|
|
Nel gioco del baseball, il trucco della palla nascosta è una giocata in cui la difesa inganna il corridore circa la posizione della palla, nel tentativo di eliminare il corridore per toccata. Il trucco della palla nascosta può avere due letture: E' una mossa che va contro ogni senso di sportività. Oppure, è una mossa intelligente per sfruttare il passo falso di un avversario o un errore di giudizio. E' stato effettuato sui diamanti delle Major Leagues, nelle partite delle high school, fino ai campionati amatoriali. A livello di Major League il trucco della palla nascosta è raro come una no-hitter. Sin dalla nascita della National League nel 1876, sono stati lanciati solo 281 no-no nella storia del baseball. Alcuni dicono che il trucco della palla nascosta è stato eseguito meno di 300 volte in 137 anni di Major League Baseball. Un difensore può utilizzare il trucco della palla nascosta quando un corridore è in base. Esistono delle varianti della giocata: tutte però coinvolgono un difensore in possesso della palla senza che il corridore ne sia a conoscenza, in attesa che questi si stacchi dalla base, e poterlo eliminare per toccata. Il pitcher deve essere completamente fuori e lontano dalla pedana di lancio. Nel baseball professionistico, ai sensi della regola 8.05 (i), viene chiamato balk quando il lanciatore è in piedi a cavallo o a contatto della pedana senza palla. Dopo un foul ball, battitore colpito, o chiamata di tempo, il gioco non riprende fino a quando il lanciatore non è sul monte di lancio a contatto della pedana in possesso della palla, gli interni non possono usare questi tempi per realizzare il trucco della palla nascosta. Perchè il trucco funzioni, il difensore (generalmente un interno) deve essere in possesso della palla, mentre la palla è viva in gioco, e un corridore non deve rendersi conto che il difensore ce l'ha. La variazione del trucco comprende anche la finta di un tiro al lanciatore, una volta che l'interno ha la palla, mentre attende in piedi nella sua posizione il corridore distratto. Le variazioni riguardano palle nascoste nel guanto o altrove. Almeno un giocatore ha ottenuto il successo con la tattica di non nascondere la palla né di aspettare: una delle variazioni implica che il difensore, dopo aver ricevuto un tiro alla sua base, mimi un tiro per poi ritoccare un corridore molto rapidamente, sulla mano o sul piede fuori dalla base dopo un rientro.
Il prima base può tentare il gioco dopo che un lanciatore, nel tentativo di pickoff, tira in prima. Il difensore di prima poi finge il tiro di ritorno al lanciatore, tenendo la palla nel guanto, e quando il corridore lascia la base, tocca il corridore. L'ex prima base, Dave Bergman, effettuò questa giocata in più occasioni. Il seconda base potrebbe tentare un gioco simile dopo una rubata di successo della seconda, appena ricevuto il tiro dal ricevitore.
L'ex seconda base Marty Barrett eseguì il trucco con successo più di una volta. Dopo che un corridore raggiungeva la seconda base su una palla battuta in campo esterno, e dopo aver ricevuto la palla dall'esterno, simulava un tiro al lanciatore, pur mantenendo la palla. Per facilitare l'inganno, Barrett prendeva il tiro con le spalle al corridore e posizionava la palla tra il retro del suo guanto e una delle sue dita: così, mostrava il suo guanto al corridore senza la palla, il che suggeriva che non ce l'aveva. Altri giocatori nascondevano la palla sotto l'ascella.
L'ex terza base Matt Williams usava una tecnica diversa. In più di una occasione, chiedeva al corridore di scendere dalla base per poterla pulire dallo sporco, poi toccava il corridore quando il corridore acconsentiva e si staccava. Questo funzionò due volte. Con i Giants nel 1994, Williams fece finta di dare la palla al lanciatore Dave Burba, poi tornò nella sua posizione e chiese al corridore, il rookie dei Dodgers Rafael Bournigal, se "poteva pulire la base". Il corridore gentilmente si fece da parte, e Williams immediatamente glielo fece rimpiangere. "L'intento non era quello di mettere in imbarazzo nessuno o di prendersela con nessuno", disse Williams dopo aver ripetuto il trucco contro il rookie dei Royals Jed Hansen tre anni dopo, "Ma si vuole vincere, e avevamo bisogno di vincere quella partita".
Anche l'ex terza base Mike Lowell mise in pratica il trucco due volte, ogni volta dopo un tiro dal campo esterno. La chiave del successo di Lowell era la recita, il posizionamento e l'attesa: agiva come se nulla fosse, in piedi fuori dal sacco, ma non troppo lontano da esso, e attendeva, almeno 10 secondi, fino a quando il corridore in terza faceva qualche passo. La palla nascosta di Lowell fu messa in atto il 10 agosto 2005, quando, come Florida Marlins, catturò Luis Terrero degli Arizona Diamondback, con il rilievo Todd Jones sul monte. Lowell aveva anche eliminato Brian Schneider dei Montreal Expos nel 2004. "Ho guardato in prima per vedere se Tony Clark era pronto per partire, poi ho guardato in terza base", racconta Lowell, "Entrambi i ragazzi avevano la testa verso il basso e così ho tenuto la palla per vedere cosa sarebbe successo". Nonostante l'assenza di qualsiasi segnale di Lowell, Todd Jones - che disse di aver visto questa giocata nel 1986, quando era al liceo - comprese quello che il suo compagno di squadra stava per fare. "Quando non ho avuto la palla di ritorno, ho capito il processo di eliminazione", racconta Jones, "Ho fatto appena un giro attorno al monte e ho cercato di guadagnare tempo. Ero a corto di cose da fare. Mi sono toccato le dita dei piedi". Proprio quando Jones si stava preparando a rinunciare alla sciarada, Terrero si staccò dalla terza base. Lowell si avvicinò lento e toccò il corridore stordito, che venne subito chiamato out dall'arbitro di terza base, Ed Rapuano, facendo esplodere in un boato di approvazione la folla di 20443 tifosi.
Mike Lowell elimina Luis Terrero con il trucco della palla nascosta L'8 giugno 2007, l'interbase Julio Lugo dei Boston Red Sox catturò Alberto Callaspo degli Arizona Diamondbacks. Ma, il terza base Lowell, compagno di squadra di Lugo, sostenne che non era un vero trucco della palla nascosta in quanto il lanciatore aveva effettuato la maggior parte del lavoro di inganno perchè la giocata andasse a buon fine. Prima che Lugo eliminasse Callaspo, Lowell rivendicò l'ultimo successo del trucco della palla nascosta mantenendo quel record per otto anni esatti.
Evan Longoria Nell'ultimo trucco della palla nascosta che ha avuto successo, Tampa Bay alla fine perse a Los Angeles, 5-0, ma non prima che Evan Longoria, terza base di Rays, effettuasse nel quarto inning la prodezza su un imbarazzato Juan Uribe il 10 agosto 2013 - esattamente otto anni dopo Mike Lowell. Il breve incontro di Uribe con la palla nascosta avvenne con le basi cariche e nessun out. A.J. Ellis colpì una volata al centro campo, Andre Ethier effettuò il pesta e corri andando a segnare, Uribe corse in terza e Skip Schumaker raggiunse la seconda. Il prima base di Tampa (ed ex Dodger) James Loney tagliò sul monte il tiro dell'esterno centro Wil Myers, e tirò all'interbase Yunel Escobar, che a sua volta tirò la palla al terza base Longoria in piedi parecchi metri dietro la terza base, fuori dalla vista di Uribe. Longoria se ne stette dietro il sacchetto con fare annoiato e calciando la terra rossa per diversi secondi prima che si presentasse la sua chance. "Stavo guardando, e non sapevo cosa fare per fermarlo", disse il lanciatore dei Dodgers, Zack Greinke, che era nell'on deck, "Non volevo urlare a Uribe, perché poteva staccarsi dal sacchetto di terza. Non sapevo cosa fare. Appena alzò il piede per un decimo di secondo, Longoria era pronto a toccarlo". Come Uribe spostò il peso staccando il piede dal sacchetto di terza base, Longoria furtivamente da dietro schiaffeggiò la coscia di Uribe con guanto e palla. Longoria guardò da sopra la spalla l'arbitro Angel Hernandez, che chiamò out Uribe per un doppio gioco 8-3-6-5. Dopo la partita i compagni di squadra di Uribe gli fecero trovare nello spogliatoio una scarpa da baseball legata con del nastro ad una base.
Due fotogrammi dell'eliminazione di Juan Uribe da parte di Evan Longoria sotto gli occhi dell'arbitro di terza Angel Hernandez che chiama l'out. Anche il coach di terza dei Dodgers, Tim Wallach, non si è accorto del trucco
Il prima base dei Dodgers, Adrian Gonzalez, a sinistra, con Juan Uribe, vittima della palla nascosta dei Rays, mentre gli regala la base con la scarpa legata con del nastro
Il terza base Bill Coughlin ha la fama di essere stato il maestro del trucco della palla nascosta. Anche se non verificato, Coughlin la mise in pratica con successo sette volte. La prima volta successe il 12 maggio del 1905 contro Hobe Ferris dei Boston Red Sox. Lo ripetè di nuovo il 3 settembre 1906, eliminando George Stone nel primo inning. Nel primo inning di Gara 2 delle World Series del 1907, Coughlin eliminò Jimmy Slagle con il trucco della palla nascosta, l'unico nella storia delle World Series fino a quando Dick Groat dei St. Louis Cardinals lo mise in pratica su Mickey Mantle dei New York Yankees nel terzo inning di Gara 4 delle World Series del 1964. Il trucco della palla nascosta iniziò dalla seconda base Germany Schaefer a Coughlin in terza.
Willie Kamm Willie Kamm è stato considerato un altro maestro del trucco della palla nascosta. Il 30 aprile 1929, in una partita contro i Cleveland Indians, Kamm fu coinvolto in un raro triplo gioco che contemplò il trucco della palla nascosta. Gli Indians avevano corridori in prima e seconda base quando Carl Lind colpì un groundout sull'interbase. Johnny Hodapp, che era in seconda base, cercò di segnare ma fu catturato in ballerina tra terza e casa base. Charlie Jamieson avanzò in terza. Kamm recuperò la palla e toccò entrambi i corridori, al che l'arbitro eliminò Hodapp. Kamm poi nascose la palla sotto il braccio e attese che Jamieson facesse un passo fuori dalla base. Quando lo fece, Kamm lo toccò per completare il triplo gioco.
Everth Cabrera (# 2) mentre tocca Pablo Sandoval con il trucco della palla nascosta, non convalidata perchè subito dopo la conquista della seconda base c'era stata la chiamata di tempo del corridore all'arbitro di seconda Il 12 luglio del 2013, l'interbase dei San Diego Padres, Everth Cabrera, tentò di eseguire il trucco della palla nascosta su Pablo Sandoval dei San Francisco Giants dopo che questi aveva colpito un doppio. Quando il lanciatore Sean O'Sullivan stava per andare sul monte, Sandoval prese il suo vantaggio, e Cabrera lo toccò con la palla nel guanto. Ma, Sandoval aveva chiesto e ottenuto tempo dall'arbitro di seconda base, Laz Diaz, subito dopo il doppio. Poichè O'Sullivan non aveva assunto la sua posizione sulla pedana di lancio con la palla, l'arbitro di casa base opportunamente non chiamò "Play" e l'eliminazione di Sandoval da parte di Cabrera non poteva essere legale. L'Umpire Ejection Fantasy League spiega che questo è il motivo per cui il trucco della palla nascosta non può mai essere eseguito dopo una valida, visita sul monte o altro evento in cui si chiama "tempo": per mettere la palla in gioco, il lanciatore deve posizionarsi in possesso della palla a contatto della pedana e se il lanciatore è senza palla, è un balk secondo la regola 8,05 (i). Il tentativo di Cabrera ricorda uno simile fatto dall'interbase dei Philadelphia Steve Jeltz nel 1986. Lui aveva la palla, la mostrò all'arbitro di seconda, e toccò il corridore, Curt Ford dei St. Louis Cardinals, fuori dalla seconda base. L'unico problema era che il catcher dei Phillies John Russell, ignaro di ciò che stava accadendo sul diamante, chiese tempo all'arbitro di casa base John McSherry che glielo concesse proprio mentre l'interbase andava a toccare il corridore. Poichè la palla non era più in gioco nel momento che Jeltz toccava Ford, il corridore, come Sandoval, non potè essere eliminato. Nel 1968, l'arbitro Emmitt Ashford si intromise in un tentativo di palla nascosta, inconsapevolmente chiamando tempo - di sua spontanea volontà, non perché qualcuno glielo avesse chiesto - proprio quando il prima base degli Orioles Boog Powell stava per prendere Joe Pepitone, degli Yankees, fuori dal sacchetto. Interrogato dagli Orioles arrabbiati per la sua chiamata, disse: "Boog nel prendere la palla e si era dimenticato di chiamare tempo. Stavo solo cercando di essere utile". Sul lato opposto, Ozzie Guillen e Jack Martin sono gli unici giocatori ad essere stati eliminati con il trucco della palla nascosta tre volte nella loro carriera.
|
|
|
Speciali patches (stemmi) e armbands (fasce) sono state da sempre parte della divisa da baseball, ma la pratica è molto più comune di quello che si può pensare. Oggi, quasi tutte le divise della major league presentano una sorta di stemma per commemorare l'anniversario, promuovere un imminente evento, o onorare la memoria dei membri della comunità del baseball o altri che sono morti. Il lutto di Miller Le fasce commemorative e i contrassegni di un tipo o di un altro sono stati una tradizione nel baseball dal 19° secolo. Il primo utilizzo noto di un contrassegno commemorativo su una divisa delle major leagues fu nel 1876, l'anno inaugurale della National League. A fine maggio di quella stagione, Tom Miller, catcher dei St. Louis Brown Stockings, morì per una malattia ai reni. Anche se Miller aveva giocato la stagione precedente con un altro club, i suoi compagni di squadra adottarono la risoluzione dichiarando: "che noi, i suoi recenti colleghi, indosseremo una fascia a lutto per trenta giorni in segno di rispetto per la sua memoria". Nastro nero a Boston Il 28 marzo 1907, Chick Stahl, manager dei Boston Americans (più tardi conosciuti come Red Sox), si suicidò. Tre giorni dopo, in una partita di spring training, sia Boston che i loro avversari, i Cincinnati Reds, indossarono nastri neri di tessuto al braccio in memoria di Stahl, che fu sepolto quel giorno. Anche se tre giocatori chiave dei Boston saltarono la partita, al fine di partecipare al funerale di Stahl, il club sconfisse i Reds 3-0 . Appena un giorno dopo la morte prematura di Stahl, i Boston Doves (più tardi conosciuti come Braves) della National League persero il loro compagno di squadra Cozy Dolan per febbre tifoidea. Nell'opening day del 12 aprile 1907, i giocatori dei Boston indossarono uniformi con la "B", nel carattere old english, sulla parte frontale sinistra della casacca ornata di una striscia nera. La morte di Pulliam Un uso precoce della fascia commemorativa si verificò in seguito alla morte del presidente della National League, Harry Pulliam, il 29 luglio 1909. Pulliam, che aveva combattuto con la malattia mentale ed era stressato dalle sollecitazioni del suo lavoro, si sparò alla testa il 25 luglio, anche se morì quattro giorni dopo. Il 2 agosto, il giorno del funerale di Pulliam, tutte le partite di campionato furono rinviate (per la prima volta nella storia del gioco). In memoria dell'ex presidente della League, ogni club della NL indossò la fascia nera sulla manica sinistra della casacca per il resto della stagione.
