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BASEBALL PAOLO ART 9
 

 

 

01/01/2016

Gianni Donà ha festeggiato l'8a Instructional League con i Mets

Intervista con l'allenatore Trevigiano di ritorno dalla Repubblica Dominicana

Edgardo Alfonso e Gianni Donà

Dopo la pausa festiva ho trovato il tempo di fare due chiacchere con il tecnico Gianni Donà sulla sua ultima esperienza nell'Academy dei Mets a Boca Chica di fine novembre 2015 (Nello stesso periodo nel 2014 sono andato con lui in Repubblica Dominicana è ho potuto toccare con mano questa straordinaria realtà). Dopo aver raccontato tutte le precedenti esperienze abbiamo tentato un approccio diverso con domande e risposte per descrivere la sua ultima full immersion nel magico mondo del baseball professionistico.

Questa è l'ennesima volta che vai alla Instructional League dei Mets. Cosa è cambiato in te dalla tua prima esperienza? E come ti hanno accolto?

Questa per la cronaca è la mia 8a Instructional League consecutiva con la franchigia dei METS. Diciamo che ora sono più disinvolto. L'accoglienza come sempre è magnifica! Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente l'organizzazione di New York che mi ospita annualmente nella bellissima Academy di Boca Chica.

Com'era l'ambiente in Academy dopo la stagione esaltante 2015 dei Mets?

Sicuramente è stata un'ottima stagione, tutti ne sono orgogliosi. Ma come tu sai, quando arrivi secondo nessuno si ricorderà di te. Forse qualche rammarico ... Però non c'è tempo per pensare. La strada che porta al successo è sempre in costruzione!

Qualcuno dei coaches presenti ti ha spiegato come mai sono caduti rovinosamente nella World Series?

In verità non ne abbiamo parlato. A volte le cause di prestazioni meno buone sono molteplici. Ad esempio le performances di Murphy (vedi contro i Dodgers e i Cubs) furono strabilianti! Lo stesso per Jacob deGroom. Ma mantenere una simile condizione a volte non è così facile. A mio avviso, la pausa dopo i games contro Chicago ha fatto perdere il ritmo. Ma questa è una mia opinione.

Hai ritrovato tutto il vecchio staff o ci sono stati dei cambiamenti?

Lo staff è rimasto sostanzialmente invariato, se non per l'arrivo di un nuovo pitching coach: Rafael Roque ex Major con Milwaukee. E' stato compagno di Horacio Estrada (ex pitching coach del Padova nel 2015).

Sono stati introdotti dei nuovi drills di allenamento rispetto allo scorso anno?

La routine di allenamento è pressochè la medesima. Qualche piccola novità per lo stretching e conditioning.

Hai fatto nuovi incontri?

Ho conosciuto l'All-Star Ambassador Edgardo Alfonzo. Personaggio straordinario, umile e sempre disponibile. Lui non ha bisogno di presentazioni con i suoi 12 anni di Major League spesi tra Mets, Giants, Angels e Blue Jays. Abbiamo parlato a lungo. Ricordo una sua frase :"Ehi Giovanni, il baseball è semplice, non serve complicarlo!".

Ci sono nuovi talenti e magari qualche giocatore interessante che vorresti proporre a qualche squadra in Italia?

Tutti i ragazzi dell'Academy hanno del talento. I METS credono in loro.....ma di 100 uno o forse due arriveranno  in MLB. Molti verranno rilasciati. Alcuni giocheranno in Mexico, altri in Nicaragua o Indipendent League. In questa fortunata area del pianeta è facile trovare dei buoni giocatori. Dipende dalle esigenze e dal budget dei teams. A me piacerebbe proporre dei giocatori ITALIANI!

Cosa ti piacerebbe suggerire alla nostra Federazione di fare per il nostro movimento alla luce del tuo considerevole bagaglio di esperienza acquisita con la franchigia dei Mets?

