dei Texas Rangers, che aveva provocato polemiche, ottenendo anche una sospensione di 20 partite, dopo un recente scontro fisico con un cameraman televisivo. Giustizia fu fatta quando Rogers venne colpito duramente da Andruw Jones dei Braves, leader delle Major Leagues negli homer al break dell'All-Star, con 27. Il fuoricampo ridusse lo svantaggio sull'American League per 7-2. Le cose continuarono a favorire i Nationals nell'ottavo quando Miguel Cabrera colpì un RBI per scelta difesa contro Joe Nathan e ridusse lo svantaggio a 7-3, e i suoi compagni di squadra ne aggiunsero altri due nel nono con il doppio di Luis Gonzalez contro B.J. Ryan e la scelta difesa sul groundout di Carlos Lee. Proprio quando le cose stavano cominciando a farsi interessanti, fu messo a lanciare "The Sandman", il leggendario closer dei New York Yankees Mariano Rivera, che sparò tre ardenti strike per chiudere la partita e preservare la vittoria per 7-5. Era la sua seconda salvezza in un'All-Star. Alla fine, non si potè negare il dominio dell'American League che fu in grado di produrre punti con sei delle nove posizioni offensive (I Nationals avevano comunque dominato complessivamente il Midsummer Classic da metà degli anni '60 fino ai primi anni '80). Il giorno seguente , un giornalista colse l'essenza del Midsummer Classic del 2005, scrivendo: "Non c'è esagerazione nel dire quanto sia buono questo lineup dell'American League. Sembra che sia stato stilato, non da un manager ma da un potere superiore, un'entità con ancora più ampi poteri del Commissioner".

"Questa sera è stata una grande partita per l'American League. Abbiamo realizzato molto. Avevamo ragazzi che potevano colpire la palla fuori dal campo in qualsiasi momento e in qualsiasi direzione. E' stato un gioco divertente per noi" - Il terza base dell'AL Alex Rodriguez su MLB.com (Doug Miller, 13/07/2005)

Note:

Per la terza volta nella sua carriera, Pedro Martinez scelse di non giocare nel Midsummer Classic e diventò l'ottavo giocatore nella storia dell'All-Star ad essere nominato in tre diverse squadre All-Star e poi sostituito. Gli altri sette giocatori furono: George Brett, Jose Canseco, Rod Carew, Ken Griffey Jr., Mark McGwire, Eddie Miller e Carl Yastrzemski.

Che cosa hanno in comune le All-Star Games del 1943, 1976, 1992 e 2005? Questi sono gli unici Midsummer Classics nella storia in cui non uno dei primi dieci leader di fuoricampo in attività ha iniziato il gioco.

Troppo facile?

Che cosa hanno in comune le All-Star Games del 1941, 1978, 1997 e 2005? Ognuna ha avuto un giocatore con una striscia di venticinque partite consecutive con almeno una valida che è entrato in gioco e ognuno di questi ha realizzato una valida durante la gara. Quei giocatori sono rispettivamente: Joe DiMaggio, Pete Rose, Sandy Alomar Jr. e Johnny Damon.

La panoramica del Comerika Park di Detroit durante la presentazione delle due All-Star

Due foto di Miguel Tejada che viene complimentato, in alto, dal coach di terza Dale Sveum e sotto da Mark Teixeira dopo il suo fuoricampo nel secondo inning

Ichiro Suzuki viene eliminato su pickoff in prima dal pitcher Livan Hernandez nella parte bassa del quarto inning. Suzuki aveva appena colpito un singolo che aveva portato a casa due punti. Il prima base è Derrek Lee dei Cubs

Lo sconfortato Kenny Rogers esce dal campo dopo l'accoglienza a suoni di boo e la sua opaca performance nel settimo inning dove concesse i primi due punti ai Nationals

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Nel 2006, il Midsummer Classic ritornò nella città di Pittsburgh per la quinta volta nei 77 anni della manifestazione (eguagliando il record degli Indians per il maggior numero di volte che un'unica franchigia aveva ospitato l'All-Star Game). Dopo essere state giocate nel bucolico Forbes Field (due volte) e nell'immenso stadio conosciuto come Three Rivers Stadium (due volte), le All-Stars viaggiarono "indietro nel tempo" per una delle ultime novità del panorama della Steel City, il PNC Park. Ricordando i giorni di gloria del baseball dei vecchi tempi, il ballpark, progettato in stile retrò, fornì il palcoscenico ideale per mostrare i migliori giocatori del baseball moderno. Inoltre, la regnante "Città dei Campioni" della National Football League non badò a spese quando ospitò l'evento della Major League Baseball, nonostante il fatto che i Pirates stessero vivendo una delle peggiori stagioni nella recente memoria. A dir poco, fu un investimento utile, poiché l'All-Star attirò circa 100000 visitatori nella città. I funzionari locali stimarono che la partita produsse un valore di oltre 50 milioni di $ per l'economia in camere d'albergo, schede ristorante, parcheggi, feste VIP e serate di gala correlate. Per una settimana, un'atmosfera simile alle World Series calò sulla città, iniziando con una miriade di tributi alla memoria dei grandi giocatori di baseball in nero e oro tra cui Honus Wagner, Roberto Clemente e Willie Stargell. Inoltre, il centro della città si trasformò in un paradiso degli amanti di baseball. Enormi striscioni a tema di baseball vennero appesi sulla sommità degli edifici. Molti dei famosi ponti della città vennero chiusi per il carnevale di strada. Enormi palle da baseball gonfiabili galleggiavano nel fiume vicino e l'intera area, intorno al PNC Park, era piena di venditori, animatori e attività per i fans. Una recente aggiunta alla celebrazione estiva denominata "Fanfest" occupò la Convention Center della città, caratterizzato da enormi spazi dedicati alle attrazioni della Major League per gli appassionati di tutte le età. Colmando il divario tra il passatempo nazionale di ieri e di oggi, il "Fanfest" fu caratterizzato tutto dalla mazza di "The Bambino" in un gioco di realtà virtuale in cui i partecipanti battevano contro "The Big Unit". La partita in sé non poteva arrivare in un momento migliore, con il mondo del baseball che era al centro di una delle stagioni più emozionanti e imprevedibili nella recente memoria. Dopo il successo internazionale del World Baseball Classic, la prima parte della maratona della Major League comprendeva la fenomenale squadra dei Detroit Tigers che stava scappando nell'American League Central, il secondo "non- ritiro" dell'ace degli Houston Astros (e futuro Hall Of Famer ?) Roger Clemens, e la corsa altamente contestata dello slugger Barry Bonds dei Giants verso titolo degli homerun di Hank Aaron. Ciò era avvenuto nel terzo anno degli sconvolgimenti storici, riconoscimenti e disavventure, il più sorprendente dei quali erano state le stagioni vincenti messe insieme dai Boston Red Sox e dai Chicago White Sox, che avevano entrambi rotto back-to- back le loro maledizioni durate oltre 80 anni. Era come se l'America avesse ritrovato il suo passatempo nazionale e l'entusiasmo che circondava l'All-Star Game 2006 dimostrava che il baseball stava sicuramente tornando! In tono umoristico, uno dei più famosi personaggi di fantasia della storia del baseball venne brevemente portato in vita durante l'All-Star "Futures Game" quando il prospetto dei Dodgers, Chin Lung Hu (del World Team), fu spostato a giocare dall'interbase in prima base. Per un pomeriggio di domenica, la famosa commedia di Abbott & Costello suonò vera e la vecchia questione di "Who's on first?" (Chi è in prima) finalmente aveva un senso.

Partita numero 77
Data 11/07/2006
Stadio

PNC Park - Pittsburgh

Spettatori 38904
M.V.P.

