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Nel 1925 gli Washington Senators ritornavano per la seconda volta consecutiva a giocarsi le World Series contro una delle primissime formazioni che avevano giocato il "Fall Classic" alle origini: i Pirates di Pittsburgh. I Senators, dopo aver sconfitto i Giants l'anno precedente in una delle più eccitanti World Series al meglio delle sette gare, non mostrarono alcun segno di debolezza aggiudicandosi velocemente Gara 1 con pochissima difficoltà per 4 a 1. Il giorno sucessivo i Pirates pareggiarono il conto vincendo per 3 a 2 con il braccio di Vic Aldridge e le battute di Kiki Cuyler che colpì un homer all'ottavo portando a casa i due punti decisivi. In Gara 3 i Senators superarono i Pittsburgh in una partita condotta testa a testa vinta per 4 a 3, grazie al closer Firpo Marberry che imbrigliò le mazze avversarie nei due inning finali. In Gara 4, i Senators allungarono il loro vantaggio aggiudicandosi la partita per 4 a 0, grazie al loro pitcher Walter Johnson. Washington conduceva a questo punto per 3 gare a 1 e sarebbe stata sufficiente una sola partita per vincere le World Series. In Gara 5 i Pirates si scossero ed ebbero la forza di riaprire i giochi imponendosi per 6 a 3 con un Vic Aldridge perfetto sul monte. Altro sussulto d'orgoglio dei Pirates, nelle sesta partita, che vinsero l'incontro per 3 a 2. Le due formazioni rimasero sul 2 a 2 fino a quinto inning e poi il rookie Eddie Moore colpì un homer da un punto che portò i Pirates in vantaggio per 3 a 2. Il pitcher Ray Kremer, al suo secondo anno con Pittsburgh, mise il suggello su questa fondamentale partita, lanciando per altri quattro inning senza concedere punti ai Senators. Con le Series in pareggio tutto si sarebbe risolto nella settima e decisiva partita sullo storico diamante dei Pirates: il Forbes Field. Il veterano Walter Johnson (che aveva vinto l'anno precedente Gara 7) iniziò la partita contro Vic Aldridge, in quella che doveva rivelarsi un fantastico finale. Nel 1925 "Big Train" aveva vinto 20 partite, per la dodicesima volta nella regular season, e gli mancavano quattro vittorie per raggiungere il record di 400 (tutte vinte indossando solamente la casacca dei Senators). Aldrige aveva terminato la regular seasons con 15 vittorie e 7 sconfitte ed era l'unico pitcher nella rotazione dei Pittsburgh che fu indicato dalla stampa di New York come "Il degno avversario del mitico Johnson". I giornalisti furono dei cattivi profeti perchè Aldridge concesse quattro punti nel primo inning e durò solamente 1/3 di inning. Washington tenne il controllo della partita con un vantaggio di 6 a 3 fino alla quarta ripresa, ma Johnson concesse quindici valide in otto innings. I Senators restarono in vantaggio per 6 a 4 fino al sesto inning, grazie a parecchi errori degli interni dei Pirates. Da parte loro, restituirono prontamente il favore con altrettante follie dei propri difensori compreso il settimo errore dell'interbase Roger Peckinpaugh che stava raccogliendo una postseason terrificante. Approffittando del momento di sbandamento dei Senators, Pie Traynor mise a segno un triplo portando i Pirates in pareggio (ma fu eliminato nel tentativo di raggiungere casa base). Il rilievo Ray Kremer dei Pirates, che era salito sul monte al quinto inning, contro i disperati Senators concesse a Peckinpaugh un homer da un punto che li riportò in vantaggio. Il veterano trentaquattrenne Roger Peckinpaugh aveva accusato la tensione delle World Series commettendo un errore in Gara 1, due nella seconda partita, uno nella terza, quinta, sesta e settima. Pessimo anche in battuta totalizzò 6 valide su 23 turni. Mentre colpiva quel fuoricampo che rilanciava la sua squadra, la sua opaca prestazione nelle World Series come per magia fu cancellata. I Senators sembravano ripresi e Johnson eliminò i primi due Pirates nella parte inferiore dell'ottavo inning. Ancora una volta Peckinpaugh commise un errore di tiro e le basi si riempirono. L'eroe di gara 2, Kiki Cuyler, siglò la vittoria con un doppio (l'ottavo messo a segno dai Pirates nella giornata) per il 9 a 7 definitivo. I Senators erano drammaticamente crollati e i Pirates, per la prima volta nella storia delle Series, erano riusciti a ribaltare un handicap di 3 a 1, al meglio delle sette partite. Mentre Max Carey battè .458 - il migliore dei Pittsburgh - ed Aldridge e Kremer vinsero ciascuno due partite, per i giocatori di Washington fu notte fonda. Goose Goslin, dei Senators, aveva colpito tre HR nelle Series per il secondo anno consecutivo, Joe Harris ottenne una MB di .440 (con tre HR) e Sam Rice, colpì .364, giocando pure una difesa eccezionale. Rimane nella storia delle World Series una giocata che coinvolse Rice e che scatenò una polemica che durò oltre cinquant'anni. Nell'ottavo inning di Gara 3 (con i Senatores che conducono per un punto), Rice, all'esterno destro, cadde oltre la recinzione tra il pubblico mentre tentava la raccolta di un line. Dopo parecchi secondi riemerse tenendo la palla in mano e chiedendo l'out. Naturalmente, i Pirates contestarono l'umpire Cy Rigler dichiando che un fans degli Washington mise la palla nel guanto di Rice. Il mistero accompagnò Rice per il resto della sua vita e solo nel 1974 fu resa nota una lettera che egli trasmise ai responsabili dell'Hall of Fame Officials in cui dichiarava semplicemente, "in nessun momento persi il possesso della palla".

Il programma delle World Series del 1925

I Pittsburgh Pirates vincitori delle World Series del 1925 - In piedi, da sinistra a destra: Frazier (Trainer), Bill Hinchman (Scout), Jack Onslow (Coach), Clyde Barnhart (LF), Vic Aldridge (P), Sam Watters (Club Sec.), Barney Dreyfuss (Owner), Sam Dreyfuss (Club Treas.), Johnny Rawlings (2B), Emil Yde (P), Babe Adams (P), Johnny Morrison (P), Lee Meadows (P). Seduti, da sinistra a destra: Red Oldham (P), Earl Smith (C), Pie Traynor (3B), Stuffy McInnis (1B), Max Carey (CF), Bill McKechnie (Mgr.), Fred Clarke (Coach), Carson Bigbee (OF), Fresco Thompson (2B), Roy Spencer (C), George Grantham (1B), Austin (Trainer). Seduti a terra, da sinistra a destra: Mule Haas (OF), Eddie Moore (2B), Bud Culloton (P), Tom Sheehan (P), Mascot, Mutz Ens (Coach), Glenn Wright (SS), Kiki Cuyler (RF), Roy Kremer(P), Johnny Gooch (C).

Walter Johnson e Babe Ruth sorridono al fotografo durante le
World Series del 1925, al Forbes Field di Pittsburgh

Da sinistra a destra: il pitcher dei Senators, Walter Johnson, Babe Ruth e il pitcher dei Pirates, Babe Adams, durante le World Series del 1925

World Series del 1925 - Da sinistra a destra: Honus Wagner (ex giocatore dei Pirates), Bill McKechnie (Manager Pirates), John McGraw (Manager Giants), Walter Johnson (lanciatore Senators), Babe Ruth (esterno Yankees), Nick Altrock (coach Senators), Christy Walsh (giornalista e primo agente nella storia del baseball)

Una foto del Forbes Field di Pittsburgh durante Gara 6 delle World Series del 1925

La zona dell'esterno destro al Griffith Stadium, Washington D.C., dove Sam Rice cadde tra il pubblico nell'effettuare la contestata presa