Il prima base Fred Tenney dei New York Giants nel 1909 Tributo dei Tribe L'unico giocatore di major league a morire per un incidente sul campo fu l'interbase Ray Chapman, stella dei Cleveland Indians. Il 16 agosto 1920, Chapman fu colpito alla testa da un lancio effettuato dal lanciatore dei New York Yankees, Carl Mays. Il colpo fratturò il cranio di Chapman, e il giorno dopo morì. Per il resto della stagione e durante la loro trionfale apparizione nelle World Series, gli Indians indossarono una fascia nera sulla loro manica sinistra in memoria del loro amato compagno di squadra. Il pitcher Stan Coveleski dei Cleveland Indians nel 1920Anche se il lutto al braccio è stato a lungo il metodo più comune per rendere omaggio a una persona recentemente scomparsa, le divise da baseball hanno anche utilizzato altri simboli come segni commemorativi. Il numero dell'uniforme di un giocatore all'interno di uno stemma circolare è stata usato come simbolo per onorarne la memoria in numerose occasioni. Il primo caso di un tale stemma si è verificato nel 1973, quando sulla manica sinistra della casacca dei Pittsburgh Pirates venne applicato il numero "21" in un cerchio bianco con bordo nero. La "patch" fu indossata in memoria dell'esterno destro del club, Roberto Clemente, che era rimasto ucciso in un incidente aereo il 31 dicembre 1972.
Il catcher dei Pirates Jerry McNertney nel 1973 Due anni più tardi, gli Houston Astros onorarono la memoria del lanciatore Don Wilson, indossando una patch nera circolare con il # "40" bianco sulla manica sinistra della divisa. Wilson, autore di due no-hit e di una performance con 18 strikeout, si era suicidato il 5 gennaio 1975.
Il pitcher degli Astros Dave Roberts nel 1976 Le iniziali di un individuo recentemente deceduto sono spesso usate come simbolo commemorativo per onorare la persona che non ha mai indossato una divisa della major league. Dopo la morte del proprietario dei San Diego Padres, Ray Kroc, prima della stagione 1984 , il club scelse di cucire la scritta "RAK" sulla manica sinistra della divisa.
L'interbase dei Padres Mario Ramirez nel 1984 La patch fu indossata per tre stagioni. Quando il broadcaster di lunga data dei St. Louis Cardinals, Jack Buck, morì durante la stagione 2002, il club aggiunse un rettangolo nero con le iniziali bianche "JFB" sulla manica destra delle loro maglie.
Altre patch appositamente progettate hanno anche servito come segni commemorativi. Per la stagione 1988, i Milwaukee Brewers onorarono la memoria del loro ex coach e manager Harvey Kuenn indossando una patch commemorativa caratterizzata dalle iniziali "HK" divise dall'immagine di una mazza da baseball.
Quando Willie Stargell morì all'inizio della stagione 2001, i Pirates resero omaggio all'amato slugger dei Pittsburgh indossando una patch speciale sul lato sinistro della loro casacca. La patch era caratterizzata dalla lettera "S" all'interno di una stella d'oro, che ricordava le "Stargell Star" distintive al merito donate ai compagni di squadra da Stargell come capitano della squadra verso la fine della sua carriera.
Il terza base dei Pirates Aramis Ramirez nel 2001 Di seguito è riportato un elenco parziale dei contrassegni commemorativi indossati dai club di major league per tutta o parte di una stagione (aggiornato a settembre del 2025):
La National Patch-Time Le patch sulle uniformi sono utilizzate da tempo per commemorare o promuovere eventi speciali. La prima patch usata su un'uniforme della major league è stata indossata dai Chicago White Sox del 1907 sulla manica sinistra delle loro casacche per le trasferta. La patch circolare commemorava la vittoria del club delle World Series del 1906 sui loro rivali crosstown, i Chicago Cubs. Dieci anni più tardi, dopo l'entrata degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale, alcuni club di major league indossarono una patch patriottica sulle loro casacche e maniche. Nel corso degli anni, numerosi club hanno adottato delle patch speciali per una sola stagione, ma la pratica divenne frenetica a cominciare dal 1980, quando i club iniziarono ad indossare patch molto più frequentemente. I Colorado Rockies, per esempio, indossarono patch commemorative o celebrative in ognuno dei primi sette anni di esistenza. Ruptured Duck Nel 1945, i giocatori che avevano combattuto nella seconda guerra mondiale come Hi Bithorn, Peanuts Lowrey, Paul Gillespie e Mickey Livingston dei Chicago Cubs, e Aaron Robinson e Red Ruffing dei New York Yankees, ognuno indossò una speciale patch di "congedato con onore", affettuosamente conosciuta come "ruptured duck" sulle maniche delle loro casacche. Anche se altri club valutarono l'idea, apparentemente nessun altro giocatore indossò queste patch.
Red Ruffing dei New York Yankees Abbondanza di patch
Di seguito è riportato un elenco parziale delle patch celebrative indossate dai club della major league dal 1907 attraverso il 1970.
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Nella Major League Baseball, lo spring training è incentrato su allenamenti e partite di esibizione che precedono l'inizio della regular season. Lo spring training permette ai nuovi giocatori di provare ad entrare nel roster, e dà ai giocatori titolari della squadra il tempo per entrare in forma. Lo spring training in genere dura circa sei settimane, a partire da metà febbraio per finire poco prima dell'opening day (e spesso proprio alla fine dello spring training, alcune delle squadre continuano a giocarci mentre nello stesso giorno altre squadre aprono la regular season), tradizionalmente la prima settimana di aprile. Lanciatori e ricevitori arrivano allo spring training per primi perché i pitchers beneficiano di un periodo di allenamento più lungo. Pochi giorni dopo, arrivano i giocatori di posizione e inizia la preparazione di squadra. I membri dei teams normalmente indossano le loro uniformi di batting practice per la durata dello spring training e indossano le divise normali a partire dal giorno di apertura. Non c'è niente di più magico come lo spring training per un appassionato di baseball del nord degli Stati Uniti: quell'improvvisa ventata di aria calda che ti accoglie dopo il viaggio in aereo di tre ore, realizzare che il limite delle nevi perenni è fermamente nello specchietto retrovisore della tua auto e la temperatura esterna che si sta avvicinando rapidamente al territorio delle maniche corte. Lo spring training è quasi vecchio quanto il baseball stesso. Secondo le documentazioni reperibili i primi spring training risalgono al 1870. In tutti i casi, le radici della storia dello spring training vanno in profondità, e le origini specifiche in realtà non contano. Nel 1900, lo spring training si è saldamente affermato come un rituale del baseball, con la maggior parte dei team dell'American e della National League che partivano dalla città per trasferirsi in zone calde dove i giocatori potevano allenarsi e i managers potevano valutare. Piccole comunità della Florida e dell'Arizona furono improvvisamente conosciute in tutta la nazione a causa del fascino offerto dalla major league baseball: St. Petersburg, Fort Lauderdale, Tucson, Sarasota, Bradenton. La storia dello spring training può essere suddivisa in tre epoche distinte: - I primi anni della storia dello spring training: 1886-1910 - La storia dello spring training durante la IIa Guerra Mondiale: 1943-1945 - Nascono le Cactus e Grapefruit Leagues: 1946 - presente Per comodità, d'ora in avanti lo spring training verrà indicato con l'abbreviazione ST. I primi anni della storia dello spring training: 1886-1910 Le origini dello ST si perdono nell'ombra, come la maggior parte della storia del baseball precoce. Si dice che durante un barnstorming tour dei Chicago White Sox nel 1886 a sud, si fossero fermati a Hot Springs, nell'Arkansas, principalmente per smaltire la sbornia prima dell'inizio della stagione. La prova più sicura, però, indica che il primo ST si svolse nel 1870, quando i Cincinnati Red Stockings e i Chicago White Stockings organizzarono il baseball camp a New Orleans. Altri storici di baseball sostengono che gli Washington Capitals della National League furono i pionieri dello ST nel 1888, con un baseball camp di quattro giorni a Jacksonville. In una ben documentata argomentazione sullo ST, Gus Schmelz , quando era il manager dei Cincinnati Red Stockings nell'originale American Association nel 1888, richiese al proprietario del team, Aaron Stern, di consentire alla squadra di allenarsi al sud. Fu una proposta eccezionale: i giocatori e la squadra si sarebbero divisi i costi degli allenamenti, ed entrambi avrebbero anche condiviso eventuali utili. Anche se venne lanciato più come un tour barnstorming che come una sessione di allenamento intenso, Stern diede l'approvazione per il piano sulla base del fatto che era un modo economico per capire quali veterani erano sacrificabili e quali giovani meritavano di essere tenuti. Eppure, la maggior parte delle squadre non vedevano lo ST come un'attività che giustificava il viaggio fuori città fino a quando il barnstorming divenne parte integrante dell'equazione. La maggior parte delle squadre si allenavano a livello locale (all'esterno quando gli elementi lo permettevano), perchè più conveniente per i proprietari. Quando le squadre effettuavano le trasferte, univano gli allenamenti con le partite di esibizione, e molti di questi tour attraversavano l'Arkansas, Mississippi e Georgia, dove vedere dei giocatori di baseball professionisti era ancora una novità. Allora lo ST non era il grande business che è oggi. Questi furono successivamente istituiti per portare i giocatori in forma prima della stagione. In genere la maggior parte dei giocatori di baseball non poteva vivere tutto l'anno del solo stipendio che derivava dal baseball ed avevano altri posti di lavoro che potevano o non potevano tenerli in forma. Il baseball camp fu anche un modo per costruire l'unità di squadra anche se, per il temperamento scontroso di molti giocatori di baseball in quel periodo, diventa difficile sostenere che l'unità di squadra sia stato un fattore enorme. Nel 1890 la maggior parte delle squadre si allenava in trasferta, anche se non c'erano spring training league organizzati nei primi tempi. I training camp erano sparsi a Sud e a Ovest, e le squadre spendevano tantissimo tempo sulla strada del ritorno a casa. Un programma tipico vedeva i giocatori viaggiare tra le fermate ferroviarie di notte e le partite nel corso della giornata. Queste partite venivano giocate contro college locali, squadre semi-pro o un'altra squadra di major league. Nel 1910 lo ST diventò un'istituzione di marketing, con la maggior parte delle squadre che si accampavano ad est del Mississippi. Fu in questo momento che la Grapefruit League diventò un campionato ufficiale. I vecchi centri di allenamento vedevano ubicati i St. Louis Cardinals a Hot Springs, Arkansas, e a Tulsa, Oklahoma; i New York Yankees a New Orleans e dopo a Phoenix, in Arizona, quando la squadra era di proprietà di Del Webb; i Chicago Cubs a Los Angeles quando erano di proprietà di William Wrigley Jr.; i St. Louis Browns e dopo i Kansas City Athletics a San Diego come pure gli A's a West Palm Beach, in Florida; i Pittsburgh Pirates a Honolulu. Altre squadre si unirono dai primi anni '40. I Detroit Tigers sono accreditati per essere la prima squadra a condurre lo ST in Arizona. Si allenavano a Phoenix al Riverside Park nel 1929. I Philadelphia Phillies furono la prima delle attuali squadre di major league ad allenarsi in Florida, quando trascorsero due settimane a Jacksonville, in Florida, nel 1889. Lo ST in Florida iniziò nel 1913, quando i Chicago Cubs giocarono a Tampa, ed i Cleveland Indians a Pensacola. Un anno dopo, altre due squadre si spostarono in Florida per lo ST, il vero inizio della Grapefruit League.