Michael Young

The Star Spangled Banner

Kerry Underwood

1st Pitch

From To
Chuck Tanner

Phil Garner

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Kenny Rogers

Brad Penny

Managers

Ozzie Guillen

Phil Garner

Coaches

John Gibbons

Jerry Narron

Eric Wedge

Jim Tracy

Capitani onorari

Pratica temporaneamente sospesa

Pratica temporaneamente sospesa

 

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
0
1
0
0
0
0
0
0
2
3
7
1
National
0
1
1
0
0
0
0
0
0
2
6
0

WP: B.J. Ryan (1-0) LP: Trevor Hoffman (0-1) S: Mariano Rivera (1)

HR: NL - David Wright (1); AL - Vladimir Guerrero (1)

La partita

La National League sperava di incassare finalmente la vittoria dopo aver perso otto delle ultime nove partite dell'All-Stars (un pareggio chiuse l'edizione nel 2002, quando entrambe le squadre rimasero a corto di lanciatori). In realtà, l'ultima vittoria del Senior Circuit era stata a Philadelphia nel 1996, ma le cose sembravano promettenti nel '06, visto che i Nationals avevano sempre storicamente vinto quando si giocava a Pittsburgh. Ad aggiungersi alla pressione c'erano le implicazioni del Fall Classic nella postseason, dopo che era stata introdotta nel 2003 l'istituzione della filosofia di "it counts", la concessione del vantaggio del campo di casa al vincitore nelle World Series. Da allora, gli Americanis avevano dominato il Fall Classic 2-1 così come le partite inter-league della stagione regolare che erano state progettate per fornire ai fans alcuni scontri rari ed emozionanti. Nel descrivere la sconfitta dell'anno precedente per 7-5, un giornalista aveva scritto che "Non c'è esagerazione nel dire quanto sia buono questo lineup dell'American League. Sembra che sia stato stilato, non da un manager ma da un potere superiore, un'entità con ancora più ampi poteri del Commissioner". Desiderosi di vendicarsi, i Nationals arrivarono alla manifestazione vantando un forte lineup di "Lumberjacks", tra cui lo slugger di St. Louis Albert Pujols, la stelle di Washington D.C. Alfonso Soriano e David Wright dei New York, che aveva messo su un grande spettacolo al primo turno dell'Home Run Derby della sera precedente. Dopo aver raggiunto la finale del concorso Century 21, lunedi notte con 16 colpi, Wright fu sconfitto di misura (5-4) dal compagno di squadra All-Star, Ryan Howard dei Phillies, in una resa dei conti tutta NL East. Come ogni All-Star Game a partire dal 1970, gli 8 giocatori partenti di posizione (escluso il battitore designato dato lo stadio della NL) di ciascuna League furono eletti dal ballottaggio dei fans. I restanti giocatori erano stati selezionati con i voti dei giocatori, il manager del team di ogni League, e l'All-Star Final Vote per aggiungere un altro giocatore ad ogni roster. In tutto, vennero selezionati 32 giocatori per la squadra di ogni League, non compresi i giocatori che avevano deciso di non giocare a causa di infortuni o per motivi personali. Sul monte di lancio, i fans della NL avevano eletto diversi lanciatori alla loro prima apparizione All-Star tra cui Bronson Arroyo dei Cincinnati e Brandon Webb degli Arizona, mentre altri avevano votato per la "vecchia guardia", tra cui Tom Glavine dei Mets, che aveva deciso di non partecipare a quella che sarebbe stata la sua 10a apparizione. Lo skipper Phil Garner, ex Pittsburgh Pirates, era pienamente consapevole del talento attorno a lui ed era stato ripreso nella clubhouse (prima della partita), mentre diceva ai suoi giocatori semplicemente di "fare quello che sapevano fare meglio" al posto dei segnali. Nella clubhouse dell'AL, lo schietto e, a volte, inarrestabile Ozzie Guillen era anche lui in possesso di un lineup pieno di alcuni grandi nomi. Sul lato offensivo, la superstar dei Seattle Ichiro Suzuki e l'angelo custode di Anaheim, Vladimir Guerrero, uniti a "Big Papi" David Ortiz dei Boston, mentre l'asso dei Detroit Kenny Rogers, le stelle dei Chicago Mark Buehrle e Roy Halladay dei Toronto erano in cima alla lista dei partenti dell'AL. Il loro bullpen era uno dei migliori del gioco, guidato dalla perenne stella dell'All-Star e della postseason Mariano Rivera. Fu reso omaggio durante i festeggiamenti pre partita a "The Family" e ai Champions delle World Series di Pittsburgh, che si ritrovarono tutti attorno al monte per il primo lancio cerimoniale, effettuato dal manager dei Bucco Chuck Tanner. Il 77enne ex manager si avvicinò al monte assieme ad alcuni giocatori della squadra del 1979 che comprendeva Kent Tekulve, Bill Madlock, Manny Sanguillen, Dave Parker e Phil Garner (Il manager della squadra della National League, ottenne il permesso dalla Major League Baseball di avere il suo ex mentore come bench coach onorario). Fu il primo di molti lanci memorabili. Stranamente, sia i lanciatori che i battitori dominarono la prima e l'ultima parte della partita, in cui ci furono tanti momenti di grandezza in entrambe le estremità, e molto meno nel mezzo. Il pitcher destro dei LA, Brad Penny, impostò la partita per i giocatori della National League dopo aver messo strikeout Ichiro Suzuki, Derek Jeter e David Ortiz nel primo inning, con nient'altro che ardenti fastballs. Le palle viaggiavano alla velocità di 99 mph, ma l'unico errore di Penny accadde nel secondo inning, quando Vladimir Guerrero colpì un fuoricampo in campo opposto distante 109 m per aprire le marcature. David Wright dei Mets rispose all'esplosione di Guerrero con un homerun da solista nella parte bassa del secondo, pareggiando la partita. Nella parte bassa del terzo, Alfonso Soriano colpì un singolo, con un out, e rubò la seconda base. Ma venne eliminato a casa base (da Vernon Wells), non essendosi fermato allo stop del coach di terza base Jerry Narron sul singolo di Carlos Beltran. Dopo aver raggiunto la seconda sulla giocata a casa, Beltran rubò la terza e si precipitò a casa su un lancio pazzo di Roy Halladay. Per i successivi 6 inning e 2/3, fu evidente che i Nationals erano tornati alle loro radici e stavano avvicinandosi alla fine della loro lunga siccità nell'All-Star affidandosi a lanciatori solidi, velocità e a una degna difesa. Anche i fans dei Pittsburgh Pirates ebbero qualcosa di cui rallegrarsi, dopo che il preferito della squadra di casa, Freddy Sanchez, effettuò una presa spettacolare all'interbase per terminare il quinto inning (Prima del quinto, la partita venne momentaneamente interrotta in modo che il Commissioner della MLB, Bud Selig, potesse consegnare l'Historic Achievement Award a Vera Clemente, la vedova della leggenda dei Pirates Roberto Clemente, in onore ai successi del suo defunto marito dentro e fuori dal diamante di baseball. Era il giusto tributo a uno dei figli prediletti dei Pittsburgh e del baseball. Nonostante l'entusiasmo iniziale del punteggio nel secondo inning, le due squadre sembravano essere in una situazione di stallo. I Nationals Roy Oswalt, Brandon Webb, Bronson Arroyo, Brian Fuentes, Derrick Turnbow e Tom Gordon ognuno lanciò un inning senza concedere punti. Da parte degli Americans, Halladay lanciò due inning e Barry Zito, Scott Kazmir, Johan Santana e B.J. Ryan ne lanciarono uno ciascuno per lasciare l'ultimo a Rivera. Avevano tenuto senza valide il lineup della NL negli ultimi cinque innings. Le cose sembravano pendere a favore della National League, cioè fino all'ultimo inning, quando i battitori dell'American League ritornarono in vita. In vantaggio 2-1 nel nono, il closer dei Padres Trevor Hoffman eliminò in fretta i primi due battitori che affrontò con palle a terra battute su di lui. Sia la reputazione che il record di Hoffman (a cui mancavano 18 salvezze per raggiungere il record di tutti i tempi di 478 di Lee Smith) non sembrava potessero avere esiti disastrosi, ma le cose non erano ancora chiuse con il lineup dell'AL. In primo luogo, lo slugger degli White Sox, Paul Konerko, colpì il primo lancio che vide, solo un po' a sinistra del terza base Miguel Cabrera, per mantenere le speranze ancora vive. Poi Troy Glaus quasi pareggiò la partita con un doppio profondo a sinistra. Ma la palla rimbalzò nelle tribune e il pinch runner, Jose Lopez, fu costretto a fermarsi in terza. Dopo aver realizzato due strike su Michael Young dei Rangers, Hoffman venne colpito dal triplo e due punti che si rivelarono il colpo mortale dei Nationals. Il resto fu lasciato al closer dell'AL e fenomeno degli Yankees Mariano Rivera. "Sandman" fece battere a Freddy Sanchez una rimbalzante in terza base per il primo out, ma Jose Lopez dei Seattle non riuscì a gestire la sua seconda opportunità, commettendo un errore su un rasoterra di Carlos Beltran. Per nulla scosso, Rivera fece battere il campione dell'Home Run Derby, Ryan Howard, a terra sulla seconda base. Ma Beltran arrivò in seconda, mettendosi in posizione punto per il pareggio. Purtroppo per i fans della NL, Carlos Lee dei Milwaukee venne eliminato dal seconda base Young. La salvezza era la terza di Rivera nel Midsummer Classic, eguagliando Dennis Eckersley per il maggior numero nella storia della manifestazione. Come risultato del suo triplo colpito nel nono inning, Young fu votato come Most Valuable Player unendosi ad Alfonso Soriano (2004) e a Julio Franco (1990) per diventare il terzo giocatore dei Texas Rangers a ricevere tale onorificenza. La sconfitta portò il record della NL nell'All-Star Games a 0-9-1, e ancora una volta assicurò il vantaggio del campo di casa all'American League per il quarto anno consecutivo. Il manager dell'American League, Ozzie Guillen (Venezuela) dei Chicago White Sox, era il terzo manager nato all'estero a vincere l'All-Star nella storia del Midsummer Classic. I primi due erano stati Bruce Bochy (Francia, All-Star Game del 1999) e Felipe Alou (Repubblica Dominicana, All-Star Game del 1995).