Max Carey
Vic Aldridge

Ancora una volta, i New York Yankees erano arrivati primi nell'American League, davanti a Cleveland, grazie ad un pitching solido e ad un lineup spettacolare che ben presto venne etichettato con il soprannome di "Murderer's" (Assassini). Babe Ruth era stato affiancato da due giovani sluggers che rispondevano al nome di Lou Gehrig e Earle Combs. La coppia aveva colpito durante la regular season con una media di .348, Lou, e .357, Earle. I loro avversari, i St. Louis Cardinals, avevano vinto la National League grazie a Rogers Hornsby, con .317, e ai due pitchers Flint Rhem e Bill Sherdel vincitori, rispettivamente, di sedici e venti partite. Entrambe le squadre erano quotate per i loro fortissimi lineup, ma gli Yankees erano particolarmente favoriti dopo aver detronizzato la dynasty dei Giants nelle World Series passate. Il rookie Lou Gehrig debuttò con una prestazione fantastica in Gara 1 trascinando gli Yankees e battendo a casa i due punti decisivi per la vittoria, che terminò con il punteggio di 2 a 1. New York non fu molto fortunata il giorno successivo, nella seconda partita delle Series, con i Cardinals che si imponevano per 6 a 2. Grover Alexander lanciò per nove inning contro tre pitchers degli Yankees Urban Shocker, Bob Shawkey, che salì all'ottavo, e Sam Jones, closer al nono inning. Le cose non andarono meglio in Gara 3 per i favoriti Yankees e, ancora una volta, un pitcher dei St. Louis, Jesse Haines, lanciò per tutti i nove innings contro i tre lanciatori dei New York, Dutch Ruether, Bob Shawkey e Myles Thomas. Haines compì l'impresa di demolire il lineup di New York con una vittoria e una shutout per 4 a 0 battendo anche due RBI. A questo punto delle Series, gli sfavoriti Cardinals erano in vantaggio per due partite a una. Sotto, ma non sconfitti, i "Murderer's Row" ritornarono in Gara 4 con una rinata determinazione. Questa volta ad aver la peggio furono i lanciatori di St. Louis. Il pitcher schierato dagli Yankees, Waite Hoyt, vinse contro i cinque Cards', Flint Rhem, Art Reinhart, Hi Bell, Bill Hallahan e il closer Vic Keen. Babe Ruth si superò e mise oltre la recinzione tre homer (al 1°, 3° e 6° inning) allibendo i Cardinals. I campioni della National persero Gara 4 per 10 a 5 e gli Yankees riaffermarono la loro potenza in attacco. Entrambe le squadre ritornarono in campo in Gara 5 per dare vita ad una straordinario scontro tra i due lanciatori Herb Pennock, per gli Yankees, e Bill Sherdel, per i Cardinals, che durò 10 innings. Gli Yankees vinsero, sul campo dei St. Louis, per 3 a 2 portandosi avanti di una partita. Gara 6 fu l'esatta fotocopia di Gara 2 con Grover Alexander che lanciò per 9 innings vincendo una partita fondamentale con il punteggio di 10 a 2, contro il pitcher mancino Bob Shawkey, il primo rilievo Urban Shocker ed il closer Myles Thomas. In Gara 7 si affrontarono due coppie di lanciatori Jesse Haines e Grover Alexander, per i Cards', e Waite Hoyt e Herb Pennock per gli Yankees. La partita fu giocata colpo su colpo e alla fine si contarono otto valide per parte, con Ruth che colpì un homer da un punto. Sul punteggio di 3 a 2 al nono per i Cardinals, gli Yankees avevano ancora la possibilità di rimettere in discussione l'incontro presentando al piatto il turno più forte. Si cominciò con il leadoff Combs che fu eliminato in prima su assistenza del terza base Bell. Stessa sorte per Koenig eliminato sempre da Bell in prima. Babe ottenne la base su ball, per l'undicesima volta nelle Series. Con Bob Meusel, clean up degli Yankees, alla battuta e il potenziale punto del pareggio in base. Babe, troppo ansioso, cercò di rubare la seconda ma fu bruciato dall'assistenza del catcher dei Cards'. Ruth, nonostante fosse riuscito a rubare con successo nella 6a partita, sfortunatamente in questa occasione fu troppo lento nella partenza ed il tiro del catcher Bob O'Farrell al seconda base Hornsby lo inchiodò, chiudendo definitivamente le World Series del 1926. Molti fans furiosi se la presero con Ruth accusandolo per l'errore che, a loro giudizio, era costato le Series. I St. Louis erano riusciti a battere il mitico Babe Ruth e i suoi Yankees malgrado le prestazioni mediocri dei pur talentuosi giocatori. Hornsby colpì solo .250 e i lanciatori Rhem e Sherdel non riuscirono a vincere una partita.

I due programmi delle World Series del 1926

I St. Louis Cardinals vincitori delle World Series del 1926

Babe Ruth e Rogers Hornsby prima di Gara 1 delle World Series del 1926

Il pubblico presente allo Yankee Stadium per Gara 1 delle World Series del 1926

Gara 2 delle World Series del 1926 parte bassa del 2° inning - Tony Lazzeri, dei New York Yankees, viene preso in trappola tra casa e terza, ma i Cardinals persero la palla e Lazzeri finì per rubare casa base

Il pubblico all'esterno dello Sportsman's Park di St. Louis, pronto ad entrare per Gara 3 delle World Series del 1926

Babe Ruth in prima base nella parte bassa del 9° inning di Gara 7 con il punteggio di 3 a 2 per i Cardinals e due out, prima di effettuare la drammatica rubata

L'out in seconda sulla rubata di Babe Ruth che pose fine a Gara 7 e alle World Series del 1926

Grover Alexander
Jesse Haines
Tommy Thevenow

I New York Yankees del 1927 sono considerati da molti storici del gioco come la più grande squadra nella storia del baseball. Gli Yankees con il loro micidiale lineup, pieno di all star e soprannominati a ragione "Murderer's Row", vinsero il pennant dell'AL surclassando i Philadelphia Athletics con 19 partite di vantaggio, 975 punti segnati e una media squadra di .307. Babe Ruth, forse più grande che mai, mise il suo marchio di fabbrica colpendo sessanta homer, un record senza precedenti per le due League. Il "Sultan of Swat" fu aiutato, inoltre, dagli altri sluggers della squadra a pinstripes. I due outfield, Earle Combs, al centro, e Bob Meusel, al sinistro, ottennero una MB rispettivamente di .356 e .337. Lou Gehrig, alla sua prima grande stagione, battè .373 con 47 homers e condusse l'AL con 175 RBI. Il seconda base Tony Lazzeri si era piazzato al terzo posto con diciotto homers. Il pitching staff non era da meno con quattro lanciatori che avevano vinto più di 18 partite: Waite Hoyt, 22 - 7, Herb Pennock, 19 - 8, Wilcy Moore, 19 - 7, e Urban Shocker, 18 - 6. Questo prestigioso quartetto fu il complemento al potentissimo lineup e tre di loro ottennero tre delle migliori ERA della League. Moore, che lanciò soprattutto come rilievo, ottenne alla fine della regular season una ERA di 2.28. Nella National League i Pittsburgh Pirates avevano vinto il pennant con due partite di differenza dai St. Louis Cardinals, ma non erano, statistiche alla mano, alla stessa altezza dei New York Yankees. In Gara 1 si giocò al Forbes Field, ma il vantaggio dei padroni di casa fu di poco aiuto perchè i Pirates persero per 5 a 4, penalizzati soprattutto dai molti errori difensivi. Cambiò poco in Gara 2 poichè gli Yankees ottennero un'altra vittoria per 6 a 2, grazie al braccio di George Pipgras che sconfisse i tre lanciatori che si alternarono per Pittsburgh Vic Aldridge, Mike Cvengros e Joe Dawson. In Gara 3, giocata allo Yankee Stadium, Herb Pennock lanciò magistralmente concedendo solo un punto e tre valide fermando l'attacco dei Pirates, mentre i "Bomber del Bronx" mettevano a segno otto punti per la terza vittoria consecutiva. Con questo successo gli Yankees mettevano una seria ipoteca al titolo. In Gara 4 si giocò duro per nove innings, poichè né l'una né l'altra squadra era riuscita a rompere il pareggio di 3 a 3 e si arrivò all'ultimo attacco dei padroni di casa. Il manager dei Pirates, Donie Bush, aveva utilizzato come partente Carmen Hill, che nelle stagioni precedenti non aveva mai vinto più di tre partite, ma nel 1927 era stato il miglior lanciatore di Pittsburgh con 22 vinte e 11 perse. Miller Huggins, manager degli Yankees aveva schierato sul monte Wilcy Moore, un rookie molto promettente che aveva totalizzato solamente dodici starts nelle sue cinquanta apparizioni. Entrambi avevano progettato di lanciare per tutta la partita, ma l'affaticamento mentale stava prendendo il sopravvento. John Miljus dei Pittsburgh entrò come rilievo al settimo inning e tirò sicuro e forte fino al nono. Earle Combs andò in base per ball e Mark Koenig con un bunt fece avanzare il corridore arrivando salvo in prima. Milius effettuò un lancio pazzo e Combs e Koening avanzarono portandosi in terza e seconda. A Ruth fu data la base intenzionale e gli Yankees riempirono le basi senza out. Milius mise strike out Lou Gehrig e Bob Meusel. Con due out Miljus compromise tutto lanciando un wild pitch a Tony Lazzeri e Combs segnò il punto della vittoria e del titolo delle World Series. Gli Yankees avevano vinto il loro secondo titolo delle World Series a coronamento di una straordinaria ed indimenticabile stagione e furono anche la prima squadra dell'AL a sconfiggere per 4 a 0 una formazione della National League.

Il programma delle World Series del 1927

I New York Yankees vincitori delle World Series del 1927 - In piedi, da sistra a destra: Lou Gehrig (1B), Bob Meusel (LF), Babe Ruth (RF), Wilcy Moore (RP), George Pipgras (P), Earl Combs (CF), Don Miller (P), Waite Hoyt (P), Tony Lazzeri (2B), Mark Koenig (SS), Urban Shocker (P), Cedric Durst (OF), Doc Albert A. Woods (trainer). Seduti, da sinistra a destra: Bob Shawkey (P), Joe Giard (P), Johnny Grabowski (C), Charles O'Leary (coach), Miller Huggins ( Mgr.), Art Fletcher (coach), Herb Pennock (P), Julie Wera (3B), Pat Collins (C). Seduti a terra, da sinistra a destra: Walter 'Dutch' Ruether (P), Joe Dugan (3B), Ben Paschal (OF), Benny Bengough (C), Myles Thomas (P), Mike Gazella (3B), Ray Morehart (2B), Eddie Bennett (mascot)

I catchers degli Yankees, da sinistra a destra: Pat Collins, Benny Bengough e John Grabowski

Gli infield degli Yankees, da sinistra a destra: Lou Gehrig, Tony Lazzeri, Mark Koenig e Joe Dugan

Gli outfield degli Yankees, da sinistra a destra: Earle Combs, Babe Ruth and Bob Meusel

Il pitching staff degli Yankees, da sinistra a destra: Bob Shawkey, Joe Giard, Myles Thomas, Urban Shocker, Waite Hoyt, Herb Pennock,Wilcy Moore, Don Miller (BP pitcher), Dutch Ruether e George Pipgras

Prima di Gara 1 delle World Series del 1927 a Pittsburgh, da sinistra a destra: Lloyd Waner, Babe Ruth, Paul Waner e Lou Gehrig

L'entrata del Forbes Field gremita di tifosi durante le World Series del 1927

Gara 3 del 7 ottobre 1927, parte bassa del 1° inning - Earl Combs e Mark Koenig degli Yankees segnano sul triplo di Lou Gehrig. Si vede Lou (in alto) che tenta di allungare il triplo, ma verrà eliminato a casa base

Il titolo di testa del Sunday News del 9 ottobre 1927 che annuncia la vittoria degli Yankees nelle World Series