Alcuni dei pitchers dei Red Sox allo spring training a Little Rock, Arkansas, nel 1907. Da sinistra a destra: Tom Railing, Killian, Ralph Glaze, Tex Pruiett, Michael T. McGreevey, Cy Young, Rube Kroh. Seduto, Charlie Green (trainer)
I Brooklyn Dodgers allo spring training a Hot Springs, Arkansas, nel 1912
Da sinistra: Bill Carrigan, Jake Stahl, Boston, Cy Young, e Fred Anderson dei Boston allo spring training a Hot Springs, Arkansas, nel 1912
Babe Ruth durante una partita di spring training a Miami, Florida, nel 1920
I Cleveland Indians allo spring training a Lakeland, Florida, tra il 1924 e 1927
I giocatori dei Chicago Cubs all'arrivo a Avalon, Catalina Island California, nel 1930 per l'inizio dello spring training
I giocatori dei New York Giants al Gran Stadium Cervecería Tropical a L'Avana, Cuba, durante lo spring training nel 1937
I Chicago Cubs durante lo spring training a Catalina Island nel 1939
Da sinistra: il proprietario dei Cleveland Indians, Alva Bradley, il vicepresidente Slapnicka Join e il manager Oscar Vitt durante lo spring training a New Orleans nel 1939
Jimmie Foxx, a sinistra, e Bobby Doerr durante lo spring training dei Boston Red Sox nel 1941 a L'Avana, Cuba, per una serie di partite di esibizione contro i Cincinnati Reds
L'interbase dei Brooklyn Dodgers Pee Wee Reese al Gran Stadium Cervecería Tropical a L'Avana, Cuba, durante lo spring training del 1942 La storia dello spring training durante la IIa Guerra Mondiale: 1943-1945 Durante la seconda guerra mondiale il baseball era saldamente radicato come il passatempo nazionale, e i proprietari dei team erano molto consapevoli delle loro responsabilità di leaders nazionali, pur riconoscendo la necessità di continuare a fare soldi. Nel momento in cui la maggior parte degli americani riduceva le spese, utilizzando razioni di latte e gas e la creazione dei Victory Gardens (chiamati anche giardini di guerra o orti per la difesa, erano le coltivazioni di ortaggi, verdure e frutta prodotte nei giardini privati e nei parchi pubblici negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale per ridurre la pressione sulla catena alimentare pubblica causata dallo sforzo bellico), il baseball fu probabilmente un lusso che un cittadino in tempo di guerra non poteva permettersi. Il baseball durante questo periodo comportò una serie di compromessi. La maggior parte delle minor league si fermarono. E mentre le major leagues continuavano a giocare - con l'approvazione personale del presidente Franklin Roosevelt, che lasciò che continuassero per il fatto che aiutava il morale patriottico - lo fecero in circostanze ridotte. I giocatori di baseball furono esentati dall'arruolamento, e molte stelle servirono nella loro contea in tempo di guerra. Un importante compromesso, fu elaborato tra il Commissioner Kenesaw Mountain Landis e Joseph B. Eastman, direttore dell'Ufficio federale della Difesa dei trasporti, stabilendo che gli ST si sarebbero tenuti vicino alle loro sedi, a nord dei fiumi Potomac e Ohio e a est del Mississippi (i Cardinals, gli White Sox e i Cubs limitarono lo ST al Missouri, Indiana o Illinois). Durante la guerra i treni erano pieni di rifornimenti e di truppe, e in tale contesto il trasporto dei giocatori di baseball e dei loro fans era un uso frivolo delle preziose risorse. Questo confine - noto come Landis - Eastman Line o Potomac Line - garantì che lo ST delle squadre fosse vicino alla loro sedi. I New York Yankees fecero lo ST a Asbury Park, NJ, mentre i Red Sox lo fecero al Tufts College vicino a Medford, Massachusetts. Nascono le Cactus e Grapefruit Leagues: 1946 - presente Quando gli interessi attirarono i Giants e gli Indians in Arizona per lo ST nel 1947, l'allenamento primaverile era diventato un processo diverso in termini di economia e di programmi. Le squadre si erano allenate nel West molte volte prima della seconda guerra mondiale - in particolare i Chicago Cubs, che per primi si allenarono a Santa Monica nel 1905 e poi a Catalina Island, California, tra il 1922-1942 e di nuovo nel 1950-1951 - e non era raro per le squadre di allenarsi in California e Arizona e poi fare un barnstorming tour sulla via del ritorno a casa. La Cactus League diventò una realtà nel 1947, quando i New York Giants di Horace Stoneham e i Cleveland Indians di Bill Veeck presero residenza, rispettivamente, a Phoenix e a Tucson. Che Veeck finisse a Tucson non era stata una sorpresa, dato che possedeva un ranch nel sud-ovest e anche nei pressi di Tucson. Stoneham era di casa a Phoenix quando sviluppò interessi commerciali nella zona. Secondo l'autobiografia dell'ex proprietario dei Cleveland Indians, Bill Veeck, una delle ragioni della nascita della Cactus League fu l'intento di evitare il razzismo. Nel 1947, Veeck era il proprietario della squadra di minor league dei Milwaukee Brewers che si allenava a Ocala, in Florida. Un giorno, Veeck inavvertitamente si sedette nella parte nera delle tribune segregate ed era impegnato in una conversazione con un paio di tifosi. Secondo il libro di Veeck, la polizia locale gli disse che non poteva stare in quella sezione, e poi chiamarono il sindaco di Ocala quando Veeck iniziò a protestare. Il sindaco finalmente fece marcia indietro quando Veeck minacciò di portare la sua squadra altrove per lo ST e promise di far sì che il paese sapesse quello che era successo. Il racconto di Veeck fu oggetto di dibattito tra i giornalisti sportivi dopo che la sua autobiografia venne pubblicata, ma poi le indagini rivelarono che la sua storia era attendibile. Veeck vendette i Milwaukee Brewers nel 1945 e si ritirò nel suo ranch a Tucson, in Arizona, ma ben presto acquistò i Cleveland Indians nel 1946. Decise di invertire la tradizione e di portare gli Indians a Tucson e convinse i New York Giants ad andare ad allenarsi a Phoenix. Così nacque la Cactus League. Veeck poi firmò Larry Doby agli Indians. Doby fu il secondo afro-americano a giocare nella MLB nel 20° secolo, e il primo nell'American League. Mentre la Florida e l'Arizona ora ospitano tutte le squadre della Major League Baseball per lo ST, questo non è sempre stato così. I Brooklyn Dodgers si allenarono a L'Avana, Cuba, nel 1947 e nel 1949, e nella Repubblica Dominicana nel 1948. Anche i New York Yankees si allenavano nei primi anni '50 a Cuba e nella Repubblica Dominicana. ST e partite si sono svolte anche nelle Hawaii, Porto Rico e nelle città del nord del Messico, negli anni '50 e '60. Prima e poco dopo che la MLB raggiungesse la costa occidentale, un numero di squadre fecero il loro ST nello stato della California o lungo il confine di stato. I Chicago Cubs si allenarono a Catalina Island nel 1920, '30 e '40. Ad esempio, all'inizio della loro storia, gli allora California Angels tennero lo ST a Palm Springs, California, dal 1961 al 1993, i San Diego Padres a Yuma dal 1969 al 1993, gli Oakland Athletics a Las Vegas nel 1970, e altri team della MLB si erano allenati a Riverside, San Bernardino e El Centro, vicino al confine con il Messico. In questo periodo, lo ST diventò un'organizzazione formale. Le squadre si resero conto che si poteva fare soldi con lo ST, e nel corso degli anni, molti team cercarono di combinare una sorta di sviluppo immobiliare con la formazione primaverile. Horace Stoneham finì per costruire un resort di lusso nella zona dello ST dei San Francisco Giants - più recentemente, i Kansas City Royals detennero una partecipazione nel parco a tema Boardwalk and Baseball nella Florida centrale: i Royals si sono allenati nel Baseball City Stadium adiacente ad un parco nello stile di baseball fine secolo. Negli ultimi anni, la Cactus League in Arizona ha attirato squadre provenienti dalla Florida, portando a una situazione in cui 15 squadre si allenano in Florida e 15 squadre si allenano nella zona di Phoenix. Ci furono alcuni tentativi di spostare lo ST dalla Florida / Arizona: recentemente dei funzionari di Las Vegas avevano corteggiato diverse squadre, nel tentativo di attirare quattro di loro perchè andassero ad allenarsi nella loro città, ma gli sforzi fallirono. Nel moderno training, le squadre che si allenano in Florida giocano con altre squadre della Florida nelle loro partite di esibizione, indipendentemente dalle affiliazioni delle League nella regular season. Allo stesso modo, le squadre dell'Arizona giocheranno con altre squadre presenti in Arizona. Questi sono stati soprannominati Grapefruit League e Cactus League, rispettivamente, dalle piante tipiche dei rispettivi stati. Le squadre possono giocare con dei colleges (Atlanta vs Georgia Tech, Detroit vs Florida Southern, Arizona Diamondbacks contro Arizona State, oppure i Boston Red Sox vs Boston College), club di minor league, intra-squad games (membri della stessa squadra giocano in due formazioni una contro l'altra), split-squad games (quando una squadra ha in programma due partite in un giorno, la squadra si divide in due e ogni squadra gioca in una delle partite), e B Games (partite non ufficiali di spring training in cui le statistiche e le classifiche non vengono conteggiate). Negli anni in cui si gioca il World Baseball Classic, le squadre nazionali del torneo si preparano giocando contro squadre della Major League. Il concetto di spring training non è limitato al Nord America, le squadre della Japanese professional baseball utilizzano per lo ST della preseason siti in tutta l'Asia orientale, come la Corea del Sud, Filippine e Taiwan, le isole del Pacifico (in particolare nelle Hawaii), e attualmente due città del Nord America di Salinas, California, e Yuma al confine messicano.
Veduta aerea di La Palma Park di Anaheim, dove i Philadelphia Athletics dal 1940 al 1942 e poi il St. Louis Browns nel 1946 effettuarono il loro spring training. Nel 1950, il campo da baseball fu trasformato in uno stadio polifunzionale per ospitare partite di football ed è oggi conosciuto come Glover
Veduta aerea dello spring training degli White Sox a Pasadena, California, nel 1942 con il Rose Bowl sullo sfondo
I Chicago White Sox durante lo spring training al Brookside Park di Pasadena, California, nel 1942
Dal 1922 al 1951, con l'eccezione di tre anni durante la IIa Guerra Mondiale, i Chicago Cubs effettuarono sempre il loro spring training a Catalina Island, California
La corsa dei giocatori dei Dodgers durante lo spring training a Ciudad Trujillo, Repubblica Dominicana, nel 1948
Il batting practice dei Brooklyn Dodgers allo spring training a Vero Beach, Florida, nel 1949
Roy Smalley, a sinstra, interbase dei Chicago Cubs, e Wayne Terwilliger, seconda base, durante l'allenamento per il double play allo spring training del 1951 a Avalon, Catalina Island, California
Il Francisco Casa Grande ballpark vicino all'hotel omonimo, fatto costruire dal proprietario dei NY Giants Horace Stoneham a Casa Grande, Arizona nel 1961
I Los Angeles Angels, durante lo spring training al Polo Grounds di Palm Springs, California, nel 1961
Una partita dello spring training a Lakeland, Florida, nel 1967 |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Nel mese di Gennaio 2014, i 30 club della Major League Baseball hanno approvato all'unanimità l'ampliamento dell'instant replay, che sarà in vigore dalla regular season e postseason 2014. Sia la Major League Baseball Players Association che la World Umpires Association hanno dato il loro consenso ai nuovi protocolli per l'instant replay. Si tratta di una rivoluzione epocale nella MLB che arriva finalmente dopo svariati errori arbitrali con conseguenze a volte pregiudizievoli per il risultato, sconvolgendo in alcuni casi anche dei record. L'errore più grave fu l'errata chiamata di salvo dell'arbitro Jim Joyce in prima base il 2 giugno del 2010, che privò il pitcher dei Detroit Tigers, Armando Galarraga, di un perfect game. Dal 2008 l'instant replay riconosciuto e applicato dalla MLB utilizzava un sistema simile a quello della National Hockey League. Questo fu applicato nell'ultimo mese della stagione 2008 e fu attuato il 28 agosto 2008. Il sistema permetteva di utilizzare l'instant replay per rivedere le sole chiamate di home run al limite del campo per determinare: Il nuovo sistema di instant replay della MLB impone che le giocate siano soggette a riesame, quando l'instant replay sarà richiesto dai managers in campo, e stabilisce come verrà condotto il processo di revisione. Come parte dell'allargamento dell'instant replay, sarà ora consentito ai club di mostrare tutti i replay sul tabellone del campo, indipendentemente dal fatto che la giocata sia stata rivista. "Sono molto lieto che l'instant replay si sia ampliato per includere ulteriori giocate di grande impatto", ha detto il Commissioner Bud Selig, "Il nuovo sistema darà ai manager una preziosa risorsa in potenziali situazioni di cambiamento della partita. L'opportunità per i nostri tifosi di vedere altri replay nei nostri campi è anche una modifica importante che io e i club abbiamo favorito. Ringrazio i giocatori della Major League e gli arbitri per la loro collaborazione con questo cambiamento, che servirà per condividere al meglio il nostro gioco. Estendo anche la mia gratitudine a John Schuerholz, Joe Torre, Tony La Russa, Peter Woodfork and Chris Marinak, i quali hanno lavorato molto duramente per rendere una realtà questo compito molto complicato". I managers avranno almeno un challenge da usare. Se una particolare giocata sarà ribaltata, poi il manager che aveva chiesto il cambiamento della giocata manterrà la possibilità di avere un altro challenge durante la partita. Nessun manager può contestare più di due giocate in una partita. Una volta che il manager ha esaurito la sua change di modificare la giocata durante la partita e dopo l'inizio del settimo inning, il capo equipaggio umpires può scegliere di invocare l'instant replay in qualsiasi chiamata riesaminabile. L'home run e altre chiamate ai bordi del campo rimarranno riesaminabili in base alle procedure in atto sin dal 2008. Sarà presente in tutti i 30 ballparks della MLB una postazione designata di comunicazione vicino a casa base. Lì, il capo equipaggio umpires e almeno un altro arbitro avranno accesso mediante un auricolare collegato al Replay Command Center, che è sito a New York, nel quartiere generale della MLB Advanced Media. Gli arbitri saranno in comunicazione con i funzionari presso il Replay Command Center. Dopo la visualizzazione del video, il Replay Official prenderà la decisione finale se ribaltare la chiamata, se