Il manager della National League Phil Garner, secondo da sinistra, e il manager dell'American League Ozzie Guillen, secondo da destra, posano con i loro partenti, Brad Penny dei Los Angeles Dodgers, a sinistra, e Kenny Rogers dei Detroit Tigers, a destra

Carrie Underwood mentre canta l'inno nazionale prima del play-ball del 77° All-Star Game del 2006 a Pittsburgh

Il PNC Park tutto addobbato per il 77° All-Star Game

Chuck Tanner (al centro), manager dei Pirates campioni delle World Series del 1979, è affiancato da Manny Sanguillen, Dave Parker, Bill Madlock e Kent Tekulve per il primo lancio cerimoniale

Chuck Tanner mentre effettua il primo lancio

Brad Penny chiuse il primo inning con tre strikeout, unendosi a Pedro Martinez come gli unici lanciatori ad aprire un All-Star Game con tre K consecutivi

Brad Penny effettua il primo lancio del 77a All-Star Game a Ichiro Suzuki

Vladimir Guerrero dopo aver colpito il fuoricampo da solista per l'American League nel secondo inning

David Wright (a destra), secondo nell'Home Run Derby, viene salutato da LoDuca (# 16) dopo il suo fuoricampo da solista nel secondo inning. Wright è diventato il 13° giocatore a colpire un home run nel suo primo at-bat nell'All-Star Game

Il catcher dell'AL, Ivan Rodriguez, elimina Alfonso Soriano nel terzo inning

Freddie Sanchez, dei Pittsburgh Pirates, cattura con una spettacolare presa un alto line battuto da Mark Loretta nel quinto inning

La vedova di Roberto Clemente con l'Historic Achievement Award consegnatole dal Commissioner Bud Selig in onore ai successi del suo defunto marito dentro e fuori dal diamante di baseball

Il grande Bill Mazeroski, eroe dei Pirates vincitori delle World Series del 1960, accompagna Vera Clemente dopo la consegna del trofeo a Roberto Clemente da parte del Commissioner Bud Selig

Jim Thome, uno dei sette giocatori degli White Sox che facevano parte della squadra dell'AL All-Star, rompe la mazza su un groundout all'ottavo inning

Michael Young colpisce la valida vincente, con due out e due strike, per un triplo da due punti contro il closer della NL Trevor Hoffman nel nono inning

Mariano Rivera chiude il nono inning senza concedere punti per la sua terza salvezza in carriera nell'All-Star Game

I giocatori dell'American League festeggiano la vittoria per 3 a 2 del 77° All-Star Game. Ancora una volta conquistano il vantaggio del campo di casa nelle World Series, non perdendo un All-Star Game dal 1996

Michael Young mentre alza il trofeo di MVP. E' il terzo giocatore dei Texas Rangers a vincere l'MVP nell'All-Star Game

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L'All-Star Game del 2007 venne giocato il 10 Luglio 2007 nello stadio AT & T Park, inaugurato nel 2000 e casa dei San Francisco Giants della NL. Era la terza volta che i Giants ospitavano l'All Star Game da quando si erano trasferiti a San Francisco per la stagione 1958. I Midsummer Classic del 1961 e 1984 furono giocati al Candlestick Park. Questa era la quarta volta in assoluto che veniva giocato nella Bay Area, quando i rivali dei Giants, gli Oakland Athletics, ospitarono la partita di mezza estate nel 1987, e la seconda volta consecutiva che veniva giocata in un campo della NL. Ai Giants fu assegnata la manifestazione dalla MLB il 9 febbraio 2005 ed era la prima volta dal 1953 che una League ospitava consecutivamente l'All-Star Game, dopo Pittsburgh nel 2006. Era, anche, il quinto anno consecutivo che l'esito dell'All-Star Game avrebbe deciso il vantaggio del campo di casa nelle World Series. Il ballottaggio per eleggere i titolari dell'All-Star Game del 2007 (esclusi i pitchers) iniziò il 27 aprile e proseguì fino al 28 giugno. I primi votati in ogni posizione e i primi tre outfielders, divennero i partenti per le rispettive League. I risultati vennero annunciati il 1° luglio. Circa 18,5 milioni di voti furono espressi da quasi dodici milioni di tifosi. Alex Rodriguez era il leader delle votazioni con 3.890.515 voti, e superò facilmente il suo compagno di squadra degli Yankees Derek Jeter di oltre 700.000 voti . Ken Griffey Jr. era al top nella votazione per la National League con 2.986.818 voti. Dopo che i roster furono annunciati, iniziò un secondo turno di votazione dei fans, il Monster All-Star Final Vote, per determinare il giocatore per l'ultimo posto a disposizione nel roster di ogni squadra. Questo round durò fino al 5 luglio. Chris Young e Hideki Okajima furono eletti per rappresentare la National League e l'American League, rispettivamente, alla loro prima apparizione nell'All-Stars. Tutti i dieci giocatori inclusi nel ballottaggio erano lanciatori, una prima assoluta per l'evento. L'inno O Canada fu interpretato dai membri della San Francisco Symphony, mentre The Star - Spangled Banner fu cantata da Chris Isaak  & Kenny Dale Johnson. Prima della partita, ci fu un omaggio all'ex slugger dei San Francisco Giants Willie Mays che effettuò il primo lancio cerimoniale all'interbase dei New York Mets Jose Reyes. Paula Cole cantò God Bless America durante il seventh-inning stretch. Il primo lancio venne effettuato dal partente della National League, Jake Peavy alle 8:54 Eastern Time Zone. La partita terminò dopo 3 ore e 6 minuti sotto un cielo coperto e una temperatura di 20 °C. Gli arbitri della partita furono annunciati il 14 giugno. Bruce Froemming, l'arbitro più anziano della Major League Baseball, fu nominato capo equipaggio. Froemming si ritirò dopo la stagione 2007 all'età di 68 anni. Il 16 agosto del 2006 aveva arbitrato al Fenway Park la sua 5000a partita eguagliando l'Hall of Famer Bill Klem, diventando gli unici ad aver raggiunto questo record.

Partita numero 78
Data 10/07/2007
Stadio

AT&T Park - San Francisco

Spettatori 43965
M.V.P.