Dopo la magica stagione del 1927 gli Yankees, campioni uscenti delle World Series, erano riusciti a vincere il pennant dell'AL, per la terza volta consecutiva, contro i Philadelphia Athletics con sole 2 partite e ½ di differenza, ma ad un costo elevatissimo poiché il micidiale lineup era stato decimato dagli infortuni. Il pitcher Herb Pennock (17-6) non avrebbe partecipato alle WS per il braccio dolorante. Il centerfielder Earle Combs poteva essere utilizzato solamente come pinch-hitter a causa di una dito rotto. Il seconda base Tony Lazzeri soffriva di una contusione al braccio destro e Babe Ruth stava giocando con una caviglia malridotta. I St. Louis Cardinals erano, al contrario, tutti in perfetta forma e non aspettavano altro che di ripetersi come successe nel 1926 quando detronizzarono i New York per quattro giochi a tre. Per Gara 1, Waite Hoyt degli Yankees fu opposto a Bill Sherdel nel classico scontro da Davide e Golia. Babe riuscì a giocare, malgrado la sua incapacità di correre e battè un singolo e due doppi. Gehrig colpì due valide e mise a segno due RBI e Bob Meusel realizzò due RBI permettendo agli Yankees di aggiudicarsi l'incontro con il punteggio di 4 a 1. Grover Alexander (che aveva fermato gli Yankees nelle WS del '26) entrò come partente in Gara 2, ma non era più il pitcher di due anni prima. Al primo inning Lou Gehrig colpì un homer con due uomini in base e gli Yankees misero subito il sigillo all'incontro. Dopo due inning Alexander fu sostituito ma il rilievo Clarence Mitchell non potè nulla contro la potenza dei battitori di New York e l'incontro si concluse con la vittoria degli Yankees per 9 a 3. Come previsto, Ruth e Gehrig continuarono ad infliggere al pitching staff dei Cardinals, sempre più disorientati, una sonora lezione. "Iron Horse" mise a segno tre RBI e due HR mentre Babe contribuì con due hit e un RBI per la vittoria finale di 7 a 3. Ruth si superò in Gara 4 con tre HR mentre Gehrig ne mise a segno uno contribuendo al trionfo per 7-3 e al secondo consecutivo titolo delle World Series. I due sluggers assieme avevano totalizzato 14 punti dei 27, 20 hit dei 44, 7 HR dei 9 di tutta la squadra. La media battuta finale di Lou Gehrig fu di .545 e quella di Ruth di .625. Gehrig mise a segno nove RBI in quattro partite. Fu uno vero e proprio show delle due stelle degli Yankees se pensiamo che il resto del team aveva battuto appena .196, ma furono sostenuti dai solidissimi pitchers Waite Hoyt, George Pipgras e Tom Zachary. Gli eterni campioni del mondo erano riusciti a salvare la faccia dopo una stagione difficilissima ed ancora una volta avevano dimostrato di essere i "best-of-the-best".

Il programma delle World Series del 1928

I Nwe York Yankees vincitori delle World Series del 1928 - In piesi, da sinistra a destra: Babe Ruth (RF), Tony Lazzeri (2B), Bill Dickey (C), Pat Collins (C), George Pipgras (P), Ben Paschal (OF), Mark Koenig (SS), Al Shealy (P), Bob Meusel (RF), Johnny Grabowski (C), George Burns (1B), Fred Heimach (P), Harry Mathews (coach), Lou Gehrig (1B). Seduti, da sinistra a destra: Doc Albert A. Woods (trainer), Joe Dugan (3B), Mike Gazella (3B), Charlie O'Leary (coach), Miller Huggins (Mgr.), Art Fletcher (coach), Benny Bengough (C), Gene Robertson (3B). Seduti a terra, da sinistra a destra: Tom Zachary (P), Cedric Durst (OF), Leo Durocher (SS), Eddie Bennett (mascot), Myles Thomas (P), Hank Johnson (P), Rosey Ryan (P)

Lo Yankee Stadium durante Gara 1 delle World Series del 1928

Babe Ruth colpisce un doppio nel primo inning di Gara 1 delle World Series del 1928. Ruth segnò successivamente, quando Gehrig a sua volta colpì un doppio

Sette componenti della "Murderer's Row" del 1928, da sinistra a destra: Leo Durocher, Lou Gehrig, Tony Lazzeri, Joe Dugan, Benny Begough, Gene Roberston e Mark Koeing

Gara 2 delle World Series del 1928, parta bassa del 3° inning. La foto mostra Babe Ruth che va a segnare, mentre Gehrig raggiunge la terza e Bob Meusel arriva in seconda sul suo doppio

Babe Ruth mentre colpisce uno dei tre fuoricampo in Gara 4 delle World Series del 1928. Alla fine della partita Babe aveva realizzato 3 su 5, 3 HR, 3 R, 3 RBI

I due protagonisti delle World Series del 1928, Babe Ruth e Lou Gehrig allo spring training del 1928

Il baseball professionistico si preparava a chiudere le pagine sugli anni '20 e i Chicago Cubs, della National League, stavano ancora cercando di aggiudicarsi la loro terzo terza World Series. La squadra di Joe McCarthy era determinata più che mai ad agguantare il titolo, dopo averlo visto sfuggire nei loro due precedenti tentativi (1910 e 1918), sorretti soprattutto dal braccio del loro lanciatore Pat Malone che si era aggiudicato 22 vittorie nella regular season. Avevano vinto il pennant lasciando a 10 partite e 1/2 i Pittsburgh Pirates. Nell'American League, i Philadelphia Athletics, una delle dynasties del baseball, stava completando il processo di ricostruzione della squadra. Superando i fortissimi Yankees (vincitori delle WS nel '27 e '28), con una differenza di 18 partite, si erano aggiudicati il pennant e il diritto di giocarsi le World Series. Connie Mack aveva costruito un talentuoso lineup che riportava alla memoria gli anni d'oro degli Athletics, grazie a giocatori come Al Simmons, vincitore degli RBI nella regular season dell'AL, con 157. Lo skipper degli A's scioccò i fans quando scelse Howard Ehmke, il settimo pitcher della squadra, per Gara 1. Il trentacinquenne veterano aveva ottenuto nella stagione 7 vittorie e due sconfitte con un'ERA non impressionante di 3.29. Con un'astutissima mossa Mack aveva mandato Ehmke, in veste di osservatore anonimo, a visionare i battitori dei Cubs nelle partite della regular season. La sua strategia fu ripagata e Howard ebbe la meglio sui due pitcher dei Cubs, Charlie Root e Guy Bush, aggiudicandosi la vittoria d'apertura per 3 a 1. George Earnshaw e Lefty Grove degli A's vinsero Gara 2 superando i quattro migliori lanciatori dei Cubs. Pat Malone, Sheriff Blake, Hal Carlson e Art Nehf nulla poterono in una gara caratterizzata da ben 23 hits totali, ma pesantemente condizionata dai 2 homer messi a segno da Jimmie Foxx e da Al Simmons. Gli A's vinsero per 9 a 3. I Cubs si aggiudicarono Gara 3 con il punteggio di 3 a 1 e si rimisero in gioco in una delle sfide più emozionanti nella storia delle World Series. In Gara 4 furono impiegati nove lanciatori: cinque per i Cubs (Charlie Root, Art Nehf, Sheriff Blake, Pat Malone, Hal Carlson) e quattro per gli A's (Jack Quinn, Rube Walberg, Eddie Rommel e Lefty Grove). La partita era saldamente nelle mani di Chicago, che conduceva per 7 a 0 all'inizio del settimo inning quando Al Simmons dette la carica agli A's battendo un homer nella parte inferiore del settimo. Jimmie Foxx, Bing Miller e Jimmy Dykes lo imitarono colpendo valido. Con i Cubs ancora in vantaggio per 8 a 3 (ma con due corridori sulle basi e nessun outs) Joe Boley entrò nel box e mise a segno il quinto singolo consecutivo sul lanciatore partente Charlie Root. Art Nehf rilevò Root. Il veterano lanciatore mancino, vincitore di molte partite cruciali per i New York Giants (in quattro World Series consecutive), non riuscì a fermare l'attacco di Filadelfia che mise a segno altri due punti, grazie anche all'errore dell'esterno centro Hack Wilson, e concesse a Cochrane la base per ball. Il line-up degli A's aveva preso chiaramente il controllo della partita e Chicago era sotto shock. Sheriff Blake entrò in sostituzione di Nehf. Al Simmons, che aveva iniziato l'inning con il fuoricampo si ripresentò per la seconda volta mettendo a segno un singolo. Jimmie Foxx piazzò un singolo, pareggiando l'incontro. Ora le due formazioni erano 8-8. La squadra di McCarthy era caduta nelle "sabbie mobili" e stava affondando velocemente. Pat Malone salì sul monte per arginare la pressione degli Athletics, ma non cambiò nulla perché colpì subito Bing Miller, caricando le basi. Jimmy Dykes battè un doppio che portò in vantaggio gli A's per 10 a 8. Malone chiuse questo drammatico inning con due K. Lefty Grove, asso degli A's, entrò per rifinire il lavoro e mise a segno 4 strike out consecutivi sui sei battitori che incontrò nell'ottavo e nono inning, suggellando una vittoria incredibile. Da un possibile 2 a 2, i Cubs si trovavano ora sotto tre giochi a uno e Gara 5 poteva diventare la loro ultima occasione per rimettere in gioco il Fall Classic. L'arrabbiato Pat Malone fu il partente di Gara 5 alla ricerca della rivincita dopo la debacle di Gara 4. Gli A's opposero il vincitore di Gara 1, Howard Ehmke, che concesse due punti ai Cubs nel quarto inning alimentando le speranze degli avversari. Rube Walberg subentrò a Ehmke e tenne testa all'asso dei Cubs fino al nono inning senza concedere altri punti. Rimaneva l'ultimo attacco degli Athletics sempre sotto due a zero. Con un'out, Biscop mise a segno un singolo e Mule Haas colpì un homer oltre il muro di destra per il pareggio, 2-2. Sempre più giù, ma non sconfitto, Malone riuscì ad eliminare Mickey Cochrane che colpì una rimbalzante sull'interbase per l'assistenza in prima. Con due out, i Cubs avevano ancora una possibilità per andare agli extra. Ma Al Simmons picchiò un doppio e Malone fu costretto a dare una base intenzionale a Jimmie Foxx. Bing Miller con un sensazionale doppio portò a punto Simmons per la vittoria delle World Series. Con il risultato di 3 a 2 gli A's di Connie Mack vincevano le loro prime World Series dal 1913, grazie soprattutto agli exploit di Gara 4 e 5.