ci sono prove chiare e convincenti. L'instant replay sarà già utilizzato durante alcune partite dello spring training 2014 ai fini di educare il personale sul campo sulle regole del nuovo sistema. Altri protocolli del nuovo sistema di instant replay sono i seguenti: TIPI DI GIOCATA Saranno soggetti a revisione i seguenti tipi di azione: Tutti gli altri giochi non saranno rivedibili, tuttavia, gli arbitri possono comunque consultarsi sul campo in qualsiasi momento per discutere la giocata. AVVIO DELL'INSTANT REPLAY • I managers possono avviare l'instant replay su una giocata rivedibile per partita, indicando verbalmente la loro intenzione di contestare, in modo tempestivo, al capo equipaggio umpires. Saranno stabilite le linee guida per determinare se una richiesta di challenge è tempestiva. • Il manager può chiedere che gli umpires rivedano più porzioni della stessa giocata, ma deve specificare esattamente per quali parti del gioco richiede l'instant replay. • Se una parte di una giocata contestata è ribaltata, il manager manterrà la possibilità di un altro instant replay durante la partita. Nessun manager può contestare più di due giocate in una partita. • Una volta che il manager ha esaurito il suo bonus di istant replay durante la partita e dopo l'inizio del settimo inning, il capo equipaggio umpires può scegliere di invocare l'instant replay in qualsiasi chiamata rivedibile. In tale circostanza, il capo equipaggio non è obbligato a chiamare l'instant replay se richiesto dal manager. • Le chiamate di home run che sono attualmente oggetto di revisione immediata continueranno ad essere riviste a discrezione del capo equipaggio. I managers possono chiedere che l'arbitro riveda una chiamata di home run, ma i managers non possono contestare le chiamate di home run. PROCESSO DI REVISIONE • Una volta che viene richiesto l'instant replay (sia dal manager o dal capo equipaggio), il capo equipaggio segnalerà allo scorer ufficiale che il gioco è in fase di revisione. • Il capo equipaggio e almeno un altro umpire poi andranno nella postazione designata vicino a casa base, dove tramite auricolari verranno collegati al Replay Command Center di New York. • Gli arbitri della MLB saranno messi in comunicazione con i funzionari presso il Replay Command Center, situato presso la sede centrale della MLB Advanced Media, per tutte le partite di Major League. • Il Command Center Replay avrà accesso diretto ai video di tutte le telecamere presenti sul campo in tempo reale, indipendentemente dal fatto che vengano visualizzati sulla trasmissione in diretta. • Il Replay Official esaminerà i video e determinerà se vi sono prove chiare e convincenti per ribaltare la chiamata sul campo. Se il Replay Official ribalta una chiamata sul campo, sarà anche a suo giudizio stabilire dove collocare adeguatamente i corridori se il gioco fosse stato chiamato correttamente sul campo. • Gli arbitri in campo non avranno un monitor per rivedere la giocata e non potranno lasciare in qualsiasi momento il campo. • Il Replay Official farà la valutazione finale se ribaltare la chiamata. • Le persone sul campo non potranno discutere con la decisione del Replay Official. ACCESSO AI VIDEO DA PARTE DEI CLUB • Per determinare se richiedere l'istant replay di una giocata, il personale in panchina sarà autorizzato a comunicare con uno specialista video nella Clubhouse che ha accesso allo stesso video che è disponibile per il Replay Official. La comunicazione avverrà tramite il telefono del dugout. • Sia le squadre di casa che gli ospiti dovranno avere una tecnologia standardizzata per garantire che ogni Club abbia parità di accesso a tutti i video. • Non saranno ammessi in panchina monitor o apparecchi elettronici supplementari. REPLAY SUL TABELLONE • I club avranno ora la facoltà di visualizzare i replay di tutte le giocate chiuse sul proprio tabellone maxi shermo del campo, a prescindere dal fatto che il gioco sia stato rivisto. |
|
I pantaloni sono una parte spesso ignorata della divisa da baseball. A differenza del cap e della casacca, i pantaloni non sono commercializzati come un prodotto di vendita al dettaglio per i fans di baseball. Eppure, gli stili dei pantaloni attraggono una notevole quantità di attenzione da parte dei giocatori di baseball e dei tifosi. Le dimensioni e la lunghezza dei pantaloni, indossati dai giocatori di major league variano molto più oggi che nel passato. Resta da vedere se le nuove disposizioni in materia di pantaloni da baseball frenino alcuni degli eccessi della moda. Problemi con pantaloni La prima divisa ufficiale da baseball, quella indossata dai Knickerbocker Base Ball Club di New York alla fine degli anni 1840, includeva dei pantaloni blu di lana o, come venivano chiamati all'epoca, "pantaloons".
Sebbene i pantaloni lunghi rimasero in voga attraverso gli anni 1860, molti club di baseball, nel tentativo di eliminare il disagio e migliorarne la mobilità, fecero degli esperimenti con i loro pantaloni. Al fine di prevenire che le gambe dei pantaloni non si impigliassero sulle scarpe o interferissero in altro modo con le azioni del giocatore, alcuni club adottarono pantaloni con bottoni sui lati delle estremità delle gambe, creando una vestibilità aderente, a forma conica in alto sulla scarpa. Altri club misero dei cinturini sulle estremità del pantalone per impedire che interferissero con il gioco.
Fu solo nel 1868 che un club decise di risolvere il problema dei pantaloni a gamba lunga semplicemente eliminando del tutto il fondo dei pantaloni e indossando knickers o calzoni alla zuava. Il primo club ad adottare i knickers come parte della loro divisa da baseball furono i Cincinnati Red Stockings nel 1868, che presero in prestito l'idea dal cricket. I pantaloni al ginocchio si dimostrarono sia confortevoli che convenienti, ma mostrarono un'altra caratteristica della divisa dei Cincinnati: le calze rosse.
Riguardo alle cinture Anche se lo scopo pratico di una cintura è quello di tenere i pantaloni in vita, le prime cinture da baseball vennero utilizzate anche per decorazione. Le larghe cinture degli anni 1850 e '60 erano generalmente fatte di cuoio, pelle colorata o di lana, ed erano spesso ornate con i nomi delle squadre o motivi colorati. Sebbene questi strani modelli furono venduti in gran parte del 19° secolo, dal 1870 gli stili e i colori delle cinture, indossate nelle major leagues divennero piuttosto tradizionalisti.
Assortimento di cinture da baseball dal catalogo di Snyder del 1875
La pubblicità delle cinture da baseball come si trova nella DeWitt’s Base Ball Guide del 1876 Infatti, nell'ultimo decennio del secolo, la cintura diventò una mera aggiunta della divisa da baseball. Con rare eccezioni (i Cardinals del 1926, per esempio, che indossavano cinture rosse), il marrone, il nero e il blu scuro furono gli stili dominanti delle cinture della prima metà del 20° secolo. Il primo moderno cambiamento di questo triste schema di colori avvenne quando furono ridisegnate le uniformi dei Phillies nel 1950 che introducevano una cintura di colore rosso brillante.
Il pitcher dei Phillies, Robin Roberts, nel 1950 I Cincinnati Reds e i St. Louis Cardinals, i club più comprensibilmente associati con il rosso, ben presto adottarono cinture dello stesso colore.
Il pitcher dei Kansas City Athletics, Jim Nash, negli anni '60 La colorata uniforme dei Kansas City Athletics del 1963, fu caratterizzata da una cinture verde, ed entro la fine degli anni '60 quasi la metà dei club delle major leagues indossavano cinture colorate. Senza cinture Quando i Pittsburgh Pirates si trasferirono nel loro nuovo campo da baseball, il Three Rivers Stadium, a metà stagione del 1970, furono i primi in assoluto ad utilizzare dei pantaloni senza cintura, sostituendola con una fascia elastica che teneva comodamente i pantaloni in vita.
La divisa dei Pittsburgh Pirates del 1971 con i pantaloni con la fascia in vita al posto della cintura Il look senza cintura infine fu adottato da quasi tutti i team delle major leagues, con solo cinque club dell'epoca (i Dodgers, Expos, Mets, Yankees e Phillies), che scelsero di non adottare questo stile. L'era senza cintura "ufficialmente" si concluse nel 1993, quando i Reds diventarono l'ultimo club a tornare alla divisa in stile più classico. Aggiunta dell'imbottitura Lo stile aggressivo del gioco che era entrato in voga nel corso del 1880 provocava molti danni sul corpo del giocatore di baseball. Non è sorprendente che a causa dell'aggressività della corsa sulle basi dell'epoca, fosse stata incorporata l'imbottitura nei pantaloni nelle uniformi. I pantaloni imbottiti rimasero popolari per un paio di decenni, ma l'imbottitura separata, specificamente indossata sotto i pantaloni, divenne alla fine il mezzo di protezione preferito.
La pubblicità dei pantaloni imbottiti come si trova nel Spalding’s Official Base Ball Guide del 1903
Pantaloni da baseball imbottiti del 1900 Passanti coperti In una partita tra Indianapolis e Boston nel 1887, il giocatore dei Boston, King Kelly, era in terza base quando una palla al volo venne colpita abbastanza profonda per permettergli di segnare dopo la presa. Mentre Kelly cercava di lasciare la terza base, però, si rese conto che non era in grado di muoversi. Voltandosi, Kelly vide che il terza base di Indianapolis, Jerry Denny, lo teneva per la cintura per farlo rallentare. Denny lo lasciò andare prima che l'arbitro potesse notare la tattica illegale, e lo stratagemma salvò un punto. Alcune versioni del racconto continuano con un episodio che si verificò più tardi, in cui Kelly si trovava ancora una volta in terza in una situazione simile, ma questa volta, quando Denny tentò di farlo rallentare, il terza base si trovò con nient'altro che una cintura in mano. Sembra che Kelly avesse semplicemente slacciato la cintura prima di fare il pesta e corri. Anche se queste storie sono molto probabilmente apocrife, questo mise in evidenza un difetto nella divisa da baseball. L'aggiunta di un secondo arbitro cambiò di molto questo genere di trucco, ma un'altra soluzione fu l'introduzione di una protezione intorno alla vita che copriva le parti altrimenti esposte della cinghia. Solo nel 1910, tuttavia, gli innovativi passanti a tunnel per la cintura furono aggiunti alle uniforme da baseball. Entro il 1920, i passanti a tunnel vennero utilizzati da quasi tutti i club delle major league, e rimangono in uso a tutt'oggi.
I Pantaloni da danza Per tutto il 19° secolo e nei primi decenni del 20° secolo, i giocatori di baseball indossavano i pantaloni sotto il ginocchio in modo che le loro calze fossero in bella mostra. Ma la tendenza ad abbassare la gamba dei pantaloni si insinuò nella moda del baseball. Uno dei primi giocatori di baseball ad adottare i cosiddetti pantaloni in stile "low-roll" fu il pitcher dei New York, Carl Hubbell.
Più tardi, Ted Williams ne adottò lo stile. Questi giocatori di alto profilo resero popolare questa tendenza e ben presto tutto il baseball organizzato abbassò il bordo dei pantaloni. Sorsero dei problemi imprevisti in conseguenza della nuova moda. Nei primi anni '50 , l'arbitro di lunga data Bill Stewart chiese di porre fine ai pantaloni lunghi, citando la difficoltà nel determinare la posizione del ginocchio di un battitore, e quindi la parte bassa della zona di strike. La denuncia di Stewart fece poco per fermare il trend dell'abbassamento dei pantaloni. Dal 1950, la maggior parte dei giocatori indossavano i pantaloni quasi a metà strada fra le ginocchia e il bordo degli spikes. Nel frattempo, i pantaloni delle uniformi divennero sempre meno larghi, e negli anni '70 la maggior parte dei giocatori indossavano dei pantaloni attillati.
Il pitcher dei New York Mets, Tom Seaver, negli anni '70 con il pantalone attillato Il 1980 vide la prima sperimentazione della gamba del pantalone estremamente lunga, quando giocatori come l'outfielder dei St. Louis Cardinals, George Hendrick, iniziarono ad adottare questo stile radicale.
George Hendrick Durante il decennio degli anni '90, la lunghezza della gamba dei pantaloni scese precipitosamente, con alcuni giocatori, che infilavano le estremità dei pantaloni nelle loro scarpe. Le Star moderne come Barry Bonds, Manny Ramirez e Cliff Floyd adottarono il look "no-sock", utilizzando dei speciali elastici nel fondo dei loro pantaloni per assicurare che rimanessero al loro posto. E molti dei giocatori di oggi evitano il look attillato a favore dei pantaloni baggier.
Barry Bonds con i pantaloni lunghi fissati con un elastico sugli spikes
Manny Ramirez con i pantaloni baggier Il 2002-2006 Collective Bargaining Agreement (CBA) è il primo ad includere una sezione sulle norme delle uniformi (nell'allegato 19). Il CBA ha disposto sette regolamenti in materia di pantaloni, limitando la lunghezza del pantalone che non deve essere inferiore alla parte superiore del tallone della scarpa e che scoraggia il look dei pantaloni larghi. |
|
Molti dei più significativi cambiamenti ed esperimenti con l'uniforme da baseball si verificarono nel corso del 19° secolo: l'era formativa del baseball. Tuttavia, i cambiamenti più significativi per le calze da baseball si verificarono nel 20° e 21° secolo. Furono introdotte nel 1900 calze a righe e multi colori, mentre ben presto seguirono le calze a staffa e i tubolari sanitari visibili. Gli stili a staffa più estremi raggiunsero il picco negli anni 1980 e 1990, mentre oggi molti giocatori indossano pantaloni così lunghi che le calze sono completamente nascoste. Calzettoni scioccanti Quando i Cincinnati Red Stockings nel 1868 introdussero i knickers (pantaloni alla zuava) nell'uniforme da baseball, rivelarono al pubblico improvvisamente e un po' scandalosamente un pezzo di gamba dei giocatori. Infatti, il soprannome del team di Cincinnati era il risultato delle calze molto colorate e ben visibili indossate dal club. Come ricordò in seguito il presidente del club Aaron Champion: "La proiezione della gamba virile nel tubolare di vario colore ... [era] inaudito, e quando [capitano] Harry Wright occasionalmente apparve con le calze scarlatte, i volti delle giovani signore arrossivano come il rosso, e molti membri nobili del club denunciarono l'innovazione come immorale e indecente". Mentre alcuni possono aver contestato il nuovo look, i giocatori abbracciarono velocemente lo stile, e l'audace cambiamento dei pantaloni di baseball portò a un nuovo importante elemento della divisa: le calze.