La nostra realtà e quella delle organizzazioni professionistiche sono due realtà ancora distanti per molteplici motivi. Noi possiamo solo lavorare per restringere questo gap. La nostra Federazione con l'Accademia di Tirrenia sta procedendo per la giusta strada e quello che ho visto oltre oceano e quello che facciamo noi è pressochè uguale. Dico solamente che dobbiamo continuare la nostra missione con PASSIONE, AMORE e RISPETTO e Auguro un prospero 2016 a tutto il movimento.

Paolo Basso

Articolo pubblicato su TREVISOTODAY il 02/01/2016, sulla Tribuna di Treviso il 03/01/2016 e sul sito FIBS il 04/01/2015

9/3/2016

Alex Torres e la storia del copricapo protettivo per il pitcher

Il lanciatore di rilievo Alex Torres ha fatto la storia della stagione 2014, quando era con i San Diego Padres, diventando il primo lanciatore della MLB ad indossare un casco imbottito.

Torres, che è ora con i Mets, ha fatto ancora la storia un'altra volta nel 2015, diventando il primo lanciatore ad indossare la versione più recente del copricapo protettivo della MLB, che in realtà è una striscia di imbottitura che avvolge il berretto regolare.

Torres - che ha ricevuto un sacco di irrisioni e di offese per le sue scelte dei cappelli, non sembra troppo preoccupato per quello che pensano gli altri - non è certo il primo giocatore di baseball ad indossare qualcosa di insolito sulla sua testa.

La storia del baseball ha una lunga tradizione di innovazione e sperimentazione dei copricapi soprattutto per i battitori come potete leggere sulla pagina del sito: La storia del caschetto di battuta.

Per quanto riguarda invece il copricapo dei lanciatori, dopo il pioniere Torres, altri hurlers stanno testando una nuova protezione a Bradenton, in Florida. I pitchers dei Pirates Mark Melancon e Jared Hughes stanno provando, durante lo spring training, un nuovo copricapo protettivo approvato dalla MLB. Entrambi i lanciatori sono rimasti impressionati, anche se con punti di vista differenti, ma incerti ancora se indossarlo o meno.

Mark Melancon e Jared Hughes con il nuovo protezione per pitchers

Hughes e Melancon hanno sfoggiato la protezione denominata "half cap" (il cui peso si aggira sui 300 g), creato da una società chiamata Boombang, nel bullpen e durante il fielding practice dei lanciatori al Pirate City. La MLB aveva cominciato a settembre a chiedere ai lanciatori se volevano provare il nuovo modello, e 20 major leaguers hanno accettato di testarli questa primavera. Il progetto, paragonabile ad una visiera rigida che protegge le tempie del lanciatore, ha guadagnato recensioni entusiastiche da entrambi i lanciatori.

Uno svantaggio, senza dubbio, è lo stile che avrà bisogno di tempo per ottenere l'accettazione, se non evolvere ulteriormente. Anche se questa versione sembra meglio dei prototipi visti in precedenza, il copricapo ancora non ha ottenuto un pieno assenso.

Se l'aspetto è l'unica barriera per la sicurezza, Hughes è stato conquistato. Prevede di indossare il copricapo e lo userà durante in una partita della Grapefruit League il prossimo mese.

"Onestamente, quando ho pesato i pro e i contro, le uniche cose che mi vengono in mente è che potrebbe non sembrare normale, e temo che mi possano prendere in giro. Non mi importa niente di questo aspetto", ha detto Hughes, "Nel complesso, mi protegge e sicuramente mi sento a mio agio".

Melancon che nononostante non abbia mai avuto delle palle battute contro di lui, ha detto che ha visto abbastanza per apprezzare la necessità di una protezione aggiuntiva. Allo stesso modo, Hughes si è interessato alla tecnologia dal 2012, e ha un sacco di motivi per tentare di fare qualcosa.

Hughes è un lanciatore di groundball, grazie soprattutto alla sinker nella zona bassa dello strike. Come risultato, si tende ad avere molto contatto direttamente verso il monte. Nel mese di agosto, Hughes era stato quasi colpito in faccia da un line drive battuto da Stephen Piscotty dei Cardinals. La palla sfiorò la guancia di Hughes, ma in qualche modo la evitò senza un graffio.