I programmi delle World Series del 1929

Il 31º presidente degli Stati Uniti, Herbert Hoover, con la moglie al Shibe Park per le World Series del 1929

I Philadelphia Athletics vincitori delle World Series del 1929

Da sinistra a destra: L'esterno Mule Haas, il manager Connie Mack e il pitcher George Earnshaw prima di Gara 3 delle World Series del 1929

Al Simmons, degli A's, segna il 10° punto nel settimo inning di Gara 4 delle World Series del 1929. Jimmie Foxx, in alto, si appresta a battere

Foto ricordo tra quattro dei più forti giocatori dei Cubs e Athletics della storia del baseball prima di Gara 1. Da sinistra Rogers Hornsby, Hack Wilson dei Cubs e Al Simmons e Jimmie Foxx degli Athletics

Foto degli sluggers degli Athletics prima di Gara 1 delle World Series del 1929- Da sinistra a destra: Bing Miller, Jimmie Foxx, Al Simmons e Mickey Cochrane

Jimmy Dykes segna il terzo punto nella parte bassa del settimo inning di Gara 4. Questo inning sarà fondamentale per gli A's che ribalteranno lo svantaggio di 8-0 in 10-8, alla fine della ripresa

L'esterno degli A's, Mule Haas scivola a casa base, dopo aver fatto il giro delle basi sul suo inside-the-park home run nel settimo inning di Gara 4 delle World Series del 1929

Howard Ehmke
Mickey Cochrane

Mentre l'America dava il benvenuto al terzo decennio del baseball professionistico, i Philadelphia Athletics entravano di diritto nell'elite della Major League. La franchigia di Connie Mack aveva impiegato molto tempo nella ricostruzione di una squadra competitiva dai lontani allori della prima decade d'inizio secolo, ma ora era arrivato finalmente il loro momento. Avevano duellato alla pari con i grandissimi New York Yankees nella corsa al pennant nel 1928, avevano dominato l'AL per il titolo nel 1929, vincendolo agevolmente, e nel 1930 ritornavano a giocarsi le World Series. Nel 1930 la squadra di Mack aveva vinto il suo quinto titolo dell'AL ed il secondo consecutivo. Alla fine avevano lasciato a otto partite di differenza gli Washington Senators e a 16 gli Yankees. Di fronte si trovavano la formazione dei St. Louis Cardinals, vincitori della NL davanti ai Chicago Cubs, dotati di un potente attacco con una media battuta squadra di .314. Il 1930 fu soprannominato giustamente "The Year of the Hitter" poiché nella NL ben sei squadre avevano raggiunto una media battuta superiore ai .300, con i New York Giants che avevano realizzato il record assoluto della storia del baseball di .319 seguiti dai Philadelphia Phillies con .315. La media battuta dell'American League era più bassa e si attestava sui .288. In Gara 1 gli A's, malgrado la discreta stagione dei battitori, dovettero lottare per superare i Cardinals e alla fine colpirono cinque hits contro le nove valide di St Louis. Fortunatamente per gli A's tutte e cinque le valide furono battute da extra base, di cui due homers messi a segno dai soliti Al Simmons e Mickey Cochrane, mentre Lefty Grove vinceva la sfida con il veterano pitcher dei Cardinals, Burleigh Grimes, aggiudicandosi l'incontro per 5 a 2. Nella seconda partita Cochrane, Simmons e Foxx furono determinanti per la vittoria di Philadelphia contro lo starter dei Cardinals, Flint Rehm, per 6 a 1, portando la loro squadra in vantaggio di due partite. Dopo due gare disputate a Philadelphia, le Series si spostavano a St. Louis e la squadra di casa poteva approfittare del fattore campo per lanciare la riscossa. I Cardinals venivano da un'analoga situazione verificatasi ad agosto, durante la regular season della NL, quando si trovarono al quarto posto dietro ai Brooklyn Robins di undici partite. Da quel momento, grazie alla loro determinazione, i Cardinals avevano ribaltato la classifica e a settembre erano primi. E in Gara 3 avvenne la trasformazione. Il veterano asso dei Cards, "Wild" Bill Hallahan con una shutout sconfisse i Campioni del Mondo per 5-0 e un'altro veterano delle Series, Jesse Haines, opposto a Lefty Grove compì il miracolo in Gara 4 trascinando i St. Louis alla vittoria per 3 a 1. Ora le World Series vedevano entrambe le formazioni con due vittorie e altre tre gare da disputare. La vittoria in Gara 5 diventava fondamentale per entrambe le squadre, poiché poteva far girare le Series a loro favore. Burleigh Grimes, dei Cardinals, e George Earnshaw, per gli A's, si fronteggiarono in un duello all'ultimo sangue. All'ottavo Grove sostituì Earnshaw e si arrivò al nono sullo zero a zero. Grimes, dopo una straordinaria prova, concesse base su ball a Cochrane e nel box si presentò Jimmie Foxx. L'asso degli A's, che in regular season aveva battuto 37 HR, mise la palla oltre la recinzione per il suo 38° homer e la vittoria degli Athletics per 2 a 0. Connie Mack, manager degli A's, utilizzò come partente il trentenne lanciatore destro Earnshaw in Gara 6 malgrado avesse riposato soltanto un giorno (Gara 5 si giocò il 6 ottobre e Gara 6 fu giocata l'8) mentre il capitano e manager dei Cardinals, Gabby Street, scelse il vincitore della terza partita, "Wild" Bill Hallahan. La discutibile decisione di far iniziare Earnshaw si dimostrò alla fine ininfluente poichè il lineup degli Athletics fu devastante sia contro Hallahan che il rilievo Syl Johnson realizzando due punti nel primo inning, un homer nel terzo e altri due punti nel quarto. Ancora una volta, gli A's avevano colpito 7 valide da extra base trasformate in altrettanti punti mentre il loro lanciatore concesse solamente cinque battute valide per la vittoria finale di 7 a 1. I Philadelphia Athletics vincevano per il secondo anno consecutivo le World Series. Ironia della sorte nello "Year of the Hitter" la media battuta risultò mediocre per le World Series. Philadelphia riuscì a battere appena .197 e St. Louis se la cavò con .200. In questo caso la "qualità" ebbe la meglio sulla "quantità" con gli A's che avevano messo a segno diciotto valide da estra base delle trentacinque totalizzate. La debolezza degli attacchi fu la testimonianza di un pitching staff solido per entrambe le formazioni. Earnshaw fu strabiliante, 2 vittorie e 0 zero sconfitte con 0.72 di ERA, per venticinque innings lanciati, e Lefty Grove lo seguiva con un record di 2 a 1 e 1.42 di ERA in diciannove innings.

Il programma delle World Series del 1930

I Philadelphia Athletics vincitori delle World Series del 1930

Gli sluggers degli Athletics del 1930, da sinistra a destra: Jimmie Foxx, Mickey Cochrane e Al Simmons

Foto ricordo prima delle World Series del 1930, da sinistra a destra: Babe Ruth, John McGraw, Gabby Street, Christy Walsh, Connie Mack, Nick Altrock e Ty Cobb

I due manager Gabby Street e Connie Mack si stringono la mano prima dell'inizio delle World Series del 1930

Il manager degli A's Connie Mack con il manager dei Cardinals Gabby Street e John McGraw (manager dei Giants) durante le World Series del 1930

Parte bassa del primo inning di Gara 1 delle World Series del 1930. Giocata stretta in seconda con Mickey Cochrane (A's) che scivola nel tentativo di rubata mentre viene toccato da Frankie Frisch sull'assistenza millimetrica del catcher Gus Mancuso. Lo shortstop Charley Gelbert guarda l'azione mentre l'arbitro Cy Rigler sta per chiamare l'out