I membri dei Cincinnati Red Stockings Tutti i tipi di strisce La rapida adozione dei knickers dette il via ad un mercato in forte espansione di calze da baseball. Gli annunci pubblicitari di calze con strisce e a quadri erano all'ordine del giorno per gli ultimi decenni del 1800, ma i club della massima serie scelsero di indossare i calzini più conservatori in tinta unita.
Assortimento di calze da baseball dal catalogo di Ward B. Snyder del 1875 In realtà, l'unico club di major league noto per aver indossato le calze a righe nel 19° secolo furono i National League Baltimore Orioles del 1895. In quella stagione, il club indossò calze nere con sottili strisce arancioni.
Baltimore Orioles del 1901 Nel corso degli anni 1870 e 1880, le calze più popolari dell'epoca erano fatte di diverse qualità di lana, disponibili in bianco, blu, rosso, grigio, verde, oro antico e marrone, e il prezzo variava da 6 a 12 $ alla dozzina. A metà degli anni '90, erano disponibili calze di materiali più costosi come quelle di lana scozzese e irlandese, con prezzi che raggiungevano i 4 dollari al paio. Il primo utilizzo di calze a righe nel 20° secolo si verificò nel 1901. Nell'American League, i Detroit Tigers indossavano calze marroni con una sola striscia rossa, mentre i Baltimore Orioles indossavano calze con alternanza di strisce arancioni e nere.
Detroit Tigers del 1901 Nella National League, i Pittsburgh Pirates indossavano calze blu scuro con una sola striscia rossa.
Pittsburgh Pirates del 1901 Le strisce presero piede rapidamente, ed entro la fine del decennio oltre la metà di tutti i club di major league indossavano il tubolare rigato. Per tutto il 20° secolo, i club sperimentarono diversi modelli di calze, alternando le larghezze delle bande e l'utilizzo di più colori, mentre a volte abbandonarono del tutto lo stile. Storia delle calze a staffa L'inizio del 20° secolo portò un'altra innovazione strettamente associata con la divisa da baseball: le calze a staffa. Nei primi giorni del baseball, i coloranti usati nelle calze non erano indelebili, quindi una ferita da spike poteva facilmente infettarsi con la tintura colorata. Indossare una calza bianca sotto il tubolare colorato aiutava ad eliminare il problema, ma il doppio spessore delle calze faceva sì che la scarpa del giocatore non calzasse correttamente. La soluzione, introdotta durante il primo decennio del 20° secolo, fu la calza a staffa colorata. La calza innovativa consentiva uno strato protettivo di materiale attorno alla gamba, ma un unico spessore del materiale nella scarpa. Dal momento che le calze bianche indossate sotto le calze a staffa fornivano una protezione sanitaria, furono soprannominate "SANITARIE".
Il pitcher Walter Johnson dei Senators nel 1912 con calze a staffa sopra i tubolari bianchi Durante gli anni 1910 e '20, giocatori cominciarono a tirare le calze a staffa in modo che un piccolo arco delle calze sanitarie sottostanti fossero visibili, sia davanti che dietro. Mentre i giocatori continuavano a tirare le calze a staffa queste si allungarono sempre di più facendo vedere buona parte delle calze sanitarie. Alla fine, gli archi bianchi e le staffe colorate furono un tutt'uno come un nuovo stile. Nel 1940, i club di major league integrarono il look della staffa nella progettazione delle loro calze.
Il pitcher Tom Seaver dei Mets negli anni '70 con le calze a staffa allungate Le staffe continuarono ad allungarsi per tutto il secolo, con un picco negli anni 1980 e '90, con molti giocatori che mostravano solo le linee verticali delle loro calze a staffa colorate.
Il catcher Bob Boone degli Angels nel 1982 con le calze a staffa super allungate Oggi, con le tinture colorate che non sono più una preoccupazione per la salute e la recente moda dei giocatori ad indossare i pantaloni lunghi sulla gamba, le calze a staffa sono raramente esposte. Quando le calze sono visibili, sono molto spesso una calza colorata in tinta unita.
Il pitcher Stephen Strasburg dei Nationals nel 2013 con le calze in tinta unita Sanitari non sanitari? Nel 1966, i Kansas City A's introdussero per la prima volta le calze sanitarie colorate: calzini color oro che complementavano i profili dorati delle uniformi.
Kansas City A's del 1966 Mentre apparentemente poteva sembrare un ossimoro, le calze SANITARIE colorate erano in realtà sicure, dato che le calze colorate erano indelebili e quindi non pericolose per il giocatore. Altri club di major league indossarono SANITARI colorati tra cui i Chicago White Sox del 1969-1970 (blu), i San Diego Padres dal 1972 al 1984 (oro), i Milwaukee Brewers dal 1974 al 1977 (giallo) e i San Francisco Giants del 1980 (arancione).
Chicago White Sox del 1969
Milwaukee Brewers del 1974
San Francisco Giants del 1980 Sox e calzini Oggi, due club di major league sono chiamati per il loro colore dei calzettoni: i Boston Red Sox e i Chicago White Sox. Entrambi i club furono soci fondatori dell'American League nel 1901, ma all'epoca il club di Boston era conosciuto semplicemente come Boston Americans. In realtà, il loro colore primario, compreso quello delle loro calze, era il blu.
Boston Americans del 1901 Fu solo nel 1908 che il club indossò i tubolari rossi e si soprannominarono "Red Sox", una comoda abbreviazione di "Red Stockings", dal famoso club di Boston dei primi anni 1870.
Boston Red Sox del 1908 Il club di Chicago aveva iniziato come "White Stockings", un nome preso in prestito dal potente club della National League di Chicago del 1880, ma fu presto abbreviato in "White Sox".
Chicago White Sox del 1901 Per oltre un quarto di secolo, i Red Sox indossarono calze opportunamente colorate, anche se a volte arricchite con strisce rosse o bicolori, calze rosse e bianche piuttosto che calzini in tinta unita. Ma nel 1934 il club sperimentò le calze rosse, bianche e blu e, ad eccezione di un breve ritorno al solo colore rosso nel 1935, indossarono i calzini patriottici a strisce per il resto del secolo.
Boston Red Sox del 1934
Boston Red Sox del 1935 A partire dal 2003, i Red Sox decisero di rottamare le calze multicolori e tornare al loro stile originale in tinta unita rosso.
Chicago White Sox del 1946
Chicago White Sox del 1953
Chicago White Sox del 1959
Chicago White Sox del 1969
Chicago White Sox del 1971
Chicago White Sox del 1990 |
|
Le primitive scarpe da baseball e la pelle di canguro Poco si sa delle primissime scarpe da baseball. Molto probabilmente erano identiche alle scarpe da ginnastica del tempo: Alte, con semplici tomaie in tela e senza spikes. Poichè la tela tendeva a rompersi quando si formavano delle pieghe, le scarpe da baseball del 1870 cominciarono ad incorporare porzioni di pelle. Le "Chicago Club Shoe" della Spalding furono le prime scarpe da baseball con inserti in pelle sulla parte superiore, e l'azienda di articoli sportivi sosteneva che la scarpa era la "stessa usata dai Chicago e da altri club della League".
Il pitcher capitano J.D. McBride, dei Philadelphia Athletic B.B.C., nel 1873 indossa le scarpe da baseball con inserti in pelle sulla parte superiore
Il prima base Sid Farrar, dei Philadelphia Quakers, nel 1885 indossa le scarpe da baseball tutte in pelle La prima scarpa tutta in pelle della Spalding fu la "League Club Shoe" in pelle di vitello venduta nel 1882 per 6 dollari al paio. Entro la fine del decennio, Spalding aveva introdotto una scarpa in pelle di canguro disponibile per 7 $ al paio. Forte, morbida, e notevolmente resistente, la pelle di canguro rimase un materiale popolare per le tomaie delle scarpe da baseball per gran parte del 20° secolo.
Annuncio pubblicitario della scarpa da baseball inserito nello Spalding Official Base Ball Guide del 1889
Annuncio pubblicitario della scarpa da baseball inserito nello Spalding Official Base Ball Guide del 1889 Spikes e simili Anche se è probabile che non furono utilizzati spikes sulle prime scarpe da baseball, dalla fine degli anni '60 degli spikes simili a quelli che si trovano sulle scarpe da golf moderne furono utilizzati dai giocatori di altissimo livello. Gli spikes erano rimovibili e un set completo costava 1.50 $. Quelli che sono oggi riconosciuti come i più tradizionali tacchetti da baseball di metallo, le piastre a tre angoli indossati sotto la punta e il tallone, furono introdotti nel 1870. Questi spikes in acciaio a placca erano molto meno costosi (il prezzo era di 30 centesimi alla coppia come pubblicizzato dalla Spalding) rispetto alle singole punte e, secondo la Spalding Base Ball Guide del 1880 "la maggior parte dei giocatori di baseball professionisti utilizzavano queste piastre, sia sul tallone che sotto la punta". L'introduzione della piastra a tre spikes sulla scarpa diede inizio alla scomparsa delle singole punte, ma fu solo dal 1976 che il regolamento di baseball esplicitamente metteva fuori legge dal campo da baseball le punte come quelle che si trovano sulle scarpe da golf e sulle scarpe da atletica.
I Boston Red Stockings indossano gli spikes sulle scarpe nel 1874
Assortimento di scarpe da baseball dal catalogo di Snyder del 1875
L'annuncio pubblicitario per gli spikes sciolti e per il parapunta del lanciatore nello Spalding Base Ball Guide del 1888, un anno dopo al lanciatore fu richiesto di indossare il parapunta Scarpe di colore rosso, bianche e blu Cominciando con l'introduzione della scarpa da baseball tutta in pelle nel 1880, le scarpe rimasero di colore nero o marrone scuro fino alla metà degli anni 1960. I Kansas City A's ruppero questa lunga tradizione nel 1967 quando introdussero scarpe bianche alle loro già rivoluzionarie divise verde e oro. Anche se i componenti del club furono derisi dai giocatori avversari per il nuovo look, gli A's da allora indossarono sempre le scarpe di colore bianco. I Clubs iniziarono ad adottare le scarpe di altri colori a partire dalla fine degli anni '60, e il rosso e il blu divennero le tinte favorite.
La divisa completa dei Kansas City Athletics del 1967 con le particolari scarpe bianche
L'interbase dei Kansas City Athletics, Bert Campaneris, con le scarpe da baseball bianche nel 1967 Lo strano caso del falso colore Il 4 luglio del 1973, il lanciatore mancino dei Texas Rangers, Jim Kremmel, fece il suo debutto in major league. A un certo punto durante la partita, Kremmel effettuò un lancio pazzo contro l'interbase Eddie Leon, dei Chicago White Sox, che sostenne di essere stato colpito sulla scarpa e che quindi aveva diritto alla prima base. Leon chiese all'arbitro di casa base Larry Barnett di ispezionare la palla, affermando che la macchia nera sulla sua superficie era in realtà il lucido da scarpe. Barnett fu d'accordo con Leon e lo premiò con la prima base. Casi analoghi di palle sporcate con il lucido da scarpe non erano nulla di nuovo, ma Barnett trascurò un indizio per quanto riguardava l'affermazione di Leon: gli White Sox indossavano scarpe rosse!
La divisa completa dei Chicago White Sox del 1973 con le particolari scarpe rosse
Carlos May dei Chicago White Sox con le scarpe rosse nel 1973 Multi tacchetti sulle scarpe da baseball L'introduzione del tappeto erboso artificiale (turf) a metà degli anni '60 ebbe un effetto significativo sul gioco di baseball. Groundball sull'erba erano spesso base hit sul tappeto artificiale, i rimbalzi cattivi sul diamante erano una cosa del passato, e migliorare il drenaggio significava che forti piogge causavano solo ritardi, non cancellazioni. L'erba sintetica portò anche a un cambiamento della scarpa da baseball. Molti giocatori abbandonarono gli spikes di metallo in favore delle scarpe a fondo piatto, e alcuni addirittura accorciarono le lame in acciaio. Entro la fine del 1970, le aziende cominciarono la produzione di scarpe appositamente per la nuova superficie. Le suole avevano centinaia di piccoli dossi in gomma che fornivano un'eccellente trazione, ma non danneggiava la superficie artificiale. Scarpe da baseball con tacchetti in plastica sono state introdotte nei primi anni '80.
I vari tipi di spikes in uso attualmente
|
|
Gli Stati Uniti avevano visto molti momenti difficili nella loro breve storia. Avevano visto ribellioni contro gli inglesi, furono attraversati da una guerra civile e un paio di guerre mondiali, e furono colpiti da molte varie depressioni grandi e piccole. Ma mai il paese vide una depressione come quella che accadde nel 1929 con il crollo del mercato azionario. Causò la chiusura di migliaia di banche e milioni di persone persero il posto di lavoro. Ma una cosa sopravvisse a molte di questi tribolazioni: il baseball.