Ichiro Suzuki

The Star Spangled Banner

Chris Isaak & Kenny Dale Johnson

1st Pitch

From To
Willie Mays

Jose Reyes

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Dan Haren

Jake Peavy

Managers

Jim Leyland

Tony LaRussa

Coaches

Ron Gardenhire

Bruce Bochy

Ron Washington

Willie Randolph

Capitani onorari

Al Kaline

Willie Mays

L'Hall of Famer Willie Mays sull'auto targata con il suo soprannome "Say Hey" lancia palline firmate al pubblico dopo essere stato festeggiato prima dell'inizio del 78° All-Star Game allo AT & T Park di San Francisco

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
0
0
0
0
2
1
0
2
0
5
10
0
National
1
0
0
0
0
1
0
0
2
4
9
1

WP: Josh Beckett (1-0) LP: Chris Young (0-1) S: Francisco Rodriguez (1)

HR: NL - Alfonso Soriano (1) ; AL - Victor Martinez (1), Ichiro Suzuki (1), Carl Crawford (1)

La partita

La Nazional League ruppe subito gli indugi nella parte bassa del primo inning, quando il leadoff José Reyes colpì un singolo contro il partente dell'AL Dan Haren e continuò rubando la seconda. Segnò sul singolo RBI di Ken Griffey Jr. per dare alla NL il vantaggio di 1-0. Barry Bonds sembrò dare ai fans della sua città natale qualcosa per cui rallegrarsi nella parte bassa del terzo quando, con Reyes in seconda, alzando una palla alta alla sinistra del campo, che venne presa da Magglio Ordóñez sullo warning track. L'AL quasi pareggiò nel quarto quando Alex Rodriguez tentò di segnare, con due out, sul singolo di Iván Rodríguez. Ma, il tiro a casa base di Griffey permise al catcher Russell Martin di eliminare Rodriguez fuori dal piatto per terminare l'inning. L'AL segnò un inning più tardi, quando Chris Young concesse la base al leadoff Brian Roberts e Ichiro Suzuki colpì una palla lunga che andò a sbattere sulla parete destra del campo. Invece di carambolare dritta su Griffey, la palla prese un rimbalzo insolito e andò alla destra dell'esterno. Questo permise a Ichiro di segnare su quello che diventò il primo e unico inside- the-park home run nella storia dell'All-Star Game. Dopo la partita Ichiro, che andò 3 su 3 e all'unanimità ricevette il Ted Williams Most Valuable Player, disse: "Ho pensato che stava per andare oltre il recinto. Quando non l'ha fatto, ero veramente depresso". Griffey non ebbe il tempo di sentirsi depresso e la sua prima sensazione "non appena la palla deviò da un'altra parte" fu che Ichiro avrebbe fatto il giro delle basi. L'homer diede all'AL il vantaggio di 2-1 e a Ichiro l'MVP. Il vantaggio sarebbe poi aumentato nel sesto quando Carl Crawford colpì un line drive che sfiorò di poco il muro di destra per un home run. Anche se sembrò che un fan si fosse sporto oltre il muro per prendere la palla, il manager della NL Tony La Russa non protestò sulla chiamata degli arbitri. La NL segnò di nuovo nello stesso inning, quando Carlos Beltrán dopo aver colpito un triplo andò a punto su una volata di sacrificio di Griffey. L'AL aggiunse altri due punti di sicurezza nell'ottavo quando Víctor Martínez mise a segno un home run da due punti appena dentro il palo di foul di sinistra per dare il massimo vantaggio all'American, 5-2. I closers dell'American League poi entrarono in gioco, con Jonathan Papelbon che lanciò la parte bassa dell'ottavo senza concedere punti. Nel nono, J.J. Putz cercò di guadagnarsi la salvezza e cominciò mettendo strikeout Matt Holliday e facendo colpire a Brian McCann un debole pop-up sull'interbase. Il pinch hitter Dmitri Young colpì una palla a terra profonda troppo lontana dal seconda base Brian Roberts. Alfonso Soriano lo seguì con un home run di due punti a destra per ridurre il deficit del NL a un punto. Dopo che Putz diede la base su ball a J.J. Hardy, Il manager dell'AL Jim Leyland lo sostituì con Francisco Rodríguez. Ma, Rodriguez ebbe difficoltà a trovare la zona di strike concedendo la base a Derrek Lee, su un check-swing 3-2, e poi a Orlando Hudson per caricare le basi. Con una mossa che attirò tante critiche, La Russa scelse di non mettere come pinch-hitter il suo ultimo giocatore in panchina, lo slugger Albert Pujols, e di lasciare battere, invece, Aaron Rowand. La scelta si rivelò drammaticamente sbagliata perchè Rowand colpì una palla al volo sull'esterno destro Alex Ríos che chiuse la partita, dando all'American League la decima vittoria consecutiva. Dopo la partita scherzosamente Pujols disse ai giornalisti: "Forse mi stava risparmiando per il prossimo All-Star Game". Una vittoria ancora e l'American League avrebbe eguagliato la striscia vincente degli 11 All-Star Game consecutivi vinti dalla NL dal 1972 al 1982.

Da sinistra: Prince Fielder, David Wright, Ken Griffey Jr., Carlos Beltrán, Barry Bonds e José Reyes durante la presentazione della formazione di partenza della NL

Il lanciatore partente dell'American League Dan Heran (# 15) mentre lancia nella parte bassa del primo inning

Barry Bonds (# 25) in battuta contro il partente dell'AL Dan Haren nella parte bassa del primo inning. Il catcher è Ivan Rodriguez e l'arbitro di casa base è Bruce Froemming

Il partente della National League Jake Peavy mentre lancia nella parte alta del primo inning

Jose Reyes (# 7) in seconda dopo averla rubata nella parte bassa del primo inning

Derek Jeter colpisce il singolo nella parte alta del terzo inning

Jose Reyes scherza con Brian Roberts dopo aver battuto il doppio al centro nella parte bassa del terzo inning

Barry Bonds guarda il suo pop up battuto a sinistra nel terzo inning che sembra sul punto di uscire ma viene preso al volo da Magglio Ordóñez sullo warning track. Il catcher è Ivan Rodriguez e l'arbitro di casa base è Bruce Froemming

Josh Beckett, lanciatore vincente dell'American League mentre lancia nella parte bassa del terzo inning

Due foto che ritraggono il catcher Russell Martin (# 55), della NL, mentre elimina Alex Rodriguez (# 13) nel 4° ninning. Rodriguez aveva cercato di segnare dalla seconda base su un singolo Magglio Ordonez ma l'assistenza perfetta dell'esterno destro Ken Griffey Jr. a casa base gli impedì di arrivare salvo

Ichiro Suzuki colpisce l'inside the park home run contro Chris Young nella parte alta del quinto inning. Il catcher è Russell Martin

Ichiro Suzuki batte il cinque con Brain Roberts (# 1) dopo aver battuto l'inside the park home run nella parte alta del quinto inning

Carl Crawford (# 13) festeggia il suo solitario HR nel sesto inning per portare l'American League avanti 3-1. Ad accoglierlo Carlos Guillen (# 9)

Vladimir Guerrero insegue la valida battuta da Carlos Beltran verso il muro di destra nel 6° inning

Carlos Lee si tira indietro su un lancio interno di Johan Santana nella parte bassa del settimo inning

Il coach di terza Ron Washington si congratula con Victor Martinez dopo il suo home run da due punti nella parte alta dell'ottavo inning

Alfonso Soriano colpisce l'home run da due punti nella parte bassa del nono inning per portare la National League ad un punto dagli Americans. Il catcher è Jorge Posada e l'arbitro di casa base è Bruce Froemming

Ichiro Suzuki sorridente con il trofeo di MVP dell'All-Star Game del 2007

Una veduta della San Francisco Bay, che si trova adiacente allo AT&T Park ed è conosciuta come McCovey Cove, dal leggendario slugger dei Giants Willie McCovey, con i fans seduti in acqua nei kayak e nelle barche in attesa dei fuoricampo battuti sul lato destro dello stadio durante l'All-Star Game del 2007