Al Simmons
George Earnshaw
Jimmie Foxx
Lefty Grove

Nel 1931 l'implacabile dinastia dei Philadelphia Athletics era, ancora una volta, in vetta alla classifica dell'America League e sulla strada di una possibile "tripletta" contro i St Louis Cardinals, rivali nelle precedenti World Series. Gli Athletics avevano dominato la classifica, grazie anche all'eccezionale Al Simmons, che aveva vinto il suo secondo consecutivo titolo di miglior battitore dell'American League con una media di .390 (nove punti superiore a quella del 1930), ventidue HR e centoventotto RBI. A dare una amano ad Al Simmons ci aveva pensato il grandissimo lanciatore Lefty Grove, con 16 partite vinte consecutivamente (31 vittorie e 4 sconfitte nella stagione) ed un record di 79 vittorie e 15 sconfitte negli ultimi tre campionati. Anche i St. Louis Cardinals avevano vinto il pennant della NL davanti ai New York Giants con tredici vittorie di distacco dominando la League. In Gara 1, giocata allo Sportsman Park di St. Louis, gli Athletics subirono due punti al primo inning ma al terzo passarono in vantaggio per 4 a 2. Al settimo Al Simmons battè un HR da due punti. Lefty Grove dopo aver accusato l'attacco dei Cardinals nell'inning iniziale portò alla vittoria gli A's non concedendo più alcun punto: punteggio finale 6 a 2. In Gara 2, i Cardinals vinsero grazie all'esterno centro Pepper Martin che incontrò sistematicamente il veterano degli A's, George Earnshaw, segnando i due punti della partita e rubando due basi. Pepper Martin, dopo aver giocato sette stagioni nelle Minor con due piccole apparizioni nelle Majors, aveva giocato regolarmente nella stagione battendo con una media di .300 e conquistandosi il posto da titolare. Il lanciatore vincente risultò essere "Wild" Bill Hallahan che alla fine delle nove riprese concesse solamente tre valide e mise al piatto 8 Athletics. Il veterano dei St. Louis, Burleigh Grimes, con diciassette vittorie nella stagione regolare, fu il partente di Gara 3. La sua specialità era la "spitball" che era stata bandita dal campionato nel 1920 perché lancio illegale. Un gruppo di pitchers che dipendevano da questo tipo di lancio furono inseriti in due liste ufficiali, una per l'AL e una per la NL, e autorizzati dalla Major League Baseball a poter lanciare la "spitball" fino alla fine della loro carriera. Grimes, grato per questa generosità utilizzò la "palla sputata" come un vantaggio per altri 13 anni. Il suo lancio servì per confezionare la vittoria numero due dei Cardinals con il punteggio di 5 a 2. Il pitcher perdente, Lefty Grove, concesse 11 valide in otto innings. Grimes da parte sua in nove riprese permise agli avversari di mettere in campo solo due valide. Il manager degli A's, Connie Mack, che doveva pareggiare gli incontri per non veder allungare gli avversari, mise a lanciare l'eroe delle World Series del '30, George Earnshaw (21 vittorie in stagione). Earnshaw ripagò la fiducia concedendo solamente due valide in nove riprese e realizzando otto K. La partita si chiuse con la vittoria degli Athletics per 3 a 0. Le due squadre si erano fronteggiate alla pari e tutte e due le formazione potevano disporre di bullpens di talento. In gara cinque gli A's potevano ancora approfittare del fattore campo giocando la terza partita consecutiva allo Shibe Park di Philadelphia. Mack scommise sul trentaduenne Waite Hoyt (sei World Series con gli Yankees con un bilancio di 6 partite vinte e tre sconfitte) arrivato dai Tigers di Detroit a fine giugno. Il manager dei Cardinals, Gabby Street, gli oppose "Wild" Bill Hallahan. In un giro di eventi sconvolgenti Hoyt perse la partita e Pepper Martin fu l'eroe dell'incontro. Ancora una volta l'esterno centro dominò l'incontro con 3 valide, di cui un HR, e 4 RBI conducendo alla vittoria i Cardinals per 5 a 1. Dopo cinque partite, Martin aveva ottenuto una media battuta di .667, 5 punti segnati, 4 doppi, un HR, 5 RBI e 5 basi rubate. Per la prima volta in tre anni i Philadelphia Athletics si trovavano nella posizione di sfavoriti. Fortunatamente gli A's si ripresero e in Gara 6 Lefty Grove concedendo solo 5 valide li portò alla vittoria per 8 a 1 contro l'esordiente Paul Derringer. Il 10 ottobre 1931 sul diamante dei St. Louis Cardinals andò in scena la settima e decisiva partita per assegnare il titolo di Campioni del Mondo. Per la gara di finale due improbabili eroi segnarono il corso dell'evento. Il terza base Andy High e l'esterno destro George Watkins dei Cardinals, che avevano disputato in attacco una miserabile serie (in due avevano ottenuto 3 valide su 22 presenze alla battuta), risultarono fondamentali. Al primo inning i Cards andarono subito in vantaggio grazie ad un lancio pazzo e ad un errore che permise a High e a Watkins (autori di due singoli) di segnare due punti. Al terzo inning High piazzò un valido e Watkins siglò un HR da due punti lasciando di stucco il pitcher degli A's, George Earnshaw. Burleigh Grimes, il re della "spitball", venne toccato duro solamente all'ottavo inning e concesse due punti. Il rilievo "Wild" Bill Hallahan chiuse l'incontro senza concedere altri punti. Sorprendentemente, l'ultima presa al volo, che determinò la vittoria dei Cards per 4 a 2, fu fatta da Pepper Martin, che lasciò il suo marchio sulla seconda vittoria nelle World Series dei Cardinals. Nonostante Martin non avesse battuto nelle ultime due partite risultò il migliore con una media straordinaria di .500.

Il programma delle World Series del 1931

I St. Louis Cardinals vincitori delle World Series del 1931

Pepper Martin e sua moglie durante le World Series del 1931

George Watkins segna il secondo punto dei Cardinals nella parte bassa del 1° inning di Gara 7 delle World Series del 1931 dopo aver battuto un singolo contro il partente degli A's, George Earnshaw. Nel terzo, Watkins colpì un fuoricampo da due punti contro Earnshaw portando alla vittoria i Cardinals per 4-2

Gli esterni dei Cardinals vincitori delle World Series del 1931, da sinistra: Chick Hafey, George Watkins, Pepper Martin e Wally Roetger

Lo staff tecnico dei St. Louis Cardinals del 1931, da sinistra: Buzzy Wares (coach), Gabby Street (manager), Frankie Frisch (coach) e Ray Blades (coach)

Jimmie Foxx e Pepper Martin prima dell'inizio delle World Series del 1931

Ernie Orsatti e i St. Louis Cardinals ricevono i loro anelli per la vittoria delle World Series del 1931 dal Commissioner Judge Kenesaw Mountain Landis

Rabbia, emozione e polemiche furono le grandi componenti delle World Series del 1932, prima ancora che fosse stata lanciata la prima palla. Babe Ruth, il più amato (e odiato) giocatore di baseball di tutti i tempi, fu protagonista di un episodio che entrò nella storia del pastime attirando su di sé le ire dei Cubs e di Chicago, alla stessa stregua delle polemiche che colpirono il suo ex compagno Mark Koenig. L'ex interbase degli Yankees, che aveva contributo in maniera determinante alle vittorie degli Yankees nelle World Series del 1927 e del 1928, fu utilizzato pochissimo dai Cubs in questo Fall Classic a causa della sua militanza a New York. I Cubs lo avevano preso ad agosto dalla Pacific Coast League per sostituire Billy Jurges, ferito in modo non grave da una pallottola sparata da Violet Valli, una showgirl innamorata del giocatore (Bernard Malamud, utilizzò questo episodio per scrivere il libro "The Natural" - Il Migliore). Mark Koenig, pur battendo .353 su 33 partite giocate con la nuova squadra, non fu ritenuto affidabile e i Cubs si sentirono comunque truffati. La rabbia di Chicago andò alle stelle anche per il ritorno di Joe McCarthy - alla guida degli Yankees - che era stato licenziato dai Cubs alla fine della stagione 1930. Tantissimi ritenevano che il nuovo manager di New York fosse stato trattato ingiustamente dopo aver vinto il pennant della NL nel '29 ed essersi classificato secondo, a sole due partite dai St. Louis, l'anno successivo. Nel contempo molti dei suoi sostenitori si sentirono traditi per il fatto che fosse andato ad allenare una formazione dell'odiata American League. Gli Yankees, dopo tre anni a secco, avevano vinto il pennant dell'AL con un record di 107 partite vinte e 47 perse, staccando di 13 giochi i Philadelphia Athletics, trascinati da uno straordinario Lou Gehrig con i suoi 151 RBI. I Chicago Cubs si erano aggiudicati il pennant della NL con 90 vittorie e 64 sconfitte e 4 partite di vantaggio sui Pittsburgh Pirates. Gara 1 fu giocata allo Yankee Stadium di New York e al primo inning i Cubs passarono in vantaggio segnando due punti, grazie anche ad un errore di Ruth all'esterno destro. Al quarto inning, gli Yankees misero a segno tre punti con un HR di Lou Gehrig. Al sesto, New York allungò con altri cinque punti propiziati dalle valide di Dickey, Chapman e Combs. Il partente dei Cubs, Guy Bush, venne sostituito ma le cose non migliorarono. Al nono gli Yankees si aggiudicarono la gara per 12 a 6 e Red Ruffing risultò, alla distanza, il lanciatore vincente con 10 K nonostante le 6 basi su ball e le 10 valide concesse. In Gara 2, gli Yankees rintuzzarono al primo inning il parziale di 1 a 0 per i Cubs segnando due punti con valide del solito Gehrig e di Dickey. Il pareggio per Chicago arrivò al terzo su valida di Demaree. New York allungò nuovamente nello stesso inning portandosi sul 4 a 2. Quinto punto per i padroni di casa, alla quinta ripresa, mentre sul monte Lefty Gomez dominava lasciando a secco gli avversari e aggiudicandosi l'incontro per 5 a 2. Lou Gehrig fu il migliore battendo 3 su 4 con un RBI. Il primo di ottobre si giocò Gara 3 a Chicago al Wrigley Fields. Babe Ruth con un HR da tre punti, al primo inning, portò subito in vantaggio gli Yankees. Al terzo rispose Gehrig con un solo HR per il 4 a 1. Al quarto inning reazione dei Cubs che pareggiarono. Nell'inning successivo Ruth e Gehrig batterono due HR, back to back, per il 6 a 4. E' in questo inning che Ruth venne preso di mira dal pubblico e dal dugout dei Cubs con un assordante boato di insulti. Il pitcher dei Cubs, Charlie Root, entrò con il primo strike, lasciato passare dal "Bambino". Ruth, guardando il dug-out avversario, mostrò il dito indice provocando un ulteriore infervoramento della folla. I due lanci successivi furono due ball, poi Charlie Root ritrovò l'area e Ruth anticipò l'arbitro chiamando egli stesso lo strike numero due, mostrando poi l'indice e il medio verso la panchina dei Cubs … poi storia e leggenda si fondono e si confondono. Gabby Hartnet, ricevitore dei Chicago, riportò le seguenti parole, pronunciate da Ruth nel fatidico momento: "Ne basta una per batterne una". Poi il Bambino puntò il dito (verso le recinzioni? verso il lanciatore? verso il dugout?) e Gehrig, dal deck, lo sentì esclamare: "la prossima palla che lanci te la ficco giù per la gola!". Partì il lancio e Ruth spedì la palla oltre la recinzione (secondo alcuni nel punto precedentemente indicato). Durante il giro delle basi Babe esultava sghignazzando e scuotendo le mani unite sopra la testa e, mentre girava verso casa, riservò al dugout avversario il gesto che noi chiamiamo "marameo". L'episodio, entrò negli annali del baseball come "The Called Shot". La partita terminò con la vittoria degli Yankees per 7 a 5. New York decisa a chiudere il conto in Gara 4, per centrare la terza sweep consecutiva, iniziò male tanto da non fa presagire nulla di buono. L'esterno centro dei Cubs, Frank Demaree, mise oltre la recinzione un HR da tre punti al primo inning per il parziale di 4 a 1. Nonostante questo avvio deciso di Chicago, gli Yankees continuarono a crederci trascinati dalla mazza di Tony Lazzeri, autore di due HR. Si portarono in parità per poi spiccare il volo alla settima ripresa e vincere Gara 4 e le World Series con il punteggio di 13 a 6. Seppure Ruth, con il suo "The Called Shot", sarà ricordato come il più controverso e celebrato momento delle World Series del 1932, fu senza dubbio Lou Gehrig, il più grande battitore di queste finali. Gehrig battè nove valide su diciassette con una media di .529, tre homers, nove punti segnati e otto RBI. Fu aiutato dai compagni Bill Dickey, con .438, Earle Combs, con .375 e Joe Sewell e Babe, che chiusero con con una media di .333. Stranamente, "The Called Shot" fu l'ultimo homerun di Ruth nelle World Series.