I disoccupati fuori della City Hall a Cleveland in cerca di posti di lavoro durante la Grande Depressione
La fila per il pane all'estrno della Rescue Society a New York City nel 1929 Il baseball è stato etichettato come "America’s Pastime" e merita l'etichetta sulla base dei tempi difficili che dovette affrontare e i momenti difficili che il paese attraversò. La Major League Baseball sopravvisse alla Grande Depressione grazie alla sua base di fedeli fans e la sua capacità di aiutare il popolo americano a dimenticare la loro vita e le difficoltà per alcune ore speciali. Il baseball vide gli inizi a partire dalla metà del XIX secolo. A metà del 1800 il baseball cominciò ad essere giocato. Anche se c'erano poche squadre in quel momento, il baseball era sulla buona strada per diventare uno dei giochi più conosciuti al mondo. La prima partita fu giocata a Hoboken, New Jersey, nel 1846. Le due squadre che giocarono furono i New York Nine contro i Knickerbockers che persero 23-1. La partita fu giocata il 19 giugno e al tempo entrambe le squadre erano dilettanti. Furono introdotte le regole del gioco da Alexander J. Cartwright, un funzionario di banca e atleta dilettante che fu anche l'arbitro per quella prima partita.
Alexander J. Cartwright Le origini del baseball sono difficili da rintracciare prima di questo evento. Ci sono state speculazioni che il gioco avesse origini fin dagli antichi egizi, ma ciò non è stato provato. Ci sono anche racconti che ogni cultura che si succedette ebbe un effetto sul gioco. Ma solo con Cartwright il gioco assunse il suo nuovo look.
Harry Wright Il baseball che è stato inventato in America si è evoluto dalla versione inglese del gioco "rounders". Con un po' di modifiche del regolamento il baseball vide la sua nascita. Nel corso dei successivi 23 anni il baseball venne giocato dai dilettanti. La città di Cincinnati fu la prima a pagare i suoi giocatori per i loro servizi. Harry Wright, un gioielliere, fu pagato 1200 $ per giocare esterno centro e dirigere anche il team. Questo fu il primo pagamento di un giocatore per giocare le partite. In quella stagione i Cincinnati Red Stockings accumularono cinquantasei vittorie e un solo pareggio. Il presidente di quella squadra nel 1869 disse che avrebbe preferito essere il presidente di quella squadra di baseball piuttosto che il presidente degli Stati Uniti.
William A. Hulbert Durante l'ultima parte del secolo il baseball iniziò ad avere i suoi problemi con le guerre tra le League. Ci furono tre diverse League in lotta tra di loro per i giocatori, tifosi e il denaro. Nel febbraio del 1876 fu creata la National League da William A. Hulbert. Nel 1880 Cincinnati fu espulsa dalla League per giocare di domenica e permettere che si consumasse alcol durante le loro partite. Un anno dopo essere stati espulsi dalla National League un uomo d'affari di Cincinnati e uno di Pittsburgh fondarono una League rivale chiamata American Association.
Copertina del Reach's Official American Association Base Ball Guide, 1884 La National League non li riconobbe e iniziò una battaglia tra le due, soprattutto per i giocatori e i tifosi. La competizione per i giocatori a sua volta indebolì entrambe le Leagues e i livelli di abilità e di talento si abbassarono troppo. L'American Association ridusse anche i prezzi dei biglietti per guadagnare più presenze alle loro partite. I prezzi dei biglietti della National League erano di 50 centesimi mentre l'American Association faceva pagare solo 25 centesimi. L'American Association in calendario prevedeva che si giocasse la domenica e questo aiutò a guadagnare più fans che non erano in grado di andare a vedere una partita durante la settimana di lavoro.
Brooklyn Bridegroom BBC vincitori dell'American Association nel 1889. Gli sposi, così chiamati in quanto quattro dei loro giocatori si sposarono dopo la stagione 1887, vinsero il pennant dell'A.A.nel 1889 con due partite sui St. Louis Browns. Furono sconfitti dai campioni della National League, i New York Giants, sei partite a tre, nelle prime World Series tra club di New York. Brooklyn era avanti tre vittorie e una sconfitta nella serie prima di perdere cinque partite di fila. I giocatori sono: In piedi da sinistra: Germany Smith, SS; Pop Corkhill, CF; Adonis Terry, P; Dave Foutz, 1B; Darby O'Brien, LF; Doc Bushong, Sub; Joe Visner, C. Seduti da sinistra: George Pinkney, 3B; Bob Caruthers, P; Hub Collins, 2B; Bill McGunnigle, Manager; Oyster Burns, RF; Bob Clark, C; Tom Lovett, P. Seduto: Mickey Hughes, P. Durante la stagione del 1889 i Brooklyn dell'American Association realizzarono un record di presenze su tutto il baseball. Il team potè contare su un totale di 353.000 persone in quella stagione. La National League attribuì questo al fatto che si vendeva alcol durante le partite dell'A.A. La nuova League si guadagnò il soprannome di "the beer league" dal suo rivale perché tutti i proprietari erano proprietari di saloon o produttori di whisky e birra. Le principale spese che i proprietari dovettero affrontare in entrambe le Leagues furono gli stipendi dei giocatori. I giocatori prendevano dovunque da 1.500 a 2.500 $ dollari alla fine del 1880 e l'inizio del 1890, ma c'erano alcuni giocatori che prendevano fino a 6.000 $. Questo era contro le regole che stabilivano che il massimo che un giocatore poteva ricevere erano 2.000 $. Alla fine del secolo il baseball stava guadagnando popolarità in tutto il paese. Le Leagues si erano fuse e fu un momento redditizio per i proprietari. La partecipazione era raddoppiata nei ballparks delle grandi città, dove c'erano i più grandi nomi mentre le piccole città, con squadre medie, stavano ancora lottando per sbarcare il lunario. A titolo di esempio, nel 1901 la media sulle presenze delle squadre della National League fu di circa 3.500 spettatori. Questo numero era più alto del 50% dei dieci anni precedenti. Il baseball a questo punto della storia era principalmente uno sport operaio. Molti dei giocatori venivano da ambienti urbani e non erano in nessun modo ricchi. Molti dei giocatori di questo tempo furono attirati dagli alti stipendi che potevano ricevere. Secondo Reiss nel suo libro City Games (1989) la fine del secolo fu quando il gioco cambiò e cambiò l'estrazione dei giocatori. Se prima i giocatori provenivano da modeste origini delle aree urbane, dove avevano un sacco di spazio per giocare, ora i giocatori erano ricchi e venivano da famiglie con pedigree facoltosi. Attraverso i primi anni del 1900 il baseball guadagnò slancio e iniziò a fare grosse somme di denaro. La partecipazione fu sempre più grande e i giocatori erano ad un livello molto più elevato di talento. Prima che la League permettesse le partite di domenica, la classe degli spettatori era principalmente formata da colletti bianchi. Quando si cominciò a giocare di domenica la classe operaia iniziò a partecipare. La programmazione delle partite non era in favore delle persone della classe operaia. Molte delle partite erano programmate durante il giorno a causa della mancanza di illuminazione nei ballparks. Solo nel 1935 ci furono le luci in uno stadio. Una volta che la classe operaia fu coinvolta nel baseball, la partecipazione aumentò.
1919 Chicago White Sox Il baseball ebbe successo fino al 1919, quando un altro scandalo lo colpì. Erano le World Series e i Chicago White Sox stavano giocando contro i Cincinnati Reds. I Reds avevano vinto la serie, ma fu perché sette dei giocatori White Sox vennero pagati per perdere le Series. Erano stati corrotti con il denaro e lo fecero anche perchè detestavano il proprietario del team Walter Comiski. Avevano pensato che fosse ingiusto e crudele con i giocatori. I sette giocatori concordarono di lasciare vincere i Reds così il loro proprietario non avrebbe vinto il titolo.
Babe Ruth Nello stesso anno che i "Black Sox" vendettero le World Series, c'era un giocatore fenomenale con i Boston Red Sox che aveva colpito 24 homerun in quella stagione, il suo nome era George Herman Ruth (Babe Ruth). Questo fu il nuovo record del tempo e praticamente sconosciuto nel baseball. Nel 1920, il Commissioner decise di cambiare la palla che era stata utilizzata durante le partite con una palla molto più vivace. La nuova palla sarebbe andata più lontana e più veloce rispetto al vecchio modello. Questo era tutto quello che era necessario a Ruth e nella stagione successiva, dopo essere stato venduto ai New York Yankees, realizzò un record incredibile con 54 homeruns.
L'articolo del The World New York del 6 gennaio 1920 che annuncia l'acquisto di Babe Ruth dai Boston Red Sox Ruth era arrivato in un grande momento per il baseball perché aveva spostato l'attenzione dallo scandalo delle World Series dell'anno precedente e l'aveva focalizzata sull'impressionante persona conosciuta come The Babe. Uno storico scrisse che fu "l'eroe ideale per il mondo del consumo", quali furono gli anni '20. Attraverso gli anni '20 il baseball continuò a diventare sempre più grande. Il gioco ebbe un pubblico sempre più ampio e si estendeva da costa a costa. Le folle furono sempre più numerose e gli stipendi dei giocatori aumentarono sempre di più. Il gioco crebbe così rapidamente che creò posti di lavoro per il paese con la costruzione di nuovi ballparks per contenere sempre più tifosi in aumento. Nel 1929 il baseball fu visto da enormi folle. Alcune delle squadre potevano contare su più di 30.000 persone per le partite del fine settimana. Poi il crollo della borsa avvenne nel mese di ottobre del '29 e il paese entrò in una spirale verso il basso e il baseball, non fu esente da diventare uno dei crash causati. Uno dei motivi principali per cui il baseball divenne così grande negli anni '20 fu la radio. Le trasmissione delle partite alla radio creò un nuovo pubblico per il baseball. Moltissime persone non potevano ancora permettersi di andare alle partite e così le ascoltavano alla radio. All'inizio ci fu un sacco di apprensione da parte dei proprietari di baseball perché pensavano che sarebbero scese le vendite dei biglietti. Ma ci fu l'effetto opposto sulle vendite dei biglietti. Molte di queste persone sentivano parlare di Babe Ruth e Lou Gehrig alla radio, ma ora volevano vederli di persona. Poi potevano risparmiare e comprare il biglietto per andare a vedere questi grandi di cui avevano sentito tanto parlare. La prima partita che fu trasmessa alla radio fu nel 1921 e le prime World Series furono quelle del 1922.
Harold Arlin Il 5 agosto del 1921 a Pittsburgh, il 25enne annunciatore Harold Arlin, si ricavò un posto nella storia del baseball, commentando dal Forbes Field la prima partita di baseball trasmessa dalla KDKA, prima stazione radio commerciale della nazione. Utilizzando solo un telefono convertito a microfono, Arlin seguì la partita tra i Pittsburgh Pirates vs. Philadelphia Phillies (Pirates 8 - Phillies 5) L'introduzione delle radiocronache delle partite di baseball avvicinò un pubblico più eterogeneo rispetto ai più accaniti fans. Le squadre erano entusiaste delle partite trasmesse alla radio. I proprietari erano ottimisti circa le persone che da casa ascoltavano la radio, e poi vendettero i diritti delle loro partite al popolo della radio. Riess scrive nel suo libro che nel 1939 tutte le squadre avevano contratti radiofonici e il più redditizio era quello dei New York Giants che venivano pagati 110 mila dollari l'anno per i diritti radiofonici delle loro partite. Il crollo del mercato azionario ebbe un enorme impatto sul paese e sul baseball. Le banche chiudevano in tutto il paese e gli uomini e le donne perdevano il posto di lavoro ad una velocità indicibile. Si dice che uno su quattro operai avesse perso il posto di lavoro. Se così era e il baseball faceva affidamento sulle vendite di biglietti, allora che cosa sarebbe accaduto al loro pubblico? La gente era ormai senza lavoro e salvare il loro denaro era la loro priorità. Il ceto medio non poteva più permettersi di andare alla partita di baseball. In alcuni casi in cui una persona poteva permettersi di andare alla partita ci pensava perchè avere un nichel in più voleva dire comprare un hot dog che poteva essere il suo unico pasto della giornata. I prezzi dei biglietti durante il primo anno della Grande Depressione erano in media tra i 75 centesimi e un dollaro. Molti dei proprietari stavano cominciando a introdurre speciali promozioni alle partite per cercare di aumentare la partecipazione. Alcune delle promozioni che furono utilizzate presero il nome di "ladies day", perchè le donne avevano l'entrata libera. I proprietari avevano dovuto trovare un modo per richiamare la persone alle partite, anche se nel paese si era diffuso il panico per la situazione bancaria e la straordinaria quantità di persone che erano senza lavoro. I proprietari pensavano che se le donne entravano senza pagare, avrebbero comunque acquistato cibo e bevande contribuendo in quel modo agli incassi. Avevano anche ideato dei concorsi in cui il vincitore avrebbe vinto dei soldi o del cibo. I proprietari stavano vedendo che i loro ricavi dalle biglietterie scendevano costantemente e cercavano qualsiasi tipo di espediente per attirare le persone. Il fatto era che i proprietari delle squadre non volevano perdere soldi e cercavano di riempire i loro ballparks con il maggior numero di persone possibile. Se le promozioni speciali attiravano la gente allo stadio, allora questo sarebbe stato ciò che avrebbero fatto. Il crollo del mercato azionario del 1929 avvenne tre settimane dopo che la stagione '29 si era conclusa. Le squadre erano ora nella loro pausa invernale. I proprietari e i giocatori rimasero vittime del crash come il resto del paese. Solo perché erano giocatori di baseball non significava che fossero immuni dai problemi del paese. Dovevano usare le banche per avere i loro soldi come tutti gli altri. Dovevano anche affrontare i problemi occupazionali che il paese stava attraversando. Alcuni dei giocatori delle Leagues dovettero fare un ulteriore lavoro durante i mesi di offseason per provvedere alle loro famiglie. Anche se avevano incassato un onesto stipendio giocando, dovevano lavorare per sostenere la loro famiglia. Non tutti i giocatori di baseball erano in questa situazione, ma alcuni dovettero impegnarsi a cercare un secondo lavoro.