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Il Midsummer Classic tornò allo Yankee Stadium nel 2008 per la quarta, e ultima, volta. Lo Yankee Stadium, che aveva ospitato l'All-Star Game nel 1939, 1960 e 1977, verrà sostituito nel 2009 e i funzionari della MLB lo scelsero credendo che fosse un modo appropriato per dire addio allo storico stadio. L'annuncio che lo Yankee Stadium sarebbe stato il sito del 79° Midsumeer Classic fu fatto dal Commissioner della MLB Bud Selig e dal sindaco di New York Michael Bloomberg il 31 gennaio 2007 al New York City Hall. Anche se era la quarta volta allo Yankee Stadium, e l'ottava che si teneva a New York, era la prima volta dal 1977 che l'All-Star ritornava in città. Era stato ipotizzato da mesi che si sarebbe tenuto allo Yankee Stadium, e la decisione fu accelerata con l'annuncio che la stagione 2008 sarebbe stata la 84a e ultima nel famoso stadio prima che la squadra si trasferisse nel nuovo Yankee Stadium nel 2009. Il campo da baseball storico meritava una partita storica e il Midsummer Classic 2008 non deluse. Dall'inizio alla fine i fans furono testimoni di quella che diventerà una delle più grandi partite dell'All-Star nella storia della Major League. A corredo della manifestazione, l'11 luglio fu istituito il FanFest, parco di divertimenti al coperto e museo per i fans, presso il Jacob K. Javits Convention Center nel West Side di Manhattan. A partire dal 20 giugno, vennero anche piazzate in più punti della città 43 repliche della Statua della Libertà su cui erano rappresentate tutte le squadre della MLB, il logo dell'All-Star, il logo della League, ma anche le due vecchie squadre dei Brooklyn Dodgers e i New York Giants. Gli eventi pre partita inclusero una parata sul red carpet che partiva da Sixth Avenue attraversando Bryant Park fino al Central Park, e la cerimonia di introduzione dei giocatori che andavano a posizionarsi nei loro ruoli difensivi in campo, affiancati da quarantanove giocatori Hall of Famer viventi mentre un bombardiere Stealth Bomber sorvolava lo stadio. "The Star- Spangled Banner" fu cantata da Sheryl Crow e quattro Yankees, tutti membri della Baseball Hall of Fame, Yogi Berra, Whitey Ford, Reggie Jackson e Rich Gossage effetturono il primo lancio cerimoniale, con le palline che furono consegnate dal proprietario degli Yankees George Steinbrenner. La partita vera e propria stabilì il record della durata di quattro ore e 50 minuti. Forse semplicemente la House That Ruth Built non voleva vedere che le leggende lasciassero i suoi terreni sacri? Derek Jeter disse dopo la partita: "Sembrava che lo Stadium non volesse che finisse. Questo è quello di cui stavamo parlando. Esso voleva che il baseball continuasse e ho pensato che fosse giusto".L'editorialista di MLB.com, Bryan Hoch, (Night is Young: AL walks off in 15th, 07/16/2008), ha riassunto perfettamente la partita: "E' stato un Midsummer Classic - in ogni senso - che si è svolto in una costruzione molto nota per il suo perfetto palcoscenico. Era la House that Ruth Built, dove Lou Gehrig si proclamò l'uomo più fortunato, in cui Joe DiMaggio divenne Joltin e dove Mickey Mantle diventò un idolo per milioni di persone. Fu dove Don Larsen fece il perfect game, dove Roger Maris superò Babe e dove Reggie Jackson divenne per sempre October con soli tre swings". Il Commissioner Bud Selig su MLB.com disse: "Quando si pensa allo Yankee Stadium è ,a mio parere, la più famosa cattedrale in tutti gli sport. Si pensi che tutte le grandi squadre yankee giocarono lì, i grandi incontri di box, le grandi partite di football. E' un modo appropriato per onorare l'ultimo anno della sua esistenza". Il ballottaggio per i partenti dell'All-Star Game 2008 (esclusi i lanciatori) iniziò il 29 aprile. Poichè la partita si sarebbe giocata su un campo dell'American League, i fans scelsero il loro preferito battitore designato dell'AL, oltre a tutti i giocatori di posizione. I voti furono espressi online e presso i 30 ballparks della MLB. C'era un limite di 25 voti per ogni indirizzo e-mail, ma nessun limite al numero dei voti espressi negli stadi. Il termine ultimo per i voti fu il 2 luglio. I roster vennero annunciati il 6 luglio. Alex Rodriguez fu leader di tutti i giocatori per il secondo anno consecutivo, con 3.934.518 voti, mentre Chase Utley divenne il leader di tutti i giocatori della National League con 3.889.602 voti. Dopo che i roster furono definiti, ci fu il secondo scrutinio dell'All-Star Final Vote per scegliere tra cinque giocatori di ciascuna League il 32° e ultimo player di ogni roster. I voti furono espressi on-line tra il 6 e il 10 luglio. I vincitori furono Corey Hart dei Milwaukee Brewers e Evan Longoria dei Tampa Bay Rays. Arrivarono per il ballottaggio 47,8 milioni di voti, stabilendo il nuovo record che frantumò il record dell'anno precedente di 23,2 milioni. I nove milioni di voti di Longoria raddoppiarono il record individuale di 4,4 milioni fissato dal lanciatore dei San Diego Padres, Chris Young, nel 2007. I sei arbitri che diressero la 79a partita dell'All-Star Game vennero annunciati il 25 giugno. L'equipaggio fu condotto da Derryl Cousins, un veterano con trenta anni di MLB, alla sua terza partita All-Star e alla sua prima dietro il piatto. I manager dei Tigers Jim Leyland e degli Yankees Joe Girardi furono scelti come coach dal manager Terry Francona. Lo staff comprendeva anche Brad Mills (bench coach), John Farrell (pitching coach), Dave Magadan (hitting coach), Luis Alicea (coach di prima), DeMarlo Hale (coach di terza) e Gary Tuck (bullpen coach). Girardi ricevette anche nel bullpen nell'8° e 9° inning per alcuni dei rilievi dell'AL. Il manager dei New York Mets, Willie Randolph, e dei San Diego Padres, Bud Black, furono scelti come coach dal manager Clint Hurdle. Randolph fu poi sostituito dal manager dei Chicago Cubs, Lou Piniella, dopo che questi fu licenziato dai Mets il 16 giugno.

Partita numero 79
Data 15/07/2008
Stadio

Yankee Stadim - New York

Spettatori 55632
M.V.P.

J.D. Drew

Official Spokesperson *

Derek Jeter

The Star Spangled Banner

Sheryl Crow

1st Pitch

From To

Yogi Berra

Joe Girardi

Whitey Ford Alex Rodriguez
Goose Gossage Mariano Rivera
Reggie Jackson Derek Jeter
League
A.L.
N.L.
Pitcher partente
Cliff Lee

Ben Sheets

Managers

Terry Francona

Clint Hurdle

Coaches

Joe Girardi

Bud Black

Jim Leyland

Lou Piniella

Capitani onorari

Pratica sospesa

Pratica sospesa

* Portavoce Ufficiale All-Star: La Major League Baseball iniziò a scegliere un portavoce ufficiale dell'All-Star Game e dell'All-Star Game Fanfest a partire dal Midsummer Classic del 2008. Il portavoce ufficiale sponsorizza il Midsummer Classic facendo una serie di apparizioni in pubblico. Uno dei giocatori più popolari della città ospitante viene scelto dal Commissioner della Major League Baseball come portavoce per la pubblicità commerciale.

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
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13
14
15
R
H
E
National
0
0
0
0
1
1
0
1
0
0
0
0
0
0
0
3
13
4
American
0
0
0
0
0
0
2
1
0
0
0
0
0
0
1
4
14
1

WP: Scott Kazmir (1-0) LP: Brad Lidge (0-1)

HR: NL - Matt Holliday (1) ; AL - J.D. Drew (1)