I due programmi delle World Series del 1932

I New York Yankees vincitori delle World Series del 1932

Il sindaco di Chicago, Anton Cermak, a sinistra, con l'allora governatore di New York Franklin Roosevelt, al centro, e suo figlio James Roosevelt, a destra, alle World Series del 1932 al Wrigley Field. Franklin Roosevelt, che si trovava a Chicago per la sua campagna per la presidenza, sta per effettuare il lancio della prima palla di Gara 3

Tre immagini del "The Called Shot". Quella leggendaria dipinta da Douglass Crockwell nel 1957, di cui non esistono foto e quelle reali del momento del fuoricampo e dell'arrivo a casa base salutato da Lou Gehrig

L'esterno del Wrigley Field di Chicago durante le World Series del 1932

I New York Yankees e i Chicago Cubs effettuano il giro del Wrigley Field portando la bandiera americana prima di Gara 3 delle World Series del 1932

I tre esterni degli Yankees durante le World Series del 1932, da sinistra: Ben Chapman (LF), Babe Ruth (RF) e Earle Combs (CF)

Babe Ruth con la sua moglie Claire Merritt e la figli Julia alle World Series del 1932

Le due stelle degli Yankees, Lou Gehrig e Babe Ruth nel 1932

Il pennant dell'American League fu vinto dagli Washington Senators, guidati dal giocatore-manager Joe Cronin, distaccando i New York Yankees, vincitori delle World Series del '32, di sette partite. Il lineup dei Senators poteva vantare la migliore potenza d'attacco delle due League con Heinie Manush, .336 di MB e 95 RBI, Buddy Myer, MB .302, Joe Kuhel, MB .322 e 107 RBI, Goose Goslin e Fred Schulte con una media di .297 e .295. Ma la battuta non era la loro unica arma perché anche il bullpen era talentuoso con Alvin Crowder, 24 partite vinte, Earl Whitehill, 22 vittorie, e Lefty Stewart che aveva terminato con 15 vittorie e 6 sconfitte. Per gli addetti ai lavori, Washington era la favorita contro i New York Giants, vincitori della NL. I New York Giants, al contrario, non disponevano di potenti battitori, come i loro avversari, e solo Bill Terry aveva ottenuto una MB sopra i .300 mentre Mel Ott fece registrare 103 RBI. A compensare la mancanza di potenza in attacco ci aveva pensato il parco lanciatori dei Giants con un quintetto di pitcher di primissimo ordine: Carl Hubbell, Hal Schumacher, Freddie Fitzsimons, Roy Parmelee e Dolf Luque. Hubbell fu il leader della National League con 23 vittorie, dieci shutouts e una una media PGL di 1.66. Schumacher, Hubbell e Parmelee si erano classificati ai primi tre posti della classifica della NL per il minor numero di valide concesse in nove inning. Schumacher aveva vinto diciannove partite e con il suo 2.16 di ERA si era classificato al terzo posto nella NL. Fitzsimons ne aveva vinte sedici e il rilievo Luque, a quarantatre anni, aveva vinto otto delle dieci decision e vantava un 2.70 di ERA. I Giants, guidati dal giocatore-manager Bill Terry, si erano aggiudicati il pennant con un vantaggio di cinque partite sui Pirates. Martedì 3 ottobre fu disputata Gara 1 al Polo Grounds di New York. I Giants schierarono sul monte Hubbell opposto a Stewart. Hubbell non concesse nessun punto guadagnato e fu toccato solamente da cinque valide. L'attacco di New York colpì 10 valide e Mel Ott battè 4 hit, di cui un HR e 3 RBI, vincendo la partita per 4 a 2. Schumacher fu il partente per i Giants in Gara 2 e i Senators schierano Crowder. Washington andò in vantaggio al terzo inning con un HR di Goslin. Drammaticamente nel sesto inning i Senators cedettero di schianto e i Giants misero in panchina il partente Crowder con 6 punti pesantissimi, incamerando anche la seconda partita con il punteggio di 6 a 1. La lotta tra lanciatori continuò anche in Gara 3 che fu disputata giovedì 5 al Griffith Stadium di Washington. Il pitcher dei Senators, Earl Whitehill, acquistato nella off-season dai Detroit Tigers, concesse solo cinque hit e nessun punto permettendo alla sua squadra di aggiudicarsi l'incontro per 4 a 0 e rimettendoli in corsa; Freddie Fitzsimons fu il lanciatore perdente. Il giorno successivo fu giocata, sempre a Washington, Gara 4. I Giants schierarono nuovamente Hubbell opposto a Monte Weaver e i due pitcher diedero vita ad una gara straordinaria che continuò per 10 inning sul punteggio di 1 a 1. Il punto per i Giants fu segnato al quarto inning, grazie ad un HR del manager-giocatore Bill Terry. Al settimo i Senators portarono a punto Kuhel, in base su errore del prima base, spinto a casa da una valida di Sewell. All'undicesimo i Giants passano in vantaggio di un punto grazie alle valide di Jackson e di Ryan. Weaver venne rilevato da Jack Russell che frenò l'emorragia. Alla fine dell'undicesimo i Senators si trovano con le basi piene ed un solo out. Nel box entrò Cliff Bolton, come PH, ma sfortunatamente battè in doppio gioco, regalando ai Giants la terza vittoria per 2 a 1, ad una sola gara per ottenere il titolo delle World Series conquistato l'ultima volta nel lontano 1922. Schumacher e Crowder furono i partenti di Gara 5. Il pitcher dei Giants, Schumacher, lanciò duro e all'inizio del sesto inning gli ospiti conducevano per 3 a 0. Nella seconda parte del sesto inning i Senators pareggiarono il conto grazie all'homerun di Fred Schulte che portò a casa Heinie Manush e Joe Cronin, in base su valide. Shumacher fu rilevato da Dolf Luque mentre Jack Russell sostituì Crowder per i Senators. La situazione di pareggio continuò fino all'inizio del decimo quando Mel Ott colpì un HR che gelò lo stadio di Washington. Luque (che fece la sua prima apparizione nelle Major nel 1914) con freddezza inchiodò l'attacco dei Senators regalando il titolo delle Series ai Giants. Alla fine, New York ottenne nelle Series una MB squadra di .267 (leggermente al di sopra di quella realizzata nella regular season che fu di .263) mentre Washington, che era stata leader delle due League nel 1933 con una MB squadra di .287, battè un modesto .214.

I programmi delle World Series del 1933

I New York Giants vincitori delle World Series del 1933 - Prima fila in piedi, da sinistra a destra: Watty Clark (P), Homer Peel (OF), Jack Salveson (P), Bill Shores (P), Dolf Luque (P), Lefty O'Doul (OF), Hi Bell (P), Harry Danning (C), Jo-Jo Moore (LF). Seconda fila in piedi, da sinistra a destra: Gus Mancuso (C), Johnny Vergez (3B), Freddie Fitzsimmons (P), Kiddo Davis (CF), Carl Hubbell (P), Blondy Ryan (SS), Hal Schumacher (P), Joe Malay (1B), Mel Ott (RF), Roy Parmelee (P). Seduti, da sinistra a destra: Hughie Critz (2B), Travis Jackson (SS/3B), Frank 'Pancho' Snyder (coach), Bill Terry (1B/Mgr.), Tommy Clarke (coach), Chuck Dressen (3B), Bernie James (2B). Seduti a terra, da sinistra a destra: Doc Willie Schaeffer (trainer), Phil Weintraub (RF), Al Smith (coach), Sam Troy (mascot), Glenn Spencer (P), Paul Richards (C)

I New York Giants prima delle World Series del 1933

Travis Jackson dei Giants piazza un bunt durante le World Series del 1933 al Polo Grounds. Fu l'ultima volta che una squadra di Washington raggiungeva le World Series

5 Ottobre 1933: Il Presidente Franklin D. Roosevelt si prepara a lanciare la cerimoniale prima palla al Griffith Stadium di Washington, DC, prima dell'inizio di Gara 3 delle World Series del 1933. A fianco di Roosevelt, a destra, il manager di Washington Joe Cronin e il manager di New York Bill Terry

Mel Ott mentre segna il punto della vittoria dopo il suo fuoricampo solitario nella parte alta del 10° inning di Gara 5

La testata del The Journal Extra Edition, Minneapolis, del 7 ottobre 1933 con l'annucio della vittoria dei Giants nelle World Series del 1933