Il presidente Herbert Hoover effettua il lancio cerimoniale nell'opening day del 1930 al Griffith Stadium. A destra il manager dei Senators Walter Johnson Nel giorno di apertura della stagione di baseball del 1930, il primo dopo il crollo del mercato azionario, non si sarebbe detto che ci fosse la depressione in corso. Il presidente Hoover era a Washington ad effettuare il primo lancio nella partita tra Washington e i Red Sox. Quella partita fu la prima della stagione e il resto del campionato fu la replica dell'opening day. La partecipazione alle partite fu stupefacente. Secondo il New York Times al Polo Grounds, a New York, i Giants stavano affrontando i Braves di fronte a 40.000 persone; a Detroit c'erano altre 40.000 persone a vedere i Tigers contro i Browns; a Cincinnati c'erano 30.000 persone, così come a St. Louis dove si giocò davanti a 30.000 fans. La dimostrazione di sostegno alle Leagues in questo momento critico era difficile da capire. Il paese stava crollando velocemente e il presidente Hoover era andato a lanciare la prima palla e centinaia di migliaia di persone stavano riempiendo gli stadi per guardare ciò che alcuni chiamavano "un gioco da ragazzi interpretato da uomini adulti".
Biglietto per il settore privilegiato relativo a Gara 1 delle World Series del 1930 Questo certamente non rifletteva i tempi difficili in cui versava il paese e dove si stava dirigendo. Per le World Series del 1930 i prezzi dei biglietti furono gli stessi del 1929. I posti a sedere nel settore privilegiato costavano 6,60 dollari, le tribune 5,50, il posto non numerato 3,00 e il costo delle gradinate 1,00 $. Anche se i prezzi dei biglietti sembravano ragionevoli furono venduti solo per un pacchetto di tre partite. L'unica eccezione erano i posti sulle gradinate che erano in vendita con un biglietto per una sola partita. I prezzi delle partite erano probabilmente estremamente troppo alti per un sacco di persone che avevano perso il lavoro, ma i colletti bianchi della classe medio alta avevano ancora le risorse per essere in grado di permettersi di andare alle partite. Alla partita di apertura delle World Series del 1930 tra il Philadelphia Athletics e i St. Louis Cardinals partecipò il presidente Hoover e cinquanta dei suoi collaboratori. Egli fece parte delle 33.000 persone presenti a Gara 1. Il presidente doveva fare un discorso a un gruppo di banchieri a Cleveland e le World Series erano lungo il suo percorso. Le Series ritornavano quasi ad un anno dal crollo della borsa e c'erano ancora migliaia di persone che volevano presenziare alle partite. La depressione sembrava avesse poco effetto sul baseball. St. Louis ebbe 100.000 richieste per i biglietti e il loro stadio poteva contenere solo 39.000 persone, così ci furono senza dubbio alcuni tifosi dal cuore spezzato per non poter vedere la loro squadra. Tuttavia, la serie venne trasmessa alla radio e così la gente potè seguire gli eventi. La depressione mostrò qualche effetto sulla serie perché rispetto alla precedente, prima del collasso, c'erano oltre 50.000 persone ad assistervi, mentre in questa partita d'apertura cen'erano solo 33.000. All'inizio della stagione del baseball del 1931 il paese era ancora in depressione e non c'erano segni di miglioramento. Erano passati circa diciotto mesi dal crollo del mercato azionario e il baseball si stava preparando a iniziare la propria stagione e il The New York Times pubblicò un articolo che ci sarebbero state 70.000 persone che avrebbero presenziato alla gara inaugurale della stagione tra i New York Yankees e i Boston Red Sox. New York aveva una grande varietà di persone e culture e molte di loro erano state colpite duramente dalla depressione. Molte persone non avevano da mangiare ed erano senza casa e molti erano disoccupati. Allora, chi frequentava queste partite? E' difficile immaginare che 70.000 persone fossero in grado di permettersi di andare alla partita di baseball. Alcuni andarono alla partita per dimenticare momentaneamente i tempi duri che stavano attraversando fuori dalle mura dello stadio.
Hoover effettua il lancio cerimoniale il 14 aprile 1931 al Griffith Stadium nell'opening day. A destra il manager dei Senators Walter Johnson Nelle World Series del 1931 c'erano le stesse squadre dell'anno precedente, Philadelphia contro St. Louis. Le Series venivano giocate a quasi due anni dal crollo del '29 e le persone stavano ancora riempiendo i ballparks. Alla Gara di apertura partecipò di nuovo il presidente Hoover come aveva fatto per le due precedenti World Series. Per Gara 1 della serie si aspettavano 40.000 persone. Si trattava di circa 7000 in più rispetto l'anno precedente. Questo poteva essere un segno che l'economia stava ripartendo, ma bisogna ricordare che le persone in questo paese prendevano il baseball sul serio e che non avrebbero mancato di andare a vedere giocare la loro squadra a causa di un po' di "vecchia depressione". Gran parte delle ragioni per cui le persone frequentavano ancora le partite era che si prendevano una pausa dalla realtà della loro vita quotidiana. Le loro vite erano state così consumate dai problemi che il paese stava attraversando che il baseball era una via di fuga. Molte di queste persone infatti mangiavano il loro unico pasto al campo da baseball durante la partita. Sembrava quasi che la gente avesse una spinta in più per alzare il morale quando potevano vedere i loro giocatori preferiti come Babe Ruth e Joe DiMaggio. La fantasia che accompagnava i tifosi quando erano alla partita faceva loro dimenticare la dura realtà di essere senza casa, disoccupati, o in alcuni casi affamati. Questo è come il baseball aiutò il popolo americano. Nel 1932 il baseball teneva ancora forte e continuò a richiamare le persone nei ballparks. C'era stato un tempo prima del 1932 in cui la gente voleva che le squadre di baseball riducessero i prezzi dei biglietti per risparmiare, ma il baseball non recepì la richiesta. I funzionari delle Leagues risposero che non avevano mai alzato i prezzi, nemmeno durante il suo momento di boom, e perciò non li avrebbero abbassati adesso. In un'intervista al New York Times il presidente dell'AL, William Harridge, disse: "Qualsiasi suggerimento di abbassare i prezzi dei biglietti a causa delle condizioni predominanti, trascura il fatto che durante il periodo del boom del baseball non si è fatto alcun tentativo di sfruttare soldi facili". E aggiunse che le spese di gestione delle squadre erano troppo alte per tagliare i prezzi dei biglietti. Questo era anche l'anno delle elezioni presidenziali e il presidente Hoover era alla fine del suo mandato. Fu ancora una volta il presidente durante la stagione del baseball, ma sarebbe stato l'ultimo. Le elezioni di novembre diedero al paese un nuovo presidente. Franklin D. Roosevelt fu eletto alla Casa Bianca e una nuova era stava per iniziare. Le World Series del 1932 furono le prime in cui il presidente Hoover non partecipò, perché era troppo occupato alla Casa Bianca. Tuttavia, anche se il presidente non c'era le Leagues si aspettavano l'arrivo allo Yankee Stadium di circa 70.000 tifosi. Quando la serie si spostò a Chicago si prevedevano altre 45.000 perone. Le Leagues prevedevano che se la serie fosse andata a Gara 7 avrebbero partecipato più di 400.000 persone, rompendo il precedente record. Le Leagues si aspettano anche di battere i record di fatturato. New York e Chicago erano due delle città che erano state colpite più duramente dalla depressione, ma non si sarebbe mai pensato se si guardava a quanta gente andava alle partite di baseball.
Franklin D. Roosevelt effettua il lancio cerimoniale nell'opening day del 12 aprile 1933 al Griffith Stadium. A destra, il manager dei Senators Joe Cronin L'anno 1933 portò al paese un nuovo presidente e una nuova stagione di baseball. Come il suo predecessore, il nuovo presidente Franklin D. Roosevelt era lì per effettuare il primo lancio della partita degli Washington Senators. Questa fu la prima stagione di baseball che Roosevelt presiedette come comandante in capo del paese e ce ne sarebbero state molte altre a venire. Nel corso degli anni Roosevelt avrebbe amato il baseball, ma non potè presenziare alle partite così tanto quanto avrebbe voluto perché la poliomielite rendeva difficile salire e scendere le scale degli stadi. L'affluenza agli opening day di quella stagione fu in linea con l'anno precedente. Molti dei ballparks erano esauriti alla loro partita di apertura della stagione. Le World Series di quell'anno non poterono contare sulla presenza di Roosevelt perché era in viaggio. La partecipazione alle Series non deluse i proprietari. Le squadre si aspettavano ancora 50.000 fans a partita. Gli Washington Senators quell'anno cercarono qualcosa di nuovo con la loro vendita di biglietti per la serie. Per la prima volta i fans sarebbero stati in grado di acquistare i posti per i singoli giochi per la sezione dei posti a sedere riservati. In passato gli unici posti che erano stati venduti per il singolo gioco erano i sedili non riservati che venivano messi in vendita il giorno della partita. Questo nuovo sistema di vendita dei biglietti contribuì ad incrementare l'affluenza alle partite e diede a più persone l'opportunità di vedere la partita dai posti migliori. I New York Giants continuarono a vendere i loro biglietti nella formula del pacchetto di tre partite ed esaurirono tutte le loro gare. Le persone erano ancora attirate dal baseball a tre anni dal crollo del mercato.
Franklin D. Roosevelt effettua il lancio cerimoniale nell'opening day del 24 aprile del 1934 al Griffith Stadium. A destra, il manager dei Senators Joe Cronin e il manager dei Red Sox Bucky Harris L'anno successivo quando la stagione del baseball stava per iniziare, gli Washington Senators volevano, una volta ancora, che il presidente Roosevelt lanciasse la prima palla all'opening day. Andarono dal presidente all'inizio di gennaio del 1934 per chiedergli se volesse farlo e lui disse che ci sarebbe stato. Ma subentrò un problema per un improvviso appuntamento proprio nel primo giorno della stagione di baseball e così Roosevelt non sarebbe stato presente. Il proprietario della squadra di Washington andò dal Commissioner del baseball ed ottenne il permesso di cambiare il loro programma in modo di poter avere la presenza del presidente alla prima partita. Roosevelt era più che felice di presenziare alla partita, se avessero cambiato la data. Così nel secondo anno della sua presidenza il programma della MLB cambiò affinché potesse essere presente. Negli anni successivi il baseball continuò ad avere gli stessi numeri di presenze degli anni precedenti. Gli stadi erano ancora tutti esauriti e i fans stavano andando nei ballparks. Il presidente Roosevelt stava lavorando sulle politiche del New Deal e su come trascinare questo paese fuori dalla depressione. Stava creando posti di lavoro attraverso la Works Progress Administration e vennero costruiti ballparks e aree ricreative perchè ci andassero le persone. Nel 1936 il mondo del baseball vide la più grande affluenza all'opening day dal 1931. Il giorno di apertura, tutti i vari stadi che erano aperti attirarono un totale di 205.500 tifosi. Questo poteva essere un segnale che l'economia del paese stava cominciando a girare. Si potrebbe anche dire che fu una bella giornata per andare allo stadio e la gente aveva bisogno di uscire di casa dopo un lungo inverno chiusa dentro. Nell'inizio della stagione del baseball del '35 alcune partite furono rinviate perché c'era ancora troppo freddo per giocare e le temperature avrebbero tenuto i tifosi lontani.
Il 24 maggio del 1935, dopo aver ricevuto il segnale dalla Casa Bianca, il GM dei Reds Larry MacPhail gira l'interruttore, e 632 fari illuminano per la prima volta nella storia uno stadio delle Major Leagues
Un momento della prima partita giocata sotto le luci dei fari il 24 maggio del 1935 tra i Cincinnati Reds e i Philadelphia Phillies al Crosley Field. I Reds vinsero 2 a 1
Una panoramica del Crosley Field sotto i fari il 24 maggio 1935 Fu anche nel 1935 che il mondo del baseball aprì le sue porte a sempre più persone per la prima partita in notturna. La partita venne giocata a Cincinnati il 24 maggio e fu un grande successo. Il presidente Roosevelt era alla Casa Bianca e pigiò un interruttore che accese le luci a Cincinnati per la prima partita della Major League di baseball mai giocata con i fari. Il presidente accompagnò idealmente i 25.000 fans che videro il baseball di notte per la prima volta nella storia. Non sapevano che 70 anni dopo, le partite in notturna avrebbero dominato mentre le partite di giorno sarebbero diventate rare, l'esatto contrario di questo momento. Le partite di notte aprirono, però, le porte a molte più persone in grado di partecipare. Il baseball avrebbe continuato a fiorire negli anni di Roosevelt con una crescita della base dei fans. Le persone preferivano guardare una partita di baseball che fare qualsiasi altra cosa. Nel 1935, Babe Ruth stava facendo il suo tour di addio al baseball ed era in Texas. Attirò una folla di quasi 70.000 persone per vederlo giocare un'ultima volta. Con persone che pagavano per andare a vedere l'anziano Ruth e con il gioco che cresceva ogni anno era impossibile poter pensare che la depressione avesse avuto un impatto negativo sul gioco del baseball. Il baseball ebbe un effetto enorme sulle persone e ora le persone volevano il loro gioco e non importava cosa fosse successo. Negli anni a venire la devozione che la gente aveva mostrato verso le loro squadre e il gioco verrà messa in questione. Durante i primi anni della presidenza, Franklin D. Roosevelt ricevette il primo pass del baseball che gli permitteva di andare a vedere qualsiasi partita che voleva in ogni stadio. Era l'aprile del 1935 e il presidente stava effettuando il primo lancio alla partita inaugurale della stagione a Washington. Aveva ricevuto il pass per se stesso e per la moglie Eleanor. Questa era la prima volta che un presidente aveva il privilegio di ricevere questo pass e Roosevelt lo prese come un grande complimento per essere stato il primo. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale il baseball fu una delle cose su cui la gente potè contare. Durante la prima guerra mondiale, la stagione del baseball del 1918 venne accorciata per consentire alle persone di lavorare o di andare a combattere. Nella seconda guerra mondiale fu diverso. Il presidente Roosevelt pensava che mantenere la stagione del baseball in corso avrebbe "contribuito notevolmente al morale del paese". Il presidente ritenne che la continuazione della stagione del baseball avrebbe aiutato le persone a superare questo momento difficile. Molte delle stelle del baseball andarono in guerra, ma quelli che erano troppo vecchi o troppo giovani continuarono a giocare attraverso questo difficile momento del paese. Il baseball non fu l'unico sport che venne giocato nel paese durante questo periodo. Ma c'era un grande punto negativo contro il baseball perchè era ancora l'unico gioco di soli bianchi. Non c'erano afroamericani che giocavano nelle Majors. Non solo gli afro-americani non erano ammessi a giocare, ma anche i giocatori ebrei non erano visti di buon occhio nel gioco.