La partita

La temperatura era di 28 °C, con il vento che soffiava verso il centro campo a 8 miglia all'ora. Cliff Lee effettuò il primo lancio alle 8:47. I partenti Lee e Ben Sheets lanciarono ciascuno due inning tenendo a zero i rispettivi lineup. La partita rimase senza punti fino al quinto inning quando Matt Holliday ruppe l'equilibrio con un fuoricampo solitario contro Ervin Santana per dare alla NL il vantaggio di 1-0. I Nationals aggiunsero un punto nel sesto su una volata di sacrificio di Lance Berkman che fece segnare Hanley Ramírez. L'American League finalmente reagì nella parte bassa del settimo inning con due-out, grazie al fuoricampo da due punti di J.D. Drew contro Edinson Volquez, pareggiando la partita. Nell'ottavo inning, Miguel Tejada colpì un singolo, e con un out tentò di rubare la seconda base. Il catcher Dioner Navarro fece un pessimo tiro per eliminare Tejada, e la palla finì al centro campo, permettendo al corridore di arrivare in terza base sull'errore. Tejada segnò poi su una volata di sacrificio di Adrian Gonzalez, e la NL riprese il comando. Nella metà inferiore dell'inning, dopo che Brian Wilson aveva eliminato i primi due battitori, il rilievo Billy Wagner lo sostituì e venne colpito subito da un singolo di Grady Sizemore che rubò la seconda base (record di sei basi rubate da entrambe le League), e il pinch-hitter Evan Longoria mise a segno un doppio per regola che uscì alla sinistra per pareggiare ancora una volta. Mariano Rivera entrò nel nono inning con uno fuori e corridore in prima, mise strikeout Ryan Ludwick e il catcher Navarro eliminò Cristian Guzmán mentre tentava di rubare la seconda, terminando così l'inning. Ryan Dempster con tre strikeout nella parte bassa del nono forzò il gioco agli inning supplementari. Nel decimo inning per l'American League, Michael Young e Carlos Quentin raggiunsero la base sugli errori consecutivi di Dan Uggla. A Carlos Guillén fu data la base intenzionale per caricare le basi con nessun out. Con gli infield e gli outfield avanti, il pitcher della NL, Aaron Cook, indusse Sizemore e Longoria a battere palle a terra ed entrambe le eliminazioni furono fatte a casa base. Cook uscì con successo dalla marmellata facendo battere Justin Morneau a terra su Tejada per terminare l'inning. L'AL ebbe un'altra possibilità di vincere nell'undicesimo quando Young colpì un singolo con uno fuori e Drew e Navarro in prima e seconda. Navarro provò a segnare dalla secondo sulla valida, ma venne eliminato a casa base dall'esterno centro Nate McLouth. Cook fece battere Quentin a terra verso la terza e mantenne in corsa la National. La NL poi ebbe la possibilità di segnare nel 12° contro Joakim Soria, con le basi piene e uno fuori. Soria mise strikeout Dan Uggla, e fu sostituito da George Sherrill, che mise strikeout Adrian Gonzalez per porre fine alla minaccia. Nella parte inferiore dell'inning, Carlos Guillén colpì una palla lunga che rimbalzò sul muro di sinistra del campo per un doppio. Dopo essere avanzato in terza base sul groundout di Grady Sizemore, Cook , che lanciava il suo terzo inning, mise strikeout Longoria. Morneau andò in base intenzionale, e avanzò in seconda base su indifferenza difensiva. Cook fece battere Ian Kinsler a terra per terminare l'inning. Sherrill lanciò nel 13° e 14° inning non concedendo punti, mentre Carlos Marmo e Brandon Webb fecero lo stesso per la NL, e il gioco andò al 15° inning, eguagliando il record stabilito nel 1967 per il più lungo All-Star Game, in termini di inning giocati. A questo punto, ogni squadra era arrivata ai loro ultimi lanciatori, sollevando preoccupazioni che la partita finisse in un pareggio a causa della mancanza di lanciatori. Nella parte inferiore del 15°, il leadoff Morneau colpì un singolo contro Brad Lidge. Una presa in tuffo di Ludwick derubò Kinsler di una valida per il primo out. Navarro poi mise a segno una valida per portare Morneau in seconda base, e Drew ricevette la base intenzionale per caricare nuovamente le basi. Questa volta, l'AL concretizzò; Michael Young colpì una volata sull'esterno destro, e Morneau fu in grado di scivolare salvo battendo il tiro di Corey Hart a casa per segnare punto vincente. Erano le 01:38 del giorno seguente. La striscia di imbattibilità della American League nell'All-Star Game si allungò a 12 di fila. La vittoria dell'American League per 4-3 in 15 inning, dava il vantaggio del campo di casa nelle World Series 2008 ai campioni dell'AL, che alla fine sarebbero stati i Tampa Bay Rays, e per la sesta volta consecutiva l'American League si aggiudicava questa opzione. J.D. Drew, dei Boston Red Sox, fu nominato Most Valuable Player per il suo fuoricampo da due punti nel settimo inning. Drew vinse anche una ibrido Chevrolet Tahoe e il Ted Williams Trophy. Era anche il secondo All-Star Game in cui il punto vincente veniva battuto da Michael Young, dei Texas Rangers, e il catcher della NL era Brian McCann.

Record dell'All-Star Game stabiliti o eguagliati:

- Il gioco più lungo in base al tempo (4:50) nella storia del della MLB All-Star;

- Eguagliato il record per la partita più lunga in termini di numero di inning (15) con l'All-Star Game del 1967 all'Angels Stadium (ex Anaheim Stadium);

- Record per gli strikeout totali (34), basi rubate (7), corridori lasciati in base (28), lanciatori (23) e giocatori (63);

- Dan Uggla dei Florida Marlins stabilì il record dell'All-Star Game per aver commesso 3 errori. Egli è il primo giocatore della MLB di sempre ad avere 3 strikeout, 3 errori, e aver battuto in doppio gioco in una sola partita. Ciò include qualsiasi stagione regolare, postseason e All-Star Games.

- Quando il ricevitore dei Chicago Cub, Geovany Soto, scese in campo per iniziare l'All-Star Game del 2008 diventò il primo catcher rookie partente nella storia del Midsummer Classic.

Due repliche della Statua della Libertà (Yankees e Indians) esposte in vari punti di New York City

Swinging Friar, la mascotte dei San Diego Padres, durante la parata sul Red Carpet a New York City

Slider, la mascotte dei Cleveland Indians, e tifosi durante la parata sul Red Carpet a New York City

Derek Jeter, dei New York Yankees, durante la parata sul Red Carpet a New York City

Justin Pedroia, dei Boston Red Sox, durante la parata sul Red Carpet a New York City

La disposizione in campo dei giocatori e degli Hall of Famers durante le presentazioni prima dell'inizio del 79° All-Star Game

Derek Jeter, a destra, affiancato dagli interbasi Hall of Famers Cal Ripken Jr. e Ernie Banks durante le presentazioni prima dell'inizio del 79° All-Star Game

Da sinistra: i ricevitori Geovany Soto (# 18), dei Chicago Cubs, gli Hall of Famers Gary Carter e Yogi Berra e Joe Mauer (# 7), dei Minnesota Twins, durante la presentazione prima dell'inizio del 79° All-Star Game

Le All-Stars, assieme ai giocatori Hall of Famers, disposti sul campo durante l'inno nazionale

George Steinbrenner con gli occhiali, proprietario dei New York Yankees, lascia il campo dopo aver consegnato le palline a Reggie Jackson, Yogi Berra, Whitey Ford e Goose Gossage per il primo lancio cerimoniale

Yogi Berra effettua il primo lancio mentre Reggie Jackson, a sinistra, aspetta il suo turno

Mariano Rivera (# 42), dei New York Yankees, stringe la mano allo Hall of Famer Rich "Goose" Gossage dopo aver ricevuto il suo lancio inaugurale. Di fianco Derek Jeter, a sinistra, e di spalle Alex Rodriguez (# 13)

Da sinistra: Derek Jeter, Joe Girardi, Alex Rodriguez e Mariano Rivera rientrano nel dugout dopo aver ricevuto il primo lancio inaugurale, rispettivamente, da Reggie Jackson, Yogi Berra, Whitey Ford e Goose Gossage

Il partente dell'American League All-Star, Cliff Lee dei Cleveland Indians, effettua il primo lancio del 79° All-Star Game a Hanley Ramirez, dei Florida Marlins. Il ricevitore è Joe Mauer e l'arbitro di casa base è Derryl Cousins

Derek Jeter mentre effettua il tiro per eliminare Chipper Jones in prima e chiudere la parte alta del quarto inning

Matt Holliday colpisce il fuoricampo solitario nel quinto inning contro il pitcher dell'AL, Ervin Santana, per dare alla NL il vantaggio, 1-0. Il catcher è Geovany Soto e l'arbitro di casa base è Derryl Cousins

Ian Kinsler (# 5), entrato come pinch runner per Joe Mauer, ruba la seconda nella parte bassa del quinto inning. Il seconda base della NL, Chase Utley (# 26), mentre difende

Josh Hamilton (# 32) scivola in seconda base salvo mentre l'interbase della NL, Miguel Tejada, riceve l'assistenza non precisa del ricevitore Russell Martin nella parte bassa del sesto inning

J.D. Drew colpisce l'homer nel settimo inning contro il lanciatore della NL, Edinson Volquez, che pareggia la partita, 2-2. Il catcher è Russell Martin e l'arbitro di casa base è Derryl Cousins

J.D. Drew gira le basi dopo aver colpito l'homer da due punti nel settimo inning. Sullo sfondo il compagno Justin Morneau (# 33) mentre va a segnare

Grady Sizemore, a destra, festeggia con Justin Morneau dopo aver segnato il punto del pareggio nella parte bassa dell'ottavo inning

Mariano Rivera dei New York Yankees gioisce dopo il doppio gioco che chiude la parte alta del nono inning

Dan Uggla ripreso dopo uno dei suoi tre errori difensivi nel decimo inning. Uggla stabilì il nuovo record negativo di tutte le All-Star Game

Dioner Navarro, dei Tampa Bay Rays, viene eliminato a casa base per toccata dal catcher Russell Martin, dei Los Angeles Dodgers, sull'assistenza dell'esterno centro Nate McLouth nella parte bassa dell'undicesimo inning. L'arbitro di casa base è Derryl Cousins

Carlos Guillen, dei Detroit Tigers, è eliminato a casa base dal catcher della NL Russell Martin (# 55) nel 12° inning