Mel Ott
Carl Hubbell

Ancora una volta, i St. Louis Cardinals tornavano a disputare le World Series dopo aver vinto il pennant della National League a spese dei New York Giants, campioni del mondo uscenti, con solo due partite di differenza. In verità, la squadra del Missouri approfittò di un impensabile calo dei New York Giants, che il 12 settembre (alla vigilia dell'ultima serie tra le due formazioni) avevano un vantaggio di 5 lunghezze e mezza. I Giants persero tre partite su quattro e probabilmente ne rimasero scioccati: New York inspiegabilmente cedette, chiudendo la stagione con cinque sconfitte consecutive. St. Louis, invece, vinse 13 delle 15 partite finali, effettuando il sorpasso nella penultima giornata. I Cards avevano vinto grazie ad un solido bullpen ed il successo era da attribuirsi, in particolar modo, a Dizzy Dean che aveva vinto 30 vittorie con 195 strikeout, prestazione che gli valse la prima posizione nelle speciali classifiche. Dean non fu l'unico giocatore di spicco, perchè il manager-giocatore Frankie Frisch costruì un lineup formato da numerosi giocatori di talento. I St. Louis Cardinals erano famosi per il loro gioco duro e violento, spesso ai limiti del regolamento e ben presto fu coniato un termine che rimase appiccicato a quella formazione: "The Gas House Gang". Molti ritennero che il loro stile di gioco "all-out" potesse essere un decisivo vantaggio rispetto ai Detroit Tigers, vincitori dell'American League, che erano stati sconfitti in tutte le loro tre apparizioni alle World Series. Nel 1934, invece, Detroit dominò l'American League, conquistando 101 successi e superando i New York Yankees di sette lunghezze. Alla guida della squadra c'era Mickey Cochrane, uno dei pilastri dei leggendari Philadelphia A's che vinsero tre pennant consecutivi tra il 1929 e il 1931. Cochrane era il catcher, ma gli era stata affidata anche la responsabilità di manager. Nel 1934 i Tigers formarono uno dei migliori attacchi nella storia delle Majors, in grado di segnare addirittura 958 punti. Dizzy Dean fu il partente in Gara 1 per i Cards e risultò il lanciatore vincente. La sua stellare prestazione fu aiutata al piatto da Joe Medwick, esterno sinistro, che battè quattro valide tra cui un homerun. Detroit contribuì alla sua sconfitta con cinque errori nei primi tre inning e il risultato finale fu di 8 a 3 per i Redbirds. I Tigers si rifecero il giorno dopo, in Gara 2, con il loro partente Schoolboy Rowe che lanciò per dodici inning, vincendo per 3 a 2 e realizzzando un complete game. Rowe aveva vinto sedici partite consecutive da giugno ad agosto e non aveva mostrato segni di rallentamento, dominando anche il lineup di St. Louis. Apparentemente, i Cardinals non erano l'unica squadra tenace e determinata della Major. La serie si spostò a St. Louis per i tre incontri centrali. In Gara 3, a far pendere il piatto della bilancia di nuovo per i Cards fu Pepper Martin, l'esterno centro trasformato in terza base che vantava una media battuta di .500 durante le Series del 1931, colpì un doppio e un triplo e segnò due dei quattro punti finali. Paul Dean, fratello di Dizzy (che aveva lanciato una no-hit contro Brooklyn verso fine stagione) chiuse le speranze dei Tigers lanciando per nove inning e concedendo un solo punto. I Cardinals si imposero per 4 a 1. Detroit si riprese prontamente e si riportò in vantaggio strappando Gara 4 e 5, in casa dei St. Louis, con il punteggio di 10 a 4 e 3 a 1. Billy Rogell e Hank Greenberg furono determinanti in battuta e ottennero assieme sette valide compreso un HR, mentre Eldon Auker e Tommy Bridges risultarono i lanciatori vincenti. Si ritornò a Detroit e Schoolboy Rowe tornò a lanciare in Gara 6 per ripetere l'exploit di Gara 2. Il manager dei Cards Frisch, invece, ripropose Paul Dean sul monte. Una scelta che si rivelò vincente, nonostante i soli due giorni di riposo: non solo Daffy lanciò per nove eccellenti inning, ma soprattutto batté la valida che consegnò a St. Louis la vittoria per 4-3. Tuttavia i Tigers reclamarono per una dubbia chiamata arbitrale avvenuta nel sesto inning: questo episodio è narrato da Gehringer in "Baseball: When the Grass was Real", il celebre libro di Donald Honig. Con Cochrane e Gehringer in seconda ed in prima base, Goslin effettuò un bunt: la palla fu raccolta dal catcher Bill DeLancey, che tirò in terza base. L'arbitro Brick Owens accordò l'eliminazione di Cochrane, ma questa decisione fu alquanta dubbia. Tutto fu quindi rinviato a Gara 7. Dizzy Dean salì sul monte contro Eldon Auker per il gran finale. Il pitcher di St. Louis si rivelò mortifero per i battitori di Detroit, infatti, in nove inning subì appena sei valide, senza concedere neanche un punto. I Cardinals esplosero nel terzo inning, quando segnarono sette volte, punendo duramente Elden Auker. Cochrane inserì sia Schoolboy Rowe sia Tommy Bridges, ma ciò non fu sufficiente a ribaltare la situazione. Nel sesto inning si verificò un episodio controverso che diventò il simbolo di quella sfida: dopo aver battuto la palla, Joe Medwick superò la prima e la seconda base, per poi dirigersi verso la terza. Per conquistare quella base, Medwick effettuò una durissima scivolata, colpendo Marv Owen. Questa azione fu pesantemente contestata dai tifosi di Detroit, che iniziarono a lanciare verso il giocatore di St. Louis oggetti di ogni genere. Per calmare gli animi, il commissioner Kenesaw Mountain Landis decise di espellere Medwick (che fu sostituito da Chick Fullis). Ad ogni modo, questo episodio si rivelò ininfluente e St. Louis vinse 11 a 0, conquistando il terzo titolo mondiale della propria storia. Gli eroi del trionfo furono ovviamente i fratelli Dean, che ottennero due successi a testa, dopo aver vinto quarantanove giochi nella stagione regolare. Per Detroit, invece, si materializzò la quarta sconfitta in altrettante World Series.

Il programma delle World Series del 1934

I St. Louis Cardinals vincitori delle World Series del 1934 - In Piedi, da sinistra a destra: Joe 'Ducky' Medwick (LF), Mike Gonzales (C), Pat Crawford (3B), Burgess 'Whitey' Whitehead (2B/SS), Jim Mooney (RP), John 'Pepper' Martin (3B), Arthur 'Dazzy' Vance (P), Paul Dean (P), Frankie Frisch (2B/Mgr.), Jesse Haines (RP), 'Wild Bill' Hallahan (P), Leo Durocher (SS), Jack Rothrock (CF), Jay 'Dizzy' Dean (P), Henry 'Cotton' Pippen (P). Seduti, da sinistra a destra: Francis Healy (C), Bill Walker (P), Bill Delancey (C), Ernie Orsatti (CF), James 'Tex' Carleton (P), Charles 'Chick' Fullis (OF), Virgil 'Spud' Davis (C), James 'Ripper' Collins (1B), Clyde 'Buzzy' Wares (coach)

I St. Louis Cards del 1934, da sinistra a destra: Bill Walker (Inglese), Ted Nobriga (Hawaiano), Joe Medwick (Ungherese), Ernie Orsatti (Italiano), Bill Hallahan (Irlandese), and Jim Wilson (Scozzese)

I due manager in posa Frankie Frisch (a sinistra) e Mickey Cochrane prima dell'inizio delle World Series del 1934

World Series del 1934, da sinistra destra: Jay "Dizzy" Dean, Babe Ruth e Paul "Daffy" Dean. Babe visita i due fratelli Dean reduci da un'epica regular season. Insieme combinarono 49 vittorie (Dizzy 30 - Daffy 19)

1934 World Series al Navin Field di Detroit, da sinistra a destra: Dizzy Dean, Christy Walsh, Frankie Frisch, Mickey Cochrane, Babe Ruth e Schoolboy Rowe

Foto prima delle World Series del 1934, da sinistra a destra: Dizzy Dean, Schoolboy Rowe, il Governatore J. Marion Futrell e Paul Dean

I Cardinals prima di Gara 1 delle World Series del 1934, da sinistra a destra: Jay 'Dizzy' Dean (P), Leo Durocher (SS), Ernie Orsatti (CF), Bill DeLancey (C), James 'Rip' Collins (1B), Joe 'Ducky' Medwick (LF), Frankie Frisch (2B/Mgr.), Jack Rothrock (RF), John 'Pepper' Martin (3B)

Lo starter dei Detroit Elden Auker stringe la mano al partente Tex Carleton dei Cards prima di iniziare Gara 4 delle World Series del 1934 a St. Louis

Gara 4 World Series del 1934. Dizzy Dean mentre tentava di rompere un doppio gioco nel quarto inning fu colpito alla testa dalla palla tirata dall'interbase dei Tigers, Billy Rogell

L'infortunato Dizzy Dean viene aiutato dai compagni di squadra dopo il colpo alla testa. Frank Frisch è in ginocchio dietro a Dizzy

Dizzy Dean dopo essere stato colpito fu portato all'ospedale. Il leggendario (e forse apocrifo) titolo delle testate sportive del giorno dopo riportava: "I raggi X alla testa di Dean non mostrano nulla!"

I fansdi Chicago scendono dai tram vicino al Navin Field prima dell'inizio di Gara 6 delle World Series del 1934

Parte alta del 1° inning di Gara 6 delle World Series a Detroit. Jack Rothrock dei Cardinals scivola salvo a casa base mentre il catcher dei Tigers, Mickey Cochrane, sta per prendere la palla dell'assistenza dell'esterno destro Pete Fox

Gara 7 delle World Series del 1934, parte alta del 6° inning. Joe Medwick dei Cardinals scivola duro sul terza base dei Tigers, Marv Owen, dopo aver battuto un triplo. Questo fu uno dei momenti più folli nella storia delle World Series. Con i Cardinals che conducevano 9-0 e i Tigers alle corde, la scivolata di Medwick provocò la reazione di Owen convinto che tale durezza non fosse necessaria. Dopo che la zuffa tra i due venne sedata, i fans di Detroit iniziarono a lanciare cibo, bottiglie, e qualunque altra cosa che potevano trovare sul campo e la partita venne sospesa. Il Commissioner Landis prese la decisione di mandare entrambi i giocatori sotto le docce per ristabilire l'ordine

Il lanciatore dei St. Louis Cardinals Dizzy Dean, al centro, alza lo sguardo mentre sta attraversando il piatto nel terzo inning di Gara 7 delle World Series a Detroit il 9 ottobre 1934. Dean fu uno dei tre corridori che segnarono sul doppio del manager/giocatore Frankie Frisch

Frank Frisch e Ol' Diz si abbracciano dopo la vittoria finale delle World Series del 1934