Hank Greenberg Non lo furono fino a quando una superstar di nome Hank Greenberg mise a segno così tanti homerun da diventare il miglior giocatore del baseball e così gli ebrei vennero riconosciuti come giocatori nelle Big Leagues. Alcuni giocatori di origine ebraica arrivarono a cambiare i loro nome. Greenberg fu il Jackie Robinson per la comunità ebraica nel baseball. Nel 1956 Greenberg venne eletto nella Baseball Hall of Fame. Durante la segregazione nelle Major League c'era un'altra League che stava giocando. Era la Negro League. Il campionato era stato creato per gli afroamericani che volevano giocare e anche per i loro tifosi di colore che volevano vedere le partite senza alcuna discriminazione nei loro confronti. Nel 1900 c'erano cinque squadre afroamericane stipendiate che formavano la loro League. Molte partite venivano giocate di domenica, quando la maggior parte della gente di colore non lavorava. Il baseball fu uno degli sport più importanti per la comunità afroamericana racconta Steven Riess nel suo libro City Games. La popolarità della Negro League fu influenzata dalla migrazione degli afroamericani dal sud - dove le loro libertà erano molto più limitate - al nord. Nel 1920 fu creata la National Negro League con otto squadre che erano prevalentemente del Midwest. Le squadre giocavano ben 200 partite all'anno nei ballparks in affitto. Il costo dei biglietti per entrare era di venticinque centesimi e la presenza media a partita era di circa 1.700 tifosi. La League affrontò problemi per rimanere a galla in questi tempi difficili. Mentre le Major Leagues di baseball si riempivano di fans, la Negro League appena sopravviveva. La maggior parte delle squadre era di proprietà di uomini d'affari afroamericani, e solo una, delle originali otto squadre, vi rimase dall'inizio alla fine nella League. La National Negro League chiuse nel 1931 e una nuova League, gestita da un certo numero di banchieri, venne costituita nel 1933. La vecchia League chiuse in gran parte per gli affitti dei ballparks. Nessuno dei ballparks delle Major Leagues rinunciò a dei giorni perchè vi giocasse la Negro League, quindi con nessun posto per giocare non potevano giocare. Dopo gli incerti anni '30, la Negro League iniziò ad affittare i grandi ballparks delle Big Leagues e in alcuni casi iniziarono a costruirne di propri. Nel 1940, i New York Yankees incassarono un extra di 100.000 $ affittando il loro campo alle squadre della Negro League. Con l'inizio della seconda guerra mondiale la Negro League cominciò a svilupparsi ancora di più.
Satchel Paige, a sinistra, e Josh Gibson Con l'incremento dei posti di lavoro a causa della guerra molti di loro ora avevano i soldi per vedere una partita. Il talento che c'era nella Negro League era altrettanto buono di tutte le loro controparti bianche. Con grande nomi come Josh Gibson, Satchel Paige e Jackie Robinson, la League aveva le proprie all-stars per attirare le folle.
Jackie Robinson Nel 1937 qualcuno chiese all'all-star dei New York Yankees Joe DiMaggio, chi fosse il miglior lanciatore che avesse mai affrontato e la sua risposta fu senza esitazione: Satchel Paige. La Negro League continuò a crescere fino a quando Branch Rickey dei Brooklyn Dodgers firmò Jackie Robinson, rompendo la barriera del colore nel baseball professionistico. C'era voluta una Guerra Mondiale e un uomo coraggioso come Jackie Robinson per abbattere la barriera nel 1947. Fu solo un peccato che il presidente Roosevelt non fosse in giro per vederlo. Mentre il baseball stava ancora avanzando c'erano anche altri sport su cui il paese nutriva interessi. Uno dei più popolari fra loro era il football. Teddy Roosevelt, che era un grande fan del gioco, salvò il football quando era presidente nel 1900 dai presidi dei college che volevano proibirlo per problemi di sicurezza. Il football fu meno colpito dalla depressione secondo un articolo che venne pubblicato sul New York Times il 23 dicembre del 1932. Anche se la depressione continuava da solo un paio di anni, il sondaggio condotto in questo articolo si chiedeva quale sport fosse stato colpito meno dalle condizioni attuali? Gli elettori avevano votato il football con 85 voti e secondo il baseball con 48 voti. Il sondaggio era stato fatto molto presto nella fase della depressione e la fonte dei votanti non era abbastanza affidabile per fare ipotesi che il football fosse stato colpito di meno. Richard Davies scrive nel suo libro Sports in American Life, che tra gli anni 1931-1933 il baseball perse il quarantuno per cento del suo pubblico pagante. Questo può essere vero, ma ciò che avevano perso in numero di presenze lo avevano compensato con il pubblico radiofonico. I fans potevano aver smesso di andare alle partite ma non avevano smesso di ascoltare i risultati e le classifiche delle loro squadre del cuore. I numeri non mentono quando si tratta delle perdite delle Leagues in quegli anni. L'importo in dollari che le Big Leagues persero in quegli anni fu di 2,8 milioni di $. Questo fu sicuramente un'enorme quantità di denaro e alcune squadre erano sul punto di chiudere. I tifosi però non potevano stare lontano per molto tempo. Nel 1934 le vendite dei biglietti furono di nuovo in aumento e il baseball era ancora una volta di nuovo in via di guarigione. Il baseball vide una miscela di alti e bassi. Lo scandalo dei Black Sox aveva scosso il mondo del baseball e aveva lasciato dubbiosi i tifosi. E la discriminazione, che il baseball aveva mostrato verso gli afroamericani e tutti gli altri gruppi etnici fino agli anni '40, quando la barriera del colore fu rotta, rese il baseball meno di successo. I ruggenti anni '20 avevano aiutato il gioco a riguadagnare un po' di rispetto, e quando il mercato crollò nel 1929 la gente almeno poteva contare ancora sul baseball. La radio aiutò decisamente il gioco e le persone, facendoli diventare inseparabili. Questo diede ai tifosi che non potevano andare alla partita la capacità di seguire ancora il baseball. I proprietari erano coscienti che la gente non sarebbe andata alle partite, perché poteva ascoltarle da casa, ma la gente tornò ancora. Subito dopo il crollo la partecipazione diminuì ma aumentò costantemente nel corso degli anni '30 e fino alla seconda guerra mondiale con il sostegno di Franklin Roosevelt. Il gioco consentì alle diverse classi sociali di riunirsi in un unico posto e anche se non avevano niente altro in comune che l'amore per il baseball, questo era abbastanza per legarli insieme. L'etichetta di "America’s Pastime" è un soprannome meritato per un sport che aveva aiutato così tante persone in un momento difficile della loro vita. "Baseball During the Great Depression", di Dan Sullivan, 08/04/2011 |
|
L'High Five è un gesto celebrativo con la mano che si verifica quando due persone contemporaneamente alzano ciascuno la mano aperta, sopra la testa, e spingono, scorrono, o schiaffano il loro palmo contro il palmo dell'altra persona. Il gesto è spesso preceduto dalla frase "Give me five" o "High Five". Il suo significato varia a seconda del contesto, ma può essere interpretato come un saluto, congratulazioni o festeggiamento. Ci sono molte storie sull'origine dell'High Five, ma i primi due candidati, sorretti da molte prove documentali, sono stati Dusty Baker e Glenn Burke, della squadra dei Los Angeles Dodgers, che lo fecero in Gara 2 delle NLCS nel 1977.
Glenn Burke Il 5 ottobre del 1977, all'interno del Dodger Stadium, nacque la gioiosa storia sociale di uno stile e di una moda che durerà per sempre. Secondo la leggenda, l'High Five è nato dal colorito outfielder dei Dodgers Glenn Burke e dal suo compagno Dusty Baker. Quelli che erano lì lo ricordano vividamente. "Non l'avevamo mai visto prima", disse il prima base dei Dodgers Steve Garvey. "E' stato come l'onda. Qualcuno doveva avviarla, e riteniamo che siano stati Glenn e Dusty".
Dusty Baker L'High Five ebbe origini dalle emozioni che aleggiavano sulla prima squadra di Tommy Lasorda che riuscì a recuperare il deficit contro i Phillies e vincere le NLCS con tre vittorie consecutive. Nelle World Series, i Dodgers persero in sei partite contro Reggie Jackson e gli Yankees. Gara 2 delle NLCS del 1977 fu la resa dei conti con i Phillies, campioni della NL East, giocata al Dodger Stadium il 5 ottobre di fronte a 55.973 fans. I Phils ammutolirono lo stadio dei Dodgers, tutto esaurito, vincendo la gara di apertura, 7-5, con un paio di punti nel nono inning, nonostante il drammatico grand slam di Ron Cey contro Steve Carlton. Il pareggio 1-1 in Gara 2, nel duello tra Jim Lonborg dei Phillies e il futuro Hall of Famer Don Sutton, rimase inalterato fino alla parte bassa del quarto. I Dodgers caricarono le basi per Baker, che colpì un lancio sul conteggio di 1-2 mandandolo fuori dello stadio per colpire un enorme muro del suono. Il primo ad uscire fuori dal dugout per salutare Baker fu Burke, un outfielder di riserva, con il palmo della mano destra alzata al cielo. Baker incontrò il braccio steso di Burke con la mano destra in una esplosione di emozioni che scosse il Dodger Stadium.
Il momento storico in cui Glenn Burke, a sinistra, sta per dare inizio al primo High Five nella storia dello sport con Dusty Baker (# 12), autore del grand slam in Gara 2 delle NLCS del 1977 Qui nacque, e tutti gli storici dello sport in generale sono d'accordo, il primo High Five su un palco del grande sport. In realtà, come riferisce Baker, l'originale High Five venne ideato e realizzato tre giorni prima, senza che tutto il mondo dello sport lo notasse. "Fu tutto merito di Glenn", disse Baker, "Non mi prendo nessun merito. Mi è capitato di essere lì. Non sono certo se fosse il primo, ma questo è quello che mi è stato detto". L'ultimo giorno della stagione, i Dodgers stavano cercando di realizzare un'impresa senza precedenti. Garvey, Reggie Smith e Cey avevano tutti raggiunto o eclissato la barriera dei 30 homers. Baker era sotto di uno per raggiungere i 30. Il suo compito quel giorno era scoraggiante: James Richard Rodney, il lanciatore più intimidatorio della League, stava lanciando per gli Astros.
I quattro giocatori dei Dodgers che realizzarono 30 e più fuoricampo nella stagione regolare del 1977. In piedi a sinistra, Steve Garvey, Dusty Baker (# 12), Reggie Smith (# 8) e Ron Cey, inginocchiato a destra Nel sesto inning, in quello che sarebbe stato il suo ultimo at-bat della stagione, Baker colpì un lancio di Rodney, sul conteggio di 1-2, oltre il muro a sinistra. Burke, nell'on-deck circle, incontrò il suo compagno di squadra a casa base con quel braccio destro steso in alto. Baker - "Dr. Scald" per i compagni di squadra - lo colpì con la mano destra. Burke, con la sua adrenalina alle stelle, lo seguì con un homer solitario. "Glenn era come [Yasiel] Puig", ha detto Garvey recentemente, "Aveva una personalità cinetica. Questo è quello che in altre parole ho usato per Steve Sax". Subito dopo il gesto tra Burke-Baker, Magic Johnson, componente del gruppo di proprietà dei Dodgers, rese popolare l'High Five nel basket alla Michigan State University. Burke, un magnifico atleta, fu scambiato con Oakland la stagione successiva senza poter dimostrare il suo potenziale con i Dodgers. Divenne una figura tragica, morendo all'età di 42 anni di AIDS nel 1995. Giocò la sua ultima partita nella Major League a 26 anni nel 1979. "Glenn amò come fece l'High Five", disse Baker. "Era la linfa vitale di ogni party. Nessuno poteva ballare come Glenn. Faceva sempre le sue performance, dalle strade di Berkeley, sul bus e sull'areo della squadra. Glenn manteneva tutti rilassati e sorridenti. Si ha bisogno di quel tipo di ragazzo nella tua squadra in una lunga stagione". "Glenn Burke era unico nel suo genere, una personalità unica", disse Davey Lopes. Il primo NLCS Most Valuable Player Award nella storia della NL fu assegnato nel 1977 a Baker. Aveva battuto .357, colpendo 8 RBI e due fuoricampo, tra cui uno da due punti contro Carlton nel decisiva vittoria di Tommy John in Gara 4. L'High Five, la creazione di Burke, simboleggiò la formidabile forza vitale di quei Dodgers. Da allora è diventato un gesto globale, raggiungendo ogni angolo del pianeta. |
|