Michael Young dei Texas Rangers colpisce l'RBI vincente nel 15° inning

Cinque foto che ritraggono la scivolata a casa base di Justin Morneau (# 33) mentre segna il punto vincente nel 15° inning. Il catcher Brian McCann (# 16) tenta l'eliminazione per toccata sull'assistenza dell'esterno Corey Hart. L'arbitro di casa base Derryl Cousins chiama il salvo e Carlos Quentin (# 20) lo imita e poi abbraccia Morneau

I giocatori dell'American League All-Stars festeggiano dopo la vittoria per 4-3 nel 15° inning. Riconoscibili al centro Josh Hamilton (# 32), Carlos Quentin (# 20) che abbraccia Kevin Youkilis e J.D. Drew (# 7)

Il tabellone segnapunti dello Yankee Stadium alla fine della partita mentre l'orologio segna alcuni minuti dopo l'ora ufficiale

J.D. Drew premiato con il trofeo di MVP

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L'All-Star Game del 2009 fu giocato il 14 luglio al Busch Stadium di St. Louis, Missouri. Era la quinta volta che il Midsummer Classic tornava a St. Louis, il primo dal 1966 (gli altri furono giocati nel 1940, 1948 e 1957). Questo era il settimo anno in cui l'All-Star Game determinava il vantaggio del campo di casa nelle World Series, con l'American League che aveva vinto tutte le sei partite fino al 2009. La Fox trasmise la gara, con i commentatori Joe Buck e Tim McCarver in cabina, a cui si unì nella parte inferiore del 2° inning il neo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. I Cardinals avevano sperato fino alla fine di utilizzare per l'evento il loro Ballpark Village, il complesso residenziale e di intrattenimento che doveva essere costruito sul sito dell'ex Busch Memorial Stadium, di fronte al nuovo campo da baseball. Tuttavia i lavori non erano ancora materialmente cominciati al momento della partita e il sito fu utilizzato per un campo da softball e il parcheggio. Il 22 aprile iniziò il ballottaggio dei giocatori che avrebbero giocato l'All-Star del 2009. I fans dovevano votare gli otto players di posizione (esclusi i lanciatori e battitori designati) di ciascuna delle 30 squadre. Come per l'anno precedente, i tifosi potevano inviare solo 25 schede/mail a testa, e ufficialmente la votazione si concluse alle 11:59 del 2 luglio. Albert Pujols fu il leader della votazione con 5.397.374 preferenze, mentre Derek Jeter fu il più votato nell'American League. Dopo che i roster furono rivelati, fu indetto l'All-Star Final Vote, un secondo scrutinio per determinare il 33° giocatore finale di ogni roster. Il vincitore della NL fu Shane Victorino dei Philadelphia Phillies e il vincitore dell'AL fu Brandon Inge dei Detroit Tigers. Pablo Sandoval e Ian Kinsler finirono al secondo posto nelle rispettive League. Il manager dell'American League team, Joe Maddon dei Tampa Bay Rays, selezionò i managers dei Seattle Mariners, Don Wakamatsu, e dei Kansas City Royals, Trey Hillman, come coach insieme al resto del suo staff dei Tampa Bay. Maddon era alla sua prima partita All-Star come manager, mentre precedentemente aveva partecipato come coach nel 2003. In qualità di manager della squadra della National League, Charlie Manuel dei Philadelphia Phillies, scelse Tony La Russa degli ospitanti St. Louis Cardinals e Joe Torre dei Los Angeles Dodgers, come suoi coach. Torre precedentemente aveva allenato i Cardinals dal 1990 al 1995. La Russa aveva diretto il team All-Star per cinque volte, e aveva vinto la NL nel 2005 e 2007. Questa fu la prima volta per Torre come coach della NL All-Star, mentre aveva diretto il team dell'AL All-Star per sei volte. Anche Manuel era al suo primo incarico come manager mentre era stato uno dei coach nell'edizione del 2002. "The Star-Spangled Banner" fu cantata da Sheryl Crow. Stan Musial, il grande giocatore dei St. Louis Cardinals e membro della Baseball Hall of Fame, consegnò la pallina al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, vestito con un giubbetto degli White Sox, che effettuò il lancio cerimoniale al prima base e leader delle votazioni dell'All-Star, Albert Pujols. Al contrario, poca attenzione fu posta all'inno nazionale canadese, "O Canada". Fu suonata una versione strumentale attraverso gli altoparlanti dello stadio durante le cerimonie di apertura, una mossa criticata dal giocatore canadese Justin Morneau. La partita durò appena 2 ore e 31' e fu la più breve dal 1988. A un certo punto durante la partita, l'American League eliminò consecutivamente 18 battitori, il secondo maggior numero nella storia dell'All-Star.

Partita numero 80
Data 14/07/2009
Stadio

Bush Stadium - St. Louis

Spettatori 46760
M.V.P.

Carl Crawford

Official Spokesperson

Albert Pujols

The Star Spangled Banner

Sheryl Crow

1st Pitch

From To

Barack Obama

Albert Pujols

League
A.L.
N.L.
Pitcher partente

Roy Halladay

Tim Lincecum

Managers

Joe Maddon

Charlie Manuel 

Coaches

Trey Hillman 

Tony La Russa

Don Wakamatsu

Joe Torre

 

League
1
2
3
4
5
6
7
8
9
R
H
E
American
2
0
0
0
1
0
0
1
0
4
8
1
National
0
3
0
0
0
0
0
0
0
3
5
1

WP: Jonathan Papelbon (1-0) LP: Heath Bell (0-1) S: Mariano Rivera (1)