I due pitcher stellari del St. Louis Cardinals del 1934: Paul & Dizzy Dean

I Detroit Tigers, ancora alla ricerca dell'inafferrabile primo titolo, tornavano per la seconda volta consecutiva alle World Series contro i Chicago Cubs del manager/prima base Charley Grimm (che aveva vinto 21 partite consecutive nel mese di settembre). Hank Greenberg e Charlie Gehringer avevano trascinato il lineup di Detroit colpendo, rispettivamente, 36 e 19 HR durante la stagione regolare e Greenberg era il leader dei pei punti battuti a casa con 170. Sul monte, Tommy Bridges aveva vinto 21 partite e perse 10, Schoolboy Rowe 19 e 12 e Elden Auker aveva terminato con 18 vinte e 7 perse. L'intero parco lanciatori aveva totalizzato alla fine della stagione 93 vittorie e 58 sconfitte. I Tigers avevano vinto il titolo dell'American League distanziando i fortissimi Yankees di tre partite. Dall'altra parte Chicago non poteva vantare la potenza in attacco degli avversari e solo l'esterno Chuck Klein aveva totalizzato 21 homers mentre Gabby Hartnett aveva portato a punto 91 corridori. Tuttavia, se i Cubs erano inferiori in battuta, dal punto di vista del bullpen erano molto pericolosi con Bill Lee (20-6) e Lee Warneke (20-13) che avevano aiutando la squadra a vincere 100 partite delle 154 giocate. Si erano aggiudicati il pennant della National League davanti ai campioni delle World Series del 1934, i St.Louis Cardinals, che si erano fermati a quattro partite. Gara 1 fu giocata al Tiger Stadium davanti a 47391 spettatori. I Cubs misero sul monte il loro asso Lee Wanrneke opposto a Schoolboy Rowe. La partita risultò strettissima e i Cubs ebbero la meglio grazie ai punti segnati nel primo e nel nono, aggiudicandosi l'incontro per 3 a 0. In Gara 2 la bilancia piegò a favore di Detroit. Nel primo inning i Tigers allungarono con 4 punti grazie anche al fuoricampo da due punti di Greenberg sul pitcher Charlie Root (alla sua prima apparizione alle World Series dopo aver subito nel Fall Classic del 1932 il "called shot" di Babe Ruth). Sfortunatamente il fortissimo battitore dovette abbandonare la partita e le Series per la rottura del polso nello scontro con il catcher dei Cubs, Gabby Hartnett. Risultato, fuori per il resto delle gare creando un bel vuoto nel lineup dei Tigers. Con Greenberg fuori, Detroit spostò il terzo base Marv Owen in prima e il neoentrato Flea Clifton nell'hot corner. Owen e Clifton assieme terminarono le Series con 1 valida su 36 turni alla battuta e molti ritennero che l'infortunio di Greenberg avrebbe pesato in maniera determinante sulla vittoria o la sconfitta dei Tigers. Detroit vinse 8 a 3 e il lanciatore vincente Tommy Bridges concesse solamente sei valide. Con una vittoria a testa le Series si spostarono a Chicago per Gara 3. Le due squadre si tennero testa per undici inning, ma il singolo di Jo-Jo White ruppe l'equilibrio portando a punto Marv Owen per la vittoria dei Tigers con il punteggio di 6 a 5. In Gara 4, Detroit schierò il lanciatore Alvin Crowder mentre i Cubs misero sul monte Tex Carleton. La partita rimase in pareggio sull'uno a uno per cinque inning ma all'inizio del sesto i Cubs furono puniti da due errori, consegnando il vantaggio ai Tigers che mantennero il risultato di 2 a 1 fino alle fine. Detroit era ora avanti tre partite a una e potevano intravvedere finalmente il loro primo Campionato del Mondo. Per Chicago era fondamentale vincere Gara 5 e continuare a sperare. I Cubs segnarono due punti alla terza ripresa mentre sul monte di lancio Warneke controllò le mazze dei Tigers lasciandoli a secco per sei inning. Fu sostituito poi da Bill Lee al settimo per un dolore alla spalla. Bill Lee tenne a freno il lineup avversario fino al nono quando Detroit segnò un solo punto ma insufficiente per ribaltare il risultato finale di 3 a 1 per Chicago. I Cubs erano ancora vivi, ma per quanto tempo lo sarebbero stati? La risposta arrivò drammaticamente il giorno successivo quando si giocò Gara 6 al Tiger Stadium, davanti a 48420 spettatori. Partita al cardiopalma con le due formazioni incollate l'una all'altra sul punteggio di 3 a 3 per 8 inning e ½ . Nella parte alta del nono Stan Hack, dei Cubs, era arrivato in terza base, grazie ad un triplo, con zero out. Con il potenziale punto a 27.43 metri da casa base, che poteva cambiare le sorti della partita, il lanciatore Tommy Bridges, dei Tigers, aveva ancora qualche speranza. Fortunatamente, doveva affrontare l'ottavo, il nono e il leadoff, lontani dalla pericolosa parte alta del lineup dei Cubs. Billy Jurges fu messo strikeout, Larry French colpì una rimbalzante su Bridges che assistette in prima per il secondo out e il leadoff, Augie Galan, fu eliminato con una presa al volo dell'esterno sinistro. Con il risultato immutato Larry French andò sul monte per cercare di protrarre l'incontro. Alla battuta per i Tigers il leadoff Flea Clifton che fu messo strike out. Il manager/giocatore Mickey Cochrane colpì un singolo. Il terzo in battuta Charlie Gehringer battè sul prima base consentendo a Cochrane di avanzare in seconda con due out. Alla battuta Goose Goslin, autore della valida che aveva fatto vincere al 12° inning Gara 2 a Detroit nel 1934, colpì un singolo sull'esterno destro lanciando Cochrane a casa base per il 4 a 3 che assegnava ai Tigers le World Series. Delirio dei fans di Detroit che si riversarono come un fiume sul diamante del Navin Field portando in trionfo Goslin, autore della valida decisiva. Le celebrazioni si spostarono su Michigan Avenue e Trumbull. Per un paio d'ore, le preoccupazioni della Grande Depressione non esistevano più e l'unica cosa che importava erano i Tigers. Per la squadra di Chicago, Pete Fox fu il primo battitore delle Series con una media di .385 e Gehringer ottenne una media battuta di .375 (dopo aver battuto nelle World Series del '34 con una BA di .379). Bill Herman, dei Cubs, che aveva battuto tre valide e tre RBI in Gara 6, ottenne il record di 6 RBI delle Series con una BA di .333 come il suo compagno di squadra Chuck Klein. Bridges dei Tigers e Warneke, dei Cubs, furono i migliori pitcher con due vittorie ciascuno e zero sconfitte. Dopo il quarto tentativo, Detroit aveva finalmente vinto il suo primo titolo mondiale, mentre i Cubs (che avevano vinto nel 1908) sono ancora in attesa di questo giorno.

I programmi delle World Series del 1935

I Detroit Tigers vincitori delle World Series del 1935. Prima fila in alto, da sinistra a destra: Denny Carroll (Trainer), Billy Rogell (SS), Elon 'Chief' Hogsett (RP), Joe Roggin (Bat Boy), Tommy Bridges (P). Seconda fila, da sinistra a destra: Henry 'Heinie' Schuble (3B), Vic Sorrell (P), Frank Reiber (C), Joe Sullivan (P), Alvin Crowder (P), Gerald 'Gee' Walker (OF). Terza fila, da sinistra a destra: Charlie Gehringer (2B), Hugh Shelley, (OF), Marvin Owen (3B), Ray Hayworth (C), Lynwood 'SchoolBoy' Rowe (P), Elden Auker (P), Hank Greenberg (1B). Quarta fila in basso, da sinistra a destra: Pete Fox (RF), Joyner 'Jo Jo' White (CF), Ralph 'Cy' Perkins (coach), Mickey Cochrane (C/Mgr.), Del Baker (coach), Herman 'Flea' Clifton (3B), Leon 'Goose' Goslin (LF)

I tre "G-Men", da sinistra a destra: "Goose" Goslin, Hank Greenberg e Charlie Gehringer

I lanciatori dei Tigers, da sinistra a destra: Thomas Bridges, Eldon Auker, Victor Sorrell, General Chowder, Carl Fischer e Luke Hamlin

Il Navin Field di Detroit durante le World Series del 1935

Il Wrigley Field durante le World Series del 1935

Tre esterni dei Detroit Tigers, da sinistra a destra: Gee Walker, Leon "Goose" Goslin e Jo-Jo White

Gli sluggers dei Detroit Tigers, da sinistra a destra: Hank Greenberg, Goose Goslin, Charlie Gehringer e Pete Fox

Il manager dei Tigers, Mickey Cochrane, in posa con il campione dei pesi massimi Joe Louis al Navin Field durante le World Series del 1935

Il manager/giocatore dei Detroit Tigers Mickey Cochrane con il proprietario del team, Walter Briggs

World Series del 1935, da sinistra a destra: Il manager dei Cubs Charlie Grimm, Babe Ruth e Mickey Cochrane, manager dei Tigers

Parte alta del primo inning di Gara 1 delle World Series del 1935 al Navin Field con Schoolboy Rowe sul monte

Il pubblico che accorre a vedere Gara 3 delle World Series del 1935 al Wrigley Field di Chicago

Stan Hack rientra salvo in prima, sul tentativo di prenderlo fuori nel 1° inning di Gara 5 delle World Series del 1935

Charley Gehringer (n. 2) in ballerina tra la seconda base e la terza nel 3° inning di Gara 6. Gehringer in seconda grazie al suo doppio si mosse sulla rimbalzante battuta da Goslin verso la terza ma il pitcher Larry French raccolse la battuta e assistette il terza base prendendolo in trappola. Goslin (a sinistra dell'arbitro Stark) corse in seconda impedendo a Gehringer di rientrare. A sinistra il terza base dei Cubs Stan Hack (39) e l'interbase Billy Jürges e il seconda base Billy Herman a destra

Goose Goslin batte la valida in Gara 6 che decide la vittoria delle World Series del 1935

Goose Goslin (al centro) abbraccia Mickey Cochrane (a sinistra), che gli dà un bacio, e il lanciatore vincente Tommy Bridges nella clubhouse dopo Gara 6 delle World Series del 1935

Il titolo di testa del The Springfield Union dell'8 ottobre 1935 per la vittoria dei Tigers nelle World Series del 1935

Il titolo di testa del Leominster Daily Enterprise del 7 ottobre 1935 per la vittoria dei Tigers nelle World Series del 1935