Melancon ha aggiunto che rispetta qualsiasi sforzo per migliorare la sicurezza dei pitchers sul monte di lancio, e gli piace il modo in cui si sente con il copricapo, ma non è così sicuro che lo indosserà.

"Sono un po' incerto", ha detto, "quello che mi frena è solo l'aspetto, ma è così superficiale ... In realtà è tutta una questione di protezione, quindi non importa quello che sembra. E' solo nuovo, è nuovo per me, è nuovo per tutti".

Melancon ha aggiunto che con il passare del tempo spera che l'idea diventi normale e accettata in tutto il baseball.

"Penso che sia un qualcosa in più che i ragazzi stanno per provare. Non si può mai sapere. Vogliamo la sicurezza", ha detto Hughes, "E' difficile iniziare a provare, perché non è normale. Non è qualcosa che la gente è abituata a vedere. Ma probabilmente è successo anche con il caschetto da baseball quando hanno iniziato a utilizzarlo. Caschetto che alla fine ha salvato vite umane".

"Questo potrebbe essere un caso simile. La palla che viene fuori dalla mazza veramente veloce, e arriva a volte diritta sulle nostre teste. Sono veramente interessato se c'è qualcosa che possiamo indossare per proteggerci un po' ".

La cosa curiosa? L'Half Cap sembra esattamente il copricapo che la Principessa Leia e i suoi compagni portavano su Endor nel Ritorno dello Jedi:

Ma alla fine la moda è relativa. Se ogni lanciatore inizierà ad indossare questi caschi dall'aspetto strano, ci abitueremo a loro in pochi anni. Ne vale della loro sicurezza!

23/06/2016

Jen Pawol

Jen Pawol

In IBL abbiamo un arbitro donna che si chiama Alessia Ciccone, ma negli USA la presenza femminile nel baseball pro è stata sporadica e solo a livello di Minor League senza mai raggiungere la MLB.

Ora per la prima volta da quasi 10 anni la Minor League Baseball avrà un arbitro femminile al suo interno. Si tratta di Jen Pawol che è stata assegnata alla Gulf Coast League. Pawol è la prima donna a servire come arbitro per la MiLB dal 2007, ed è la prima ad essere assegnata alla GCL da Pam Postema, che arbitrò nel circuito durante le stagioni 1977 e 1978.

Pawol ha partecipato nel 2016 alla Minor League Baseball Umpire Training Academy a Vero Beach, in Florida. E' stata selezionata per la MiLB Advanced Course, in cui i primi candidati della Minor League Baseball Umpire Training Academy si qualificano per l'ulteriore formazione. La sua performance nel corso avanzato ha portato alla sua assegnazione alla Gulf Coast League.

"L'inizio della mia carriera di arbitro di baseball professionista di questa settimana è un privilegio che va oltre le parole", ha detto Pawol, "Sono andata alla Major League Baseball Umpire Camps e alla Minor League Baseball Umpire Training Academy con una mente aperta, una forte etica del lavoro e una passione per l'arbitraggio, e sono onorata di iniziare questo emozionante viaggio nella Gulf Coast League".

Pawol diventerà la settima donna ad arbitrare una partita di baseball della Minor League, unendosi a Bernice Gera (1972), Christine Wren (1975-1977), Postema (1977-1989), Theresa Cox Fairlady (1989-1991), Ria Cortesio (1999- 2007) e Shanna Kook (2003-2004).

"Jen ha lavorato molto duramente durante Minor League Baseball Umpire Training Academy e si è dimostrata durante il corso avanzato molto competitiva tanto da guadagnarsi questo incarico", ha detto il direttore della Minor League Baseball of Umpire Development Dusty Dellinger, "Siamo lieti di avere qualcuno del suo talento che è entrato nei ranghi degli arbitri professionisti e sono certo che farà un ottimo lavoro".

Pawol è stata un decorato catcher di softball e interbase alla Hofstra University e ha gareggiato per la USA Baseball Women’s National Team. In seguito ha conseguito un master in belle arti al Hunter College. Pawol ha iniziato la sua carriera di arbitraggio nel 2006 e ha lavorato nel Division I softball fino al al 2015, tra cui le assegnazioni della Big Ten Conference durante le stagioni 2013-15.