La partita

L'American League allungò a 13 anni la sua striscia di imbattibilità nel Midsummer Classic con una vittoria 4-3 sulla National League di fronte a 46860 spettatori. La performance dell'AL senza sconfitte è la più lunga striscia di imbattibilità nella storia dell'All-Star. Alla loro prima All-Stars, Adam Jones e Curtis Granderson insieme realizzarono il punto vincente per lo Junior Circuit, conquistando così il vantaggio del campo di casa alle World Series, ma i veterani Jonathan Papelbon, Joe Nathan e Mariano Rivera come rilievi chiusero ai Nationals le speranze di sovvertire il risultato. "Questo è quello che siamo venuti a fare qui", disse Rivera, che stabilì il record con la quarta salvezza in una All-Star della sua magnifica carriera, "Siamo venuti qui con una missione e la nostra missione è stata compiuta". La volata di sacrificio di Jones con uno fuori nella parte alta dell'ottavo inning mandò a casa base Granderson, che aveva battuto un triplo, per il punto vincente. Il closer dei Red Sox Papelbon, che aveva lanciato un settimo inning perfetto nonostante un paio di eliminazioni incredibili, fu il pitcher vincente. La NL in vantaggio precoce e per gran parte della partita, non potè portare a casa la vittoria nell'ultimo inning. Così come altre volte la partita aveva seguito un copione molto simile alle recenti All-Star. Il percorso dell'AL fino al punto vincente, su una volata di sacrificio, ripeteva quello dell'anno precedente. In tutta la striscia di imbattibilità dell'AL, la NL era arrivata con molte giocate strette, tra cui quattro consecutive sconfitte per un punto. Ma alla fine, l'AL era sempre riuscita a colpire la valida chiave, effettuare la grande presa e soprattutto la forza dei lanciatori finali. "Io do loro tutto il credito del mondo", disse il manager della NL Charlie Manuel, "Hanno giocato una partita straordinaria. Hanno realizzato grandi valide quando hanno dovuto, e hanno tenuto fino alla fine". La partita si giocò drasticamente all'interno di una striscia di sette battitori nel settimo e ottavo inning. Di fronte a Papelbon, il leadoff Brad Hawpe nella parte bassa del settimo colpì un profondo drive sul lato sinistro del campo di sinistra. Carl Crawford, MVP dell'All-Star Game, rincorse la palla fino al muro, effettuò un salto perfetto e la prese oltre il muro rubando a Hawpe il fuoricampo del vantaggio. Miguel Tejada lo seguì con un profondo drive sul lato destro del campo, ma la battuta mancò di poco la recinzione e venne raccolta da Adam Jones. La presa di Crawford gli valse gli onori di MVP. "E' la giocata top della mia carriera", disse Crawford, "Io non credo di aver mai rubato un home run prima, così ho scelto il momento giusto per farlo stasera. Sicuramente è probabilmente la migliore presa che abbia mai fatto". Papelbon mise strikeout Jayson Werth per terminare l'inning, mantenendo il gioco in parità. Poi il closer dei Padres Heath Bell iniziò con un groundout per aprire l'ottavo, ma Granderson colpì un triplo che Justin Upton non potè raccogliere. Upton, per la prima volta all'esterno sinistro, sarebbe stato in grado di giocare meglio la palla, ma ancora avrebbe avuto difficoltà a fermare il velocissimo Granderson. "Stavo aspettando di vedere, se la prendeva. Appena iniziò a corrergli dietro, avanzai e mi dissi: Ehi, io vado in terza", disse Granderson. Dopo una base intenzionale a Victor Martinez, Jones consegnò il punto vincente contro Bell, che risultò il pitcher perdente. "Mi sembra ancora surreale", disse Jones, "L'uomo giusto al momento giusto. Sono contento che la National League avesse deciso di dare la base intenzionale a Victor Martinez prima di me". La fine offuscò quella che era stata una partita divertente e competitiva in tutto. Entrambi i partenti ebbero qualche difficoltà, e poi i bullpens bloccarono tutto. Il partente della NL, Tim Lincecum, fu messo nei guai rapidamente, concedendo un singolo al leadoff Ichiro Suzuki e colpendo Derek Jeter con un lancio. Lincecum però si riprese e quasi la scampò. Joe Mauer battè un groundout e Mark Teixeira colpì una rimbalzante su Albert Pujols, ma Pujols calciò la palla ed entrò il primo punto. Dopo il morbido singolo di Jason Bay, Josh Hamilton mise a terra una rimbalzante per un gioco forzato che non si chiuse per portare a casa il secondo punto dell'AL. Pujols fece un paio di brillanti prese più avanti nella partita, ma l'errore del Gold Glover si rivelò costoso. "La palla era stata colpita tra la seconda e la prima, e mi sono un po' perso", disse Pujols, "Mi sono sentito impotente, perché la palla è passata attraverso le gambe di Mauer. Ho un po' perso la visione. Ma questo è un errore che non devi fare in una giocata del genere. Ci è costato due punti. Ma hey, è parte del gioco. Si impara dall'esperienza". Roy Halladay aveva il vantaggio di 2-0 prima ancora di salire sul monte, e quando eliminò i primi cinque battitori della NL, sembrava fosse sul punto di realizzare una notte superba. Ma David Wright e Shane Victorino schiaffeggiarono due singoli con due out, e l'eroe di casa Yadier Molina fece qualcosa di molto familiare per i tifosi di St: Louis quando colpì un singolo al centro. Un errore di tiro di Hamilton permise il secondo punto, e il pinch-hitter Prince Fielder mise la NL avanti con un doppio. "Penso che la parte più difficile sia affrontare un gruppo di ragazzi che non hai mai visto", disse Halladay, "Tu non sei del tutto sicuro di cosa fare, ma mi sono divertito molto. Per la maggior parte mi sono sentito bene. In partite come questa, vuoi giocare ed essere aggressivo. Se vieni colpito, è perché stai lanciando strike e fai sventolare i ragazzi. Penso che questa sia tutta la questione". Il vantaggio della NL continuò fino al quinto, quando Mauer sfoderò un doppio a sinistra con due-out contro Chad Billingsley, che fece segnare Jeter, in prima dopo aver battuto in un potenziale doppio gioco non completato. "Ho avuto tre at-bat contro tre pitchers, e loro sono i migliori del gioco", disse Mauer, "Così ho cercato di eseguire uno swing compatto. Lui mi aveva lanciato un cutter esterno, e sono stato in grado di mettere un buon swing su di esso". Nel frattempo, i lanciatori dell'AL lanciarono in sicurezza così come la security vigilava sul presidente Barack Obama, che aveva eseguito il primo lancio cerimoniale. I pitchers dell'AL eliminarono 18 battitori consecutivi dal secondo all'ottavo inning. Mark Buehrle, Zack Greinke, Edwin Jackson, Felix Hernandez e Papelbon tutti accamparono inning perfetti prima della minaccia della NL contro Joe Nathan all'ottavo. Il closer dei Twins ottenne i primi due out dell'inning, ma camminò Adrian Gonzalez. Orlando Hudson colpì lontano dal guanto dell'interbase Jason Bartlett, portando il pericoloso Ryan Howard nel box di battuta. Con piena fiducia nel suo lanciatore destro, però, il manager dell'AL Joe Maddon non ebbe mai il pensiero di andare con il mancino - e il leader dell'AL in salvezze - Brian Fuentes. E proprio come aveva previsto Maddon, Nathan la scampò. Aveva fatto sventolare Howard su uno slider per lo strikeout, che terminava l'ultima minaccia reale della squadra di casa. "Avevo battuto in foul un paio di palle veloci e non potei resistere allo slider", disse Howard, nativo della zona di St. Louis, che sarebbe stato il grande eroe se avesse colpito valido, "Questo è il gioco del baseball, a volte capita così. Mi è venuto un po' corto. Sono stato colto alla sprovvista. Mi ha lanciato uno slider e io non sono riuscito a fermarmi". E con questo out, il gioco era tutt'altro che finito, perché incombeva Rivera. Il futuro Hall of Famer closer degli Yankees gestì un assolutamente tranquillo 1-2-3 nono inning per raccogliere il record delle salvezze. Alcune cose non cambiano. "Tutti continuano a parlare della striscia vincente che abbiamo, ma ci sono state un sacco di partite che avrebbe potuto andare in qualsiasi modo", disse Jeter, "E la dice lunga sul nostro pitching staff. Loro hanno grandi giocatori e una grande squadra, ma siamo solo fortunati". L'AL migliorò il record di vittorie consecutive (12-0-1) realizzando la più lunga striscia di imbattibilità nella storia del Midsummer Classic. Fu anche il primo All-Star Game senza home run dall'All-Star del 1999 al Fenway Park.

Albert Pujols firma autografi ai militari prima dell'inizio dell'All-Star Game

Una panoramica del Red Carpet Parade il 14 luglio 2009 a St. Louis

Due foto dei soldati che stendono sul campo di St. Louis l'enorme bandiera americana durante l'inno prepartita

Stelle filanti cadono sulle tribune dell'esterno centro nello stesso momento che la bandiera americana viene tesa per l'inno

Stan Musial viene portato sul monte di lancio per consegnare la palla al presidente Barack Obama

Il presidente Barack Obama saluta l'icona dei St. Louis Cardinals Stan Musial prima del lancio della prima palla

Il presidente Barack Obama sta per effettuare il primo lancio a Albert Pujols

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama abbraccia Albert Pujols dopo aver effettuato il primo lancio nell'All-Star Game del 2009

La polizia sul tetto del Busch Stadium durante l'All-Star Game a St. Louis

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama con i commentatori Joe Buck e Tim McCarver in cabina nella parte bassa del 2° inning

Sheryl Crow canta The Star Spangled Banner

Il manager dell'American League Joe Maddon (a sinistra) stringe la mano al manager della National League Charlie Manuel prima dell'inizio dell'All-Star Game del 2009

Il partente della NL, Tim Lincecum, effettua il primo lancio contro il leadoff Ichiro Suzuki dell'AL nel primo inning

Il catcher della National League, Jader Molina, raccoglie il bunt di Joe Mauer nel primo inning per eliminare in terza Ichiro Suzuki su gioco forzato

Prince Fielder colpisce il doppio nel secondo inning che porta la NL in vantaggio, 3-2. Il catcher è Joe Mauer e l'arbitro di casa base è Dana DeMuth

Josh Hamilton (# 32) è eliminato in seconda da Miguel Tejada che gira il doppio gioco su una palla battuta da Michael Young nel sesto inning

Il catcher dell'America League, Victor Martinez, elimina per toccata Ryan Howard (# 6) dopo il terzo strike girato nell'ottavo inning

Due foto della straordinaria presa di Carl Crawford (# 13) che toglie al leadoff Brad Hawpe il fuoricampo che avrebbe dato il punto del vantaggio alla NL nella parte bassa del settimo inning

Jayson Werth (# 28) rimbalza sul muro di centrocampo dopo aver preso al volo la palla colpita da Justin Morneau nel nono inning

Jayson Werth (# 28) festeggia dopo la straordinaria presa sulla battuta di Justin Morneau nel nono inning con i compagni di squadra Orlando Hudson (# 13) e Justin Upton

Il manager dell'American League All-Star Joe Maddon, dei Tampa Bay Rays, festeggia con la sua squadra la vittoria dell'All-Star Game 2009. Di spalle Edwin Jackson (# 36), Evan Longoria (# 3) con Derek Jeter

Carl Crawford dei Tampa Bay Rays alza il trofeo di MVP

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