Pawol e il collega Scott Molloy apriranno la stagione 2016 venerdì 24 giugno a Dunedin, in Florida, quando i Blue Jays ospiteranno i Tigers a mezzogiorno.

Ma ci saranno mai delle donne arbitro nella MLB? I freni sono molti ma speriamo che l'uguaglianza arrivi anche nell'olimpo del baseball mondiale, intanto ci auguriamo che una donna diventi Presidente degli USA.

IN BOCCA AL LUPO JEN!

05/07/2016

La MLB a Fort Bragg

Gli Atlanta Braves e i Marlins di Miami hanno giocato domenica 3 luglio 2016, nel fine settimana dei festeggiamenti del 4 Luglio, "la prima partita di regular season a Fort Bragg, la venerabile installazione militare del North Carolina".

I funzionari della Bragg e la MLB avevano lavorato da marzo per costruire lo stadio sul sito di un ex campo da golf abbandonato. Il progetto di 5 milioni di $ è stato finanziato dalla MLB e dalla MLBPA (l'associazione dei giocatori) per creare un campo da baseball con 12500 posti a sedere temporanei (Domenica sera gli spettatori sono stati 12582).

Il prodotto finale è un campo che il direttore esecutivo della MLBPA, Tony Clark, ha così definito "sembra sia stato qui da sempre". In seguito, le gradinate saranno rimosse e il campo sarà convertito in un campo da softball per il gioco ricreativo.

Fort Bragg è l'installazione militare più popolata degli Stati Uniti, è sede dell'esercito Global Response Force (GRF), che fornisce capacità militari e strategiche a livello globale in difesa degli interessi della sicurezza degli USA. L'installazione è praticamente una città in se stessa, composta da più di 250000 persone, che comprende una superficie di quasi 500 miglia quadrate, con un impatto annuo di 9,8 miliardi di dollari per l'economia locale.

Pur essendo una delle 162 partite della regular season per entrambe le squadre, ha avuto un grandissimo significato per essere stata la prima partita giocata da una major league in una installazione militare attiva. Per la cronaca i Marlins hanno vinto 5-2.

"La sconfinata gratitudine della Major League Baseball ai nostri militari ci ha portato ad un evento unico che andrà a beneficio degli uomini e donne di Fort Bragg e alle loro famiglie per molti anni", ha dichiarato il Commissioner of Baseball Robert D. Manfred Jr., "Ringrazio i Braves e i Marlins per la loro partecipazione e tutti i nostri club e i giocatori per aver contribuito a questo gesto, che si presenta come un nuovo capitolo nell'unione tra l'illustre storia militare e l'orgoglio del National Pastime".

14/08/2016

Due rookies fanno la storia dell'inizio del movimento di svecchiamento degli Yankees

Da grande romanticone del Pastime, come sono, sogno sempre di poter raccontare delle grandi storie sportive ed umane e mi rattristo quando escono dalla scena per il ritiro fior di campioni come Derek Jeter. Mi lasciano letteralmente indifferente, invece, quei giocatori come Alex Rodriguez che - coinvolti dal cancro del doping hanno stabilito dei records che purtroppo rimarranno senza * - chiudono con il baseball (ma non credo di essere l'unico a provare questi sentimenti).

Se gli Yankees hanno perso A-Rod, venerdì 12 agosto 2016, il giorno dopo, sabato 13 agosto 2016, i due rookies Tyler Austin e Aaron Judge hanno fatto la storia della franchigia.

Dopo essere stati chiamati nel corso della giornata, i due prospetti di lunga data sono diventati i primi compagni di squadra nella storia a battere un homerun alla loro prima apparizione in MLB - e ciascuno di loro lo ha fatto nel suo primo at-bat. Inoltre il duo ha battuto il fuoricampo back-to-back nel secondo inning per la vittoria finale degli Yankees per 8-4 sui Rays nel Bronx.

E' stato un bell'inizio per il movimento giovanile tanto strombazzato dagli Yankees, che ha avuto una marcia in più con le promozioni di Austin e di Judge poche ore dopo che Alex Rodriguez aveva giocato la sua ultima partita con gli Yankees - e, forse, della sua carriera - venerdì sera.

Mentre l'armadietto di Rodriguez era ancora pieno nella clubhouse, Austin e Judge sono arrivati dal Triplo-A di Scranton / Wilkes-Barre, seguendo le orme di Gary Sanchez.

"E' emozionante vedere ciò che sta per svolgersi qui con gli Yankees", ha detto Judge prima della partita.

Non stava scherzando.

Tyler Austin subito dopo aver colpito il fuoricampo

Con lo Yankee Stadium pieno per i festeggiamenti del team vincitore delle World Series del 1996, Austin si è presentato nel secondo inning nel box di battuta contro il pitcher destro di Tampa Bay, Matt Andriese, con due out.

Austin con il conteggio di 2-2 ha colpito la fastball e l'ha inviata appena oltre la recinzione a destra per l'1-0.

Tyler Austin (# 26) viene congratulato da Aaron Judge (a destra) dopo aver colpito l'homerun

Austin stava ancora ricevendo le congratulazioni nel dugout quando Judge ha schiacciato un changeup profondo al centro, colpendo sopra il grande schermo di protezione dell'occhio del battitore. Judge era appena diventato il terzo giocatore - e il primo Yankees - a colpire una palla in quella parte del nuovo Stadium, unendosi a Russell Branyan dei Seattle e a Carlos Correa degli Houston.

Aaron Judge mentre colpisce il fuoricampo

Judge e Austin sono stati informati separatamente dal manager di Scranton / Wilkes-Barre, Al Pedrique, mentre erano a Rochester venerdì che erano stati chiamati al Bronx, con Judge che doveva rimpiazzare Brett Gardner dopo l'infortunio alla caviglia subita durante la partita di venerdì e che lo avrebbe tenuto fuori sabato.

Judge, che ha guidato tutta la notte per arrivare alla partita, è destinato a giocare all'esterno destro ogni giorno, con Austin che dovrà coprire la prima base - dove ha giocato sabato - ma anche all'altro angolo dell'outfield.

Il 24enne Judge è stato a lungo considerato un prospetto superiore e il suo arrivo nelle Major sembrava inevitabile, ma Austin, anche lui 24enne, ha avuto un percorso più difficile.

Ha superato il cancro ai testicoli e poi è stato disturbato da un infortunio al polso che si è protratto per più di due anni. Austin era finito per essere "designated for assignment" dai New York Yankees dopo la scorsa stagione ed è stato rifirmato dopo non essere stato reclamato dai waivers.

"Che bel giorno", ha detto Judge "E 'un grande momento per essere uno Yankee".

Queste sono le storie che riempiono il cuore dei romanticoni del baseball! Speriamo ne arrivino molte altre .......

29/08/2016

L'ARBITRO DI BASEBALL MARCO COSTA SUL TETTO DELLA MASSIMA SERIE

Marco Costa

Marco Costa è l'ultimo della dinastia di arbitri di baseball castellani che hanno raggiunto la massima serie di baseball, Italian Baseball League, portando lustro allo sport trevigiano.

La strada fu aperta negli anni ottanta dal pioniere Targhetta Aldo che per primo raggiunse la serie A (allora si chiamava così) e poi divenne Internazionale coronando una carriera lunga oltre trent'anni. Lo seguì Fabrin Lino che iniziò negli anni '90 e che ha arbitrato fino allo scorso anno conseguendo prestigiosi risultati anche in ambito internazionale.

Oggi è il momento del giovanissimo Marco Costa, classe 1991, che quest'anno è diventato arbitro effettivo di IBL e che ha diretto le finali di Coppa Italia, giocate questo fine settimana a Rimini. Ha diretto, inoltre, una delle partite di finale per il Titolo Italiano tra il Rimini e Bologna (per chi non lo sapesse nella Fortitudo Bologna, neo campione 2016, milita un altro castellano l'ex grande giocatore e attuale coach Fabio Betto).

Per la cronaca, nella storia del baseball della provincia, dagli albori ad oggi, solamente questi tre arbitri hanno raggiunto il massimo livello e tutti e tre sono nativi di Castelfranco Veneto.

Marco, dopo aver giocato per otto anni nelle giovanili del Società Dragons di Castelfranco Veneto, di cui suo padre il Dott. Franco ne è il presidente, inizia nel 2008 la carriera di arbitro. Il suo percorso è quello classico con tanta gavetta nelle serie giovanili e le serie C.

Nel 2010 diventa Arbitro Nazionale e approda alla serie B. Stacanovista per natura arbitra ad ogni occasione conseguendo una grande esperienza e questo lo aiuta a passare anno dopo anno di categoria.

Nel 2013 partecipa ad un corso IBAF (International Baseball Federation) e viene chiamato ad arbitrare al Torneo delle Accademie a Tirrenia. Alla fine dell'anno viene premiato dal CNA (Comitato Nazionale Arbitri) come miglior arbitro nazionale della serie B.

Nel 2014 diventa effettivo nella serie A-Federale e dirige delle partite dell'Italian Baseball Week. Durante l'anno partecipa negli Stati Uniti a un corso arbitri sotto l'egida della MLB a Fort Myers in Florida, arbitrando partite di college.

Nel 2015 arriva la convocazione ad arbitrare alcune partite della IBL e dirige i play-off della serie A-Federale. Viene insignito a gennaio 2016, in occasione della Umpire Convention, con il "Premio Patrizia Martini" per l'arbitro dell'anno.

Finalmente nel 2016 entra effettivo nelle liste della massima serie e nel mese di marzo dirige il Torneo delle Accademie, organizzato dalla Major League International, che si è disputato a Barcellona. Nel mese di agosto dirige Gara 2 delle finali di IBL e la settimana scorsa ha diretto le finali di Coppa Italia.

Attualmente è il più giovane arbitro della IBL e il prossimo passo sarà quello di entrare nella lista degli Arbitri Internazionali, come i suoi due grandi maestri Targhetta e Fabrin, ma chi conosce Marco Costa giura che tra non molto ci riuscirà.

Articolo pubblicato su TREVISOTODAY e TRIBUNA DI TREVISO

26/09/2016

Dopo sette anni, Fieldofdreams.it è ancora in piena attività e sempre più ricco di storie. Quest'anno il mio piccolo sito di baseball & softball, che ho creato il 26 settembre del 2009, è stato visitato da oltre 1600 appassionati lettori. Sono già 15000 le visite dalla sua prima apparizione e desidero ringraziare tutti i visitatori che hanno sfogliato queste mie pagine. Continuate a seguirmi e non ve ne pentirete. Se potete allargate, con il vostro prezioso passa parola, la cerchia di appassionati che sono alla ricerca di storie, il più delle volte sconosciute, sul Pastime.

Paolo Basso

19/12/2016

NATALE, UN GIORNO
di Hirokazu Ogura

Perché
dappertutto ci sono cosi tanti recinti?
In fondo tutto il mondo e un grande recinto.

Perché
la gente parla lingue diverse?
In fondo tutti diciamo le stesse cose.

Perché
il colore della pelle non e indifferente?
In fondo siamo tutti diversi.

Perché
gli adulti fanno la guerra?
Dio certamente non lo vuole.

Perché
avvelenano la terra?
Abbiamo solo quella.

A Natale - un giorno - gli uomini andranno d’accordo in tutto il mondo.
Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni di candele.
Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l’enorme albero fino alla punta.

Allora tutti si diranno "Buon Natale!" a Natale, un giorno.

Hirokazu Ogura è un misterioso poeta giapponese di cui non si conosce l’anno di nascita. Si tramanda che sia vissuto sempre in una casa sul lago Hizoruky e nella quale sarebbe morto di malattia, ovviamente misteriosa anch’essa. Esiste una versione che ipotizza che l’autore sia morto di infarto, ma nulla è certo. “Natale, un giorno” è una delle sue più celebri poesie che riflette splendidamente le tensioni sociali, culturali e religiose protagoniste degli ultimi giorni (tensioni che in realtà si verificano da centinaia e centinaia di anni).


 

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